Francesco invita ad obbedire all’ONU


di Belvecchio




In volo dal Mozambico a Roma, 10 settembre 2019


«Vorrei ribadire la Dottrina della Chiesa su questo. Le organizzazioni internazionali, quando noi le riconosciamo e diamo ad esse la capacità di giudicare a livello internazionale – pensiamo al Tribunale Internazionale dell’Aja o alle Nazioni Unite –, quando si pronunciano, se siamo un’unica umanità, dobbiamo obbedire. È vero che non sempre le cose che sembrano giuste per tutta l’umanità saranno giuste per le nostre tasche, ma si deve obbedire alle istituzioni internazionali. Per questo sono state create le Nazioni Unite, sono stati creati i tribunali internazionali, perché quando c’è qualche conflitto interno o fra i Paesi si vada lì per risolverlo come fratelli, come Paesi civili».

Questa risposta, che sembra innocua e a suo modo sensata, rientra in un capitolo oscuro della recente storia del mondo moderno. Essa è derivata dalla domanda di un giornalista delle Isole Mauritius sul volo di ritorno dal Mozambico, il 10 settembre 2019: «Santo Padre, i chagossiani in esilio forzato da cinquant’anni vogliono tornare alla loro terra e le rispettive amministrazioni di Stati Uniti e Regno Unito non permettono che questo accada, nonostante ci sia una risoluzione delle Nazioni Unite del maggio scorso. Come può Lei sostenere la volontà dei chagossiani e aiutare il popolo di Chagos a tornare a casa?».

Ora, dopo la Seconda Guerra Mondiale, che ha sancito la fine di un’epoca nella recente storia del mondo, i vincitori hanno dato vita ad organismi internazionali destinati a dirigere ogni tipo di politica delle varie popolazioni e nazioni, così da avviare e poi giungere ad un unico governo mondiale basato sull’imperativo moderno del rifiuto di Dio e delle Sue leggi. Affermare quindi, come fa Francesco, che bisogna obbedire a tali “istituzioni internazionali”, equivale ad incitare all’obbedienza a qualcosa che è contraria al bene materiale, morale e spirituale dell’uomo. Come questo farebbe parte della “Dottrina della Chiesa”, è una di quelle cose che solo Francesco conosce e spiattella pubblicamente per ridurre a niente l’insegnamento bi-millenario della Chiesa.

Nella Lettera ai Romani, San Paolo insegna:
«Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio» … l’autorità infatti, continua San Paolo, «è al servizio di Dio per il tuo bene» (Rm. XIII, 1-2 e 4).

Questo è l’insegnamento della Chiesa e non quello insinuato da Francesco, così che per riconoscere un’autorità e prestarle obbedienza è necessario che essa derivi da Dio e cioè sia al servizio di Dio per il bene dell’uomo: e il bene dell’uomo corrisponde alla possibilità di vivere una vita terrena che conduca alla dimora celeste, secondo l’insegnamento e i comandamenti di Gesù Cristo, trasmessi dalla Chiesa cattolica.

Chi, in buona fede, può affermare che il Tribunale Internazionale dell’Aja e le Nazioni Unite siano al servizio di Dio per il bene dell’uomo?
Non staremo qui ad elencare tutte le iniziative delle “istituzioni internazionali” chiaramente ispirate da “Mammona” e dalla volontà di annichilire ogni morale naturale e cattolica; iniziative che vengono imposte al mondo intero come flagelli antiumani e anticristiani, i nostri lettori ne sono bene a conoscenza, ci limiteremo a ricordare il fenomeno dell’immigrazione di massa che intende sostituire i popoli europei con nuove popolazioni africane ed orientali per così distruggere quanto rimane in Europa del cristianesimo e sostituirlo con una falsa religione al servizio del Nuovo Ordine Mondiale, anticristiano e antiumano.
E Francesco è ben consapevole di questo, anzi lo sostiene e lo incentiva.

Ora, qualcuno potrebbe far notare che l’affermazione di Francesco attiene alla situazione particolare del Chagos e sarebbe scorretto farne un’affermazione di carattere generale, ma le cose non stanno così, perché l’affermazione in questione ha di per sé una valenza generale ed è perfino in contraddizione con quanto è avvenuto e continua ad avvenire in altre parti del mondo, dove le “risoluzioni” dell’ONU vengono ignorate e contraddette, pensiamo a quello che accade da 70 anni in Palestina, dove l’inventato Stato ebraico continua a fregarsene delle “risoluzioni” dell’ONU e continua a combattere i giusti diritti dei Palestinesi, ridotti in totale stato di sottomissione nonostante siano i legittimi possessori di quelle terre. E quando diciamo Palestinesi abbiamo in vista sia i gruppi di religione islamica sia quelli di religione cristiana.
In quest’ultimo caso, come in altri, non v’è stato alcun pronunciamento della gerarchia ufficiale della Chiesa odierna, anzi non si è esitato a riconoscere l’inventato Stato ebraico, a riprova che le “risoluzioni” dell’ONU valgono per tutti tranne che per gli Stati che detengono i reali poteri del mondo, come USA e Israele. Questi ultimi risultano essere esenti dall’obbedienza alle “istituzioni internazionali”, e forse a buona ragione, perché rappresentano essi stessi l’autorità, quella reale e pratica autorità a cui sottostanno le decantate “istituzioni internazionali”.

Comunque, resta il fatto che Francesco, anche in questo caso, ha ribadito il suo convincimento che non sono la Chiesa e le leggi di Dio a dover guidare il mondo secondo il bene comune, ma sono le “istituzioni internazionali”, ultimamente condensate nel costruendo governo del Nuovo Ordine Mondiale, di cui Francesco ha più volte dimostrato di essere un agente. E in questo ultimo caso egli è arrivato a sostenere, errando volutamente, che tale stato di cose farebbe parte della “Dottrina della Chiesa”.
Certo, della sua chiesa, non certo della Chiesa cattolica, di cui occupa immeritatamente e surrettiziamente il posto di rappresentante ufficiale.





settembre 2019

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