La grave situazione nella scuola Saint Michael,

della Fraternità San Pio X, in Inghilterra



Pubblichiamo una testimonianza sulla grave situazione esistente in certi Distretti della Fraternità San Pio X, dove è invalsa l'abitudine di stabilire con troppa facilità i migliori rapporti con il vescovo diocesano locale… a prescindere.

Questo caso riguarda la scuola Saint Michael, sita a Newbury, nel Berkshire, nel territorio della diocesi di Portsmouth, nel Sud dell’Inghilterra.

Suor Mary Elizabeth, delle Suore Oblate della Fraternità, ha sentito il dovere, in coscienza, di lasciare la Fraternità, ed è stata accolta dalla Missione San Gregorio, a Southport, nel Nord Ovest dell’Inghilterra. La Missione è curata da Don Bentrand King ed è uno dei gruppi inglesi che hanno aderito alla Resistenza Cattolica.

Una fedele inglese molto vicina alle Suore Oblate e alla scuola Saint Michael della Fraternità San Pio X, in Inghilterra, ha reso nota la seguente informazione relativa ai gravi avvenimenti che si sono verificati là.

I genitori della scuola Saint Michael sono stati interpellati da Don Brucciani e sono stati avvertiti che il loro posto nella scuola e nella parrocchia era in bilico perché avevano portato via i loro figli la mattina della visita di Mons. Egan, vescovo conciliare della diocesi di Portsmouth. La nuova politica scolastica che i genitori devono sottoscrivere impone che i genitori devono rispettare il Papa e il Vescovo diocesano.

La stessa fedele ha reso nota la lettera che Suor Mary Elizabeth ha inviato ai genitori della scuola; in essa spiega quali sono le circostanze che l’hanno obbligata a separarsi dalla Fraternità.

Di seguito la lettera di Suor Mary Elizabeth.

Alla lettera sono state aggiunte due note che rimandano al sito della diocesi di Portsmouth, dove si parla dell'attività del vescovo diocesano




M


4 aprile 2019

Cari genitori,

come promesso ad alcuni di voi, voglio darvi un resoconto di ciò che ha motivato il mio distacco dalla Fraternità San Pio X, venticinque anni dopo aver ricevuto l’abito delle Suore Oblate.

A partire dall’accettazione da parte della Fraternità, nell’aprile 2017, dell’“accordo sul matrimonio” offerto da Papa Francesco, ho avuto la convinzione che la Fraternità non stesse più proteggendo i fedeli dalla Chiesa modernista.

Ci è stato detto sempre più spesso che la Chiesa cattolica e la Chiesa ufficiale sarebbero la stessa cosa, entrambe visibili, essendo la professione di vera fede il primo criterio di appartenenza alla Chiesa cattolica; un criterio che però i vescovi modernisti, per esempio, non soddisfano.
Da allora cominciai a sentirmi molto a disagio per la mia appartenenza alla Fraternità, perché equivaleva a sostenere queste nuove idee che Mons. Lefebvre aveva chiaramente rifiutato e contro le quali ci aveva più volte messo in guardia con un linguaggio molto chiaro.

Mi è stato consigliato di aspettare il prossimo Capitolo Generale della Fraternità, che si sarebbe tenuto a luglio del 2018, prima di prendere qualsiasi decisione che cambierà la mia vita. Cosa che ho fatto. Si sperava che il nuovo Superiore Generale avrebbe invertito il dannoso andamento della Fraternità.

Tuttavia, ero ben consapevole che la missione del Superiore Generale è di mettere in pratica le decisioni del Capitolo. Pertanto, prima di decidere ho aspettato che gli Atti del Capitolo fossero pubblicati.
Il 18 settembre ci sono stati inviati  degli estratti degli Atti del Capitolo. Si riferivano ai matrimoni, alle relazioni tra la Fraternità e Roma e alla Prelatura. Alla fine della lettura di tali atti, tutti i miei dubbi sparirono e fui certa che, se volevo rimanere fedele agli insegnamenti e alle raccomandazioni del nostro Fondatore, avrei dovuto lasciare la Fraternità San Pio X.
La richiesta di delega ai vescovi modernisti per i matrimoni è stata resa obbligatoria per tutti i sacerdoti della Fraternità; ci è stato raccomandato di usare un “atteggiamento caritatevole” nei confronti di qualsiasi vescovo, prete o fedele, senza riserve, purché “amici della tradizione”. Questo ha aperto la porta a qualunque cosa e a tutti in termini di collaborazione con i chierici e i laici che non erano pienamente impegnati nella difesa della Tradizione cattolica.

