Bergoglio e il suo amore per alcuni muri

di G. F. - Brasile





La parola d’ordine di questo Pontificato è costruire ponti, non muri. Tuttavia, ci sono alcuni muri molto utili a Papa Francesco. Muri che egli ama con passione. Questo perché lo scopo dei muri non è solo quello di delimitare gli spazi e impedire gli accessi, i muri sono anche adatti a farvi salire qualcuno perché possa rimanervi sopra evitando di prendere posizione.

Quando i Cardinali scrissero i Dubia, Francesco non costruì ponti, ma un muro di silenzio per salirci sopra e rimanere lì senza prendere posizione e dare una risposta.

Lo stesso vale in tutti gli altri casi in cui sarebbero state necessarie la sua presenza, la sua voce e i suoi atti, mentre invece lui, messosi in cima al muro, è rimasto in silenzio: come al Circo Massimo a Roma in occasione del Family Day, o per la Correctio filialis presentata da intellettuali cattolici per correggere gli errori della disastrosa Amoris laetitia, o nel caso del referendum sull’aborto in Irlanda e nei casi di Alfie Evans e Asia Bibi, ecc.
Non ha preso posizione, non ha risposto, non ha difeso, non ha fatto alcunché, è rimasto in silenzio come un osservatore.

Il muro del silenzio su cui sale Papa Francesco è il luogo amletico per eccellenza: lui vi rimane appollaiato col suo “essere o non essere”, rispondere o non rispondere… un rifugio degno per i codardi, non per un papa.

Il caso più recente è stato quello di Mons. Viganó. Invece di rispondergli direttamente, gli ha risposto da sopra il muro della denigrazione, senza dargli direttamente una risposta; dando ad intendere, per fare solo un esempio, che Mons. Viganó, stava facendo il gioco del “grande accusatore, il demonio”; anche se si sa che non è il demonio, ma è lo Spirito Santo che guida l’uomo a riconoscere il suo peccato e a operare nella giustizia e nel giudizio.
Che un Papa non sappia distinguere tra l’azione del demonio e l’azione dello Spirito Santo, è uno scandalo, e cosa peggiore se questo lo fa da sopra un muro. Qui non si tratta neanche più del muro del silenzio, ma del muro dei codardi. Un altro muro che egli ama molto, perché è un codardo.

Poi c’è il muro del dialogo. Il Venezuela sta subendo una dittatura militare. Maduro, è un furfante, eletto con elezioni fraudolente. Il popolo venezuelano vive nella più totale miseria e senza libertà. In casi del genere ci si aspetta che un Papa onori il suo munus e prenda posizione a favore del popolo venezuelano, e invece, cosa fa Francesco? Non prende posizione per nessuna delle due parti, suggerisce solo il dialogo; e così facendo finisce con l’appoggiare il dittatore Maduro, dal momento che è stato proprio questi, che detiene illegittimamente il potere, ad offrire il dialogo a Guaidó.
Il muro del dialogo esercita un grande fascino nella Chiesa conciliare; è il rimedio per tutto.

Anche il discorso sull’immigrazione è fatto da sopra un muro: il muro dell’irrazionalità.
Chi sostiene un discorso contro tutte le prove, non è in grado di ascoltare, e se non è in grado di fare questo non è nemmeno in grado di correggersi se sta sbagliando. Il discorso di Francesco sull’immigrazione è falso, segue la strategia di Joseph Goebbels di ripetere una menzogna così che diventi una verità. E tutto questo attraverso false interpretazioni della Bibbia e appelli ad un mieloso sentimentalismo che convince solo chi non usa più la testa.

Tutti muri sui quali Bergoglio si rifugia per fare i suoi discorsi ben al riparo o per rimanere in silenzio.

Certo, questi muri sono più utili dei ponti, e sono quelli che Bergoglio ama veramente e continuerà ad usare. Come l’altro muro dei media che ama usare contro i suoi critici, come ha fatto con Mons. Viganò, lasciando le conclusioni ai giornalisti di tutto il mondo. E cosa potrebbero fare questi giornalisti, se non un libero esame luterano della situazione?
E a questo punto, il fatto che i media, che secondo le false tesi di De Lubac e di Ratzinger avrebbero stravolto il Concilio della Chiesa, collaborino con Francesco, è una di quelle cose che attende ancora una risposta.

In definitiva, il costruire ponti ed abbattere muri è solo una mossa da marketing, peraltro debole e zoppa: Bergoglio non può abbattere i muri che ama, non può demolire i muri su cui si arrampica per evitare di prendere posizione e di dare risposte.


gennaio 2019
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