ALLA RADICE DEL MALE

Come mai i credenti non si sono accorti di nulla?


di Francesco Lamendola


Articolo pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia






Una rivoluzione protestante, modernista e massonica sta letteralmente rovesciando la Chiesa, quella vera, dalle sue basi, sta capovolgendo la dottrina, la morale, la pastorale e la liturgia, sta snaturando il Vangelo e falsificando il significato stesso della divina Rivelazione; e sta trasformando migliaia di sacerdoti e religiosi in agenti della dissoluzione, e milioni e milioni di credenti laici in apostati inconsapevoli della loro apostasia.
Una cosa del genere è avvenuta e sta continuando ad avvenire sotto i nostri occhi, tutto intorno a noi, alla luce del sole, almeno nella sua parte visibile; la possiamo leggere certificata, nero su bianco, su quasi qualunque giornale “cattolico”, che i nostri nonni e anche i nostri genitori non avrebbero mai riconosciuto come tale, ma avrebbero gettato via, nel cestino, con indignazione e incredulità; la possiamo vedere nelle celebrazioni della santa Messa, e udire nelle tante, troppe omelie, messaggi diocesani dei vescovi, dichiarazioni delle Conferenze Episcopali, nonché nei documenti dello stesso magistero (ormai scritto con la minuscola), come Amorislaetitia.
La possiamo anche vedere nel silenzio e nel dolore dei buoni, nello smarrimento dei veri cattolici, nella persecuzione che si accanisce, implacabile, contro i veri sacerdoti e i veri religiosi, come i francescani e le francescane dell’Immacolata (le quali ultime continuano a resistere con dignità, con pazienza, con mansuetudine cristiana, e pubblicano una delle poche riviste cattoliche ancora leggibili e capaci di edificare le anime, Il Settimanale di Padre Pio).

Sono parecchi, infatti, i sacerdoti che vengono trasferiti, che vengono privati della parrocchia e della cura d’anime (con questa scarsità di vocazioni!), che vengono ammoniti e ripresi dai loro superiori, e che vengono perfino costretti (succede negli Stati Uniti) a sottoporsi a una visita psichiatrica, solo perché, poniamo, hanno osato mettere in dubbio il nuovo “vangelo” di padre James Martin, ossia che gay è bellissimo e che il nostro Signore Gesù è ben lieto che il calendario della Chiesa cattolica sia pieno, a suo dire, di santi che erano anche omofili.




I grandi mezzi d’informazione? I credenti hanno abbassato la guardia, e da un pezzo; hanno disimparato a usare con cautela e con una giusta dose di diffidenza le informazioni che vengono dalla stampa e dalla televisione; e ciò perché si sono scordati che la civiltà moderna è nemica del cristianesimo!


Hanno fatto un martire di don Lorenzo Milani perché il suo vescovo lo trasferì in una piccola località di collina, Barbiana, a pochi chilometri da Firenze; ma un giorno qualcuno farà il conto delle decine e centinaia di veri sacerdoti – senza le tendenze pederastiche del priore di Barbiana e soprattutto senza il suo livore sociale e la sua superbia intellettuale – che sono stati in vario modo perseguitati, e molti dei quali hanno finito per lasciare l’abito e andarsene, sconsolati, lontano da una “chiesa” ormai per loro divenuta irriconoscibile.
Preti, diciamo, che hanno perso la vocazione, e talvolta anche la fede, ma non per ragioni personali e più o meno egoistiche, non perché si sono incapricciati di una donna o di qualche altro oggetto terreno, ma perché si sono resi conto che non c’era più posto, per loro, in quella che si fa ancora chiamare la chiesa di Cristo, e non lo è: come, appunto, i francescani dell’Immacolata, il cui seminario, ricco di vocazioni, è stato chiuso d’imperio dal commissario inviato dal signor Bergoglio. Il tutto senza che nessuno si sia scomodato a fornire una spiegazione o a lasciar intravedere una soluzione e un’uscita dal tunnel doloroso nel quale questa nobile e generosa congregazione è stata sospinta a viva forza.
L’impressione è che essi, oltre a inconfessabili ragioni di natura economica, siano entrati nel mirino della santa sede (santa, per modo di dire: e ciò pare quasi uno scherzo, invece sarebbe materia di pianto), principalmente perché troppo cattolici, ossia, secondo il modo di pensare della contro-chiesa massonica, troppo rigidi, troppo legati alla dottrina: dato che la dottrina, per essa, è quella cosa brutta e antiquata che bisogna abbandonare o modificare ad libitum ogni volta che si tratta di far progredire la “misericordia”.
Peccato che la sua idea di misericordia, staccata dalla verità e dalla giustizia, sia un’idea non cattolica.




