ERESIA E PASSIONI PERVERSE

L’ERESIA E’ L’ALTRA FACCIA DELL’IMPURITA’

Dio li ha abbandonati alle loro passioni perverse


di Francesco Lamendola


Articolo pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia






Il nesso c’è, e si vede: quando l’uomo si abbandona alle sue passioni disordinate, rinnega il culto del vero Dio e si fabbrica un dio di comodo, da adorare in maniera idolatrica, un dio che sia compatibile con la degradazione morale e con l’impurità nella quale sguazza miseramente, come un maiale nel brago; e la stessa cosa vale per la Chiesa.
Se la Chiesa, o meglio la falsa chiesa che ha oscurato e sostituito la vera Chiesa visibile, si abbandona alla lussuria e alla depravazione; se il clero si lascia condurre dagli istinti più torbidi e si rende schiavo degli appetiti più bassi e vergognosi, inevitabilmente devia dalla retta dottrina e imbocca la strada dell’eresia. L’eresia è la veste teologica che indossa l’uomo peccatore, allorché rifiuta di ascoltare la voce di Dio e di  convertirsi, ma pretende di perseverare nella via del peccato, e osa chiamare bene il male, e male il bene; mentre il peccato ostinato e il rifiuto della verità e della conversione si accompagnano all’eresia: sono le due facce della stessa medaglia.
Un clero impuro e fornicatore produce sacerdoti eretici e teologi eretici; e i teologi eretici e i sacerdoti eretici producono nuovi sacerdoti eretici, corrompendo i giovani chiamati da Dio, fin nei seminari e nelle facoltà teologiche. È un terribile circolo vizioso e, nello stesso tempo, una tremenda sfida verso Dio: è come se i teologi e i sacerdoti corrotti volessero strappare a Dio le anime che Egli aveva chiamate a sé; dopo di che il male si riproduce all’infinito, perché dei sacerdoti indegni e depravati guastano anche le pecorelle del loro piccolo gregge.
Si pensi a quel che è avvenuto di recente nella parrocchia padovana di don Andrea Contin (sotto il naso del suo vescovo, che non sapeva nulla e che, scoppiato lo scandalo, ha saputo solo consigliare a una delle vittime di rivolgesi alla magistratura); si pensi allo scandalo gravissimo dato alle anime di quelle donne, che un indegno sacerdote ha trasformato in oggetti sessuali per soddisfare la sua lussuria sfrenata.




Sembra uno scherzo, ma non lo è ! questo è proprio padre James Martin, il fidato gesuita “omosessualista” di Bergoglio !


Ancora più grave, se possibile, è lo scandalo perpetrato da certi sacerdoti sui ragazzini e gli adolescenti: sia per l’età delle vittime, sia per la propagazione dell’infame vizio contro natura, che già san Pier Damiani, tanti secoli, fa, definitiva come una vera e propria pestilenza nella Chiesa, e del quale santa Caterina da Siena diceva che è talmente turpe da fare schifo anche ai demoni. Eppure, è proprio questo vizio contra natura che dei sacerdoti come il gesuita James Martin vogliono sdoganare, negando che sia un peccato e rivendicandone la piena liceità, anche per un credente e anche per un consacrato.
E abbiamo visto, nel caso dell’ex cardinale McCarrick, ma anche in tanti altri casi del genere, dove conducano simili teorie: alla completa acquiescenza, se non alla vera e propria connivenza, con i preti abusatori.

Il recente vertice mondiale della Chiesa cattolica sulla questione degli “abusi” sessuali è stato concepito al preciso scopo di separare il concetto della violenza sui minorenni dal peccato della pratica omosessuale, cioè per sdoganare la sodomia e per lasciare socchiusa la porta a una futura benevolenza nei confronti della pederastia. In fondo, se quello che conta è l’amore – come si dice troppo spesso, anche riferendosi alle cosiddette famiglie arcobaleno – perché no, qualora l’adulto, cioè il sacerdote, e il minore, cioè il seminarista, siano animati da sentimenti di “amore”, e se il secondo sia del tutto consenziente? E che questa interpretazione non sia frutto di un malevolo preconcetto, lo attestano le mosse di questo clero progressista e, come oggi si usa dire, gay-friendly. Che altro significano le parole di James Martin, che il Catechismo della Chiesa cattolica spinge molti giovani omosessuali al suicidio, se non che la Chiesa ha sempre sbagliato e che deve fare ammenda, capovolgendo il suo insegnamento e il suo atteggiamento riguardo a questa materia?





Il nocciolo del problema è che sono tutti figli dell’eresia “Rahneriana”!


