Marcia per la Vita: pro-life all’attacco

di Mauro Faverzani


Articolo pubblicato su Corrispondenza Romana






IX edizione della Marcia per la Vita: da nove anni il popolo pro-life scende nelle strade del centro di Roma per manifestare il proprio sì alla vita senza condizioni ed il proprio no all’aborto, all’eutanasia, alla fecondazione assistita, all’eugenetica ed a tutte le altre forme di attentato alla vita umana, bene prezioso e principio non negoziabile.
Ai nove anni dell’evento, che richiama decine di migliaia di persone da tutta Italia e dal mondo, fanno da tragico contraltare i 41 anni dall’introduzione nel nostro Paese della legge sull’aborto.

L’intera manifestazione è stata proposta in diretta e ritrasmessa in tutto il mondo dalla più importante emittente cattolica statunitense, Ewtn.


Ad aprire la Marcia sono stati gli interventi promossi dagli Universitari per la Vita, presieduta da Chiara Chiessi, che ha fornito le motivazioni, per le quali è importante aderire all’evento, tra le quali la possibilità di assicurare un «futuro ai nostri figli ed ai figli dei nostri figli»; Fabio Fuiano ha poi elencato le tragiche cifre dell’aborto, un orrore di dimensioni ormai colossali. Uno studio del 2016, realizzato dall’Oms, ha stimato in circa 56 milioni gli aborti praticati ogni anno, dati che, ovviamente, non tengono conto delle morti provocate dalla cosiddetta «contraccezione d’emergenza» e dalla distruzione degli embrioni, provocata dalla fecondazione assistita.

Il corteo, più imponente degli anni scorsi, è partito alle ore 14 da piazza della Repubblica e si è snodato, tra striscioni e slogan, canti e Santo Rosario, occupando, dalla testa alla coda, l’intera via Cavour fino a via dei Fori Imperiali, per poi giungere sino alla chiesa della Madonna di Loreto a piazza Venezia, dove si sono svolti gli interventi conclusivi.

Due eminenti personalità ecclesiastiche hanno sfilato dietro lo striscione della Marcia: i cardinali Raymond Leo Burke e Willem Jacobus Eijk; con loro c’era mons. Luigi Negri, Arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio. 
Tra i presenti, Gianna ed Emanuela Molla, figlie di Santa Gianna Beretta Molla; donne di spicco del mondo pro-life: Costanza Miriano, Raffaella Frullone e Silvana de Mari. Tra gli altri, il sen. Simone Pillon, la senatrice Isabella Rauti e molti esponenti dell’associazionismo cattolico.

Hanno sfilato quindi i dirigenti delle associazioni pro-life internazionali, come la Manif pour tous francese, Droit de Naître, Pro Malta Christiana, Fundacia Metych Stópek, Derecho de Vivir, Bewegung für das Leben. Delegazioni sono giunte da tutto il mondo, in particolare da Francia, Spagna, Germania, Polonia, Romania, Estonia, Olanda, Croazia, Canada, Stati Uniti, Brasile, Argentina e Nuova Zelanda.

E poi giovani, famiglie, parrocchie (sia romane che di altre città italiane), esponenti di tanti istituti religiosi, sacerdoti (molti più delle precedenti edizioni), seminaristi, gruppi ed associazioni, tra cui la Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato, gli Universitari per la Vita, la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, il Comitato Verità e Vita, le Voci del Verbo, l’associazione Pro Vita e Famiglia, Comitato Famiglia e Vita di Modena, La Luce di Cristo, Accoglienza della Vita, Ora et Labora in difesa della Vita – che ha organizzato i 40 giorni di preghiera per la Vita, che hanno preceduto la Marcia -, Generazione Voglio Vivere, Sentinelle Vesuviane, la Comunione Tradizionale, Comitato Beato Miguel Agostin Pro di Varese, Comitato Il Faro di Modena, la Fondazione Lepanto, l’associazione Famiglia Domani, il Movimento dell’Amore familiare, la Vigna di Rachele, Tradizione Famiglia e Proprietà, Movimento con Cristo per la Vita, Movimento Mariano Regina dell’Amore, Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici, Associazione Farmacisti Cattolici, Vita Umana Internazionale, Il Popolo della Vita, Federvita Piemonte, il Movimento per la Vita Veneto, il Movimento per la Vita di Bolzano, Generazione Famiglia di Genova, Famiglia Piccola Chiesa, il Centro Vita e Famiglia Santa Maria delle Vergini, la Parrocchia Santissima Trinità dei Pellegrini di Roma, Bergamo Pro Life, numerosi Centri di Aiuto alla Vita, alcune scuole cattoliche e parentali come la Scuola San Pancrazio della Fraternità San Pio X.
L’Ordine di Malta, come ogni anno, ha assicurato l’assistenza medica con la sua équipe, con i volontari del Cisom e con la sua ambulanza.

Immancabile anche il gioioso Trenino della Vita, carico di bimbi e di mamme. Giunto a piazza Venezia, l’imponente corteo si è raccolto attorno al grande palco della Marcia, per ascoltare le testimonianze proposte.

Per primo ha preso la parola il magistrato Giacomo Rocchi, consigliere della Corte Suprema di Cassazione, che ha evidenziato come «dieci anni dopo il caso di Eluana Englaro, l’odio verso i soggetti deboli si è scatenato in tutto il mondo». Sulle cosiddette «Dichiarazioni Anticipate di Trattamento» e sull’introduzione dell’eutanasia nel nostro Paese si è appellato al Parlamento, affinché rifiuti le pressioni della Corte Costituzionale.

