“QUESTA È L’ORA VOSTRA E L’ORA DEL POTERE DELLE TENEBRE”
(LC., XXII, 52)

“Nihil sub sole novi”: ieri come oggi:
“Sinagogae Judaeorum fontes persecutionum”


di Don Curzio Nitoglia


Gli articoli di Don Curzio Nitoglia sono reperibili nel suo sito

Si veda lo “Specchietto riassuntivo” che precede questo articolo.






PRIMA PARTE: AI TEMPI DI GESÙ


UN INTERROGATIVO CHE C’INTRIGA: “L’ORA VOSTRA” (VANGELO SECONDO S. LUCA, XXII, 53)

Leggendo il Vangelo, rimaniamo incuriositi dalla frase pronunciata da Gesù nel Getsemani – alquanto enigmatica, se presa solamente in se stessa – sùbito dopo essere stato tradito da Giuda (1): “Questa è l’ora VOSTRA e l’ora del potere delle tenebre” (Lc., XXII, 53).  

Infatti – dal solo versetto 53 del capitolo XXII di San Luca – non si capisce bene, ci si incuriosisce e si vorrebbe comprendere meglio, a chi si debba attribuire esattamente “l’ora”, che viene detta “VOSTRA” e che viene, quindi, riferita esplicitamente – tramite la congiunzione “ET” – al “potere delle tenebre”: “l’ora VOSTRA E l’ora del potere delle tenebre”, il quale in senso biblico è il potere del diavolo. Ora se il potere è chiaramente attribuito a Satana, la parola “VOSTRA ora” non si sa bene (dal solo versetto 53) a chi vada attribuita con precisione. “L’ora VOSTRA”, di chi esattamente “VOSTRA”? questo è il problema!

Da una parte è chiaro che il “potere delle tenebre” è quello infernale e che “l’ora VOSTRA” è congiunta da Gesù con l’ora “del potere delle tenebre”; invece – dall’altra parte – viene spontaneo chiederci, ma “vostra” di chi? A chi si riferisce esattamente Gesù? Chi sono i padroni di questa “ora”?

Tuttavia San Luca, ci viene in aiuto, premettendo che Gesù, dopo il bacio di Giuda, venne catturato da “i Prìncipi dei Sacerdoti (2), i Capi delle Guardie del Tempio (3) e gli Anziani (4)” (Lc., XXII, 52) per essere condotto davanti al “Sommo Sacerdote (5) e al Sinedrio (6)” (Lc., XXII, 54-71).

I Sommi Sacerdoti, nell’anno in cui venne crocifisso Gesù, erano due, il primo nominato dal Vangelo (Anna) lo era solo praticamente o de facto, ossia era “Sommo Pontefice emerito”; mentre il secondo (Caifa) lo era de jure e in regnante atto. Caifa era il genero di Anna; Gesù venne prima condotto da Anna (Giov., XVIII, 12) e poi da Caifa (Mt., XXVI, 57) e sùbito dopo, nella stessa notte a cavallo tra il Giovedì e il Venerdì, venne istituito il processo contro di Lui davanti a tutto il Sinedrio, riunito sotto il Sommo Sacerdote regnante giuridicamente de jure in quell’anno (Caifa) e alla presenza del suo suocero Anna, che fungeva de facto, come “Sommo Sacerdote emerito” (“niente di nuovo sotto il sole”…) da supervisore e suggeritore di suo genero.

San Matteo nel suo Vangelo (XXVI, 47) scrive che quando arrivò Giuda nel Getsemani per tradire Gesù e farLo arrestare vi era assieme al Proditor “molta folla, con spade e bastoni, mandata dai Principi dei Sacerdoti e dagli Anziani del popolo”.  S. Remigio di Auxerre (citato da S. Tommaso d’Aquino nella sua Catena aurea su Mt., XXVI, 47) commenta che “la grande turba era stata inviata dai Sacerdoti pieni di rancore e d’invidia contro Cristo” (7).

