GENOVA IN GINOCCHIO
 


di Patrizia Stella


Impaginazione e immagini sono nostre







Si può sempre pensare che siano coincidenze o fatalità, però dopo che Genova, qualche anno fa, è stata trionfalmente proclamata “capitale atea d’Italia” con tanto di scritte sui bus: “la cattiva notizia è che Dio non esiste; quella buona è che non ne hai bisogno”, si è visto il risultato: niente benedizioni divine, anzi, frequenti inondazioni disastrose e il crollo di un ponte strategico che ha messo in ginocchio tutta la città e anche la regione.

Ma al di là di tutte queste supposizioni, ci si domanda che senso ha fare simili, assurde crociate contro un Dio che non esiste. Se non esiste, perché combatterlo? E se invece dovesse esistere, e qui siamo per lo meno al 50 e 50 per cento, fifty-fifty, quale danno ne avrebbero i miscredenti?
Che continuino la loro strada “etsi Deus non daretur” come se Dio non esistesse, altrimenti che seguano il prezioso consiglio di Papa Benedetto rivolto agli atei ai quali consigliava, nel dubbio, di vivere sempre e comunque “Etsi Deus daretur” cioè come se Dio esistesse, perché questo atteggiamento non può che giovare a chi lo fa proprio.

Sappiamo che c’è stata anche una reazione indignata di molta gente di Genova che è credente e devota alla sua Patrona, Santa Caterina da Genova, il cui corpo riposa quasi incorrotto da secoli, ma non ci risulta che i vari Prelati, Vescovo e Curia soprattutto, abbiano organizzato Sante Messe di riparazione per questi peccati pubblici gravissimi, in odio alla maestà di Dio.
Anzi, quando morì quel sacerdote di Genova, certo don Gallo che favoriva gay e transessuali, ebbe funerali d’onore da parte del Vescovo Card. Bagnasco, che distribuì la Comunione con troppa disinvoltura a tutti i presenti, nonostante fossero conosciuti pubblicamente come persone contrarie alla fede cristiana, a iniziare dal cosiddetto “Lussuria” che nel nome racchiude il suo programma di vita non certo in sintonia con gli insegnamenti di Gesù.
Ma siccome adesso vige il detto “chi sono io per giudicare” va a finire che ci troveremo tutti pacificamente all’inferno da bravi idioti, per non essere più in grado di distinguere il bene dal male.

Si può pensare che sia tutto un crudele e cieco destino quanto è accaduto a Genova perché dappertutto ci sono disgrazie e calamità, anche perché dicono che Dio è sempre buono e misericordioso con tutti, anche con chi lo insulta e bestemmia.
Ma non è così. Dio ha sempre pietà del peccatore “pentito” vale a dire di quello che si riconosce almeno peccatore e confida nel suo perdono, ma per chi lo rinnega pubblicamente e caparbiamente mettendosi al suo posto per servire il diavolo, ha sempre usato punizioni clamorose.
Fin da Vecchio Testamento Dio ha punito severamente il suo popolo ribelle con molte calamità per farlo tornare all’unico, vero Dio, dopo che aveva adorato gli dei stranieri, e finché si tratta di punizioni terrene, sia pure dolorose, pazienza, se servono per la nostra conversione, perché prima o poi finiscono! Ma il pensiero della punizione eterna nell’aldilà quando ci presenteremo davanti a Dio, Giusto Giudice, dovrebbe far tremare anche i santi.
Ognuno è libero delle sue scelte, ma Gesù parla anche di fuoco eterno per chi rifiuta Dio.
Ci si può far beffe di tutto, ma… se fosse vero?  Non è meglio, nel dubbio, avere per lo meno quel “santo timor di Dio” che ti fa dire, come quel personaggio del Vangelo: “Signore Gesù, io vorrei credere, ma aiuta la mia incredulità!”. Questa preghiera è sufficiente per far intenerire quel “Sacro Cuore di Gesù” che più volte è apparso ai Santi per dimostrare il suo grande amore per l’uomo, anche quello testardo, dalla dura cervice.







agosto 2018
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