Vogliono imporre per legge la Bontà

di Francesco Lamendola


Articolo pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia









Un tempo erano i philosophes illuministi che volevano portare la Felicità agli uomini, per mezzo dei lumi della ragione – la loro ragione, beninteso -, anzi che la volevano imporre, con le buone o con le cattive, magari mozzando qualche testa sulla ghigliottina, come fecero i loro discepoli giacobini, pur di riuscirci; e siccome l’intenzione era buona, quelle teste non andavano calcolate, non se ne doveva tener conto.
E lo stesso vale per i contadini della Vandea, pericolosi controrivoluzionari, nemici della Libertà, della Fraternità e dell’Uguaglianza: era giusto sterminarli, bruciare i loro villaggi, fare il deserto nelle loro campagne: era il prezzo da pagare alla marcia del Progresso, così come lo sono, oggi, le migliaia di persone che perdono la vita sulle strade e le autostrade a causa del traffico automobilistico.
Che volete farci?, non si può cucinare la frittata senza rompere le uova: è il prezzo che si paga per entrare nelle meraviglie del Progresso, via d’accesso al paradiso della Modernità.

La marcia del Progresso è proseguita senza soste, ma la Felicità non è arrivata: pazienza; la colpa è di quelli che fanno resistenza, che remano contro; la colpa è dei reazionari che fanno di tutto per sabotare le riforme, i cambiamenti, qualsiasi tentativo di rinnovare e migliorare la società in cui viviamo.
Stiamo ancora aspettando: poiché la cultura dominante ha sposato il vangelo di Rousseau, e in quel vangelo c’è scritto che l’uomo è buono, nasce buono e per giunta nasce con una caterva di diritti, e senza alcun dovere, vorrà dire che se la Felicità tarda ad arrivare, la colpa non può essere sua, dell’uomo, ma deve essere per forza di qualcun altro: per esempio di quelle strutture innaturali create nella sua mente da secoli di educazione cristiana, le quali continuano a provocare danni, anche se ormai hanno capito tutti, anche i bambini, che non c’è alcun Dio cristiano, che Gesù – se pure è esistito – era solamente un uomo, e che tutti i discorsi sul peccato, la grazia, il giudizio e la vita eterna, altro non sono che invenzioni di preti astuti che avevano l’unico scopo di tenere gli uomini sottomessi e rassegnati e di sbarrare loro la strada verso la meritata Felicità; meritata perché inclusa nel pacchetto dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, esenti da tasse e garantiti per nascita a ciascuno.




  Assistiamo e subiamo una martellante politica di “volontariato permanente”, presentato come emergenziale, mentre è sistemico: vale a dire che le emergenze se non ci fossero, costoro sarebbero disposti ad inventarsele, proprio come le guardie forestali di certe regioni italiane appiccano gli incendi nei boschi proprio “per giustificare la loro esistenza”.


