Il bocciato “vestito di bianco”

Il voto del 26 maggio boccia il clero massonico

di Francesco Lamendola


Articolo pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia






Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 26 maggio 2019 hanno avuto un grande sconfitto: Bergoglio; e un dogma contestato, rifiutato, archiviato dalla coscienza dei popoli europei, specialmente l’italiano e il francese: il mondialismo, con i suoi corollari del migrazionismo, dell’omosessualismo e dell’ambientalismo politically correct.
Altro che Greta e gli scioperi per il cambiamento climatico; gli Europei hanno perfettamente capito quale sia, oggi, la posta in gioco: la loro identità, e quindi la loro possibilità di sopravvivenza.
E i cattolici, moltissimi dei quali hanno votato per la Lega di Salvini e per il Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen, hanno anch’essi perfettamente capito quale sia la posta in gioco per loro: esattamente la stessa che come cittadini europei, la propria identità e quindi la propria sopravvivenza.
Hanno capito che dando fiducia a Bergoglio e ai suoi vescovi, i quali spudoratamente, fino all’ultimo, hanno fatto campagna elettorale a favore dei partiti progressisti, pro-aborto, pro-gay e pro-eutanasia, nonché pro-migranti e pro-islam, avrebbero detto sì al suicidio che il cattolicesimo sta facendo, da quando ha preso tale direzione.
Hanno capito che seguendo le indicazioni del cardinale Bassetti a favore dei partiti europeisti sarebbero andati contro i loro interessi di lavoratori, di pensionati, di cittadini e di credenti; e che si sarebbero resi complici di un tradimento e di una strumentalizzazione mai vista nei confronti del Vangelo.
Si sono resi conto che la campagna scatenata da mesi contro Salvini da parte della stampa cattolica, Famiglia Cristiana e Avvenire in testa, era semplicemente grottesca, specie quando il leader leghista è stato aspramente rimproverato per aver mostrato un Rosario in pubblico e per aver invocato sugli italiani la protezione della Vergine Maria.
Il vescovo di Mazara del Vallo ha superato tutti quanti nello zelo inquisitorio e ha dichiarato che Salvini non può dirsi un cristiano, che di fatto è fuori della Chiesa, in pratica scomunicandolo pubblicamente. Ma i cattolici hanno capito che i conti non tornano: hanno visto con quale indulgenza, con quale benevolenza, da mesi, da anni, quegli stessi porporati guardano ai peggiori nemici del Vangelo; con quale incredibile compiacenza ne cercano l’amicizia e la simpatia, strusciandosi contro i giornalisti di Repubblica e contro i radicali; e sono rimasti inorriditi nel sentire il signore che si fa chiamare papa, definire la signora Emma Bonino, colei che si è vantata di aver eseguito personalmente migliaia di aborti clandestini, una grande italiana ingiustamente dimenticata.




Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 26 maggio 2019 hanno avuto un grande sconfitto: Bergoglio! Per capire quanto costui ama gli Italiani basta ricordarsi che, pur di scusare gli atroci delitti della mafia nigeriana è arrivato a insultare tutto il popolo Italiano, rimproverandolo di aver inventato la mafia e di averne l’esclusiva mondiale!


