Un commento a caldo,
finalmente è possibile!


Commento a caldo dopo la pubblicazione della Dichiarazione del Capitolo generale della Fraternità San Pio X - del 19 luglio 2012

Nostra nota

L'amico Bongi, com'è sua indole, si esprime con sincerità e calore, c'è poco da dire sulle sue sincere considerazioni. Purtroppo però questa vicenda della regolarizzazione canonica della Fraternità, ha finito con l'indurre i fedeli a “prendere partito”, cosa che è molto umana, ma che sarebbe stato meglio evitare, almeno fino alla conclusione delle trattative con Roma.
Accade quindi che, per una parte, quelli che stanno dall'altra parte sono i cattivi, e l'Autore non riesce ad evitare questa trappola: chi era ed è per l'accordo: è buono e cattolico, chi era ed è contro l'accordo: è cattivo e non cattolico.
A seguire questo apparente rigoroso ragionamento, ci sembra di poter dire, in contrasto con l'Autore, che non è esatto che ne escano male il Papa e il Vaticano… anzi… secondo noi sono proprio loro che ne escono bene, ovviamente dal loro punto di vista: è da quarant'anni che il Vaticano lavora con ogni mezzo per dividere il mondo tradizionale ed affossare la resistenza dei cattolici fedeli alla Tradizione… ebbene… proprio leggendo questo “commento a caldo” si capisce che Roma è riuscita ancora una volta a seminare la zizzania.
Sono constatazioni come questa che ci inducono a considerare che ormai la pasta è avariata e sarebbe inutile, e perfino imprudente, metterci dentro del lievito… se per disgrazia esso dovesse fermentare, ne potrebbero venire fuori pagnotte avvelenate.

Grazie a Dio, la cosa non finisce qui…


di Marco Bongi

Ed ora, finalmente, per quanto possano esserlo le vicende umane, un punto fermo è stato posto. La logorante e difficilissima vicenda della possibile regolarizzazione della FSSPX è giunta ad una situazione di apparente stallo. Abbiamo taciuto e pregato fino ad oggi ma forse adesso è possibile formulare qualche semplice  considerazione, senza temere di turbare equilibri delicatissimi.

Chi ha vinto? Chi ha perso? Non sono questi evidentemente i punti che possono interessare il semplice fedele cattolico. Abbiamo tuttavia assistito ad una serie di avvenimenti, prolungatisi per circa un anno. Impossibile non osservare, impossibile non farsi, con tutti i limiti dovuti al fatto che molti elementi del "puzle" rimangono ignoti, una opinione.
E' legittimo, credo, pensare visto che il dono della ragione ci è stato dato dal Creatore. 

Ebbene... Chi esce meglio da questa interminabile vicenda quasi surreale?
Secondo me non ci sono dubbi: il Superiore Generale della FSSPX, mons. Bernard Fellay.
So che molti lettori non concorderanno con questa mia valutazione. Per questo cercherò di motivarla.

Nessuno potrà infatti accusare mons. Fellay di scarso senso della "romanità". Egli ha mostrato un amore verso il Papa e la Chiesa davvero commovente. Ha messo addirittura a rischio l'unità della Fraternità e, da un punto di vista cattolico, ciò è giusto. Conta ben di più la Chiesa universale che una piccola congregazione religiosa.   Fino a quando non gli è stato chiesto esplicitamente di sacrificare qualche contenuto di Fede, egli giustamente ha creduto, ha sperato, è andato avanti. Ripeto infatti quanto avevo già scritto in un mio articolo precedente: se il Papa, anche se non siamo sicuri della Sua Fede personale, lo può essere del resto solo Dio, mi chiede aiuto ed obbedienza, senza pretendere nulla di falso o cattivo, io ho il dovere morale di obbedire.

Dicendo ciò non intendo assolutamente affermare che il Papa abbia sempre ragione e non mi voglio, in alcun modo, mescolare a quei "conservatori" conciliaristi o papolatri. Esistono criteri oggettivi e possibilità reali per distinguere cosa sia e dove stia l'autentica Tradizione Cattolica.  Se comunque le autorità romane non avessero chiesto alcun sacrificio su punti di Fede, rimango convinto che la regolarizzazione andava doverosamente accettata.

Ma così non è evidentemente andata... Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi! Il voltafaccia del 13 giugno probabilmente deve aver fatto riflettere molto anche mons. Fellay. Un segno della Provvidenza! Cosa è veramente successo?

Ovviamente non lo sappiamo nei dettagli e probabilmente non lo sapremo mai. La lettura più convincente, almeno per ora, ci fa pensare ad un Benedetto XVI fortemente condizionato, qualcuno si spinge addirittura ad usare il termine "ricattato".
Certo le possibilità rimangono sostanzialmente due ed entrambe assai preoccupanti: o il Papa la pensa come i suoi collaboratori della SC della Dotrina della Fede, ed allora effettivamente tutta la vicenda si riduce ad una tentata trappola, oppure, non mi sembra un peccato affermarlo, il Papa si è mostrato debole. Ce ne sono stati tanti di Pontefici deboli nella storia della Chiesa. ci sono stati e ce ne saranno..., a cominciare da quel Clemente XIV che cedette alle pressioni politiche e sciolse la Compagnia di Gesù.   

Ne escono male dunque il Papa e il Vaticano ma, per amore della Verità, bisogna anche ammettere che non hanno fatto una gran bella figura i cosiddetti "dissidenti" interni della FSSPX. Essi certamente appaiono, insieme ai progressisti ed ai conservatori, i vincitori della guerra.
Ma le loro argomentazioni avanzate, fin dall'inizio, sono apparse pretestuose e basate su pregiudizi che non sono mai stati pienamente motivati, se non con argomentazioni prettamente umane.
La metafora di mons. Williamson, ad esempio, dell'innesto di un ramo sano su un albero malato, avrà forse un valore in botanica, ma non appare molto evangelica: il Vangelo infatti preferisce parlare di "lievito" che fa crescere la pasta e di sale che da sapore ai cibi ovvero... di piccole quantità di bene che possono cambiare il senso della storia.  Anche Galileo Galilei del resto, aveva avuto una buona intuizione sull'eliocentrismo, peccato che le sue argomentazioni, basate sul fenomeno delle maree, erano completamente errate. 
I dissidenti dunque sono partiti immediatamente con un rifiuto aprioristico che non dimostra spirito autenticamente cattolico.
C'è infatti chi dice sempre "si si, si si" e chi, come questi ultimi "no no, no no". Ma il Vangelo ci chiede invece di saper discernere e dire "SI SI, NO NO". Così, almeno mi sembra, abbia fatto mons. Fellay e di ciò bisogna sinceramente rendergli merito.

Marco BONGI  




luglio 2012

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