Una rivoluzione protestante, modernista e massonica sta letteralmente rovesciando la Chiesa e sta trasformando migliaia di sacerdoti e religiosi in agenti della dissoluzione, e milioni e milioni di credenti laici in apostati inconsapevoli della loro apostasia!


Ad ogni modo, rispetto alla massa dei sacerdoti e dei credenti, bisogna purtroppo constatare che quanti si sono svegliati dal letargo e si sono accorti di quel che stava accadendo sotto i loro piedi -  cioè la rivoluzione protestante, modernista e massonica dentro la Chiesa – costituiscono ancora una minoranza, difficilmente quantificabile, ma, in numeri relativi, ancora decisamente esigua: non tale, cioè, da rendere possibile una reazione efficace e da rappresentare un ostacolo consistente ai piani scellerati della massoneria ecclesiastica, ben decisa a proseguire nella sua satanica opera di distruzione, facendo leva sia su deviazioni dottrinali, quali la libertà religiosa e la non necessità di conversione a Cristo degli ebrei, sia, e ancor più, su deviazioni morali, in particolar modo uno sguardo benevolo verso la pederastia e la sodomia, presentate come naturale tendenza di molti esseri umani e quindi tali da dover essere accettate e santificate, magari con un apposito sacramento, dalla Chiesa stessa, tanto più che quest’ultima ha molto da farsi perdonare, secondo codesti teologi e preti eretici, in materia, a cominciare dal suicidio di tanti giovani che nel Catechismo hanno trovato la condanna del loro stile di vita, a causa delle loro tendenze omofile, e sono stati perciò spinti nel baratro della disperazione. 
Perciò la domanda è come sia potuto accadere che la maggioranza dei credenti non si sia accorta di nulla e continui a non accorgersi di nulla; come sia possibile che la maggioranza dei cattolici frequenti senza alcun disagio, senza alcuna perplessità, senza alcun dubbio, delle “messe” ridotte ormai, in certi casi, a oscene contraffazioni della vera Messa; e come mai la maggioranza dei cattolici trovi normale che monsignor Paglia faccia affrescare il duomo di Terni con un grande dipinto omoeretico, e che celebri le meravigliose virtù del defunto suo amico, Marco Pannella; o che monsignor Galantino affermi pubblicamente che Dio risparmiò Sodoma, e che la rivoluzione luterana è stata un dono dello Spirito Santo; o che padre Sosa Abascal sostenga che non si sa cosa disse realmente Gesù, e che non proclamò l’indissolubilità del matrimonio, e inoltre sostenga che il diavolo non esiste; o che il sedicente papa Bergoglio dica che Dio non è cattolico; che le Persone della Santissima Trinità litigano continuamente fra di loro; che Gesù Cristo si fece serpente e diavolo, e che una volta faceva pure un po’ lo scemo; che Dio ha voluto l’esistenza delle diverse religioni; che la Madonna era umana, e quindi si ritenne ingannata dallo Spirito Santo quando suo Figlio fu messo in croce; che i divorziati risposati possono fare la santa Comunione, e così pure i protestanti sposati con un cattolico o una cattolica; che nessuno sa perché esiste la sofferenza, specie quella dei bambini; che Giuda si è salvato e che la misericordia di Dio salva anche indipendentemente dal pentimento e dal fermo proponimento di cambiar vita; che è preferibile essere atei di buona volontà che cattivi credenti; che il maggior male della Chiesa è il clericalismo; che invitare il prossimo alla conversione è una solenne sciocchezza; che quanti lo criticano sono dei cani selvaggi; che non ha risposto ai dubia dei quattro cardinali perché non ha mai ricevuto la loro lettera (menzogna); che non sapeva nulla di McCarrick (altra menzogna ancor più grave) e del resto si deve considerare normale il fatto che non abbia mai risposto al dossier di monsignor Viganò; che non è normale desiderare il silenzio contemplativo e che le suore dovrebbero verificare la propria vocazione religiosa con una preventiva vista dallo psichiatra (quest’ultima, orrida facezia l’ha lasciata dire al suo braccio destro, Braz de Aviz; lui si è limitato a irridere lo stile di vita claustrale e a visitare le suore di clausura raccontando barzellette e contorcendosi dalle risate come se fosse stato in una bettola).
E non solo la maggioranza dei cattolici pare non aver trovato nulla di strano o di censurabile in questi sei anni di pontificato, comprese le misteriose dimissioni di un Benedetto XVI, ancor vivo e vegeto, o le dichiarazioni del defunto cardinale Danneels che si è impudentemente vantato di come la mafia di San Gallo abbia orchestrato l’elezione di Bergoglio (peccato colpito da scomunica ai sensi del diritto canonico), o le numerose altre irregolarità della sua elezione; ma addirittura sono ancora in molti ad ammirarlo, a idolatrarlo – è la parola giusta – e a ritenere, come del resto egli stesso pensa, che sia un santo e il miglior papa del XX secolo, il migliore che la divina Provvidenza potesse inviare alla Chiesa.




