Avvenire impazzito come il Sismografo.
Falasca, perché non chiedi al Papa se è vero, tu che puoi?

di Marco Tosatti


Pubblicata sul sito di Marco Tosatti: Stilum Curiae

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Oggi avrei voluto limitarmi a pubblicare la riflessione di mons. Athanasius Schneider sulla testimonianza di mons. Viganò. Purtroppo un editoriale di Stefania Falasca su Avvenire mi obbliga a dire un paio di cose. Cito.

“E alla fine è arrivata anche la ciliegina sulla torta di tutto l’affaire. In una lunga conversazione con l’agenzia Ap, un giornalista di un blog notoriamente anti-Bergoglio, preso da un’irrefrenabile euforia di protagonismo narcisistico, in pochi minuti ha offerto su un piatto d’argento i piedi d’argilla della maldestra operazione: ha confessato pubblicamente che è stato lui a scrivere il cartiglio della cosiddetta testimonianza-denuncia. Queste le testuali parole: «Ho fatto l’editing professionale; cioè abbiamo lavorato sulla bozza, il cui materiale era integralmente del nunzio, per verificare che fosse scorrevole e giornalisticamente utilizzabile». Insomma, un lavoro creativo per un programma «giornalisticamente utilizzabile» e che di veramente preciso ha avuto solo il meccanismo a orologeria”.


Aveva un’aria familiare, questa roba. E infatti erano le stesse scemenze apparse ieri sul Sismografo, e dovutamente confutate ieri da Stilum Curiae. Ma allora diciamo ancora una volta, in parole semplici, così che tutti capiscano. Mons. Viganò mi ha contattato un mese fa perché voleva fare un’intervista, dopo aver letto, su un sito che Falasca conosce molto bene, perché fa parte della Bergoglio Press Gang, allusioni, insinuazioni e falsità sui nunzi Montalvo e Sambi e su Benedetto XVI. Montalvo e Sambi sono morti, quindi non si possono difendere,  e Benedetto cerca di tacere il più possibile. E qui si potrebbe ben ricordare al collega responsabile il motto di Talleyrand: “Soprattuto, niente zelo”. Quando ci siamo rivisti qualche settimana più tardi, mi ha detto che invece di un’intervista aveva preparato un testo. E dal momento che voleva che fosse pubblicato, l’abbiamo riletto insieme. Il mio contributo è stato quello di suggerirgli di togliere alcune cose, di chiarire termini e situazioni che non erano agevolmente comprensibili ai non addetti ai lavori, o a persone abituate a un linguaggio ecclesiastico, sciogliere acronimi, vedere che il filo del discorso filasse. Quello che si chiama editing, Stefania; quindi, mi spiace per te e per i tuoi committenti, niente di creativo. Di mio lì c’è solo questo lavoro appena descritto. Chi ha letto il documento saprà che è una testimonianza personale di qualcuno che ha vissuto degli eventi, e come tali li racconta: che cosa c’entra la creatività? O sono veri o no.

Tutto lì. Mi spiace molto non poter dire che ho scritto tutto io; e anche tu e i tuoi committenti ne sareste felici. Ma purtroppo non è così. Quanto al narciso: ne sono - grazie a Dio, perché è una cosa sana, chiedilo al tuo Patron che è esperto di queste cose – fornito come chiunque altro. Ma in questo caso mi sono limitato a rispondere a una collega che voleva fare un pezzo di colore su come era uscito il documento.  Tutto lì. Un consiglio, comunque, Stefania: quando vuoi attaccare qualcuno, prenditi la pena di dare un’occhiata a quello che scrive. Avresti visto che al tuo mentore (!), Luis Badilla si era già risposto.

Capisco che la situazione sia difficile, e per cercare di creare dei diversivi dal punto centrale di questa storia tu ed altri dobbiate disperatamente arrabattarvi a cercare effetti speciali, intrighi, complotti e attaccarvi persino – questo sì che è un segno di disperazione – a un povero Cristo come il sottoscritto.

Però ci sarebbe un modo semplice semplice di uscirne. Se uno fosse un giornalista. Posto che come sappiamo tu hai familiarità con l’allora cardinale e adesso papa Bergoglio (i maligni dicono che è grazie a questo, che improvvisamente ti sei trovata editorialista su Avvenire, dalle rovine fumanti dell’andreottiana Trenta Giorni. Cattivi!), perché, posto che tu hai la possibilità di farlo, a differenza nostra, non lo vai a trovare?

Potresti chiedergli: Santo Padre, ma è vero quello che scrive qui mons. Viganò?

«Subito dopo il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento».

Potresti chiedergli: questa conversazione corrisponde a verità?  Oppure è un’invenzione?

E poi potresti dare a tutti noi la risposta, quale che sia. Contribuendo così, una volta, a spargere verità intere, non mezze, quarti o frammenti ad usum delphini. Fallo, dai.





agosto 2018
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