Le cose cominciano, pian piano, a farsi più chiare. Infatti “l’ora VOSTRA” essendo quella “del potere delle tenebre” (Lc., XXII, 53), ossia di Satana; alla luce di quanto scritto dal medesimo Evangelista San Luca, nel versetto 52,  è chiaramente quella di coloro che sono andati ad arrestare Gesù, ossia: “I Prìncipi dei Sacerdoti, i Capitani delle Guardie del Tempio e gli Anziani” (Lc., XXII, 52), che debbono condurre Gesù, dopo averlo arrestato, davanti al “Sommo Sacerdote e al Sinedrio” (Lc., XXII, 52-54) d’Israele. In breve è la “Cupola” dell’establishment giudaico/talmudico – quella che San Giovanni nell’Apocalisse (II, 9; III, 9) chiama la “Sinagoga di Satana”, ossia la “contro-Chiesa” (8)  – che si muove contro Gesù al Getsemani il Giovedì Santo di 2000 anni fa.

In pratica e in concreto, dunque, Satana si serve del Sinedrio, dei Sommi Sacerdoti (Anna e Caifa (9)), dei Sacerdoti del Tempio di Gerusalemme, delle Guardie ebraiche del Tempio con il loro Capitano (non soprattutto dei Romani, come vorrebbe farci credere Hollywood (10), ma anche di loro, i quali – allora – nonostante Roma fosse la prima potenza mondiale, erano “padroni” anche dei Romani: “Nihil sub sole novi / Niente di nuovo sotto il sole”, Qoelet, I, 9) e degli anziani Savi di Sion per mettere in atto il suo piano, colmo di odio e di rabbia (“Odium iramque Judaeorum”. “Sinagogae Judaeorum fontes persecutionum”, TERTULLIANO), contro Gesù. Perciò “l’ora VOSTRA” è quella di Satana e dei suoi ministri (ossia i suoi servitori o strumenti privilegiati, pronti ad eseguire i suoi comandi), che in qual momento erano i Capi (sacerdotali, intellettuali e militari) d’Israele. 


IL VANGELO DI S. GIOVANNI (XIV, 30)
E IL “PRINCIPE DI QUESTO MONDO”


Anche il Vangelo secondo San Giovanni ci viene in soccorso, rivelando che Gesù, il Giovedì Santo, nel Cenacolo dopo l’Ultima Cena, la lavanda dei piedi e il lungo Discorso agli Apostoli (XIII, 1-38; XIV, 1-31); prima ancora di arrivare al Getsemani – ove parlerà della “ora VOSTRA e del potere delle tenebre” (Lc., XXII, 53) – pronuncia la seguente frase: “NON parlerò ancora per MOLTO TEMPO CON VOI: PERCHÉ VIENE il Principe di questo mondo, che però non può nulla contro di Me” (Giov., XIV, 30). Ora è proprio questa frase che ci aiuta a capire sempre meglio il significato dell’espressione “l’ora VOSTRA” del Vangelo secondo Luca (XIV, XXII, 53).

“L’ora” - spiegano i Padri seguìti dagli Esegeti - è un “tempo breve” (similmente ad una sola ora di 60 minuti), che Dio concede ai Giudei per perseguitare, torturare e crocifiggere Gesù (dal Giovedì Santo sera all’alba della Domenica di Risurrezione), quindi “l’ora” è non solo “VOSTRA”, ossia del Giudaismo talmudico; ma anche “del potere delle tenebre”, ossia di Satana, di cui i Giudei increduli sono i ministri o i servi e gli strumenti privilegiati, dei quali egli si serve principalmente per le sue tenebrose trame.


UNA SOLA “ORA” NON UN SECONDO DI PIÙ

Gesù a più riprese aveva parlato della “Sua ora”: “Non è ancora giunta la Mia ora” (Giov., II, 4); “Padre liberami da quest’ora” (Giov., XII, 27); “Padre è giunta l’ora” (Giov., XVII, 1); “Ecco si avvicina l’ora e il Figlio dell’uomo sarà consegnato nelle mani dei peccatori” (Mt., XXVI, 46). Quindi “l’ora del potere delle tenebre e dei Giudei” arriva solo quando Dio lo permette in vista dell’“ora di Gesù”, non un istante prima né uno dopo. Essa durerà tanto quanto Dio ha stabilito per la Redenzione dell’umanità, né più né meno. Perciò non dobbiamo inquietarci, oggi, in questa “ora del potere delle tenebre” e del Giudaismo trionfanti, dacché essa non durerà un solo istante di più di quel che Dio non permetta. Infatti «Gesù è stato consegnato dal Padre: “Egli che non ha risparmiato il Suo unico Figlio, ma Lo ha consegnato per tutti noi” (Rom., VIII, 32). Tuttavia oltre il Padre fu anche Giuda a consegnarLo e anche Satana che entrò in Giuda. Pure i Sacerdoti e gli Anziani Lo consegnarono. Però Dio Lo consegnò per Misericordia, affinché operasse la Redenzione. Gli altri, invece, Lo consegnarono con intenzione perfida: Giuda per Avarizia; i Sacerdoti per Invidia, Satana per Paura che gli strappasse di mano il genere umano» (ORIGENE, Commento a Matteo, 75).


