Oscenità e imbecillità in Versilia


di Belvecchio




Pieve di San Martino a Seravezza (LU)


Visto che ormai l’imbecillità fluisce abbondante in seno alla nuova Chiesa un tempo cattolica, ecco che continuano a spuntare come funghi – avvelenati – iniziative che approfittano delle chiese per introdurvi ogni sorta di propaganda anti-cristiana, purché se ne parli e si attiri l’attenzione dei fedeli, così che rimangano colpiti e suggestionati da suggerimenti più o meno subdoli atti a distoglierli dalla fede e ad indurli ad ogni sorta di cattivo pensiero e di peccato.

Questa volta, la palma del sovvertimento è toccata ad una chiesa in Versilia: la pieve di San Martino, antica chiesa romanica nel comune di Seravezza, in provincia di Lucca.
Qui, il bravo parroco ammodernato ha pensato bene di organizzare, in chiesa, una mostra di arte moderna, a cui hanno partecipato con le loro sculture diversi “artisti” italiani e stranieri.

Ovviamente, l’iniziativa non aveva lo scopo di sostenere e rafforzare la fede dei fedeli, mirava invece a suggerire loro che, oltre che con le statue dei Santi – indubbiamente edificanti – debbono avere dimestichezza con le statue dei birbanti – altrettanto indubbiamente devianti. Perché, si badi bene, il fedele cattolico deve farsi entrare nel cervello che non v’è contrasto tra l’arte sacra che ancora arricchisce le nostre chiese e ogni altra bruttura che oggi si produce in maniera caotica e perfino ai limiti del demenziale e che viene definita «arte moderna».



New York, maggio 2018, Heavenly Bodies: moda e immaginazione cattolica,
organizzata dagli stilisti Versace e Wintour e
dal cardinale Ravasi
https://www.maurizioblondet.it/in-verita-vi-dico-davanti-a-quella-donzella-sacrilega-
del-cardinale-gianfranco-ravasi-la-stilista-donatella-
versace-figura-come-un-autentico-monumento-di-maschilita/



D’altronde, l’esempio viene dall’alto, dove il cardinale Ravasi, uomo di rimarchevole preparazione in materia, nonché responsabile vaticano per la “cultura”, senza la minima vergogna ha fatto sfilare le donne nude agghindate con i paramenti da lui presi in prestito dagli archivi vaticani. Con esempii così si può avallare ogni stravaganza ed ogni blasfemia che passa per le teste vuote di molti preti “ammodernati”.

Ma questa volta, a Seravezza, la cosa è stata un po’ più seria – in termini negativi, ovviamente.
Uno degli artisti, un certo Giannelli, ha portato una sua scultura che pubblicizza l’omosessualità e l’ha collocata sull’altare della chiesa, spiegando che: «è un lavoro di due o tre anni fa, dedicato al bacio come emozione primaria dall’essere umano» «Il bacio è un gesto d’amore, che venga fatto fra due persone di qualsiasi sesso o no. Non mi interessava l’omosessualità, anche se c’è logicamente







L’amore, questa parolina magica che oggi basta pronunciarla per far passare qualunque porcheria. «Non mi interessava l’omosessualità» dice il valente “artista” – bravo! - «anche se c’è logicamente» - confessa candidamente – dichiarando a chiare lettere che l’ha fatto apposta, ma pretende di essere giudicato candido e innocente… per amore dell’amore.

Meno male che i fedeli, pur avvezzi oggigiorno ad ogni scompostezza, hanno reagito ed hanno preteso che quello sconcio collocato accanto alla immagine di Cristo venisse rimosso.
Ed allora, il parroco ammodernato, un certo Hermes Luppi, ha fatto togliere il pezzo di propaganda omosessuale dall’altare e l’ha fatto collocare nel giardino.
Un’idea geniale, perché i fedeli non si sentissero turbati, ma potessero ammirare i due omosessuali raffigurati che si baciano in “camporella”. 
Geniale e incredibilmente subdolo: «Ammesso e non concesso che sia una statua gay, ma dov’è il problema. Tutto sto scandalo per cosa. Per me quella scultura poteva rimanere dov’era, il Vangelo ci indica una strada di accoglienza e di tolleranza. Del resto con me non si era lamentato proprio nessuno».

E subito sorge la domanda: ma costui ci è o ci fa? Va be’ che è un prete  ammodernato che indubbiamente pende dalle labbra di quel blasfemo di Bergoglio, ma dire che la scultura gay stava bene sull’altare perché sarebbe in accordo col Vangelo è troppo anche per un gergogliano.
La realtà è che Hermes (nomen omen) appartiene a quella categoria di preti ammodernati e ammorbati che al posto della testa hanno una scatola vuota pronta ad essere riempita da ogni sorta di suggestione del demonio che, dal quel bravo teologo che è, fa credere che la monnezza non puzzi, ma olezzi.

Guai al mondo per gli scandali! E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! … sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare (Mt. 18, 7 e 6)





luglio 2018
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