Quando la faziosità politica veste la talare

 di Belvecchio






Noi non ci occupiamo di politica, per principio, data l’inaffidabilità intrinseca della politica moderna e il contesto nel quale artualmente ci si occupa della “cosa pubblica”: la cosiddetta “democrazia”, cioè quella strana cosa secondo la quale il governo della “res pubblica” sarebbe apertamente in mano al popolo, mentre invece è nascostamente in mano a delle oligarchie che usano il popolo, non solo per asservirlo, ma per demolirlo.

D’altronde, non potrebbe essere diversamente, visto che è da due secoli che si inneggia alla democrazia per costruire una società totalitaria in cui il popolo deve solo ubbidire e deve lasciarsi trasformare da un insieme di persone ad un amalgama di numeri?
E’ per questo che in questi secoli si è costantemente operato per demolire il senso cristiano del popolo e rimpiazzarlo con una concezione del mondo che esalta tutti i vizi e le perversioni, usando le ormai logore etichette dei “diritti umani”.

Ciò nonostante, a volte siamo come tirati per i capelli e costretti a soffermarci su questioni politiche, e questa volta grazie all’ennesimo prelato cattolico che invece di fare il “pastore” di anime, fa il guardiano e il promotore dei lupi.

In prossimità delle prossime elezioni politiche, Mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, ha voluto dire la sua sull’evento:
«In questi tempi il confronto pare schiacciato su aspetti personalistici e poco sui contenuti. L’avversario politico non è il nemico da abbattere a tutti i costi e con qualsiasi mezzo. … Le elezioni non sono un concorso di bellezza. I cittadini debbono scegliere sui programmi concreti non in base alla faccia più o meno simpatica dei candidati nei mega manifesti elettorali o agli slogan pubblicitari… C’è bisogno di politici autenticamente cristiani … Ci si aspetta che siano esemplari per rigore morale, attenzione alla gente, spirito di servizio, professionalità»
(Agenzia SIR – Servizio di Informazione Religiosa – 2 marzo 2018
https://agensir.it/quotidiano/2018/3/2/elezioni-2018-mons-pennisi-monreale-non-sono-un-concorso-
di-bellezza-i-cittadini-debbono-scegliere-sui-programmi-concreti/
)

Belle parole, politicamente corrette, che però, come ormai solito, non corrispondono alle azioni condotte.
Non molto tempo fa, già in prossimità dell’annunciata campagna elettorale, si è svolta a Terrasini (PA) la “Festa di Avvenire” – quotidiano dei vescovi italiani – organizzata nell’arcidiocesi di Monreale e dall’associazione culturale 'Così, per… passione!' di Terrasini e dall’ufficio diocesano Comunicazioni sociali, con la redazione del quotidiano e il direttore Marco Tarquinio. (Avvenire – 14 settembre 2017
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/terrasini-al-via-la-festa-di-avvenire-sulle-virt )




Boldrini, tra Mons. Pennisi e Tarquinio, parla di Fortezza


Ospite d’onore di questa “festa” è stata Laura Boldrini, nota esponente comunista anticattolica e femminista che oggi fa il Presidente della Camera.
La “festa” è stata condotta lungo le direttrici delle virtù teologali e cardinali, sulle quali sono interventi vescovi, scrittori e politici; la Boldrini è stata chiamata a parlare della virtù della Fortezza, e ci chiediamo esterrefatti di quale Fortezza costei abbia potuto mai parlare.

Morale della favola: mai fidarsi dei moderni prelati che predicano il politicamente corretto, auspicano a parole l’impegno in politica di buoni cattolici e vanno a braccetto con i nemici di Dio e della Chiesa, presentandoli perfino come figure esemplari ad un popolo cattolico ormai abbrutito dalla confusione e dalla sovversione.




Tarquinio, Boldrini ridente, di che parla?


Oggi il cattolico non riesce più a capire per chi votare, ma di certo è meglio che si guardi bene dal seguire i consigli di prelati come Mons. Pennisi e di coloro che, insieme ad Avvenire e al suo direttore Tarquinio, costoro promuovono, direttamente o indirettamente.





marzo 2018
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