Miti della neochiesa


di Elia


Articolo pubblicato il 22 giugno sul sito dell'Autore

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Preliminarmente, ribadisco ancora una volta che con il termine neochiesa non intendo una sorta di Chiesa deviata da cui bisognerebbe uscire per garantirsi la salvezza, ma una rete di potere che come un cancro è giunta fino ad occupare i vertici della Chiesa terrena, la quale rimane comunque una e indefettibile.
Estirpare le metastasi di tale tumore è un’impresa possibile solo a Dio, mentre il nostro compito è quello di rimanerne esenti con l’aiuto della Sua grazia. Ogni analogia è pertinente per un aspetto, ma non per tutti: contrariamente a un organismo fisico, il Corpo Mistico non può essere sopraffatto dalla malattia, dato che dipende dalla volontà di ogni singola cellula l’esserne contagiata o meno. Sul piano soprannaturale è possibile che le membra sane si preservino con la propria scelta di rimanere fedeli alla verità, mentre quelle corrotte, semplicemente, si tagliano fuori da sé e in tale condizione rimangono finché non si convertano.

La proliferazione di cellule cancerose, nel nostro caso, è causata da alcune narrazioni mitiche che distorcono, oltre alla fede, anche il pensiero. Non posso evidentemente passarle in rassegna tutte, ma mi soffermo soltanto su qualcuna di esse, riemersa nell’attualità più recente.
Un discorso a parte meriterebbe la saga dei cambiamenti climatici, che la Santa Sede sembra aver assunto come nuova rivelazione divina. Non essendo un esperto, mi limito ad osservare che variazioni della temperatura globale del pianeta si sono sempre verificate nel corso della storia (come testimonia, per esempio, la scoperta di una strada romana sotto il ghiacciaio del Monte Rosa), mentre il dissesto delle stagioni cui stiamo assistendo può essere sì causato dall’uomo, ma non tanto dall’inquinamento (che vi incide in misura irrisoria), quanto piuttosto da manipolazioni del clima con cui si riesce, al giorno d’oggi, a provocare sia le siccità che le inondazioni. Come chiamarla?… Mistificazione?

Se a molti il discorso delle scie chimiche pare una favola da complottisti, chiunque può osservare come, da qualche anno, i cieli europei presentino spesso l’aspetto di un reticolato disegnato dalla circolazione aerea e come regolarmente, in questi casi, si coprano di nubi nel giro di un’ora o due, per poi rovesciare improvvisi e rovinosi nubifragi. Ondate di caldo o di freddo sono previste con un anticipo così ampio e un allarmismo talmente precoce da parere quantomeno sospetti.
Nulla di più efficace di quotidiani e pesanti disagi climatici per convincere la gente che la causa delle migrazioni siamo noi e che sulla Terra, in ogni caso, siamo troppi; bisogna quindi assolutamente contenere la crescita demografica con i noti rimedi (contraccezione, aborto, sterilizzazione, modifica del naturale orientamento sessuale…). Se il più noto teorico della riduzione della popolazione, il neomalthusiano Jeffrey Sachs, diventa ospite fisso delle conferenze vaticane sull’ecologia, è segno evidente che l’oligarchia politico-finanziaria che persegue la nostra estinzione è ormai di casa anche nel cuore del governo della Chiesa Cattolica.

L’imposizione culturale dell’omosessualismo, sempre più invasiva e aggressiva, si spiega anche alla luce di queste manovre: gli atti contro natura sono evidentemente sterili, come dimostra proprio l’abusiva pretesa dell’adozione da parte di coppie sodomitiche e la degradante pratica dell’utero in affitto. Anche qui, tuttavia, siamo di fronte a un mito: come dimostra la genetica, non esiste un gene della cosiddetta omosessualità (termine in sé contraddittorio, visto che la sessualità implica per sua natura l’alterità dei soggetti). A parte rare anomalie, che rimangono eccezioni e non possono mai assurgere a regola, quando non si tratti di mera lussuria spinta all’estremo abbiamo a che fare o con forme di immaturità affettiva (fissazione nella fase prepuberale) o con disagi nella percezione della propria identità sessuale, fenomeni generalmente riconducibili a traumi o carenze dell’infanzia e oggi egregiamente curabili.

Invece il cardinal Becciu, responsabile delle cause dei Santi (!), a quanto pare è convinto che esista realmente quella categoria di persone che è identificata dalla “cultura” dominante con un termine inglese – del tutto inappropriato sulle labbra di un ecclesiastico – che significa allegro (sebbene le relative abitudini non abbiano proprio nulla di gioioso). Nel caso che un chierico ne faccia parte, ciò non pone per lui alcun problema, purché il soggetto rispetti il voto di castità. Occorrerebbe anzitutto rammentare all’eminentissimo che il clero secolare, pur essendo obbligato alla continenza perpetua e all’obbedienza, non emette alcun voto; ma, a parte tali dettagli secondari, le sue affermazioni suscitano in noi una serie di domande.
Come può esser casto chi, in un clima di impunità pressoché assoluta, pratica il vizio per ostinata e incorreggibile scelta? Certi ecclesiastici non voglion proprio apprender la lezione di decenni di scandali gravissimi? Chi invece soffre di un disturbo dell’orientamento sessuale, lo si deve forse lasciare da solo alle prese con il suo problema, quando invece potrebbe essere efficacemente aiutato a superarlo o a conviverci meglio?