Poi è intervenuto un parroco romano, Padre Pasquale Albisinni, titolare della chiesa di S. Annibale Maria di Francia, che ha ricordato come la domanda, posta da Dio a Caino, «Dov’è tuo fratello?», verrà da Lui rivolta anche a ciascuno di noi, per chiederci dove siano i milioni e milioni di bambini uccisi nel grembo materno.

È stata quindi la volta di Michelle Kaufmann, che ha parlato a nome della Marcia per la Vita della Nuova Zelanda, per incoraggiare il popolo pro-life di Roma: «Oggi – ha detto – siete una luce di speranza e di gioia, di guarigione e di pace per tutti quelli che soffrono. Oggi siete una voce per quei bambini preziosi. Grazie!!». In Nuova Zelanda, nel dicembre 2017 è stato tristemente celebrato il 40° anniversario dell’approvazione della legge sull’aborto. Da allora, «più di mezzo milione di bambini non nati non saprà mai cosa si provi ad essere tenuti tra le braccia della propria madre».

È intervenuto subito dopo Alejandro Geyer della Marcia per la Vita argentina, che ha ricordato come lo scorso anno nel suo Paese l’aborto sia stato sconfitto al Senato, sia pure per soli 8 voti, ma si debba sempre vigilare: «Qualcosa sta cambiando – ha detto – Per questo adesso possiamo cambiare la legge anche in Italia! Con la preghiera, la penitenza, con iniziative come la Marcia, cui ognuno di noi si deve impegnare a portare altri tre amici».

È stato di seguito proposto un video di mons. Antonio Suetta, Vescovo di Sanremo-Ventimiglia, che, impossibilitato ad esser presente fisicamente alla Marcia, ha esortato comunque alla testimonianza, ricordando come la vita debba «essere considerata sacra e inviolabile da parte di tutti»: «Oggi più che mai è necessario coraggio, franchezza, generosità ed apertura per affrontare temi come questi, che da una parte sono preziosi, indispensabili, irrinunciabili per salvaguardare la dignità della vita e, d’altra parte, sono sempre più costretti ed occultati dal pensiero dominante, che vorrebbe far passare alcuni gravi crimini verso la vita, come ad esempio l’aborto, l’eutanasia e tante manipolazioni come diritti dei singoli o addirittura come conquiste di civiltà; invece, sono delitti gravissimi, abominevoli contro la vita e contro l’uomo, e un cristiano, un uomo di buona volontà non dovrebbe mai perdere la consapevolezza ed il coraggio di denunciare tutto questo».

In un altro video, l’attore Eduardo Verastegui, protagonista di pellicole importanti come quella pro-life Bella e la celebre Cristiada, si è detto «entusiasta» delle tante persone scese in piazza, per difendere la vita «in ogni momento, dall’inizio alla fine. Come produttore di film utilizzo l’arte ed il cinema per celebrare la vita e voi potete fare lo stesso. Non importa chi tu sia, tu sei un essere umano e, se metti in pratica la “regola d’oro” – fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te – riusciremo a trasformare questa bellissima missione in un movimento globale per salvare e celebrare la vita in tutto il mondo».

Virginia Coda Nunziante, presidente della Marcia per la Vita, ha concluso i lavori, evidenziando la crescita della «consapevolezza di combattere una grande battaglia morale e civile, la determinazione a non retrocedere, a non accettare compromessi, perché non sono possibili compromessi sulla vita umana innocente». In Argentina si è sviluppato un grande movimento contro l’aborto, in Brasile il governo ha bloccato tutte le richieste di legalizzazione dell’aborto, negli Stati Uniti è appena stata approvata in Alabama una legge fortemente restrittiva, che vieta quasi completamente l’aborto. Ed altri Stati stanno andando nella stessa direzione: «Ciò dimostra che il processo storico non è irreversibile, perché la storia è fatta dalla libera volontà degli uomini e dall’intervento di Dio. Noi dobbiamo desiderare una società che rispetti la legge naturale e divina e dobbiamo amare una società che riconosca la regalità sociale di Cristo, perché questo è il fine ultimo della nostra azione. L’aborto calpesta la legge divina e naturale. Come immaginare che possa mancare l’aiuto di Dio a chi generosamente si impegna per difendere la vita, materiale e spirituale, che è il primo bene che Dio ci ha donato, quello da cui tutti gli altri beni dipendono? Noi abbiamo un’immensa fiducia nell’esito vittorioso della nostra battaglia. Costituiamo un’unica grande famiglia e respingiamo ogni tentativo di dividerci e di frammentarci, nella convinzione che l’unione attorno alla verità costituisce una forza irresistibile: la forza del bene che avanza e che nulla e nessuno potrà fermare».

Il corteo si è quindi disciolto, dandosi però già sin d’ora appuntamento all’anno prossimo: la Marcia per la Vita, il più significativo evento pro-life promosso a livello nazionale per dire un chiaro e fermo no all’aborto, è già fissata in agenda per il 23 maggio 2020, sempre a Roma.

Per la prima volta quest’anno la Marcia per la Vita di Roma è stata preceduta e seguita da due importanti iniziative internazionali, rispettivamente il Rome Life Forum, svoltosi presso la Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino sul tema «Città dell’uomo versus Città di Dio – Ordine mondiale globale versus Cristianità», e poi il secondo convegno organizzato dalla John Paul II Academy for Human Life and Family sul tema «La “morte cerebrale” un’invenzione medico-legale: evidenze scientifiche e filosofiche».

Quel che è certo è che ormai la Marcia per la Vita di Roma rappresenta un riferimento imprescindibile nella battaglia per la vita, un riferimento che non si può ignorare, né si può fare a meno di parlarne.

La Buona Battaglia per la Vita non si ferma, ma procede inarrestabile. I pro-life in Italia sono all’attacco.











maggio 2019
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI