Elezioni europee

Il rosario brandito da Salvini
e
i fischi della folla a papa Francesco,
ecco il sovranismo feticista


di Belvecchio




Il titolo non è nostro, è quello dell’editoriale di Famiglia Cristiana del 19 maggio 2019.

Siamo in piena campagna elettorale e tutti i partiti in lizza lanciano gli ultimi affondi per convincere il maggior numero di elettori della bontà della loro proposta politica.
Ma cosa c’entra la neochiesa sedicente cattolica in questa arena?
Ebbene, pare che invece c’entri, eccome! E non per predicare il Vangelo, come sarebbe suo dovere istituzionale, ma per bacchettare e perfino fustigare i politici che non sono graditi nelle “alte sfere vaticane”.

Dopo il comizio del capo della Lega a Milano, sabato 18 maggio, incredibilmente sono scesi in lizza tutti i pezzi grossi e meno grossi che fanno capo a questa neochiesa sedicente cattolica.

Il gesuita Antonio Spadaro, noto per il suo rapporto a doppio filo col gesuita Jorge Mario Bergoglio, è piombato lancia in resta contro il capo della Lega, scrivendo sulla sua pagina Facebook che «Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico … adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio», e arrivando perfino ad anatemizzare: «non nominare il nome di Dio invano … per i propri scopi» «non è un comizio politico il luogo per fare litanie (e in nome di valori che col Vangelo di Gesù nulla hanno a che fare).  … è chiaro che l’identitarismo nazionalista e sovranista ha bisogno di fondarsi anche sulla religione per imporsi. Ha trovato questa carta della strumentalizzazione religiosa (in Italia come altrove nel mondo, sia chiaro: non siamo originali in questo!) come adatta e la usa. La coscienza cristiana, a mio avviso, dovrebbe sussultare con sdegno e umiliazione nel vedersi così mercanteggiata e blandita. Si facciano i propri discorsi, ma davanti a Dio bisogna togliersi i sandali».

Caspita che sberla!
Solo che a noi sembra che la predica venga dal pulpito sbagliato, poiché i Gesuiti hanno usato la “carta della strumentalizzazione religiosa” per anni, per aiutare i politici cosiddetti demo-cristiani a stringere un patto di ferro con i comunisti notoriamente anti-cristiani. E ci sono pure riusciti, tramite il braccio secolare che si nascondeva dietro uno scudo che portava in mezzo una croce, simbolo religioso dei cristiani, e la ostentava proprio “in nome di valori che col Vangelo di Gesù nulla avevano a che fare”.
Sono passati un po’ di anni, i nuovi “crociati” in abito ecclesiastico adesso fanno la guerra a chi si appella al Rosario, ai Santi protettori dell’Europa e alla Madonna, per combattere a favore di una politica che conduca l’Europa a ritornare alle radici cristiane del continente.

Lo abbiamo già fatto notare: oggi i nuovi preti della neochiesa sedicente cattolica sono in piena campagna elettorale, a favore dell’Europa di Mammona che rifiuta sdegnosamente i valori cristiani sui quali è nata diversi secoli fa la vera Europa.

Perfino il Segretario di Stato vaticano è sceso in lizza; e nel corso di una cosiddetta “Festa dei Popoli” celebrata a San Giovanni in Laterano insieme a tanti gruppi delle diverse comunità di immigrati presenti a Roma, ha sentito il dovere – elettorale? – di dire: «Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso»

Dal canto suo, il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, ha stigmatizzato il comizio del capo della Lega, affermando che «ancora una volta si proclama alfiere del cattolicesimo, ma di un cattolicesimo tutto suo, “politicizzato” e contraddittorio, piuttosto distante dal magistero del Papa e della Chiesa universale e italiana. Non si può discutere la fede che ciascuno afferma di avere, ma neppure è lecito deformare il messaggio evangelico».

Accade spesso così: quando si vuole attaccare chi ci è antipatico, si finiscono col dire cose strampalate. Quindi, secondo Avvenire, ci sarebbe anche un cattolicesimo “politicizzato”, che ovviamente non sarebbe il suo, che fa politica e campagna elettorale, ma quello del capo della Lega, che è “distante dal magistero”. E tuttavia “Non si può discutere la fede che ciascuno afferma di avere, ma neppure è lecito deformare il messaggio evangelico”.
E qui siamo quasi alla farsa, poiché è da alcuni anni che in Vaticano si deforma il messaggio evangelico e che Avvenire aiuta a far conoscere tale deformazione.

Ma se lo fanno loro è tutto sacrosanto.

Ma insomma, tutta questa caciara perché? Prima di tutto perché la neochiesa sedicente cattolica ha deciso di fare campagna elettorale, e secondo perché c’è chi fa campagna elettorale ricordando i fondanti valori cristiani della vera Europa, cosa che ai preti moderni sembra dare un enorme fastidio.
Cosa avrà mai detto di tanto scandaloso il capo della Lega?
Ci affidiamo alle donne e agli uomini di buona volontà, ai sei Patroni d’Europa, Benedetto da Norcia, Brigida di Svezia, Caterina da Siena, Cirillo e Metodio, Teresa Benedetta della Croce: affidiamo a loro il nostro destino, il nostro futuro e i nostri popoli. E io personalmente affido la mia e la vostra vita al Cuore Immacolato di Maria che sono sicuro che ci porterà alla vittoria

Ohibò! Un politico che invoca i Santi e lo fa impugnando una corona del Rosario! E’ talmente inusuale che diventa scandaloso per molti preti moderni, soprattutto quando il politico critica la loro politica a favore dell’Europa di Mammona e condanna la loro propaganda a favore dell’invasione islamica dell’Europa.

Non abbiamo difficoltà a riconoscere che il capo della Lega esageri nel fare campagna elettorale usando i valori religiosi in cui crede, ma è giocoforza riconoscere che i preti che scendono in lizza per la stessa campagna elettorale non esagerano, ma blasfemano; perché il capo politico non indossa l’abito ecclesiastico e invece loro sì… il capo politico non pretende di dire Messa e insieme di predicare a favore dell’Islam e invece loro sì.

L’ultima novità viene da Pinerolo, in provincia di Torino, dove il vescovo ha messo le chiese a disposizione dei musulmani per permettere loro di svolgere i loro riti in locali adeguati (!?), e cioè in quelle che un tempo si credeva fossero le “case di Dio”; e questo il vescovo l’ha fatto richiamandosi, in televisione, al documento di Abu Dhabi firmato da papa Bergoglio e da lui fatto inviare a tutte le istituzioni cattoliche perché lo studino e lo applichino; documento in cui si dice, blasfemando, che le diverse religioni sono volute dalla sapienza di Dio.

Ecco spiegata la reazione del cardinale Parolin, di padre Spadaro, di Avvenire, di Famiglia Cristiana e di tanti altri appartenenti alla neochiesa sedicente cattolica, di fronte ad un politico che parla dei Santi con in mano la corona del Rosario… essi preferiscono un papa che bestemmia.

Che cos’è, se non campagna elettorale?








maggio 2019
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