Il teatrino del Papa buono
e
della Chiesa cattiva



Pubblicato sul sito Fratres In Unum





In Brasile, siamo già abituati a politici che fingono di essere onesti in pubblico, ma che si permettono, in privato, di compiere ogni tipo di abusi, mentre la popolazione onesta lavora e paga le tasse. Il quadro è sempre lo stesso, e ne siamo stufi!
Ora, all’incontro su “La tutela dei minori nella Chiesa cattolica”, l’alta gerarchia, sotto la direzione di Papa Francesco, mette in scena una moralità che non ha mai rispettato, con raffinatezze di sentimentalismo interessato e discorsi commoventi, tante lacrime e fotografie da ogni parte.

Ultimamente è stato pubblicato un libro in cui l’autore sostiene che le dimissioni di Benedetto XVI furono causate proprio dalla lobby gay, provocando così il conclave in cui Francesco è stato eletto per succedergli.
Chi non ricorda che, mesi prima delle sue dimissioni fu consegnato al Pontefice tedesco il famoso rapporto scritto dai cardinali Tomko, de Giorgi e Herranz sull’omosessualità nella Curia romana?
Nella sua prima visita a Ratzinger dopo la sua elezione, Francesco ricevette dallo stesso papa emerito il famoso rapporto, mai pubblicato, il cui contenuto è completamente sconosciuto nei dettagli, ma che certamente non è stato preso in considerazione…
Infatti, fin dalla sua elezione, Francesco ha adottato un clamoroso silenzio sul tema dell’omosessualità. Non ne parla affatto.
Al contrario, dal suo “chi sono io per giudicare”, che giustificava la vita passata di un importante consigliere, e che ha portato all’euforia tutto il movimento LGBT mondiale, di cui è diventato il patrono onorario, Francesco non ha mancato di favorire persone esplicitamente legate alla cosiddetta “lobby gay” e di proteggere i predatori sessuali, come dimostra molto bene l’esplosiva lettera di Mons. Viganò, accuratamente rimasta senza risposta da parte del Pontefice.

In una conferenza stampa in Vaticano, un giornalista ha chiesto di Monsignor Zanchetta, perché si affrontasse il tema degli abusi sui minori.

Nei giorni scorsi, il giornale argentino El Tribuno ha pubblicato un documento che dimostra che Papa Francesco era a conoscenza delle denunce contro Mons. Zanchetta fin dal 2015, il tutto accompagnato dalle fotografie in cui il vescovo appare nudo negli abusi sessuali sui seminaristi. Ciò nonostante, Francesco, nel 2017, creò per lui un incarico fino ad allora inesistente in Vaticano: quello di Consigliere dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. E il Papa fa finta che non sia successo nulla… e continua a fare discorsi forti contro chi protegge i molestatori.

L’evento conclusosi ieri [il summit sugli abusi] sembra più un teatrino ben organizzato per proteggere l’immagine del Pontefice regnante, nonché le sue strategie per cambiare l’architettura della Chiesa cattolica, col concorso di tutti i media internazionali, che si preparano a celebrare, insieme a lui, l’atteso Sinodo sull’Amazzonia.
«Creare diversivi per far passare l’istituzione di nuove». E’ questa è la tattica: si organizza un evento mediatico per dare risonanza alla perversità sessuale del clero, insistendo sul fatto che essa sarebbe dovuta al clericalismo e non presentando alcuna soluzione efficace al problema - ignorando volutamente il fatto che la stragrande maggioranza dei casi di abuso sono casi di omosessualità - mentre si progetta di istituire l’ordinazione di uomini sposati e, chissà, anche la riammissione di tutti i traditori degli ultimi decenni, che hanno abbandonato il ministero per sposarsi...

Nel frattempo, il cardinale Marx getta benzina sul fuoco, dicendo che la Chiesa in Germania ha distrutto gli archivi che provavano gli abusi sessuali dei chierici, e ha messo a tacere le vittime. Con questo, che pretende di fare il porporato?

In ogni caso, nessuno sembra preoccupato per le anime dei fedeli. Né si pensa a ciò che accade nella mente di un operaio laico, padre di famiglia, devoto, che lotta per collaborare con la sua parrocchia, che difende l’onore della sua religione, che si sforza di vivere la castità matrimoniale e non pratica la contraccezione, e che si trova di fronte alla realtà che i suoi pastori non vivono la fedeltà ai loro voti di ordinazione e addirittura commettono atti illeciti contro giovani e ragazzini.

Un bel teatrino il cui gran finale consisterebbe in Francesco che sancisce l’ordinazione degli uomini sposati e, forse, il diaconato alle donne, riammettendo al sacerdozio quegli apostati che per decenni hanno coltivato il loro risentimento contro la Chiesa; il tutto realizzato molto cautamente e ad esperimentum!
Questo sarebbe l’inizio della più grande crisi mai vista nel cattolicesimo.
Uno scenario perfetto per Francesco che potrebbe abbandonare la scena all’improvviso - una rinuncia? – passando alla storia come il Papa più rivoluzionario di tutti i rivoluzionari, ma che non sarebbe riuscito a risolvere il problema della depravazione morale del suo clero perché era un Papa troppo buono, un Papa troppo buono per una Chiesa cattiva.





febbraio 2019
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