Ed eccoci arrivati al nocciolo del problema. L’atteggiamento complessivo di James Martin riguardo alla dottrina è esattamente lo stesso di Bergoglio, ma anche di Paglia, Galantino, eccetera, per non parlare di eretici non consacrati, come Enzo Bianchi, per la semplice ragione che nascono tutti dalla stessa teologia eretica, quella di Karl Rahner, ora imposta dal suo seguace Walter Kasper come la “vera” dottrina cattolica: estremo sberleffo al Deposito della fede ed estremo oltraggio alla vera teologia cattolica, in primo luogo quella tomista.
Più in generale si tratta dell’eresia modernista, e cioè, in buona sostanza, della pretesa di adattare l’insegnamento della Chiesa, e quindi la dottrina, alle condizioni sociali e culturali di una determinata epoca e di una determinata società. In altre parole, non è più il mondo che deve essere convertito dalla Chiesa, ma è la Chiesa che deve adattarsi al mondo, che deve adeguarsi ai suoi modi di pensare, che deve adattarsi alle sue pratiche.

Questa è l’eresia di tutte le eresie, perché sopprime alla radice la stessa ragion d’essere della Chiesa: la conversione delle anime. Se la Chiesa cessa di predicare il Vangelo in tutta la sua purezza, senza nulla togliere o attenuare della sua eterna verità, che ci sta a fare? Serve solo ad ingannare le anime: le illude di essere la vera Chiesa di sempre, e di annunciare l’autentico Vangelo di Gesù Cristo, mentre, di fatto, è diventata una contro-chiesa massonica e gnostica, fortissimamente mondanizzata, aperta e disponibile a liberalizzare tutti gli errori, tutte le eresie, tutti i peccati, e fermamente intenzionata a capovolgere la divina Rivelazione.





Monsignor Vincenzo Paglia con il suo lume ispiratore Marco “Giacinto” Pannella, massimo teorizzatore politico del divorzio, dell’aborto, dell’eutanasia, della pratica omosessuale e della libertà di drogarsi !

In questa prospettiva, si capisce meglio il documento di Abu Dhabi, sottoscritto da Bergoglio il 4 febbraio 2019, nel quale egli osa dichiarare, nero su bianco, che Dio stesso, nella sua sapienza, ha voluto l’esistenza delle diverse religioni.
E a nulla vale che il vescovo Schneider abbia ottenuto un parziale chiarimento e una stentata rettifica, cioè che lui, Bergoglio, non intendeva dire che Dio vuole, ma che Dio solamente permette l’esistenza delle diverse religioni. Lo scandalo resta e rimane l’errore, perché tutti vedono come questa sia una misera pezza giustificativa, insincera e messa lì per tacitare almeno in parte lo scandalo.
Di fatto, dicendo, come ha detto a suo tempo, che Dio non è cattolico; e dicendo, come ha detto in un’altra occasione, che Dio è il Padre di tutte le fedi, il signore argentino con il documento di Abu Dhabi, ha solo rimarcato il suo vero pensiero: che è quello di un radicale relativismo religioso. Peggio ancora: come ha subito osservato Josef Seifert, l‘ultimo vero filosofo cristiano che ha conservato il coraggio e la franchezza di parlare chiaro, in questi tempi di totale confusione e di vile conformismo, egli ha osato fare di Dio un relativista. In altre parole, Bergogolio, con quello sciagurato documento, del quale si è pure dato vanto, paragonandosi a san Francesco che si recò in Egitto per parlare col sultano (e attribuendosi, implicitamente, una superiorità sul Poverello di Assisi, che tornò indietro senza aver ottenuto ciò che si proponeva, la sua conversione) ha rigettato il cristianesimo.
Proprio così. Ma ciò non vale per il solo Bergoglio: è tutta la contro-chiesa modernista e massonica che ha rigettato il cristianesimo. E se ne comprende molto bene la ragione: lo scopo della massoneria, quando ha iniziato a infiltrarsi nella Chiesa, è stato, sin dal principio, proprio questo: giungere, come il verme dentro la mela, a distruggere completamente la Chiesa stessa, scardinando le sue verità fondamentali e perenni.
E ora ci è quasi del tutto riuscita. Si pensi, per fare un altro esempio, a quella blasfema oscenità che è la decorazione pittorica all’interno del duomo di Terni, voluta da colui che allora era il vescovo di quella diocesi, Vincenzo Paglia: un’opera abominevole, commissionata deliberatamente a un artista omosessuale dichiarato, un tale argentino di nome Ricardo Cinalli, il quale ha voluto celebrare il peccato impuro contro natura in una mostruosa “redenzione”, ove Cristo, ritratto in maniera sconciamente irrispettosa, “pesca” nelle sue reti e “salva”, innalzandoli al cospetto di due “angeli” che hanno il bruttissimo ceffo dei diavoli, non già i peccatori pentiti (questa è dottrina vecchia, preconciliare, buona per le vecchie beghine e gli ottusi clericali), ma i peccatori palesemente impenitenti, tanto è vero che seguitano a brancicare i loro corpi nudi anche dopo aver lasciato le loro spoglie mortali.
Ciliegina sulla torta, il committente dell’orrendo affresco, monsignor Paglia, non esitò a farsi raffigurare fra i personaggi dell’opera, con un sorriso compiaciuto e allusivo: Si vantano - dice significativamente san Paolo, nella Lettera ai Romani - di ciò di cui dovrebbero vergognarsi.
L’artista, poi, dichiarò che il vescovo veniva quasi ogni giorno a visitare il duomo e a seguire il suo lavoro, approvando incondizionatamente quanto egli faceva. E di che meravigliarsi, considerando che monsignor Paglia è lo stesso che, invitato dai radicali, ha intessuto una iperbolica celebrazione del defunto Marco “Giacinto” Pannella, il massimo teorizzatore politico del divorzio, dell’aborto, dell’eutanasia, della pratica omosessuale e della libertà di drogarsi; e che ha invitato tutti ad ispirarsi all’altissima spiritualità del nobile estinto?