Voi sapete quale frutto queste idee volutamente vaghe hanno prodotto nella scuola di St. Michael, quando il Direttore ha invitato il vescovo diocesano conciliare a guidare la preghiera dei bambini nella nostra cappella, dopo aver raccolto per lui un bouquet spirituale destinato ad esprimere “la nostra gratitudine”. Gratitudine per cosa?
Per aver detto in un forum interreligioso che i cristiani cattolici non negano la libertà morale di scegliere a favore o contro la verità di Cristo? (1). Affermazione, questa, che in poche parole si chiama libertà religiosa, in totale contraddizione con le parole di Nostro Signore (Marco 16, 16).
O gratitudine per aver chiesto ai musulmani di pregare (chi?) per noi? (2).

Ma per tornare alla cronologia degli eventi, quella sera del 18 settembre decisi di lasciare la Fraternità. Tuttavia, essendo la fine della prima settimana del nuovo anno scolastico, era ovvio che uscire a quel momento non fosse opportuno. Così, per il bene dei ragazzi e vostro, cari genitori, decisi di rimanere fino alla fine dell’anno scolastico.

Un giorno di febbraio, il direttore mi disse di aver invitato il vescovo modernista di Portsmouth a visitare la scuola. Mi chiese di organizzare per lui un bouquet spirituale, cosa che accettai di fare, senza sapere che si trattasse di atto “in segno di gratitudine”. Comunque, decisi di preparare i ragazzi a diffidare del vescovo, dicendo loro che aveva fatto alcune cose che hanno dimostrato che avesse bisogno di preghiere e sacrifici, come celebrare la Nuova Messa e distribuire la Santa Comunione sulla mano.

Nella successiva riunione di lavoro, Don Brucciani ci fece sapere che Mons. Egan, non solo avrebbe visitato la scuola, ma avrebbe guidato i ragazzi nella recita del Santo Rosario nella cappella. Alzai la mano e dissi che non sarei andata a pregare col vescovo diocesano nella nostra cappella.
Anche se il Direttore e il Superiore del Distretto dedicarono con fervore molto tempo per convincere le Suore che non c’erano problemi con il loro progetto, il successivo 8 marzo nessuna delle Suore si presentò nella cappella per recitare il Rosario guidato dal Vescovo, poiché ognuna di loro, di propria iniziativa, aveva deciso in coscienza di non poter partecipare a quell’evento.
Questa astensione innescò una maggiore pressione sulle Sorelle.
Questa conclusione sembrò chiudere la questione, ed io sarei ancora a scuola se le cose fossero finte così.

Tuttavia, dopo la visita di Mons. Egan, il Direttore, in una predica di mercoledì, disse ai ragazzi che il vescovo di Portsmouth era un uomo di buona volontà, che non era cattivo. Ora, se dici a un ragazzo che una bacca non è cattiva, egli la metterà in bocca, perché significa che è buona, o almeno innocua. Ma un vescovo modernista non è un predicatore innocuo (vedi sopra). Porta con sé tutto lo spirito nocivo del Vaticano II, distruttore della fede cattolica. In quel momento  mi divenne chiaro che la fiducia dei ragazzi era stata sfruttata a beneficio di una persona indegna di essa, che aveva tutti gli ornamenti di un vescovo cattolico, ma non la fede di un vescovo cattolico. Come possono i ragazzi discernere le frodi?
D’altra parte, come potevano capire i ragazzi, che conoscono il problema del Vaticano II, che uno dei suoi fedeli portavoce avrebbe guidato la loro preghiera nella nostra cappella cattolica?
Dal momento che Don John Brucciani mi aveva ordinato poco prima di non parlare ai ragazzi del vescovo Egan, mi resi conto che non potevo più proteggere la fede dei ragazzi da questo sottile avvelenamento della loro fede e dalla lenta sovversione della loro fiducia nei loro genitori, nelle suore o nei loro sacerdoti, a seconda di chi la loro limitata comprensione li avrebbe portati a fidarsi.
In tali circostanze, la mia presenza nella scuola non aveva più senso, poiché non ero lì per insegnare le materie scolastiche in primo luogo, ma per insegnare innanzi tutto la fede cattolica e per promuovere la vita spirituale e morale cattolica dei ragazzi affidati alla mia cura.
Inoltre, ogni giorno della mia presenza nella scuola, con l’abito delle Oblate della Fraternità, era una tacita approvazione dei dirigenti, il cui comportamento era entrato in conflitto con la mia coscienza.
Pertanto, decisi di lasciare la scuola durante la Settimana Santa, per avere il tempo di preparare i miei giovanissimi alunni e l’intera scuola elementare alla mia partenza.
Informai ufficiosamente il Direttore della mia decisione poco prima di metterla in atto, in modo che anche lui potesse avere il tempo (cinque settimane) per preparare tutto per l’inizio dell’ultimo trimestre.

