Don Niklaus Pflüger, FSSPX, dichiara:

«Una unione solo pratica con Roma […] sarebbe, non solo pericolosa, ma falsa»

di Christian Lassale


Articolo pubblicato  sul sito Medias Presse Info




Don Niklaus Pflüger,
Primo Assistente generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X



E’ sempre molto confortante leggere delle frasi di un tale vigore e di una tale fermezza pronunciate da un  sacerdote della Fraternità San Pio X!
Ecco infatti cosa possiamo leggere in uno scritto di Don Niklaus Pflüger:

«Né gli attacchi, né le sanzioni, né le diffamazioni da parte della gerarchia ufficiale e neanche le circostanze sempre più difficili per condurre oggi una vita veramente cristiana, hanno potuto impedire all’opera di Mons. Lefebvre di crescere e di espandersi…»

Ecco come si può essere chiari, netti, senza contorsioni diplomatiche quando si tratta di resistere coraggiosamente alle manovre vaticane che vogliono impressionare coloro che si oppongono alla distruzione della Chiesa.

Ma il nostro caro reverendo va ancora più in là e superando il piano della dottrina passa a denunciare coloro che abbandonano la battaglia per una illusoria conversione romana:

«Ma noi, più che gli attacchi esterni è la nostra debolezza interna che dobbiamo temere. Poiché una battaglia prolungata è affaticante. Ed è scoraggiante per un piccolo gruppo doversi battere costantemente contro la potente corrente delle masse e dell’opinione pubblica. A Mons. Lefebvre sembrava logico che la crisi della Chiesa dovesse durare molto tempo e che noi dovessimo prepararci ad una lunga battaglia contro le dottrine moderniste. […] Oggi […] si è stanchi, non se ne può più di essere sempre diversi e si aspira all’unità, alla pace e alla tranquillità. E’ per questo che accade regolarmente che certi sacerdoti, ma anche dei fedeli, che hanno tenuto duro per tanto tempo nella tormenta, improvvisamente diventano deboli e abbandonano la battaglia della Tradizione - quali che siano peraltro le ragioni che essi invocano.
«Questo fatalismo religioso conduce ad una progressiva diminuzione delle esigenze […] e un accordo prematuro, e cioè una unione solamente pratica con Roma, senza far intervenire le cause che sono all’origine della crisi della fede, sarebbe, non solo pericolosa, ma falsa. A quanti gruppi e comunità la gerarchia ufficiale ha fatto delle promesse, e tutti hanno dovuto disilludersi e finire con l’accettare la nuova Messa, con l’accettare il concilio Vaticano II nel suo insieme e perfino giustificare lo “spirito di Assisi”?»

La conclusione di questo testo contro coloro che credono ancora che la Chiesa conciliare potrebbe «risparmiare» la FSSPX, è senza appello:

«Una seconda ragione dimostra che sarebbe prematuro considerare un accordo e una soluzione pratica con Roma. Sotto l’attuale pontificato, la Chiesa romana si è scusata in un centinaio di dichiarazioni dei “peccati” commessi dalla Chiesa nel passato. Ma né il Papa né la maggioranza dei cardinali e dei vescovi sembrano in grado di confessare apertamente che col Concilio, con l’aiuto della nuova teologia, sia stata operata una rottura nella Chiesa, rottura che ha condotto all’attuale crisi della Chiesa: perdita della fede, sparizione delle vocazioni, delle istituzioni ecclesiastiche; distruzione della liturgia, delle chiese, dell’identità della Chiesa, delle missioni;
«Beninteso, un cambiamento nella Chiesa non migliorerà d’un sol colpo. Ma per uscire dallo stallo bisogna riconoscere che esso esiste. Cosa che non sembra ancora in atto. E’ per questo che, senza rassegnarci a questa situazione e senza volere correre dei rischi in maniera prematura, noi dobbiamo invece utilizzare tutte le nostre forze per rimanere fedeli alla vera fede e per compiere i nostri doveri di cristiani con un amore sempre più puro

Oh, attenzione, cari lettori, bisogna che vi avvisi che questo testo è del dicembre 2003. Don Niklaus Pflüger non era ancora Primo Assistente generale e le influenze deleterie del potere non avevano ancora prodotto i loro effetti.

E’ così che, tra le altre cose, in un’intervista al Kirchliche Umschau dell’ottobre 2012, egli dichiarava:

«In alcuni [membri della Fraternità che rifiutano un accordo pratico con Roma] la lunga durata della separazione ha finito col condurre a delle confusioni teologiche. Fondamentalmente, queste persone oppongono la fede al diritto e agiscono come se l’unione col Papa, il suo primato, fossero una questione di diritto secondario. E’ il grande pericolo che si presenta quando la legittimità del Papa viene separata dalla fede e vista come qualcosa di puramente giuridico. In definitiva si tratta di una visione protestante della Chiesa. La Chiesa è visibile. Il Papato appartiene al dominio della fede. Anche noi, cattolici fedeli alla Tradizione, soffriamo questa crisi in un duplice senso. Noi partecipiamo a questa crisi, anche se a mio avviso in un modo diverso e migliore. L’obbligo di operare attivamente per superare la crisi non può essere contestato. E quest’opera incomincia da noi col voler superare il nostro stato canonico anormale

Dopo, il reverendo Don Niklaus Pflüger si fa conoscere per il suo entusiasmo per un accordo pratico e unicamente pratico, e non esita a promuovere le grandi purghe degli oppositori, con la carità e la ponderazione che tutti hanno sperimentato in tale occasione. Infatti, è questo che scriveva il 5 gennaio 2014 a Don Fuchs, suo amico d’infanzia, che gli comunicava la sua impossibilità di seguirlo nel tradimento che si profilava:

«Il tuo spirito limitato è ancora meno capace di comprendere la portata dell’attività missionaria e il senso della Chiesa del nostro Fondatore. Egli non disprezzava la Chiesa ferita, ma l’amava e fasciava le sue ferite; egli non vi spargeva del sale, come fai tu. Come dice Gertrud von Le Fort parlando della Chiesa: “Nessuno di quelli che ti abbandonano ha mai sperimentato come eri”. Il nostro Fondatore sarebbe il primo a respingere le tue argomentazioni e ad essere disgustato di una teologia così miserabile. Contrariamente a te, egli aveva un grande amore per la Chiesa e ha sempre sottomesso alla Chiesa il suo giudizio personale.»

Malgrado questo attacco col cingolato, di una carità eloquente, noi lasciamo al Primo Assistente generale della FSSPX la conclusione, la quale è sempre di attualità:

«Manteniamo la fiducia e lasciamo che sia Dio a decidere in quale momento Egli metterà ordine nel Suo santuario e condurrà la Chiesa al rinnovamento





gennaio 2018
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