L’indegno servitore di Cristo, Mons. Charasma, autore dell’ennesimo scandalo di questo disastroso pontificato. Un clero impuro e fornicatore produce sacerdoti eretici e teologi eretici !

L’alleato più potente di questa cricca di cardinali, vescovi e sacerdoti massoni, cioè indegni e rinnegati, traditori della vera Chiesa di Cristo, è il peccato. Essi hanno potuto avanzare a passi da gigante, negli ultimi anni, grazie all’estrema corruzione morale che ormai dilaga nelle file del clero. Se il peccato, e specialmente il peccato della lussuria (ma senza scordare quelli della superbia e dell’avarizia) non si fosse così enormemente esteso nel clero, ora non assisteremmo a una marcia così spedita e quasi trionfale da parte del clero massone, il quale sta proclamando, e addirittura imponendo, una eresia dopo l’altra, in una spirale che ogni giorno ci riserva qualche nuova, amara sorpresa e che sembra non doversi più arrestare, se non quando sarà stata distrutta l’ultima verità della fede cattolica, e sostituita (e contraffatta) da una pseudo “verità” eretica e sacrilega, il tutto nella relativa inconsapevolezza dei fedeli.
E a proposito del legame fra il peccato, specialmente di lussuria e specialmente contro natura, e l’eresia, ecco un’altra citazione dallo stesso testo di San Paolo (Romani, 1, 24-31), che merita di essere riportata per esteso, affinché sia fatta oggetto di pensosa e rispettosa meditazione, anche per la sua sconvolgente attualità:
Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori,  maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.




Bergoglio con l’ormai ex cardinale McCarrick: ma allora mons. Viganò aveva proprio ragione!


Non sappiamo se James Martin, Vincenzo Paglia, o lo stesso Bergoglio si siano mai presi la briga di leggere, meditare a fondo e accompagnare con la preghiera questo passo di san Paolo; passo che è stato alla base del Magistero perenne della Chiesa in materia di omosessualità.
(E non è vero che Gesù personalmente non ha mai toccato l’argomento; al contrario, lo ha toccato in modo esplicito, e sia pure nel contesto di un altro discorso: Nel giorno del Giudizio gli abitanti di Sodoma e Gomorra saranno trattati meno severamente di quella città: Matteo, 10, 15; il che significa, se la logica non è un’opinione personale, che i sodomiti saranno comunque puniti per il loro peccato contro natura, e anche severamente.)
Se lo hanno fatto, bisogna concludere che per loro il Vangelo è solo un contenitore elastico, da usare secondo i propri gusti, secondo la sola legge di ciò che dice il mondo e di ciò che al mondo piace. Ma una Chiesa che si riduce ad avallare il sentire del mondo e a dialogare con esso, senza dare testimonianza alla Verità, è una chiesa in uscita: non nel senso che dicono quei signori, cioè una chiesa che va verso il mondo, ma una chiesa che va verso la propria estinzione.
A che serve la Chiesa, se non ha più il coraggio di dire, come diceva Cristo, sì, sì, e no, no? E al peccatore: va’ in pace, ma non peccare più? E se si è del tutto scordata le Sue parole: se il tuo occhio ti dà scandalo, cavatelo; e se la tua mano o il tuo piede ti danno scandalo, tagliateli: è meglio entrare orbi, monchi e zoppi nel Regno dei Cieli, piuttosto che finire tutti interi all’inferno? E di quelle altre, ancor più terribili: sarebbe meglio, per colui che semina scandalo fra i piccoli, che si legasse una macina da mulino al collo, e si gettasse nel mare?




Il Padre gesuita Karl Rahner: mentre fornicava con l’amante, pretendeva d’ispirare il concilio che avrebbe dovuto cambiare la Chiesa.


La conclusione è che, per evitar di cadere nell’eresia, la cosa più importante è la purezza di vita, per tutti i cristiani, ma specialmente per i consacrati. L’abitudine al peccato porta alla noncuranza della vita morale e infine all’empio desiderio di camuffarlo come bene. L’eresia quasi sempre nasce da lì. Si pensi a Karl Rahner che, mentre fornicava con l’amante, pretendeva d’ispirare il concilio che avrebbe dovuto cambiare la Chiesa. E che altro stanno facendo, oggi, i cardinali massoni, corrotti, ambiziosi, avidi e sodomiti?




marzo 2019
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