In attesa che la Felicità si decida ad arrivare, una buona volta, i nipotini di Rousseau, niente affatto rassegnati e meno che mai disponibili all’autocritica, a domandarsi, cioè, se per caso le premesse delle loro aspettative siano giuste oppure no, hanno deciso di partorire un succedaneo destinato ad ammazzare la noia dell’attesa e a porre qualche altro obiettivo, a più breve scadenza, che fornisca agli uomini una ragione di vita: e lo hanno trovato nella Bontà.
Non è la bontà cristiana, è piuttosto una forma di buonismo, cioè una esasperazione unilaterale del concetto di bontà, tutto rivolto verso il perdono e la misericordia e completamente silenzioso per ciò che riguarda giustizia e pentimento; ma non importa, anzi, meglio: è giusto che la “loro” bontà non sia quella del Vangelo, perché a loro il Vangelo, quello vero, quello di Gesù Cristo, in fondo non piace e non è mai piaciuto; anche se indossano la veste da prete e recitano la Messa ogni domenica in chiesa.
I più recenti nipotini di Rousseau, cioè gl’imperterriti e immarcescibili adoratori dell’Uomo, sono, infatti, o militanti di qualche associazione progressista, preferibilmente di volontariato, ma disposti a far volontariato solo per amore di certe categorie di persone, mentre altre, magari più bisognose, non le vedono affatto, per la semplice ragione che hanno deciso di non vederle; o gli ultimi rappresentanti dei tradizionali partiti di sinistra, generali e colonnelli senza più eserciti e senza più truppe, ma sempre animati da grandi ambizioni e sempre convinti di essere venuti al mondo per fare il Bene dell’Umanità, per salvarla dalle trame e dallo sfruttamento dei Malvagi, degli egoisti, dei razzisti, degli insensibili, degli ipocriti, dei farisei. Anche se, bisogna pur dirlo, la ragione di tanto attaccamento al dovere e di tanta fedeltà alle loro bandiere andrebbe ricercata, forse, più che in ideali filantropici e umanitari, nelle poltrone che occupano, negli stipendi che percepiscono, nel flusso permanente di denaro pubblico che entra nelle casse delle loro associazioni e nelle loro amministrazioni, e che solo una politica di volontariato permanente, presentato come emergenziale, mentre è sistemico, può giustificare: vale a dire che le emergenze se non ci fossero, costoro sarebbero disposti ad inventarsele, proprio come le guardie forestali di certe regioni italiane appiccano gli incendi nei boschi proprio per giustificare la loro esistenza e il numero spropositato delle loro squadre.




Come ragionare con dei “cattolici” che hanno dato il cuore e il cervello all’ammasso; che non si sono mai presi la briga di leggere e meditare seriamente il Vangelo; che pendono dalle labbra del signore argentino e accolgono come oro colato le eresie e le sciocchezze di falsi teologi come Enzo Bianchi?


Una terza categoria, oggi la più numerosa, la più compatta e la più deplorevole, è quella del clero apostatico della neochiesa, formato da preti e religiosi profondamente disonesti, perché hanno adulterato deliberatamente la religione cattolica per farne il prolungamento dell’utopia illuminista e massonica di un Mondo Migliore, da realizzarsi quaggiù, con le sole forze umane, appunto per celebrare la grandezza e la nobiltà dell’Uomo; ma hanno avuto sia l’abilità che la perfidia di agire pian piano, gradualmente, senza clamore, almeno per un cinquantennio, prima, durante e dopo il Concilio Vaticano II; anche se ultimamente si sono stancati di proseguire la recita e stanno lasciando cadere la maschera. Tanto, chi se ne frega, ormai di cattolici veri, cioè di cattolici capaci di capire come stanno realmente le cose, che c’è stato un imbroglio colossale e un gigantesco tradimento, ne sono rimasti pochissimi; la massa è formata da un branco di pecoroni che andrebbero dietro a qualunque pastore, purché questi suoni, col piffero, una musica gradita ai loro orecchi bovini: che il peccato è solo un errore, che a tutti gli errori si può rimediare, che l’uomo ha il dovere e il diritto di realizzarsi, che la realizzazione avviene qui e ora, soddisfacendo gli istinti e gli impulsi, i quali sono esenti dal giudizio altrui, perché nessuno ha il diritto di giudicare; senza attendere chissà quale vita futura, perché i problemi sociali e politici sono qui, è qui che bisogna lottare, è qui e ora che bisogna costruire il Mondo Nuovo.

