Amoris laetitia:

i vescovi del Piemonte permettono agli adulteri
l’accesso alla Comunione
 


di Francesca de Villasmundo



Pubblicato sul sito Medias Presse Info






I fiori del male di Amoris laetitia non finiscono più di schiudersi sotto il sole tenebroso della dittatura del relativismo che regna da monarca assoluto sulla Roma neo-modernista e post-conciliare.

L’ultimo mazzolino sulfureo viene dritto dritto dalle Alpi del Piemonte.
La Conferenza Episcopale del Piemonte e della Valle d’Aosta (CEP), diretta da Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha pubblicato il 30 gennaio 2018 i suoi orientamenti relativi all’Esortazione bergogliana sulla famiglia. Questa “nota pastorale” si intitola: «Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito. Accompagnare, discernere, integrare.» 

L’obiettivo di questi vescovi italiani, com’è spiegato nell’introduzione, è di invitare i pastori ad avere «uno stile di vicinanza e di attenzione a tutte le famiglie»; e seguendo le indicazioni di Amoris laetitia la Nota propone delle indicazioni utili per affrontare le situazioni delle coppie e delle famiglie in cui l’amore è ferito o soffre.
Sulla partecipazione alla vita della Chiesa, La Nota ricorda l’esigenza di «discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate».

In questo testo, i vescovi piemontesi considerano che le comunità cristiane «sono spronate a un profondo mutamento di sguardo e di stile, perché mettano al centro l’amore misericordioso di Dio».
 
Ne deriva quindi che, se si considerano freddamente le affermazioni di questi ecclesiastici piemontesi, prima dell’era bergogliana di Amoris laetitia, l’amore misericordioso di Dio non fosse al centro della vita delle comunità cristiane.
Così, con la scusa di costruire una Chiesa più misericordiosa che nel passato, oggi si deve lavorare ad integrare misericordiosamente tutti… Ed aprire le porte all’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati civilmente, diventa un imperativo integrazionista!
E per questo il documento evoca un «percorso di integrazione caso per caso» per le coppie in stato d’adulterio che «non riescono a mantenere» «l’impegno di vivere in continenza».

Ora, a noi sembra proprio che l’utilizzo del termine integrazione sia solo un sotterfugio ipocrita per dissimulare il reale abbandono della legge morale cattolica e naturale che è in corso di realizzazione sotto il pontificato di Francesco.

La Nota precisa infatti:
«… si dovrà considerare quanto dice Papa Francesco: a) poiché “il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi”, quindi le “conseguenze o gli effetti […] non necessariamente devono essere sempre gli stessi” (AL 300), alla nota 336 si precisa che ciò riguarda anche la “disciplina sacramentale”, quando il “discernimento può riconoscere che in una situazione particolare non c’è colpa grave”; b) “a causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti”, è “possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno - si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa” (AL 305); alla nota 351 si afferma che “potrebbe essere anche l’aiuto dei sacramenti”

«Le formulazioni di Amoris laetitia  - precisa la Nota - permettono due considerazioni: a) l’accesso ai sacramenti si colloca come un momento del dialogo di discernimento e del cammino di rinnovamento: non è una norma canonica, da considerare valida per tutti, ma è un eventuale aspetto del cammino, frutto del discernimento personale e pastorale; b) bisogna valutare le singole situazioni, molto diverse tra loro»

Per i vescovi piemontesi
«Tale pratica potrebbe in futuro arricchire anche la coscienza della Chiesa e renderla capace di una maggiore integrazione, aprendosi a prassi di riconciliazione che potranno diventare rilevanti nello spazio ecclesiale. L’indicazione del Papa, infatti, invita a riconoscere che la questione dell’accesso dei divorziati risposati ai sacramenti ha un peso limitato, e tuttavia cambia lo sguardo e il cuore della Chiesa nella sfida contemporanea sulla famiglia

La Conferenza Episcopale del Piemonte precisa anche:
«bisognerà valutare nel foro interno il diverso grado di responsabilità personale e i gesti che favoriscono i passi per l’integrazione, integrandoli in un serio cammino do conversione» «con l’aiuto dei sacramenti della Riconciliazione dell’Eucarestia»

Come ricorda Amoris Laetitia.

Ed ecco che la comunione agli adulteri è permessa grazie ad Amoris laetitia!
Questa Nota è una prova supplementare che questa esortazione bergogliana, profondamente naturalista e relativista, attacca in profondità e indebolisce duramente la famiglia cattolica e tradizionale, minando anche l’indissolubilità sacramentale del matrimonio, che è la protezione soprannaturale indispensabile perché la cellula familiare possa contrastare vittoriosamente gli attacchi diabolici del mondo post-moderno e nichilista che vuole la sua perdita.





febbraio 2018
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