![]() |
||
![]() |
||
Mons. Nosiglia, gli omosessuali, la pusillanimità e la cattiva figura di
Belvecchio
![]() L’altro giorno abbiamo riportato la notizia incredibile del
ritiro spirituale per omosessuali organizzato in un convento di suore
dalla Diocesi di Torino.
Come è logico e naturale abbiamo criticato l’iniziativa, e non siamo stati i soli. Il vaticanista Marco Tosatti ha riportato sul suo sito Stilum Curiae, un “commento filiale” indirizzato a proposito all’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, commento che trascriviamo in calce. Insieme, Tosatti ha pubblicato una dichiarazione sull’argomento e i suoi strascichi, diffusa dallo stesso Mons. Nosiglia, che, logicamente, si lamenta dei commenti suscitati dall’iniziativa del “ritiro spirituale”. Questa la dichiarazione.
Si rimane allibiti della leggerezza con cui un prelato della Chiesa cattolica si muove, con le parole, in mezzo alle contraddizioni, convinto di poter far credere ai fedeli lucciole per lanterne. Ma partiamo dalla fine della dichiarazione: “Per
questo ritengo, insieme con don Gianluca Carrega di cui apprezzo
l’operato, che sia opportuno sospendere l’iniziativa del ritiro, al
fine di effettuare un adeguato discernimento.
”
E’ incredibile! Dopo aver sciorinato ogni tipo di contorta giustificazione, chiamando in causa anche la fin troppo abusata Amoris laetitia di Papa Bergoglio, come si fa a dichiarare che “l’iniziativa del ritiro” viene sospesa? E cosa significa che viene sospesa “al fine di effettuare un adeguato discernimento”? Ma prima di gettare in mezzo alla Diocesi un’iniziativa così controversa e per molti versi blasfema, Mons. Nosiglia non ha condotto alcun “discernimento”? Se è così, come sembra dichiarare lui stesso, Mons. Nosiglia è un irresponsabile; e se non è un irresponsabile è un pusillanime, poiché non ha neanche il coraggio di difendere oggi quello che ha sostenuto ieri. Un comportamento per niente degno di un pastore della Chiesa. Ovviamente, sorge spontanea la domanda: dopo il sopraggiunto “adeguato discernimento”, Mons. Nosiglia casserà definitivamente l’iniziativa o istituirà due ritiri invece di uno? Non è una provocazione, ma la logica conseguenza dello scritto di questo prelato che sembra essere più confuso che persuaso. Vediamo cosa scrive. Dopo aver citato Amoris laetitia, Mons. Nosiglia scrice: “Questo
è lo scopo del percorso spirituale di accompagnamento e
discernimento proposto in Diocesi. Esso vuole dunque aiutare le persone
omosessuali a comprendere e realizzare pienamente il progetto di Dio su
ciascuno di loro. Ciò non significa
approvare comportamenti o
unioni omosessuali che restano per la Chiesa scelte moralmente
inaccettabili: …”
E invece: questo significa proprio “approvare comportamenti o unioni omosessuali che restano per la Chiesa scelte moralmente inaccettabili”; tant’è vero che subito Mons. Nosiglia aggiunge: “Questo
però non significa non prendersi cura dei credenti omosessuali e
della loro domanda di fede.
”
Pura pusillanimità: poiché il prendersi cura degli omosessuali “credenti” è una vera contraddizione: se si è credenti, anche in presenza di tendenze scomposte più o meno conscie, non si diventa omosessuali, non si vive da omosessuali, non si pratica pubblicamente l’omosessualità fino a farsi accettare in Curia e partecipare ai ritiri spirituali per vivere questo vizio con “amore e fedeltà”. Non solo, ma sollecitare la “fedeltà” agli omosessuali che vivono praticando l’omosessualità, può significare solo approvare l’omosessualità e la sua pratica fino ad incoraggiarla e a proporla implicitamente come un esempio da seguire. Altro che “disegno di Dio”! Un disegno c’è, ma non è quello di Dio, è quello del Nemico di Dio, e se Mons. Nosiglia non si rende conto neanche di questo è segno che la Diocesi di Torino è messa davvero in cattive mani! Siamo alla follia pura! E più da parte di Mons. Nosiglia che da parte degli omosessuali. Invece di “dichiarare” pubblicamente che l’omosessualità è condannata da Dio e quindi dalla Chiesa, Mons. Nosiglia l’avalla fino al punto di incoraggiarla, in Diocesi e in convento. Il colmo, Mons. Nosiglia lo raggiunge quando esige che gli altri – i critici - parlino e scrivano in verità e in retta comprensione, “con spirito di profonda carità evangelica e in fedeltà all’insegnamento della Chiesa in materia”. Ma caro il nostro Monsignore, cosa esige la carità evangelica se non la correzione del peccatore? E cosa hanno denunciato i critici, nella sua iniziativa del ritiro spirituale per omosessuali, se non la mancanza di correzione del peccatore e quindi la mancanza di carità evangelica? E caro il nostro Monsignore, cos’ha insegnato per duemila anni la Chiesa, sulla scorta della Sacra Scrittura, del Vecchio e del Nuovo Testamento, se non l’allontanamento dei peccatori se non prima si sono convertiti e conformati al Vangelo? E cosa hanno denunciato i critici, nella sua iniziativa del ritiro spirituale per omosessuali, se non la mancanza di conformità al Vangelo e quindi la mancanza di fedeltà all’insegnamento della Chiesa in materia? Questa dichiarazione di Mons. Nosiglia, prima di essere una raccolta di contraddizioni e di confusioni, è un clamoroso esempio di cattiva figura, che non recita a favore della fiducia che il fedele dovrebbe nutrire per il suo pastore; al punto che perfino l’iniziativa del “ritiro spirituale” per omosessuali ne esce senza un minimo di serietà e di credibilità. E l’averla sospesa ne è una prova ulteriore. L’appunto critico da noi pubblicato prima, portava il titolo di “La neochiesa conciliare getta la maschera”; ci sembra che questa dichiarazione di Mons. Nosiglia si presenti come un maldestro tentativo di indossare di nuovo la maschera, ma ormai il vero volto di chi si nasconde sotto la maschera è noto a tutti… e quello che si vede non è affatto raccomandabile! Notizia riportata da Marco Tosatti Romana Vulneratus Curia (RVC per amici e nemici) ha scritto a Stilum Curiae addiirittura di domenica, cogliendolo in una piccola vacanza. L’argomento deve essere proprio importante, per far vincere a RVC il desiderio di un meritato riposo alla fine della settimana. E in realtà è così; ma RVC non scrive tanto a Stilum Curiae quanto all’arcivescovo di Torino, Nosiglia, dopo aver letto dei corsi per insegnare la fedeltà alle coppie di omosessuali varate in quella diocesi. Ecco il suo messaggio a mons. Nosiglia (estendibile anche, come scrive, a chi vagheggia di “benedizioni” per uno stile di vita certamente, almeno, problematico. Se San Paolo e altri sono ancora letteratura di riferimento per i cattolici. COMMENTO
FILIALE
(torna
su)
febbraio 2018 |