VI HANNO INGANNATI !

Due parole scomode a un giovane cattolico


di Francesco Lamendola


Articolo pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia
già pubblicato il 30 novembre 2016 e ripreso il 16 novembre 2017

Presentazione, impaginazione e neretti sono nostri



Presentazione

Salvare il seme !


Sulle riflessioni di Francesco Lamendola

A chi gli chiedeva cosa fare di fronte al declino inarrestabile della Chiesa Cattolica, Alessandro Gnocchi, dalle colonne della sua rubricaFuori Moda” (sul sito Riscossa Cristiana)  rispondeva “Salvare il seme!”,  affinché possa nuovamente germogliare in futuro e ridare rinnovato vigore alla Santa Madre Chiesa, quella Una, Santa, Cattolica, Apostolica,  all’infuori della quale non c’è salvezza (Extra Ecclesiae Nulla Salus).
Ebbene, a questo compito ben assolvono, a nostro avviso,  gli articoli del professor Francesco Lamendola, pubblicati su alcuni siti internet e da noi ripresi per offrirli alla considerazione dei lettori del nostro sito.
A noi sembra che dagli scritti di Lamendola  emergano chiaramente le cause della crisi che attanaglia la Chiesa di Cristo da oltre un cinquantennio, il suo attuale “motus in fine velocior”, nonché i disastri che si prospettano all’orizzonte nell’immediato futuro; e tutto questo accompagnato e sostenuto dalla retta dottrina bimillenaria della Chiesa, quel “depoisitum fidei” affidato da Nostro Signore Gesù Cristo ai suoi discepoli affinché lo custodissero gelosamente, senza stravolgerlo o manipolarlo, come fatto negli ultimi 50 anni, dando ad intendere che si trattasse solo di un “aggiornamento pastorale”.
In questi tempi di oscurità, se il clero, divenuto sale insipido, non fa più germogliare il seme, essendo divenuto relativista, sincretista, immanentista e antropocentrico, a volte perfino apostata, allora diventa inevitabile che spetti ai laici difendere l’ultimo bastione della cattolicità dagli assalti furiosi del dragone infernale (il pensiero qui corre al libro “L’ultima battaglia del diavolo”, del reverendo  Paul Kramer), e se possibile, con l’aiuto di Dio, assolvere l’arduo compito di “salvare il seme”.

Dopo aver lanciato l’accorato appello “Salviamo i giovani!”, in questo articolo  Lamendola si rivolge ad un ipoetico giovane nato 20-30 anni dopo il C.V. II,  per dimostrargli, con una lezione di catechismo a carattere antimodernista, come tutto ciò che gli è stato insegnato dalle catechiste in parrocchia, e poi dagli insegnanti di religione, sia un colossale inganno, una palese mistificazione e falsificazione del vero Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo. Alle possibili rimostranze del giovane che, nella sua (indotta) mentalità modernista potrebbe considerarlo un semplice “nostalgico dei tempi andati”, Lamendola  risponde “La cosa è molto più profonda, più grave e urgente: ne va della salvezza delle anime”.
FRF






Due parole scomode a un giovane cattolico.
Stai attento a non lasciarti ingannare quella che ti viene presentata come la religione cattolica spesso non è affatto tale:
con la scusa di cambiare i modi si è cambiato tutto



Caro amico, tu e gli altri che siete nati venti o trenta anni dopo la conclusione del Concilio Vaticano II, c’è una cosa che dovete sapere, e che può dirvi solo chi appartiene alla generazione precedente la vostra: vi hanno ingannati. O vi stanno ingannando. Oppure ancora: state attenti a non lasciarvi ingannare.
Quella che vi viene presentata come la religione cattolica - non diciamo sempre, ma spesso - non è affatto tale. Le cose che vi dicono gli insegnanti di religione cattolica, nella scuola media e superiore, sovente non corrispondono alla dottrina cattolica. E la stessa cosa vale per ciò che vi insegnano le catechiste, all’oratorio parrocchiale: magari con tanta buona volontà, ma con poca dottrina ed ancor più scarso discernimento. Anche delle prediche in chiesa, durante la santa Messa, non dovete fidarvi del tutto, purtroppo: ci sono in giro troppi preti che si sentono autorizzati a interpretare e stravolgere il Vangelo secondo la loro personale ideologia.