Perché la maggioranza dei cattolici non hanno trovato nulla di strano nelle “Misteriose” dimissioni di Benedetto XVI, oggi ancora vivo e vegeto!


Ci si chiede da dove provengano tanta cecità, tanto conformismo, tanta insipienza. Riteniamo infatti che sia letteralmente impossibile non rendersi conto di quel che sta accadendo, giunte le cose al punto in cui sono giunte.
Mentre potevano esistere delle scusanti, o delle attenuanti, per non aver compreso a tempo debito che era in atto una rivoluzione protestante, modernista e massonica nella Chiesa, vale a dire dal Concilio Vaticano II in poi, ora è davvero inverosimile che qualcuno non veda o almeno non sospetti di nulla, beninteso purché abbia un minimo di onestà intellettuale, purché possieda le basi della vera dottrina cattolica, e sia perciò capace di distinguere e riconoscere quello che è cattolico da quello che è eretico, quello che è vero da quello che è falso, quello che è buono da quello che è cattivo.

La risposta a questa domanda dovrebbe esser, riteniamo, estremamente ampia e articolata, e richiederebbe come minino un libro, o più probabilmente parecchi libri. In questa sede ci limitiamo a indicare quella che, a nostro parere, è la più importante di tutte e quella che, in un certo senso, comprende tutte le altre, e ne rende ragione. Si tratta, in sostanza, di questo: il disegno dei teologi, dei cardinali e dei vescovi rivoluzionari – perché di un disegno si è trattato, concepito e studiato con meticolosa precisione, prima di venir posto in essere – ha sfruttato una tendenza naturale degli uomini e, nel caso specifico, dei cattolici dell’epoca moderna: la tendenza a fare propria la mentalità del mondo, i suoi “valori”, la sua “morale”, e quindi anche lo storicismo, l’immanentismo, il naturalismo, il materialismo e il razionalismo di cui è fatta la cultura moderna; e la tendenza, appunto tipicamente moderna, a confidare nel progresso, o comunque a vedere nel progresso un processo inevitabile, inarrestabile, e che, per il fatto di essere inevitabile e inarrestabile, ha “ragione”, dato che nella visione moderna la ragione sta dalla parte di ciò che dà dei risultati e non di ciò che è “giusto”, ma non viene riconosciuto dalla maggioranza degli uomini o non porta a dei risultati immediati e visibili, misurabili e quantificabili (una tendenza che viene dal predominio della visione scientista su ogni altra considerazione, e che parte dalla cosiddetta rivoluzione scientifica del XVII secolo).