Naturalmente tutto questo non ha più niente a che fare con il cristianesimo e con il Vangelo, è deismo massonico o ateismo illuminista, ma tanto che importa?; se a dire simili cose è uno che veste da papa, eletto come papa, e che le ripete dal Vaticano, vorrà dire che la verità è questa, che il Vangelo è questo. E tanto peggio per Gesù Cristo, Figlio di Dio, il quale disse: Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me; e non disse: Nessuno viene a Dio se non per mezzo di un Bergoglio qualsiasi.
Ma come ragionare con dei “cattolici” che hanno dato il cuore e il cervello all’ammasso; che non si sono mai presi la briga di leggere e meditare seriamente il Vangelo; che pendono dalle labbra del signore argentino e accolgono come oro colato le eresie e le sciocchezze di falsi teologi come Enzo Bianchi? In fondo, sia questi “cattolici”, sia i pifferai dietro i quali stanno marciando, cioè i falsi pastori del clero modernista, hanno semplicemente perso la fede; però, invece di trarne le oneste conclusioni, e uscire dalla Chiesa, oppure buttarsi in ginocchio e chiedere aiuto a Dio, per ottenere la grazia di ritrovarla, hanno deciso di non svelare la verità, di tenere per sé il segreto: quello di essere diventati increduli e atei; e si son messi d’impegno ad ammorbidire la religione cattolica, togliendone ogni punta e ogni asprezza, tacendo tutti gli aspetti che a loro riescono sgraditi, specie sul piano morale e sessuale, e gonfiando oltre misura quelli che a loro piacciono, come nel caso, appunto, della bontà, che essi hanno trasformato in Bontà con la maiuscola, cioè in buonismo: nel rifiuto ostinato e diabolico di vedere il male, di ammettere il male, e nella pretesa che tutto, ogni contrasto, ogni conflitto, ogni odio, ogni invidia, ogni cattiveria, si possano risolvere con la “buona volontà”, intesa in senso meramente umano.




  Ma chi è il vero “Orco”? L’Orco del momento, il becero leghista Matteo Salvini nonostante sia ormai l'unico nel mondo politico che si richiama esplicitamente al Vangelo di Cristo !


La Bontà, dunque, è all’ordine del giorno, come lo era la Felicità al tempo dei philosophes. Voi siete a tavola, state consumando la vostra cena; cercate di non pensare troppo alle grane e alle preoccupazioni di lavoro, desiderate scambiare quattro parole coi vostri familiari; e intanto, a basso volume, guardate un po’ distrattamente il telegiornale, così, per abitudine, pur avendo imparato quanto poco ci sia da fidarsi di quel che dice; oppure, meglio ancora, guardate un vecchio telefilm poliziesco, oppure un reality non troppo cialtrone, né troppo volgare, così, pur sapendo che è una grossa stupidaggine, ma tanto per scacciare i pensieri e concedervi un minimo di distrazione.
Ed ecco che, ogni dieci minuti, le inserzioni pubblicitarie interrompono il vostro programma; e implacabilmente, ogni dieci minuti lo schermo vi spara le immagini di qualche bambino gravemente disabile o malato, o di qualche ragazzetto africano gravemente denutrito, o di qualche altro caso umano particolarmente commovente, scioccante e pietoso; e un volto buono, ma severo e vagamente inquisitorio, vi dice: Sono un papà, e la storia che sto per raccontarvi non potrà lasciarvi indifferenti.
Chiaro, no? Non potrà lasciarvi indifferenti. Non sta a voi decidere: non potrà e basta. Dopo di che vi segnalano il numero di conto corrente sul quale fare i vostri versamenti per contribuire a lenire tanto dolore, ad aiutare tanti bisognosi, a consolare un ciglio piangente, a restituire il sorriso a un bimbo infelice.

Ecco: questo è uno dei tanti esempi della Bontà imposta per legge.
Un altro esempio sono le prediche di Bergoglio, di Bassetti, di Galantino, e di tanti, tantissimi preti di provincia, i quali usano l’ambone non per parlare del Vangelo di Gesù, ma fare propaganda buonista, e quindi anche per sparare a zero contro i Cattivi di turno, i populisti, i razzisti, senza peritarsi di fare nomi e cognomi, a cominciare da quello del Cattivo per eccellenza, l’Orco del momento, il becero leghista Matteo Salvini.
Arriva un nuovo barcone carico di migranti? Ma bisogna farli sbarcare, subito, immediatamente, perché ogni ora, ogni minuto di indugio aumenta le sofferenze di quei poveretti. Una volta sbarcati, poi, va da sé, avranno solo diritti e nessun dovere; neanche quello di rispettare la legge del Paese che li ha tratti dal mare, neanche quello di astenersi dal rapinare le vecchiette o spacciare droga, fintanto che la giustizia italiana avrà verificato se esistono le condizioni per il riconoscimento del diritto all’accoglienza definitiva. Il fatto che il 93% delle verifiche, dopo mesi e anni di ricerche, nonché di spese per i contribuenti italiani, diano esito negativo, non smuove d’un millimetro i parametri della Bontà dei buoni per partito preso: gli stessi che non si sono mai scomodati, né se la sono presa tanto calda, fintanto che i poveri, bisognosi di assistenza, erano italiani, pensionati e disoccupati delle nostre città e delle nostre periferie, un esercito di almeno cinque milioni di persone che non li ha mai particolarmente commossi e impressionati, forse a causa del colore troppo chiaro, per i loro gusti, della pelle.




