TRENTA RIGHE FUORI MODA


Il diritto al suicidio e il cuore di mamma



di Alessandro Gnocchi



Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
 
 
L'impaginazione è nostra



Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti possono scrivere indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.


martedì 5 dicembre 2017


In un giornale, “trenta righe”, sono come un sigaro toscano e una medaglia di cavaliere: non si negano a nessuno. Sono perfette per i primi balbettii di un praticante, per i funambolismi del vecchio cronista, per l’elzeviro del professore un po’ dandy e per l’editoriale del direttore. Dunque bastano anche a noi per dare un taglio veloce ed esaustivo a questa rubrica che commenta quanto accade dentro e fuori la Chiesa. Ma per favore, anche se la forma non è più quella della risposta alle vostre lettere, continuate a scrivere. Gli spunti migliori vengono sempre da voi.


Come tutti sanno, perché gli spot per la morte non si fermano mai, è in corso a Milano il processo a Marco Cappato. Come tutti sanno, il tesoriere dell’associazione “Luca Coscioni” si è autodenunciato dopo aver accompagnato Fabiano Antoniani, detto Dj Fabo, a suicidarsi in Svizzera. Come tutti sanno, l’obiettivo è quello di forzare la mano perché si arrivi a una legge che permetta a chiunque lo voglia di ammazzarsi anche in Italia, con il contributo della mutua e senza la compagnia solerte del Marco Cappato di turno. Come tutti sanno, sembra proprio che ci stiamo arrivando.

Ma non è tanto il lavoro di Cappato che vale la pena di considerare, quanto le dichiarazioni della madre di Fabiano Antoniani, Carmen Carollo, chiamata a testimoniare nel processo. Prima di iniziare la testimonianza, la signora Carollo ha detto “Speriamo che sia la volta buona per avere una legge sul biotestamento. Mio figlio ha lottato tanto per questo”. E poi “Gli ho detto vai Fabiano, la mamma vuole che tu vada”. Proprio così “la mamma vuole che tu vada”. E il pubblico ministero Tiziana Siciliano si è alzata per porgerle un fazzoletto con cui asciugarsi le lacrime.

Su “La Nazione”, Gabriele Canè commenta concludendo così: “Oggi, però, è il giorno del dolore, della pietà. Delle lacrime di mamma Carmen quando ha ricordato il momento in cui ha dato il permesso al suo Fabiano di andarsene. Quando ha rilanciato la battaglia di suo figlio per il biotestamento. Quando ha pregato i giornalisti di non farle altre domande perché… perché che si può chiedere a una madre che ha vissuto questa esperienza? Quando ci ha fatto pensare alle tante esistenze senza speranza, al dramma delle famiglie. A chi resiste, e a chi alza bandiera bianca. Oggi è il giorno di mamma Carmen. Che ha detto ‘vai’ al suo Fabiano. E che forse ogni giorno spera di volare da lui”.

Premesso che un tempo le mamme che intenerivano i giornalisti erano quelle che davano la propria vita per salvare quella dei figli, caro Canè, una domanda possiamo farla a lei: per volare dove?


Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo



 



dicembre 2017
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