Negazionismo conciliare:

riabilitazione dei farisei in Vaticano!


di Francesca de Villasmundo


Pubblicato su Medias Presse Info







Ci si chiede fino a dove e quando si fermerà la destrutturazione del cattolicesimo intrapresa da più di mezzo secolo dalla Chiesa conciliare e dalle autorità che la governano.

L’ultima mania in corso nei palazzi vaticani, oggi più apostati che apostolici, è la riabilitazione dei farisei, attraverso un’arrogante negazione e revisione dei Vangeli; dei farisei che furono un partito politico-religioso e «carnale» che, come insegna il teologo tomista argentino Don Julio Meinvielle, sfigurava il «Messia, Colui che si aspettava perché apportasse al mondo la grazia e la verità», facendolo diventare «un capo politico, terreno, che doveva assicurare e perpetuare il potere di Israele su tutte le nazioni».

Seguendo il cammino aperto dall’onnipotente decreto conciliare Nostra Aetate, espressione della volontà modernista e progressista che vuole negare il ruolo della Sinagoga nella morte di Cristo-Messia, si è arrivati a discolpare gli Ebrei, questi «fratelli maggiori» cari a Giovanni Paolo II, divenuti «padri nella fede» con Benedetto XVI.





E’ in questa ottica che il Pontificio Istituto Biblico ha organizzato a Roma per il prossimo maggio, alla Pontificia Università Gregoriana, un convegno sul tema «Gesù e i Farisei – Un riesame interdisciplinare»

Come riporta Jacopo Scaramuzzi su Vatican Insider:
«Il convegno, sostenuto anche dall’American Jewish Committee, dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla società Verbum che produce software per gli studi cattolici, vedrà la partecipazione di oltre trecento esperti di varie materie, cattolici protestanti ed ebrei. Tra gli altri ci saranno i rabbini David Rosen, Riccardo Di Segni e Abrhama Skorka, quest’ultimo amico di lunga data di Jorge Mario Bergoglio, il presidente della commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Cei Ambrogio Spreafico, e ancora esperti di storia, archeologia, studi rabbinici, Nuovo Testamento, educazione, arte popolare da Argentina, Austria, Canada, Colombia, Germania, India, Israele, Italia, Paesi Bassi e Stati Uniti».

Alla fine del convegno, i partecipanti verranno ricevuti da Papa Francesco.

Presentati nei Vangeli come nemici di Cristo, «esempi di legalismo, ipocrisia e avidità», i farisei saranno al centro del convegno, i cui intervenuti avranno il compito di riesaminare le fonti allo scopo di superare i «pregiudizi» nei loro confronti. Pregiudizi che, secondo gli organizzatori, possono essere associati a delle pulsioni antisemite.
Lo scopo del convegno è duplice: «un riesame delle fonti per fornire un quadro più chiaro sui farisei “letterari” e “storici” dell’antichità» e in seguito «riconsiderare i fattori responsabili dei pregiudizi che hanno danneggiato la percezione comune dei farisei e suggerire modi per superarli».

Il Rettore dell’Istituto Biblico, il gesuita Padre Michael Kolarcik, nel corso di una conferenza stampa ha spiegato che «Il tema della relazione fra Gesù e i farisei è un altro mezzo per descrivere la relazione fra cristiani ed Ebrei nel corso di due millenni (…) cosa che ha conseguenze significative sulla nostra attuale relazione».
Da parte sua, il Padre Etienne Veto, direttore del Centro Cardinale Bea per gli Studi Ebraici della Pontificia Università Gregoriana, ha affermato che da tempo, grazie agli studi condotti, si è capito che la rappresentazione comunemente ammessa dei farisei «non è corretta» e che «vi è una relazione tra l’antisemitismo e la concezione dei farisei».
Mentre uno dei principali organizzatori del convegno, il professore Joseph Sievers, ha dichiarato: «Noi vogliamo individuare le radici di questa rappresentazione inadeguata dei farisei e superare i pregiudizi».

Uno degli intellettuali ebrei che avranno ampio spazio in questo convegno, la professoressa Amy Jill Levine, che insegna Nuovo Testamento al Pontificio Istituto Biblico, avanza un altro argomento a sostegno di questo lavoro di riabilitazione dei farisei: «Non c’è bisogno di presentare male i farisei in particolare e l’ebraismo in generale per presentare bene Gesù: Gesù si presenta bene da solo», e precisa che però «abbiamo i Vangeli che descrivono i farisei come ipocriti e nemici di Gesù», e auspica che «le omelie sui farisei non propaghino l’antisemitismo ma presentino correttamente il Vangelo della pace».

Il che significa, a ben comprendere la signora Levine, che da ora in poi avremo, da un lato il “Vangelo della pace”, evidentemente politicamente e religiosamente corretto, il “Vangelo di Nostra Aetate”, che sarà stato preventivamente purgato dalle connotazioni antifarisaiche, e dall’altro i Vangeli degli Apostoli, politicamente scorretti, e perfino antisemiti.
Quindi, sarebbero proprio i Santi Vangeli e gli Atti degli Apostoli a costituire un problema per gli Ebrei attuali, come per i loro antenati… Sarebbero gli anatemi severi, vigorosi e rudi di Cristo stesso contro i farisei increduli e duri di cuore che dovrebbero passare per il crivello conciliare sotto la supervisione dottrinale dei farisei attuali; perché, tramite il dialogo interreligioso con gli Ebrei, si facciano scomparire sia le seguenti condanne divine dei farisei sia la messa a lato della Sinagoga a favore predicazione ai gentili.





Matteo
, capitolo 23:

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci» (vv. 13-14)

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi» (v. 15).

«Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l’oro o il tempio che rende sacro l’oro?» (vv. 16-17).

«Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (v. 20).

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!» (vv. 23-24).

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite lìesterno del bicchiere e del piatto mentre all’interno sono pieni di rapina e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto!» (vv. 25-26).

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità» (vv. 27-28).

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!» (vv. 29-32).

«Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione» (vv. 33-36).

«Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» (vv. 37-39).


E fu proprio un eminente ebreo convertito al cattolicesimo, Don Augustin Lémann, che volle ricordare: «Dalle labbra di questo Agnello erano uscite solo parole di misericordia e di unzione. Solo gli orgogliosi farisei dovettero subire i tuoni dei Suoi rimproveri».

Rimproveri che duemila anni dopo, i loro discendenti vogliono cancellare, con la benedizione della Chiesa conciliare!




aprile 2019

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