Il mito dell’omosessualità è connesso a quello della bontà naturale degli istinti primordiali, i quali, secondo la più avanzata psicanalisi (risalente a mezzo secolo fa, quando questi illuminati Pastori si son formati) non andrebbero mai repressi, ma liberatoriamente esplicitati.
Nel cervello deviato di un pederasta radicale l’idea può pure starci, un po’ meno in quello di un uomo di Chiesa, sebbene fosse suo amico… Di primordiale, in quegli istinti, c’è solo il peccato originale; il resto è manipolazione mentale per indurre alla perversione.
Ad ogni modo, l’antesignano remoto di quest’altra favola è quel genio francese che teorizzò il modello del buon selvaggio e l’educazione come decostruzione degli stereotipi socio-culturali. Nel salotto del brillante Rousseau, evidentemente, non eran giunte notizie di gesuiti fatti a pezzi, in Amazzonia, da indigeni poi passati a più miti consigli solo con la conversione al cattolicesimo, così come, nell’universo intellettuale di certi prelati, non sono ancora pervenuti i racconti dei missionari (per lo più protestanti) massacrati da Indios che passano la vita a sterminarsi tra tribù rivali, al punto che raramente arrivano a diventare nonni…

Nei gruppi più calmi – come testimoniato da missionari cattolici, che però, per rispetto della loro civiltà, si son ben guardati dal correggerli – si pratica la sodomia per gioco.
E pensare che da noi, in Europa, solo da pochissimi anni abbiamo capito che i bambini devono esservi avviati fin dall’asilo per poter prendere confidenza con il proprio corpo e abbattere le barriere relazionali!
Sarà forse per questo che lo strumento di lavoro dell’imminente sinodo amazzonico raccomanda ardentemente l’ascolto delle culture indigene, dalle quali avremmo tanto da imparare… Secondo colui che lo presiederà, d’altronde, è nella base della Chiesa che Dio parla, non certo tramite i suoi Pastori, la cui vera funzione – a giudicare dal caso Maradiaga – è fare affari con i potenti del mondo e stare perennemente in viaggio, così da poter intascare, visti i magri proventi delle loro attività, lautissimi “rimborsi-spese”… malgrado il rischio di esser linciati dalla folla all’aeroporto.

Ma il popolo, secondo l’acuto pensiero dell’uomo venuto dalla fine del mondo, non è una categoria logica (francamente, non mi era mai passato per la testa), bensì una categoria mitica. In effetti, essa non esiste se non nella sua mente; è per l’appunto l’ennesimo mito, forse quello più generale e onnicomprensivo.
A difesa del popolo affamato e sofferente, il bianco padre ha di nuovo ricevuto, pochi giorni fa, i responsabili delle multinazionali del petrolio per invitarli ad un’azione determinata a favore di una transizione energetica radicale, dato che, nel giro di un decennio, il riscaldamento globale provocato dall’uomo avrà effetti catastrofici. Strabiliante carisma profetico… a vantaggio di quel capitalismo agonizzante che, da una parte, cerca nuove fonti di profitto nelle cosiddette energie rinnovabili e, dall’altra, vuole imporcele sistematicamente per renderci ancor più dipendenti dal nuovo ordine stabilito dalla speculazione finanziaria, di cui l’uomo di Santa Marta, a quanto pare, è un alacre agente (Settore Propaganda e Controllo Mentale).

Un manipolatore narcisista a livello patologico può essere a sua volta facilmente manipolato da chi fa leva sul suo disturbo per ottenerne ciò che vuole, specie se alla patologia si son sommate sedute di psicanalisi, “benedizioni” impartite da predicatori pentecostali e riti sciamanici eseguiti da streghe andine… Tra naturale e preternaturale, tra follia e infestazione, un miscuglio davvero esplosivo!
Per chi ha voluto trasformare la Santa Sede in una sorta di agenzia delle Nazioni Unite, è proprio il personaggio ideale, analogo a certi capi di Stato e di governo tirati fuori dal cappello: Gallia docet. Il pueblo (quello reale), se non si sottomette al programma, va preso a manganellate e innaffiato di sostanze psicotrope dagli effetti non verificati sul cervello.
Nel caso dell’Italia, per ora, si limitano a tenerci sotto pressione con la minaccia di una procedura di infrazione, ma se continuiamo a votare male sono intenzionati a far cadere il governo e a nominare qualcuno che ci strangoli, fino al punto di imporci ipoteche finanche sulla prima casa…

In conclusione, so bene che qualche lettore interpreterà ancora la mia raccomandazione come un incitamento a ritirarsi dalla lotta attiva per rifugiarsi in un comodo quietismo, ma non importa: se non preghiamo di più, finiremo nel tritacarne della finanza speculativa, felici di farlo per salvare il pianeta. Con uno sguardo soprannaturale, invece, sappiamo dalla nostra Madre celeste che il Signore è perfettamente in grado di rovesciare i potenti dai troni – compresa la banda di imbroglioni che ha occupato il Vaticano. Dobbiamo tuttavia meritare di essere soccorsi: la preghiera ha ben poca efficacia se non si accompagna alla penitenza e all’innocenza di vita. Digiuni, veglie e privazioni rendono lo spirito leggero e perspicace, così che possa agevolmente individuare i miti fasulli che ci schiavizzano mentalmente e sul piano pratico, onde respingerli con decisione e lasciar dilagare, al loro posto, la luce radiosa della verità, riconosciuta dalla retta ragione e dalla retta fede.

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3017_Blondet_Bergoglio_e_programmato.html






giugno 2019
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