Legittimo quesito
(alla Santa Sede e alla Fraternità San Pio X)

di Un Fedele


Pubblichiamo una lettera pervenutaci da parte di un fedele e la risposta da noi data. L'interrogativo posto è stato avanzato da diversi altri amici e questo ci ha convinti a renderlo pubblico, certi dell'interesse generale che riveste.


Spett.le Redazione,

vi prego di darmi il vostro parere sul seguente interrogativo che mi sono posto in questi giorni.
Sono un fedele ancora abbastanza giovane, ho 42 anni. Da alcuni anni mi sono avvicinato alla Tradizione. In questo ultimo anno ho seguito la questione del rientro della Fraternità San Pio X nella Chiesa. Dalle diverse cose che ho lette, ho cercato di farmi un’idea delle posizioni della Fraternità e del Vaticano, ma vi confesso che molti punti non li ho capiti.
Allora mi sono detto.
Si sono svolte le discussioni teologiche tra i teologi della Fraternità e quelli della Congregazione per la Dottrina della Fede. Si è saputo che queste discussioni sono state registrate per formare una documentazione. Queste discussioni sono già finite da più di un anno.
Non sarebbe la cosa migliore se questi documenti fossero pubblicati, così che ognuno possa rendersi conto delle posizioni di Roma e della Fraternità?
Secondo voi, non sarebbe una buona cosa anche per coloro che non conoscono bene il problema e che così potrebbero rendersi conto di che cosa si stia parlando da diversi anni?

Spero che vogliate rispondermi.
Vi ringrazio in anticipo.

LIC

Lettera firmata


LA NOSTRA RISPOSTA


Egregio Sig.…

Prima di rispondere direttamente al suo quesito, è opportuno tenere presente alcuni elementi.

-- I colloqui dottrinali che si sono svolti da ottobre 2009 ad aprile 2011 avevano lo scopo di giungere alla regolarizzazione canonica della Fraternità San Pio X, come espressamente indicato nel decreto di remissione della scomunica dei quattro vescovi della stessa Fraternità, del 21 gennaio 2009.
-- Essi hanno richiesto la pratica della riservatezza, in forza della complessità dei problemi trattati, cioè dei problemi posti da diversi documenti del Concilio Vaticano II in ordine alla loro coerenza con l’insegnamento tradizionale della Chiesa cattolica.
-- Questi stessi colloqui, da prima che si avviassero, hanno prodotto l’avvio di un dibattito teologico non più ristretto ai teologi della Fraternità e dal Vaticano; dibattito che dura ancora oggi e che rischia di protrarsi intorno alle questioni di principio, senza affrontare nello specifico i diversi temi.
-- L’avvio della fase della regolarizzazione canonica della Fraternità, ancora in sospeso intorno al cosiddetto “preambolo dottrinale”, sta ad indicare chiaramente che i colloqui hanno esaurito gli argomenti da dibattere e quindi devono considerarsi conclusi. In questa ottica, viene logicamente meno la necessità della riservatezza, poiché si deve ritenere che ambo le parti abbiano ampiamente ed esaurientemente espresso le rispettive posizioni.
-- Lo svolgimento di questi colloqui ha chiarito che i problemi che sono stati sollevati in questi 40 anni dalla Fraternità erano e sono fondati e bisognosi di un serio approfondimento, e che gli stessi fedeli sentivano e sentono il bisogno di un confronto chiaro e definitivo.
-- Nel contempo, relativamente alla generalità dei fedeli cattolici, questi colloqui hanno permesso di superare definitivamente la vecchia superficiale problematica della disubbidienza, dello scisma, della scomunica, così che oggi sono tanti i fedeli che si chiedono in che cosa veramente consista il disaccordo tra la Fraternità e Roma, tenuto conto che si è reso chiaro che si tratta di problemi dottrinali.

Fatte queste premesse, possiamo risponderLe che, non solo riteniamo legittimo il suo quesito, ma esso ci permette di puntualizzare alcune cose.

Dopo anni di scontro a distanza, la pubblicazione della documentazione relativa al contenuto di questi colloqui, potrebbe aprire una fase di chiarezza, permettendo ai fedeli di farsi un’idea corretta delle questioni in ballo e delle possibili soluzioni.
D’altronde, sia la Fraternità sia il Vaticano non vanno considerati come due parti in contesa, ma come due istituzioni che agiscono per il bene della Chiesa e quindi di tutti i fedeli, ragion per cui sono proprio questi fedeli che hanno il diritto-dovere di potere esaminare questa documentazione, perché possano essere debitamente informati sia della qualità delle due posizioni, sia dello status questionis. Non solo perché possano intervenire secondo quanto impone il loro dovere di stato, ma soprattutto perché possano responsabilmente rendersi conto della condizione dottrinale in cui oggi si trova la Chiesa di Cristo e quindi loro stessi come fedeli di Cristo.

Pubblichiamo quindi il suo quesito e lo giriamo sia alla Santa Sede sia alla Fraternità, perché, chi di dovere, provveda a dare risposta al suo legittimo quesito che è quello di un gran numero di fedeli.






agosto 2012

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