Quanto tempo sembra passato, e invece è storia di ieri. Rivedendo quelle immagini, riascoltando quelle parole, pare che siano trascorsi dei secoli da quando il signore vestito di bianco ha stretto la mano, fra moine e sorrisi, alla signora dell’aborto, dell’eutanasia, della libera droga e del riconoscimento delle coppie gay, vantandosi di considerarla un’amica? E da quando monsignor Vincenzo Paglia tesseva le più alte lodi del defunto Marco Pannella, levando iperboliche parole di ammirazione per l’uomo che più di qualsiasi altro ha incarnato, nella realtà dei fatti (quanto al segreto dell’anima, solo Dio lo conosce) tutto ciò che è contrario allo spirito del Vangelo e alla Parola di Gesù Cristo, e cioè l’assoluta libertà dell’uomo di fare tutto quel che gli pare e piace, infischiandosene di Dio e di qualunque legge morale?
Era il 2016, l’impostore argentino era stato eletto al soglio papale da una congrega di cardinali massoni e scomunicati latae sententiae, e si scambiava effusioni con la signora Bonino, fra grandi sorrisi, ostentando il suo essere moderno, audace e al passo coi tempi. Il giornaletto servilmente adulatorio, Il mio papa, titolava trionfante (18 novembre 2016): Il papa rivede l’amica Emma Bonino. Ma che brutti amici si sceglie costui, avrà pensato più di qualcuno; però, bocche cucite e avanti in fila per quattro, fra i cattolici non è di moda criticare il papa, figuriamoci poi se è il papa più amato dagli italiani, il papa più santo di ogni tempo. Era uno dei gesti – divenuti poi sempre più frequenti, quotidiani, frenetici, ossessionanti - coi quali voleva impressionare l’opinione pubblica, abituare i cattolici al suo stile rivoluzionario, per prepararli alla rivoluzione della dottrina e della morale.
Credeva di aver scelto gli interlocutori giusti – Scalfari, Pannella, Bonino - e aveva dato direttive in tal senso ai suoi tirapiedi e camerlenghi, ai suoi cardinali e ai suoi vescovi, ai direttori delle testate e delle reti cattoliche: cosa c’è di più moderno, pensava nella sua rozzezza sudamericana, di più spigliato, di più dinamico, di far vedere che la Chiesa non ha paura di confrontarsi coi diversi, di dialogare con gli avversari, di gettare ponti e abbattere muri con ritmo frenetico?
E intanto faceva il simpaticone, il gigione, l’amicone: si metteva il naso da pagliaccio per allietare gli sposi, scherzava con tutti, rideva a crepapelle con le suore di clausura, si teneva la pancia dal gran ridere con i suoi fedelissimi, con gli Spadaro, coi Galantino, coi Kasper. Ma di che cosa ridesse, con le chiese sempre più vuote, i seminari ormai deserti, il clero sempre più travolto dagli scandali, sessuali e d’altro tipo, e i credenti sempre più confusi, non era dato capire. Forse si trattava di buonumore innato, di allegria tipicamente argentina; certo è che tutti i suoi cortigiani lo imitavano a più non posso, vuoi per convinzione, vuoi per mantenersi nelle sue grazie, dato che, nonostante la ferrea censura, qualche notizia sul suo temperamento rancoroso e sulla sua vendicatività, sulla sua feroce intolleranza nei confronti di quanti lo criticano, cominciava a trapelare.




Il signore vestito di bianco non è che una pedina, una misera pedina della massoneria ecclesiastica, eletto proprio per la sua nullità teologia, per la sua inconsistenza spirituale, per la sua totale ignoranza e incomprensione dell’ABC del cristianesimo!


Sì, è vero che nel frattempo commissariava i Francescani dell’Immacolata, chiudeva il loro fiorente seminario e trattava come l’ultimo dei delinquenti il loro fondatore, padre Stefano Manelli; ed è anche vero che non rispondeva a quattro cardinali che gli avevano chiesto chiarimenti su importanti questioni di fede: ma che importa? Lui credeva di conquistare tutti con la forza delle sue risate, con la simpatia che sprizzava dalla sua persona. Era il propagandista instancabile di una nuova chiesa fatta di emozioni irripetibili, di emozioni a fior di pelle, dei papa boys e dei matrimoni ad alta quota, delle confessioni collettive e delle battute irriverenti, perfino sacrileghe, come quella che Cristo si è fatto diavolo e serpente, oppure che faceva un po’ lo scemo, e che non era uno pulito. Ma che vuol dire? Il papa è un uomo schietto, alla mano, uno che odia le formalità. E poi è un uomo che ha molto a cuore l’ambiente, il clima e la nostra salute; si preoccupa dei panda, della biodiversità e dei microbi che i fedeli possono contrarre baciandogli l’anello.




Cardinali “Bocciati”? Altro che il Rosario di Salvini: gli Italiani hanno capito che seguendo le indicazioni di Bagnasco e Bassetti a favore dei partiti europeisti sarebbero andati contro i loro interessi di lavoratori, di pensionati, di cittadini e di credenti; e che si sarebbero resi complici di un tradimento e di una strumentalizzazione mai vista nei confronti del Vangelo!