La buona volontà non basta: ci vuole la conoscenza delle Scritture e della sacra Tradizione; ci vuole la fede, accompagnata dai doni dello Spirito Santo; ci vuole la grazia divina, che illumini la mente e riscaldi il cuore. Se si vive così come vive la gente del mondo, si perde di vista il Vangelo; peggio: si finisce per interpretarlo secondo il mondo e non secondo il volere di Dio. Cioè si finisce per cercare proprio in esso una giustificazione ed una legittimazione di stili di vita e modi di pensare che non hanno niente di cristiano, né di cattolico.
Il che non è solamente temerario: è, soprattutto, blasfemo. Pretendere di cambiare il senso del Vangelo per cercarvi un appiglio che assolva gli uomini dal peccato, è blasfemo e diabolico. Ma è quello che alcuni teologi sedicenti cattolici stanno facendo: lentamente, silenziosamente, quotidianamente. Stanno lavorando in maniera alacre, metodica, quasi scientifica, per demolire la Chiesa di Dio, la Chiesa dei santi, la Chiesa di sempre, e sostituirla con la Chiesa degli uomini: il tempo del relativismo e del permissivismo, del perdono all’ingrosso, magari senza vero pentimento; il tempo della confusione voluta e programmata, il tempo dell’apostasia dalla Verità.

Tu ti stupisci: vedo già la tua espressione meravigliata e incredula. Hai ragione.
Se quel che ti stiamo dicendo fosse vero, la cosa sarebbe gravissima; ma quali prove abbiamo da portare?
Ti possiamo portare l’esempio della nostra vita: di quello che abbiamo visto; di quello che la Chiesa era, ed è stata per secoli e secoli, sin dalle origini; di quello che ci è stato insegnato con zelo, con amore, con scienza, da preti e suore di prima del Concilio, che non erano dei vecchi barbogi, ma, generalmente parlando, degli autentici uomini e delle autentiche donne del Signore; e di quello che stava scritto nei manuali di teologia, che veniva insegnato nei seminari, che veniva predicato dal pulpito; infine, cosa ancora più importante, di quello che ci veniva insegnato in famiglia, dai nonni, dai genitori, soprattutto dalle mamme, e in primo luogo con l’esempio, assai più che a parole, in termini di dottrina cattolica e di morale cattolica.

Tu adesso penserai: Ma è normale che le cose cambino; i tempi cambiano, tutto deve cambiare, tutto deve adattarsi alle nuove condizioni della vita, dell’economia, della società, della cultura, della politica. Ecco: questo è già un modo di pensare non cattolico; e non ve ne accorgete, tu e i tuoi coetanei, perché in questo errore siete stati cresciuti.
Il Vangelo non cambia; non cambia, né può cambiare, la sua sostanza, il suo insegnamento perenne, la sua Verità soprannaturale. Certo, può cambiare, moderatamente, il modo di porgerlo; ma appunto qui si è consumato il tradimento: il modo è diventato, poco a poco, la sostanza; e, con la scusa di cambiare i modi, si è cambiato tutto.

Ti sei probabilmente stupito, e quasi divertito, allorché, poco fa, abbiamo affermato che voler inserire, surrettiziamente, modi di pensare e di agire non cattolici, all’interno della dottrina e della morale cattolica, è temerario e blasfemo: e questo tuo stupore, quel tuo sorriso, sono la prova che abbiamo colto nel segno.
Poco ti è stato detto del peccato, della fragilità umana, dell’uomo peccatore: molti sacerdoti, oggi, sorvolano su questo aspetto; i teologi, ancor di più: a sentir loro, l’uomo è una creatura eccellente e meravigliosa, che ha bisogno solo di un piccolo aiuto da pare di Dio e che, di fronte al mistero della vita e della morte, non deve preoccuparsi di nulla, né prendersela troppo a cuore, perché, alla fine, la misericordia del Signore è talmente grande, che nessuno ne rimane escluso. Errore.
Se leggi il Vangelo, vedrai che Gesù parla molto spesso di coloro che restano fuori: le vergini stolte, ad esempio, o gli invitati indegni: e non solo restano fuori, mentre i portoni del palazzo vengono chiusi, ed essi si trovano dove sono tenebre e stridore di denti; ma vengono anche legati e gettati nell’inferno, in mezzo al fuoco eterno.
Gesù li chiama “maledetti” e li ammonisce con parole severissime: Via da me, maledetti; non vi conosco: andatevene nel fuoco eterno.