E anche questo è un modo di pensare tipicamente moderno: si chiama utilitarismo, efficientismo, e, naturalmente, ha a che fare col relativismo. Non è giusto quel che è giusto, ma quel che funziona; non è buono quel che è buono, ma quel che serve nella sfera pratica; non è vero quel che è vero, ma quel che a me, o a te, o a lui, sembra essere vero, perché ciascuno ha la sua verità e va bene così, sono finiti i tempi della verità assoluta. E ciò spiega l’accettazione del principio (eretico, ma comodo sotto molti aspetti) della libertà religiosa; ed è un effetto collaterale dell’affermarsi di una visione naturalistica dell’uomo, anche fra i cosiddetti credenti.
Già: ma credenti in chi, o in che cosa?




Oggi il cattolico medio non è più un cattolico: è solo un conformista; e come tutti i conformisti la sua fede è quella di tutti, cioè di nessuno. Ecco, qui è la radice del male.


Un altro modo di pensare tipicamente moderno, introiettato dai cattolici, è quello di attribuire un credito, un valore, a ciò che dicono i grandi mezzi d’informazione. I credenti hanno abbassato la guardia, e da un pezzo; hanno disimparato a usare con cautela e con una giusta dose di diffidenza le informazioni che vengono dalla stampa e dalla televisione; e ciò perché si sono scordati che la civiltà moderna è nemica del cristianesimo, e che essa, pertanto, ha l’interesse a descrivere la realtà in un senso irreligioso e anticristiano.
Ora, i mass media idolatrano il signor Bergoglio; il mondo lo applaude, i potenti lo ammirano, i giornali e la stampa ne tessono l’elogio in continuazione. Ciò dovrebbe far accendere un campanello d’allarme nella mente dei cattolici: perché il mondo si prende il disturbo di lodare il vicario di Cristo? Cristo non è stato lodato dal mondo, né è stato conteso dai potenti; anzi, il mondo lo ha crocifisso.
Perché mai il suo vicario dovrebbe essere trattato meglio? Forse perché non sta facendo il pastore del gregge, ma sta servendo i poteri del mondo? Eppure, pochi se lo chiedono: si fidano di quel che dicono i media, naturalmente quelli cattolici in primis. E non si chiedono se i media cattolici siano ancora cattolici; non viene loro in mente che, se è in corso una rivoluzione non dichiarata, è logico che chi la dirige abbia voluto impadronirsi, per prima cosa, dei mezzi d’informazione.
Si prenda a caso un  numero di Famiglia Cristiana, o de L’Avvenire, o di Vita pastorale, per non parlare de La Civiltà Cattolica: la fede che vi si rispecchia non è più la fede cattolica. Questo possiamo dirlo a colpo sicuro, purtroppo: non  è una boutade.
Potremmo fare decine e centinaia di esempi, ma ne basterà uno solo: il beniamino di questa stampa è divenuto il signor Enzo Bianchi; al punto che per difenderlo il direttore de L’Avvenire ha scaricato Antonio Livi, un illustre teologo e un vero ministro di Dio (mentre Bianchi passa per prete, ma non è tale); non parliamo di Famiglia Cristiana, che gli dedica una rubrica fissa e ne reclamizza i libri, quasi fosse il maggior teologo vivente.
Ora, si dà il caso che Enzo Bianchi non sia un vero teologo e soprattutto che non sia cattolico: è un eretico, puramente e semplicemente. Ma quanti lettori di quei giornali se ne sono accorti? Quanti si rendono conto che, reclamizzando e glorificando un eretico, la stampa cattolica tradisce già da ciò di non esser più cattolica? Eppure, il cattolico medio pensa che, se un teologo viene messo in primo piano sui giornali cattolici, di lui ci si può fidare. Come del papa, appunto. Il cattolico medio non è più un cattolico: è solo un conformista; e come tutti i conformisti la sua fede è quella di tutti, cioè di nessuno.
Ecco, qui è la radice del male.





marzo 2019
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