Perciò l’anello piscatorio, lui, non se lo fa baciare: ritira la mano con gesto fulmineo, letteralmente sotto il naso dei fedeli, lasciandoli mortificati e di stucco, e intanto ride, ride che è una meraviglia. Com’è divertente quella scena, vedere i fedeli che si chinano per baciargli l’anello, e lui che, con mossa velocissima, tira indietro la mano e fa venire avanti un altro, per ricevere lo stesso trattamento, come in un film di Ridolini. Che bello! Un papa che si preoccupa a tal punto della salute dei fedeli! Commovente! Così come è commovente il suo cardinale elemosiniere, Krajewski, il quale, tondetto e non più giovanissimo, audacemente, spericolatamente, si cala nel pozzetto di una centralina dell’elettricità condominiale per rompere i sigilli e ripristinare la corrente in un condominio che è rimasto senza luce e senza energia elettrica. Certo, c’è il piccolo dettaglio che tutta quella gente, organizzata in una specie di collettivo, da sei anni non paga né affitto, né bollette; e che le bollette dell’energia, per un totale di 320.000 euro, qualcuno le dovrà pagare, non si sa bene chi. Ma intanto, che emozione vedere il cardinale che s’improvvisa Robin Hood e restituisce la corrente a centinaia di famiglie disagiate! Talmente disagiate che pagano la pigione agli organizzatori di eventi illegali, di spettacoli esentasse, con incassi di migliaia di euro; e talmente disperati, per la mancanza della luce, da predicare e praticare, da anni, la linea dura secondo la quale le case sono di chi le occupa, mica di chi è stato tanto fesso da comprarle o prenderle in affitto, pagando regolarmente sia le tasse immobiliari, sia le bollette dei servizi pubblici, sia le rate condominali. Eh, no: quelle sono cose che si addicono ai musi lunghi, alle facce da cetriolo, ai signori e signore piagnisteo, alle vecchie mummie attaccate alla dottrina, per usare solo alcuni dei più gentili epiteti che il signore biancovestito distribuisce giornalmente, da sei anni, ai cattolici che non apprezzano la sua rivoluzione postconciliare; perché quando è in vena, e non si tiene proprio, passa senz’atro ad apostrofarli con maggiore energia, per esempio chiamando cani selvaggi quelli che si permettono di criticarlo, o anche solo di rispondere al dossier Viganò, che lo accusa di essere un emerito bugiardo e un protettore di cardinali pervertiti e abusatori seriali di minorenni.




Bergoglio saluta il suo cardinale elemosiniere, Krajewski in missione speciale? Per l’impostore argentino “Le case sono di chi le occupa”, mica di chi è stato tanto fesso da comprarle o prenderle in affitto, pagando regolarmente sia le tasse immobiliari, sia le bollette dei servizi pubblici, sia le rate condominali!


Il signore argentino ha scelto, fin dall’inizio, la strada più facile perché pienamente in accordo con lo spirito del nostro tempo: ha scelto di buttare nel cestino la Tradizione, di svilire al massimo la liturgia, di stravolgere la dottrina e di trasformare la pastorale in una incessante opera di demagogia pubblicitaria.
Ha fatto male i suoi conti, però. Ha pensato che si potesse non solo imbrogliare i fedeli, ma anche indurli a suicidarsi moralmente, a forza di moine, di sorrisi e ammiccamenti. Non ha pensato che predicare tutti i santi giorni a favore dell’immigrazione, che sfruttare l’altare perfino a Natale e Pasqua per scodellare agli italiani sermoni ossessivi sui migranti, pretendere che Gesù, Giuseppe e Maria fossero anche loro dei migranti, pur di far entrare nella testa della gente che migrante è bello e che accogliere i migranti è come accogliere Cristo, sempre e comunque, in qualsiasi quantità e sotto qualunque pretesto, compresi delinquenti di professione e terroristi in vena di stragi, avrebbe, alla fine, stancato.
O forse lo aveva messo in conto, ma non gliene importava: perché il signore vestito di bianco non è che una pedina, una misera pedina della massoneria ecclesiastica, eletto proprio per la sua nullità teologia, per la sua inconsistenza spirituale, per la sua totale ignoranza e incomprensione dell’ABC del cristianesimo. Lo hanno messo lì per distruggere, mica per costruire. E che la gente, prima o poi, avrebbe mangiato la foglia, era nell’ordine delle cose: perché quelli che gli danno gli ordini sono persone intelligenti, a differenza di lui, che è solamente un piccolo narciso gonfio di se stesso oltre qualsiasi limite della decenza e della patologia quotidiana, un vero caso clinico.
Lui ama solo se stesso: non gl’importa nulla della Chiesa, dei credenti e neppure dei migranti. Questo almeno ha iniziato ad esser chiaro; di certo lo è stato per tutti quei cattolici che, fra un Salvini “scomunicato” e un papa simpaticone, gigione, ridanciano e misericordioso, hanno preferito accordare la loro di fiducia al primo e non al secondo, proprio in quanto cattolici, oltre che in quanto cittadini italiani. Hanno capito da che parte stanno i valori cristiani e si sono regolati di conseguenza.