Ecco, lo vedi che ti hanno ingannato? Ti hanno insegnato un vangelo che non è il Vangelo: perché, nel Vangelo, c’è anche - anzi, è al centro - il concetto del Giudizio: quando i buoni saranno premiati e i malvagi saranno puniti.  Per l’eternità.
Sì, lo sappiamo: oggi non va di moda parlar di queste cose; i preti hanno ben altro da predicare. Predicano l’amore, l’accoglienza, la fratellanza, la misericordia; e si sentono buoni, si sentono pieni di sacro zelo, anzi, si sentono migliori di tutti gli altri, come Marta si sentiva migliore di Maria (e non lo era), perché fanno vedere che sono uomini pratici, loro, e che il Vangelo è fatto di opere, non di chiacchiere.
Falso anche questo. Il Vangelo è la Parola di Gesù Cristo. Chiaro che chi ascolta la Sua parola, deve anche metterla in pratica; ma metterla in pratica non significa, automaticamente, passare all’azione materiale. Prima viene la salvezza dell’anima; prima viene l’amor di Dio; quindi, prima viene la preghiera, e, innanzitutto, la preghiera di lode e di ringraziamento. Va bene pregare per chiedere ciò di cui si ha bisogno, ma Dio sa già ciò di cui abbiamo bisogno; ce lo ha ricordato Gesù stesso. Perciò, la preghiera più bella e più profonda è quella che non chiede nulla; quella che dà lode e ringraziamento a Dio; e quella che offre a Lui le nostre pene, le nostre sofferenze, con spirito di piena accettazione, per somigliare a Lui, che ha preso su di sé tutto il male del mondo, per amor nostro.

Il fatto che i sacerdoti, i catechisti e gli insegnanti di religione, oggi, non parlino quasi più del peccato, del male, del diavolo e dell’inferno, ha un significato ben preciso: significa che stanno stravolgendo, gradualmente e silenziosamente, il cristianesimo; che stanno manipolando il Vangelo: cosa empia e intollerabile.
Il fatto che certi documenti del Magistero affermino, o lascino intendere, che la misericordia di Dio abbraccia sempre tutto e tutti, quasi che il pentimento del male fatto non sia la condizione assolutamente necessaria per ottenere il perdono di Dio, è uno stravolgimento della parola di Cristo: cosa empia e intollerabile.
Il fatto che si parli sempre e solo della misericordia di Dio, e mai della Sua giustizia, è un altro stravolgimento del Vangelo, ancor più esiziale, ancor più foriero di disastrose conseguenze per la vita dell’anima; cosa empia e intollerabile.
Lo scopo del Vangelo è la salvezza delle anime; ma se il suo messaggio viene distorto, le anime vengono spinte verso il pericolo, verso l’abisso.

Costoro si sono assunti una responsabilità tremenda: tanto più grave in quanto essi, che conoscono perfettamente la sana e autentica dottrina cattolica, la stanno modificando, avvantaggiandosi del fatto che voi giovani, per motivi anagrafici, non avete potuto ricevere la formazione, le parole, gli esempi, della sana e autentica dottrina cattolica.
Dunque, si stanno approfittando della vostra ignoranza e della vostra inconsapevolezza. Stanno insegnando una marmellata dove tutto, alla fine, va bene, e dove il cattolicesimo, in fin dei conti, non si distingue molto da qualsiasi altra dottrina religiosa.
E lo dicono esplicitamente: tutte le religioni portano a Dio, perché tutte contengono una parte di verità.

Tu, come i tuoi coetanei, sei cresciuto ascoltando simili cose: ma questo non è il Vangelo. Ti hanno ingannato, vi hanno ingannati. Le parole di Gesù, vai a rileggerti il Vangelo, sono queste: Andate, battezzate e predicate il Vangelo; chi sarà battezzato e crederà, sarà salvato; ma chi non crederà, sarà condannato.
Sissignori: Gesù dice proprio così
: Chi non crederà, sarà condannato (Marco, 16, 16).
Che cosa ti hanno fatto credere, che Gesù sia un damerino dalle vesti svolazzanti, tutto sorrisi e tenerezze? Certo, Egli è anche sorrisi e tenerezze; ma è anche il Cristo, Re dell’universo; è anche Cristo giudice, Signore del cielo e della terra, colui che viene a giudicare i vivi e i morti, le cose visibili e quelle invisibili.
Non te l’hanno detto, non te l’hanno insegnato? È perché non ti hanno insegnato il Vangelo di Gesù, ma un altro vangelo: il loro; che vale meno di zero; anzi, che rischia di essere occasione di scandalo e di peccato, perché, con l’apparenza di essere il vero Vangelo, in realtà ne sovverte sottilmente il senso, ne rovescia la prospettiva.
Non è il Vangelo di Gesù, figlio di Dio, ma il vangelo dell’uomo.
Vi si parla molto più dell’uomo, che di Dio. Del timor di Dio, non si parla proprio; ma anche questo è sbagliato ed eretico: leggi il libro di Isaia, leggi il Nuovo Testamento, le lettere di san Paolo, l’Apocalisse, e te ne renderai conto.

