La nuova stravaganza di Papa Francesco:
un matrimonio celebrato in volo e alla volata.

Ma che ne è della giurisdizione dell’Ordinario?
 


di Francesca de Villasmundo



Pubblichiato sul sito Medias presse info






I media vaticani e internazionali ne sono eccitati: Papa Francesco ha celebrato ieri, 18 gennaio, un matrimonio tra uno steward, Carlos Ciuffardi Elorriaga di 41 anni, e un’hostess, Paula Podest Ruiz di 39 anni, nell’aereo che in Cile lo portava dalla capitale Santiago a Iquique.

Con questo, Papa Francesco ha messo a segno un colpo mediatico dalla portata mondiale. Se verrà ricordato qualcosa di questo suo viaggio apostolico in Cile, sarà proprio questo matrimonio al volo e a 36.000 piedi d’altezza!

Colpo mediatico, ma nuovo attacco al matrimonio cattolico: è questa la triste portata di questo gesto sconsiderato.

I due piccioncini in effetti non sono due giovani fidanzati in attesa della pubblicazione dei bandi matrimoniali: sposati civilmente da 10 anni, avrebbero dovuto sposarsi in chiesa nel 2010, ma la loro parrocchia, sita nella capitale del Cile, è andata distrutta per un terremoto. Hanno quindi rimandato la cerimonia religiosa… ed è da 8 anni che la rimandano.

Carlos e Paula vivono quindi in concubinaggio e hanno avuto due figli, che hanno 6 e 4 anni.
Quando si sono avvicinati al Papa per ricevere una benedizione, Francesco ha chiesto loro se erano sposati in chiesa ed essi hanno risposto che erano sposati solo civilmente. Incredibilmente, Jorge Mario Bergoglio ha proposto loro di sposarli all’istante; offerta che essi hanno subito accettato:
«E’ una gioia immensa. Essere sposati dal Papa su un aereo: non c’è niente di più bello per una coppia che si ama».
Ha raccontato Carlos Ciuffardi, prima di aggiungere:
«Tutto è avvenuto in modo spontaneo, non c’era niente di preparato. Il Papa ha ascoltato la nostra storia e ha deciso di celebrare le nozze».

Il proprietario della Compagnia aerea Latam, Ignacio Cueto, e Mons. Mauricio Rueda, il prelato colombiano organizzatore dei viaggi pontifici, hanno fatto da testimoni. Così ne è nata una piccola cerimonia a bordo dell’aereo, che ovviamente non è la chiesa parrocchiale che questi due Cileni hanno desiderato fin dall’inizio!
Il Papa ha chiesto loro se c’era amore nel loro «matrimonio» e se volevano stare insieme per tutta la vita. Essi hanno risposto: «Sì», e il Papa li ha sposati.
Carlo Ciuffardi racconta:
«Il Papa ha preso le nostre mani, ha benedetto le fedi e ci ha sposati in nome di Dio. Quello che ci ha detto è molto importante: “il sacramento del matrimonio è un sacramento di cui il mondo ha bisogno. Io spero che questo spingerà le coppie a sposarsi”. Parlando poi delle fedi, Papa Francesco ha detto che esse non devono essere né troppo strette, perché sarebbe una tortura, né troppo larghe, perché si rischierebbe di smarrirle»

L’ospite vaticano ha anche aggiunto:
«Questo è storico, mai un papa ha celebrato un matrimonio in un aereo in volo».

Su questo punto non si sbaglia il Papa argentino: la sua rivoluzionaria e mediatica azione pastorale, nella quale si inserisce perfettamente questa cerimonia in volo e di volata, rimarrà negli annali della storia della Chiesa post-conciliare!
Anche perché in questa sorprendente cerimonia, Papa Francesco ha dimenticato la sua stessa esortazione familiare Amoris laetitia, nella quale dedica un intero capitolo agli indispensabili corsi pre-matrimoniali. Tranne che ritenga che il concubinaggio faccia le veci della preparazione al matrimonio!

Ma cosa ancora più grave: egli ha follemente infranto le leggi del Diritto Canonico, sia quello del 1917 sia quello del 1983, che regolano la celebrazione del matrimonio: nonostante anche la suprema autorità nella Chiesa debba sottomettersi all’insieme della legislazione ecclesiastica.
Nel corso di questo matrimonio mediatico ad alta quota, sono state omesse le raccomandazioni canoniche necessarie per approfittare delle grazie del sacramento, come la confessione e l’Eucarestia, al pari delle indagini pre-matrimoniali previste dal Diritto Canonico e atte a verificare se i futuri sposi sono battezzati, se non sono già sposati in chiesa, se esistono degli impedimenti…; così come è stata omessa la presenza dell’Ordinario del luogo, peraltro indispensabile per la validità del sacramento, salvo il caso dei matrimoni celebrati secondo la giurisdizione di supplenza, disciplina in vigore finora nella FSSPX, ma non nella Chiesa conciliare.
Inoltre, per autorizzare un tale matrimonio è davvero difficile basarsi sulle disposizioni canoniche previste in caso di pericolo di morte, anche se è vero che un viaggio in aereo può essere pericoloso.
Dunque, una cosa sembra palese: questi sposi non avranno alcuna difficoltà ad ottenere l’annullamento del matrimonio se un giorno decidessero di separarsi, visto che questo sacramento è stato conferito loro al di fuori della legalità canonica…

Indubbiamente, con questa mancanza di rispetto del Diritto Canonico e della necessaria preparazione dei futuri sposi, Papa Francesco ha relativizzato, una volta di più e seguendo la logica di Amoris laetitia, il carattere sacro e indissolubile di questo sacramento.

Questa nuova stravaganza bergogliana ha tuttavia il merito di dissipare le incertezze che certuni potrebbero avere riguardo ai matrimoni celebrati nella Tradizione non ricollegata con la Roma modernista: per essere validi, i matrimoni celebrati in questo ambito tradizionale da più di 40 anni secondo la giurisdizione di supplenza, quindi in conformità al diritto, per quale motivo avrebbero improvvisamente bisogno dell’autorizzazione veniente della giurisdizione dell’Ordinario del luogo? Quella giurisdizione offerta da questo stesso Papa Francesco che celebra un tale matrimonio in pieno volo e alla volata con tanta allegria e con tanto di benedizione?




gennaio 2018
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