Trombati delle elezioni del 26 maggio! Bergoglio mentre scambia effusioni con la signora Emma Bonino, abortista praticante e fedelissima di Soros!


La signora Bonino è stata trombata per l’ennesima volta: nonostante i massicci finanziamenti di George Soros e nonostante l’amicizia e la sponsorizzazione della contro-chiesa, che è arrivata fino al punto di chiamarla in cattedra per tenere lezioni ai cattolici (lei!) sui migranti, non è giunta alla soglia del quattro per cento e così, ancora una volta, non avrà neppure un parlamentare a Bruxelles. Il suo progetto di Più Europa è stato sonoramente bocciato dagli italiani: altro che più Europa, da questa Europa bisogna uscire, perché è diventata la prigione e fra poco sarà la tomba dei popoli europei, della loro civiltà, del loro futuro, per non parlare della loro fede religiosa.
Ma il vero sconfitto, il vero trombato, è lui, il sinistro signore vestito di bianco, dallo sguardo torbido e bieco, che ride tanto ma ha disgustato i credenti, ha nauseato gli italiani. Pur di scusare gli atroci delitti della mafia nigeriana è arrivato a insultare tutto il popolo italiano, rimproverandolo di aver inventato la mafia e di averne l’esclusiva mondiale. Pur di negare che un terrorismo islamico esiste, è arrivato a dire che anche da noi ci sono uomini che ammazzano la moglie o la suocera. Pur di dare ragione a Lutero, ha autorizzato i luterani a far la Comunione durante la santa Messa cattolica; e pur di compiacere i rabbini, ai quali ha baciato devotamente l’anello, ha ribadito che per loro non vi è la necessità di convertirsi perché gli Ebrei non sono mica come tutti, sono il popolo eletto e continuano a esserlo.
Sarà, si vede che Gesù è venuto sulla terra ed è morto in croce per passatempo: tanto, cosa è cambiato?




  Gli italiani hanno perfettamente capito quale sia, oggi, la posta in gioco: la loro identità, e quindi la loro possibilità di sopravvivenza. Hanno capito che dando fiducia a Bergoglio e ai suoi vescovi, i quali spudoratamente, fino all’ultimo, hanno fatto campagna elettorale a favore dei partiti progressisti, pro-aborto, pro-gay e pro-eutanasia, nonché pro-migranti e pro-islam, avrebbero detto sì al suicidio che il cattolicesimo sta facendo, da quando ha preso tale direzione!


Siamo ancora all’Antico Testamento, Yahwé è il vero Dio quanto il Dio di Gesù Cristo. Del resto, cosa sono questi dettagli teologici, queste rigidità dottrinali? Non è questo il vero spirito del Vangelo: non ha forse Dio voluto, nella sua infinta saggezza, la coesistenza delle diverse religioni, tutte a loro modo belle, buone e vere?
Ecco: è anche quest’idea del Vangelo che i cattolici hanno bocciato col voto del 26 maggio. Hanno bocciato un falso papa che dice tali enormità, hanno detto basta alle sue scandalose tirate contro la fede dei loro padri. La grande sconfitta è stata la massoneria ecclesiastica. Credeva d’aver già vinto la partita e invece si trova quasi al punto di partenza. I cattolici si stanno svegliando, stanno cominciando a capire l’atroce inganno di cui sono stati vittime, ad aprire gli occhi e a comprendere che razza d’individuo è stato innalzato alla dignità di vicario di Cristo. Ripensano ai suoi gesti, il bacio al Corano, e ai suoi gesti mancati, le non genuflessioni davanti all’Altissimo e le non benedizioni alla folla; alle sue parole contro la Santissima Trinità, contro il Signore Gesù, e provano, sì, delle forti emozioni, ma non quelle che la massoneria ecclesiastica aveva programmato: un crescente disgusto verso un clero che non parla mai di Dio, dell’anima, della vita eterna, ma sempre e solo di migranti, di politica e cose di quaggiù.




maggio 2019
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