Chi è o chi sono i veri “Orchi”? Il solo muro esistente in Italia e in Europa è quello che circonda la Città del Vaticano, il solo Stato che caccia i barboni dai porticati e che non si prende “in casa sua” un solo profugo !

Certo, dirà qualcuno, che siamo proprio incontentabili: non ci va bene neppure che sia propagandata la Bontà. E sia pure una Bontà che non è parente, neppure un poco, di quella cristiana, anche se viene presentata come la quintessenza di essa.
Ecco: il punto è questo: non ci piacciono gli imbrogli, le contraffazioni, le mistificazioni; non ci piacciono i bugiardi, i falsi, quelli che prendono in giro la gente, e che hanno la suprema sfrontatezza di autocelebrarsi come i Buoni, i soli, i veri Buoni, mentre chi non la pensa come loro è un Cattivo.
Codesti buonisti vogliono fare propaganda ai Buoni Sentimenti? Secondo noi non sono credibili: sono gli stessi cha approvano l’aborto e l’eutanasia, e già questo basterebbe a far capire di che pasta sia fatta la loro pretesa bontà.
Sono gli stessi che cercano di bruciare la chiesa a un prete di Rovereto il quale osa parlare contro l’aborto, e osa ricordare ai tantissimi cattolici distratti e a tutt’altri problemi affaccendati, che ogni giorno, in Europa, si sopprimono, silenziosamente e legalmente, 5.600 nascituri; e sono anche gli stessi che, dopo aver appiccato il fuoco al portone, lasciano come firma questa scritta sul muro: I veri martiri sono quelli del mare.

Perfettamente in linea con la contro-chiesa del signore argentino e dei suoi scherani: i quali non lasciano passare giorno senza deprecare le cosiddette stragi del mare (il loro trucco è palese perfino sul piano semantico) e senza far sentire in colpa i cattolici perché non sono abbastanza accoglienti e non si mobilitano quanto dovrebbero per soddisfare il dovere cristiano della solidarietà e dell’amore verso il prossimo.
E sono gli stessi che, sempre in linea con codesti falsi pastori, parlano sempre e solo di muri da abbattere e di ponti da gettare: anche se il solo muro esistente in Italia e in Europa è quello che circonda la Città del Vaticano, e il solo Stato che caccia i barboni e i clochard dai porticati, per mezzo della sua gendarmeria, né si prende in casa sua un solo migrante o profugo o naufrago che dir si voglia, è ancora il Vaticano.

E nondimeno, questi signori ci vogliono imporre la Bontà: pretendono, esigono che noi tutti siamo Buoni; e ci minacciano, ci ricattano, ci intimidiscono, allo scopo di convertire anche noi alla loro meravigliosa Bontà. In fondo è molto dolce, è molto carino, è molto encomiabile, tutto ciò. Perfino i cantanti rock, perfino le pop star, perfino l’ultimo imbecille venuto fuori dal Grande Fratello, che si gode qualche settimana di (im)meritata celebrità televisiva, perfino tutti costoro non si trattengono dallo sfruttare il microfono per invitare il pubblico a versare qualche somma a favore di questa o quella categoria di sofferenti, di questa o quella organizzazione filantropica; parecchi annunciano pubblicamente che verseranno a quelle stupende istituzioni la metà degli incassi del loro spettacolo.
Commovente, davvero. Noi però non ci stiamo; preferiamo restare fra i Cattivi. Se i Buoni sono quelli, meglio stare alla larga da loro.




gennaio 2019
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