Il 25 marzo ho inviato le mie dimissioni al Superiore Generale della Fraternità.
Il 27 marzo, il secondo Assistente del Superiore Generale è venuto nel nostro collegio, per sentire cosa avessi da dire sulla situazione del nostro collegio e della parrocchia in generale, e in particolare sulla crisi derivata dalla presenza di Mons. Egan.
Egli mi ha offerto di ritirare la mia rinuncia, cosa che era fuori discussione. La sua conclusione è stata che avrei dovuto andarmene “il prima possibile”.
La mattina seguente non mi è stato permesso di andare a scuola, per evitare scalpore.
Il 30 marzo ho lasciato la scuola e la Fraternità San Pio X, per poter osservare fedelmente ciò che avevo promesso di osservare il giorno del mio impegno con la cara Fraternità fondata da Mons. Lefebvre.

Adesso sono stata accolta con grande carità dai fedeli della Missione San Gregorio di Padre Bentrand King a Southport. Posso assistere quotidianamente alla Santa Messa e preparare il mio prossimo passo nella vita religiosa.

Voglio ringraziare tutti voi dal profondo del mio cuore per il vostro sostegno veramente meraviglioso negli ultimi giorni della mia presenza alla scuola St. Michael. Mi ha aiutato a superare quelle ore dolorose. Sono rimasta colpita dal dolore che molti di voi hanno espresso in un modo o nell’altro. Questo mi ha reso più consapevole del forte legame di carità che ci unisce in Nostro Signore Gesù Cristo e che abbiamo tessuto insieme negli ultimi quindici anni. Questo legame rimane intatto, forse anche rafforzato dal momento che abbiamo condiviso il dolore di una brusca separazione.
Vi ricordo tutti nelle mie preghiere, specialmente durante la Santa Messa.
Vi prego, continuate a pregare anche per me!

Che la Vergine vi tenga tutti nel suo Cuore Doloroso e Immacolato, che sarà sempre il nostro posto d’incontro.

Vostra con molta gratitudine,

Suor Mary Elizabeth

NOTE

1 - http://www.portsmouthdiocese.org.uk/bishop/docs/20171109-BoP-
Talk-Interreligious-Dialogue.pdf
dove si trova il testo dell'intervento del vescovo ad un incontro interreligioso
2 - http://www.portsmouthdiocese.org.uk/enews/mosque-visit.php
dove si dà notizia della visita del vescovo in moschea. Da notare che lo stesso vescovo annota: Venerdì scorso sono andato alla moschea di Abu Bakr a Southampton e mi sono unito a loro per le preghiere del venerdì.




Questa foto ricordo della visita di Mons. Egan è sufficientemente esplicativa della situazione sopra descritta, come lo è della enorme differenza che contraddistingue i sacerdoti che mantengono la Tradizione della Chiesa cattolica e i vescovi moderni che indegnamente la rappresentano. In questo caso è palese che “l'abito fa il monaco”.
Notiamo in più la totale mancanza di educazione e di buon gusto di questo vescovo che si reca in una scuola della Fraternità San Pio X e non sente il dovere di indossare l'abito talare, almeno per l'occasione.
Si sarà trattato di scortesia o noncuranza oppure di un chiaro messaggio dalla coloritura tra il rimprovero e l'invito alla sovversione? Non lo sappiamo, bisognerebbe chiederlo ai responsabili inglesi della scuola e del Distretto della Fraternità.




aprile 2019

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