LE GRAVI CONSEGUENZE DI UNA SOLA “ORA” DI PERFIDIA

Inoltre “l’ora del potere delle tenebre” e dei “Capi d’Israele” ebbe allora, come avrà domani una degna ricompensa da parte di Dio. Già il profeta Ezechiele preannunciava che la conseguenza di quell’ora sarebbe stata “meno dura per Sodoma che per te o Gerusalemme” (Ez., XVI, 51). Infatti “durante la Passione di Gesù da parte dei Capi del popolo di Gerusalemme furono commessi peccati peggiori di quelli di Sodoma; giacché essi Gli tesero insidie, tennero consiglio contro di Lui. Quindi occorreva che Gerusalemme fosse distrutta, poiché aveva complottato contro il Creatore dell’Universo ed aveva ucciso i Profeti di Dio e poi il Signore stesso” (ORIGENE, Commento a Matteo, 76). 

Si capisce, dunque, come Gesù abbia detto ai Giudei: “Voi avete per padre il diavolo” (Giov., VIII, 44) (11). Infatti quando si avvicinano – di persona – a Gesù i Capi dei Giudei, cosa dice Cristo agli Apostoli? “Ecco, sta venendo il Principe di questo mondo”, ma egli non viene al Getsemani – di persona – come fece quando Gesù, prima di iniziare il suo Ministero pubblico, si ritirò nel deserto per digiunare (Mt., IV, 2 ss.), tuttavia arriva per interposta persona, ossia attraverso i suoi servi prediletti: i Capi dei Giudei (Sacerdoti, Guardie, Anziani) per condurlo davanti al Sinedrio riunito sotto il Sommo Pontefice regnante (Caiphas), il quale fu coadiuvato, praticamente e ufficiosamente anche se non ufficialmente e giuridicamente, da Anna. A questo proposito S. Giovanni Crisostomo esclama: “Hai visto l’indicibile corruzione dell’operato dei Giudei? Nel fare azioni inique si recano dal Sommo Sacerdote, volendo riceverne il permesso proprio da chi avrebbe dovuto impedirle” (Omelie sul Vangelo di Matteo, 79, 3).

LA TRADIZIONE INTERPRETA LA S. SCRITTURA

Vediamo quello che ci dicono i Padri, i Dottori scolastici, gli Esegeti riconosciuti dalla Chiesa riguardo a questi due versetti “l’ora VOSTRA” (Lc., XXII, 53) e “NON ANCORA PER MOLTO TEMPO parlerò con voi: PERCHÉ VIENE IL PRINCIPE DI QUESTO MONDO” (Giov., XIV, 30).

Cronologicamente, dunque, viene prima la frase di Giovanni (XIV, 30): “Non parlerò ancora per molto tempo con voi: perché viene il Principe di questo mondo”, pronunciata nel Cenacolo, prima di raggiungere il Getsemani.

GLI ESEGETI:
A) PADRE MARCO SALES COMMENTA SAN GIOVANNI


Padre Marco Sales – commentando prima il capitolo XIII del Vangelo di Giovanni – spiega che Gesù dopo aver mangiato l’Ultima Cena con i suoi Apostoli ed aver lavato loro i piedi, predisse il tradimento di Giuda e il triplice rinnegamento di Pietro – e poi  arrivando al capitolo XIV – narra che il Signore fece un lungo discorso d’addio ad essi e quindi commenta la frase che ci interessa: “NON parlerò ANCORA PER MOLTO TEMPO con voi: PERCHÉ VIENE IL PRINCIPE DI QUESTO MONDO, che però non può nulla contro di Me” (Giov., XIV, 30), scrivendo: “L’ora della separazione di Gesù dagli Apostoli è oramai vicina. Egli sta per essere arrestato e poi crocifisso. Ecco che il Principe di questo mondo, ossia Satana (Giov., XII, 31), che istigò Giuda a tradirLo e aizzò gli Scribi e i Farisei a tramare la Sua morte, arriva, sia personalmente al deserto durante il Suo digiuno di 40 giorni (Lc., IV, 13), e giunge anche qui, ma non di persona, però tramite i suoi ministri (Lc., XXII, 52-54), ossia Satana arriva davanti a Gesù per interposta persona, cioè mediante i Prìncipi dei Sacerdoti, i Capitani delle guardie del Tempio e gli Anziani d’Israele” (Commento al Vangelo secondo San Giovanni, Torino, Berruti, 1911; ristampa, Proceno – Viterbo, Effedieffe, 2015, pp. 97-98, nota n. 30).


