NOTIZIE DA STRADA

La Fraternità dice NO a Roma?


La notizia, di ieri 14 luglio 2012, è di quelle raccolte per strada su internet, dove ovviamente circola di tutto. Per di più la fonte principale è un giornale spagnolo ultraliberale che potrebbe avere interesse a diffondere inesattezze, com'è nello spirito dei modernisti areligiosi e religiosi, chierici e laici.
I modernisti cattolici, annidati in Vaticano, hanno brigato in mille modi per impedire il legittimo riconoscimento canonico della Fraternità San Pio X e anche il Papa ha fatto la sua parte con le ultime nomine alla Congregazione per la Dottrina della Fede (si veda la nostra nota su queste nomine).

Ieri la Fraternità ha diramato un comunicato per annunciare la chiusura del Capitolo generale svoltosi a Ecône dal 9 al 14 luglio. Il comunicato non fa cenno alla eventualità che si possa conoscere subito la decisione del Capitolo, si limita ad indicare il prossimo invio di una risposta a Roma, della quale sarà data notizia dopo l'invio. Secondo il tenore del comunicato i tempi non potranno essere brevissimi. Data l'importanza dell'argomento, si aspetta anche una apposita intervista di Mons. Fellay, se non un suo articolato intervento.

In ogni caso, notizie così importanti, per essere seriamente considerate, devono provenire dalle fonti ufficiali. Fino al pronunciamento di queste ultime, quindi, la “notizia da strada” che riportiamo dev'essere letta col beneficio d'inventario, senza che questo possa togliere niente alla valenza “da atmosfera” che essa lascia intravedere. L'unica giustificazione che si può addurre è la chiamata in causa del Superiore delle case autonome di Spagna e Portogallo, il Rev. Don Juan Maria de Montagut Puertollano, residente a Madrid, ma anche questo aspetto suscita perplessità, se non altro per l'inesatteza del nome del Superiore, che in Spagna non può essere considerata come una cosa da poco, senza contare che l'ultima parte del breve articolo contiene una notizia quanto mai improbabile, sia per il plurale usato, il giornalista non si riferisce più al solo Superiore locale, sia per la supposta tempestività di un comunicato del genere, contenente “ragioni e circostanze” del rifiuto, sia anche per la contraddizione con il coevo comunicato ufficiale della Fraternità che annuncia la pubblicazione della decisione presa “dopo” l'invio della stessa a Roma.

Aspettiamo quindi di vedere come sono andate realmente le cose.



Non sono disposti ad accettare il Concilio Vaticano II con i suoi “errori”


I lefebvriani annunceranno domani che dicono “no” a Roma

Sono grati al Vaticano per l'avvicinamento e la possibilità di dialogo che ha dato loro

José Manuel Vidal, 14 luglio 2012, alle 21, 02

Non si torna a Roma. Il superiore dei lefebvriani di Spagna e Portogallo, Juan Maria Montagut, comunicherà ai fedeli, dopo la messa delle 11, che la gerarchia della FSSPX, riunita a Ecône, ha deciso di dire “no” al Vaticano.
I seguaci di Marcel Lefebvre non tornano nel consesso romano. Fondamentalmente, perché non sono disposti ad accettare il Concilio Vaticano II con tutti i suoi eccessi.
Il Vaticano, tramite il prefetto per la Dottrina della Fede, cardinale Levada, aveva chiesto loro “la piena accettazione del Concilio”. E i lefebvriani non sono disposti a rientrare a questa condizione. Essi credono che accettare il Concilio significherebbe accettare i suoi errori che, secondo loro, si concentrano specialmente nei capitoli su “libertà religiosa, ecumenismo e conciliarismo”.
La decisione della gerarchia è stata un bene per i seguaci dei lefebvriani, che non vedevano di buon occhio un ritorno a Roma subordinato all’accettazione del Concilio, al quale rimproverano gran parte dei mali della Chiesa di oggi. Sì, sono grati a Roma per l’avvicinamento e la possibilità che ha dato loro di poter esporre i proprii punti di vista dottrinali.
Domani, i superiori territoriali della FSSPX leggeranno il comunicato nel quale esporranno le ragioni e le circostanze del loro rifiuto di tornare a Roma e reintegrarsi nella Chiesa cattolica.





luglio 2012

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