È un vangelo gnostico-massonico, relativista e permissivista, dove si parla troppo di quel che l’uomo sa fare e troppo poco di quel che non sa e non può fare. Non sa fare la cosa più importante di tutte: non sa e non può redimersi da solo. Dio soltanto lo può redimere. L’uomo è peccatore; ma, conservando il bene del libero arbitrio, può trarsi fuori dal peccato e ritornare a Dio.
Deve, però, volerlo.
Dio gli viene incontro; ma anche lui si deve muovere. Non può fare tutto Dio: se così fosse, l’uomo non avrebbe alcun merito nella propria salvezza, e santi e peccatori riceverebbero lo stesso trattamento. Il che è ingiusto, dunque cristianamente impossibile. Ricordati la parabola del padre misericordioso: il padre,  felice del ritorno di suo figlio, gli va incontro, lo bacia e lo abbraccia: ma è il figlio che si è pentito, che si è messo sulla strada di casa, e che, davanti al padre suo, si getta in ginocchio, e gli confessa con parole franche: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio! Trattami come l’ultimo dei tuoi servi.
Questo è il giusto atteggiamento dell’uomo davanti a Dio: e temiamo che te ne abbiano parlato molto, troppo poco. Ti hanno certo parlato della misericordia inesauribile di Dio, e ciò è giusto; ma avrebbero dovuto parlarti anche della necessità del pentimento da parte del peccatore. Niente pentimento, nessuna misericordia. Questa è la giustizia: e non c’è teologo modernista o prete progressista che la possa adulterare.

Ecco dove si arriva, se si parla solo dell’amore e della misericordia di Dio, ma si tace della Sua giustizia. Giustizia è dare a ciascuno quel che gli è dovuto, secondo i suoi meriti. Questa sopravvalutazione dell’uomo, i teologi modernisti la chiamano “svolta antropologica”: essa fa la sua comparsa durante e dopo il Concilio Vaticano II; prima non c’era. Prima, Dio era Dio, e l’uomo era l’uomo; Dio era il Salvatore, l’uomo, il peccatore che può essere redento (e non già redimersi) mediante il pentimento e la penitenza.
Dio e l’uomo non stanno su un piede di parità. Dio è il Creatore, l’uomo è la creatura. Ci si vergogna a dire simile banalità; ma per te, caro giovane, non sono banalità, sono parole nuove e inaudite, perché ben poche volte ti sono state dette, e quindi ti paiono strane, innaturali.
Ripetiamo: sei stato ingannato. Ti è stata taciuta la parte più importante, e la più bella, del cristianesimo: la dimensione del soprannaturale.
Pare che il cristianesimo sia una faccenda soprattutto umana; ma non è così: il cristianesimo viene dall’Incarnazione di Gesù Cristo, il Verbo fatto carne, dalla sua Passione, Morte e Resurrezione; e viene dalla fede degli uomini in lui, Redentore dell’umanità, fonte inesauribile di speranza, di forza e di consolazione per tutti, e specialmente per i sofferenti, i tribolati, gli scoraggiati, gli oppressi.
Che cosa credevi? Che essere cristiano fosse una cosa facile e pulita, come bere un bicchier d’acqua? Che bastasse andare in chiesa una volta a settimana, assistere a una Messa strimpellata con le chitarre e sovrastata da canzoni sguaiate, stravolta da una predica mondana e priva di spiritualità, in cui – magari – ci si fa beffe del culto della Vergine Maria, del Rosario, degli Angeli e dei Santi, e ci si sente dire quel che fa piacere agli uomini d’oggi?
Guai a me se non annunciassi il Vangelo, dice san Paolo; ma il Vangelo di Gesù, non il vangelo modernista e progressista, antropocentrico e demagogico.

Tu, forse, adesso starai pensando: Ho capito: costoro hanno nostalgia dei tempi andati; hanno nostalgia della Messa in latino e del canto gregoriano. Non è così; certo, come potremmo non avere nostalgia della Messa in latino e del canto gregoriano? Essi conferivano alla sacra liturgia una solennità particolare, ineffabile, che non può nemmeno immaginare, chi non l’ha vissuta.
Ma non si tratta solo di questo. La cosa è molto più profonda, più grave e urgente: ne va della salvezza delle anime.
Non si può far credere al cristiano che il Vangelo può e deve essere “aggiornato” mano a mano che mutano i costumi: sarebbe come dire che non il Vangelo deve convertire il mondo, ma che il modo converte il Vangelo; il che è assurdo, e peggio.
Gesù è venuto per convertire il modo, e ha detto ai suoi: Vi lascio la pace, vi do la mia pace; ve la do, non come la dà il mondo.

Caro amico, armati di coraggio e chiedi l’aiuto di Dio, che ti faccia incontrare un vero sacerdote. Hai davanti un compito immenso; non lasciarti ingannare.
E soprattutto prega, senza stancarti mai...





novembre 2017
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