Totò Riina e Emma Bonino.
È sempre pericoloso dire la verità


di Paolo Deotto


Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
20 novembre 2017





Don Francesco Pieri, prete bolognese, ha detto una cosa ovvia: ha ricordato che mentre l’Italia “ufficiale” – ed ipocrita – riversa il suo fiero sdegno contro il defunto capomafia, la stessa Italia “ufficiale” ogni giorno uccide con l’aborto centinaia di bambini. Da qui la naturale domanda: “Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?”. Con le reazioni che possiamo immaginare: l’ipocrisia ufficiale non sopporta le critiche, soprattutto quando sono giuste…

Di Don Francesco Pieri non so nulla, se non che è un sacerdote di Bologna e che ha detto una verità così risaputa e ovvia che, se non vivessimo nel tempo della follia, non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirla. Non mi interessa nulla di dettagli riportati dalla stampa (Don Pieri è vicino al “Popolo della Famiglia” e a non so chi altro). Mi interessa solo un fatto, che ribadisco: il sacerdote bolognese ha detto una ovvia verità.

Su Facebook, da quanto riportano gli organi di informazione, Don Pieri si è chiesto: “Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?”. La risposta è di quelle facili facili, perché, confrontando gli autori di uno stesso crimine (la soppressione di innocenti), se andiamo ad esaminare la macabra “produttività”, vediamo che il fu Totò Riina è stato, al confronto con Emma Bonino, poco più che un dilettante. Infatti, mentre al defunto boss furono attribuiti circa 200 omicidi (che non sono certo pochini…), la Bonino, tra gli aborti praticati nel tristemente famoso “CISA” (Centro informazione sterilizzazione e aborto) e quelli favoriti dalla martellante propaganda precedente e seguente alla famigerata legge 194, deve rispondere di un numero spaventosamente alto di vite soppresse. Di vite innocenti: chi può essere più innocente del bimbo nel grembo materno?

Tra le cose ovvie, ce n’è un’altra: queste considerazioni non spostano di un millimetro il giudizio su Totò Riina. Servono piuttosto a ricordare l’ipocrisia ufficiale, vero veleno per le coscienze, in cui si vive.

Per metterla in soldoni: c’è qualcosa che stride terribilmente nel coro di voci sdegnate contro il boss defunto. Quando una Nazione ha introdotto nella sua legislazione una normativa, la già citata legge 194, che legalizza un crimine abominevole come l’aborto, come può avere la sublime ipocrisia di lanciare strali, per bocca di tanti suoi rappresentanti “ufficiali”, contro un pluriassassino? E in questo festoso clima di “guardate come siamo tutti buoni, severi e legalitari”, è estremamente opportuno ricordare che lo Stato italiano (come, purtroppo, moltissimi altri) l’omicidio lo ha legalizzato e addirittura lo fornisce gratis.

Il fatto, poi, che Emma Bonino sia il simbolo più conosciuto del crimine dell’aborto, non è certo colpa di Don Francesco Pieri. È un dato di fatto.

Totò Riina era un delinquente? Certo, e chi lo nega? Anche questa ovvia verità è da ricordare, perché adesso inizierà, si può scommettere, il gioco vigliacco di confondere le carte, fino ad affermare che il prete bolognese ha difeso Totò Riina.

Intanto, se leggiamo alcune testate (ad esempio, Repubblica, Il Resto del Carlino, Il Giornale), tutti i titoli hanno una parola in comune: “choc”. Ovvero, chi dice la verità, dice cose “scioccanti”.
Dal vocabolario Treccani: scioccante agg. [der. di scioccare]. – 1. [che provoca un trauma, uno sconvolgimento emotivo e sim.: quella è stata per lui un’esperienza s.] ≈ sconvolgente, traumatico, traumatizzante. ↓ disorientante, impressionante, perturbante, sconcertante. 2. (estens.) [con sign. attenuato, che suscita una forte impressione e sim.: una bellezza s.] ≈ sbalorditivo, sconcertante, sconvolgente, stupefacente. ↓ conturbante, impressionante.

Nihil sub sole novum. È molto meglio non dire la verità, unirsi al coro ufficiale, non cercare di risvegliare le coscienze addormentate; poverine, poi restano “scioccate”. Unirsi al coro: si evitano tante grane.

Per fortuna però non tutti ragionano così. Ci sono ancora degli uomini e dei cristiani, che non si scordano di essere uomini e cristiani, e restano affezionati alla verità.

Evidentemente Don Francesco Pieri, prete bolognese, fa parte di questa ristretta schiera. Non so quale sarà il suo futuro, ma è facile intuire che non sarà facile. Intanto mi sembra doveroso ringraziarlo, perché ha ricordato quelle verità elementari che troppe coscienze ormai anestetizzate preferiscono dimenticare. Ha fatto insomma del bene a tutti; del bene vero.

E questo, nella società dell’ipocrisia e nella “chiesa” della misericordia, è estesamente pericoloso.

Grazie, Don Pieri.






novembre 2017
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI