Ci sono… acciaccato, ma ci sono

di Alessandro Gnocchi


Pubblicato il 18 luglio 2018 su Riscossa Cristiana

L'immagine è nostra






Parlo poco volentieri di me, ma l’affetto dei molti lettori che chiedono notizie sul mio conto e sulla (quasi) assenza della mia firma dalle pagine di Riscossa Cristiana mi induce a mettere da parte almeno per una volta la riservatezza.

Prima di parlare di questioni personali, però, devo dire che, anche se per un po’ di tempo non ci ho (quasi) messo la firma, sul nostro sito ci ho messo e continuo a metterci quotidianamente l’occhio, l’orecchio, la voce e la faccia.
Come molti sanno, dal primo marzo di quest’anno, Riscossa Cristiana è condotta da un gruppo di persone (Elisabetta Frezza, Paolo Gulisano, Andrea Maccabiani e Fabio Trevisan) di cui mi onoro di essere il coordinatore: senza metterla giù tanto spessa, una specie di redazione con una specie di direttore.

Adesso non è il caso di raccontare nel dettaglio come funziona il lavoro redazionale, ma sappiate che, dall’ideazione, alla commissione, alla scrittura, fino alla pubblicazione di ogni articolo, faccio tutto quello che c’è da fare. Magari anche troppo, sovrapponendomi al lavoro altrui, ma questo non è colpa mia perché, come mi confidava un vecchio direttore, i giornali sono le uniche monarchie assolute preservate dall’inesorabilità della storia. Purtroppo, il privilegio direttoriale di essere preservato dal moto inarrestabile della rivoluzione mi lascia pochissimo tempo per scrivere. Penso comunque che la mia firma, in qualche modo, si possa vedere sull’insieme: se non si vede è solo perché usufruisco male dell’immunità dalle mene storiche, o storiciste, se preferite.

Fin qui, nulla di personale. Ma a questo punto víolo volentieri tutti gli isterismi politicamente corretti sulla privacy per dirvi che la (quasi) assenza della mia firma da Riscossa Cristiana è dovuta anche (e in certi periodi soprattutto) al fatto che, pur essendo preservato dall’inesorabilità della storia, non ho il privilegio di esserlo dalla malattia.
In questo ultimo anno mi sono affezionato a una coriacea forma di artrite reumatoide per cui fatico a camminare e spesso lo posso fare solo con due bastoni, nei momenti di maggior splendore (dell’artrite) ho problemi alle mani e, continuamente, fruisco di una languida stanchezza che riesco a vincere solo grazie alle nefande imprese di Bergoglio&C. I farmaci, in qualche modo sono sempre velenosi e questo, come ben sapete, è altamente tossico.

Ecco dunque, cari amici, i motivi per cui vedete meno la mia firma sul nostro sito. Ma non ho mollato, come spero si veda. Soprattutto, non sono stato silenziato, come ci ha scritto qualche lettore che ha trasformato l’irruenza del suo affetto in dietrologia fuori bersaglio.

In ogni caso, dalla prossima settimana tornerò a farmi vivo con più assiduità. In questo periodo non ho tenuto le mani in mano e ora sto riordinando gli appunti di una piccola inchiesta sulle condizioni della Chiesa a cui penso di dare il titolo tranquillo e sobrio di “Chiesa senza esorcismo, Chiesa del demonio”. Insomma, nonostante tutto si lavora.

Prima di chiudere, permettetemi una breve considerazione sul mio stato di salute: vi garantisco che una bella malattia fa un gran bene, pulisce come nient’altro di umano è in grado di fare, tant’è vero che è il Signore a mandarla o, almeno, a permetterla. A ogni visita, cerco di spiegare al  reumatologo che tutto quanto fa male al corpo fa bene all’anima. Lui, però, continua a curare, a prescrivere farmaci a dare consigli perché è il suo mestiere, ma, almeno, conviene che un paziente che la pensa così è un buon paziente, fa bene al medico. E Dio solo sa quanto i bravi medici abbiano bisogno della comprensione dei malati.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo





luglio 2018
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