GLI ESEGETI:
B) PADRE SALES E IL VANGELO DI S. LUCA


Adesso vediamo come padre Marco Sales commenta Luca (XXII, 52-53): “Gesù disse ai Prìncipi dei Sacerdoti, ai Capitani delle guardie del Tempio e agli Anziani: Siete venuti contro Me armati di spade e di bastoni quasi fossi un ladrone. Mentre Io mi incontravo ogni giorno con voi nel Tempio voi non stendeste mai la mano contro di Me; ma questa è l’ora VOSTRA E l’ora del potere delle tenebre”.

Il padre domenicano – prima teologo dogmatico alla Pontificia Università “Angelicum” di Roma e poi esegeta all’Università di Friburgo in Svizzera – scrive: “Parecchi membri del Sinedrio erano presenti alla cattura di Gesù, nel breve tempo (12) durante il quale a loro e al Principe di questo mondo, ossia a Satana, (che si serve di essi, come di ministri della sua rabbia) è permesso da parte di Dio di fare tutto ciò che essi vogliono contro di Lui” (Commento al Vangelo secondo San Luca, Torino, Berruti, 1911; ristampa, Proceno – Viterbo, Effedieffe, 2015, p. 125, nota 52 e 53).

Ci si avvicina, dunque, sempre di più alla piena comprensione del versetto su “l’ora VOSTRA”, che ci aveva colpito e incuriosito sin dall’inizio. Infatti San Luca (XXII, 52-53) prima di aver specificato che “l’ora VOSTRA” è “l’ora del potere delle tenebre”, precisa che il “potere di Satana”, il quale è pur sempre un puro spirito anche se divenuto malvagio, “scorrazza per il mondo a perdizione delle anime” (Leone XIII, Preghiera a San Michele Arcangelo) e si serve in concreto dei “Prìncipi dei Sacerdoti, dei Capitani delle guardie del Tempio e degli Anziani” (XXII, 52-53), quali suoi principali ministri terrestri per agire sull’Umanità di Gesù, non potendo nulla contro la sua Divinità.

Dopo aver visto il Commento di un Teologo ed Esegeta di grosso calibro e abbastanza recente (padre Marco Sales † 1936) al versetto in causa: “L’ora VOSTRA” (Lc., XXII, 52),  approfondiamo la questione andando a leggere ciò che ci insegnano la Patristica latina in  S. Agostino († 430) e la Scolastica in San Tommaso d’Aquino († 1274) su San Giovanni e  la Patristica greca in S. Cirillo d’Alessandria † 444) su il Vangelo di San Luca.


LA PATRISTICA LATINA:
S. AGOSTINO SUL VANGELO DI SAN GIOVANNI


«Chi è il Principe di questo mondo, se non il diavolo? Ma il diavolo non può nulla contro Gesù, perché in Lui non trova assolutamente nessun peccato. Gesù, così, ci insegna che il diavolo è il Principe, non delle creature come vorrebbero i Manichei, ma dei peccatori, chiamati qui con l’espressione di “questo mondo”. Ora tutte le volte che si intende la parola “mondo” in senso cattivo, si riferisce a coloro che amano lo spirito del mondo e le sue tre concupiscenze (l’Orgoglio, l’Avarizia e la Lussuria), dei quali sta scritto: “Chiunque vuol essere amico di questo mondo, si costituisce nemico di Dio” (Giac., IV, 4). Lungi da noi, quindi, il pensare che il diavolo sia il Principe del mondo creato, ossia che eserciti il potere su tutto l’universo mondo, cioè sul cielo e la terra. Infatti il mondo “fu fatto per mezzo del Verbo” (Giov., Prologo, I, 3) ed è sottomesso al Creatore, non all’angelo decaduto; è soggetto al Salvatore, non all’omicida; al Liberatore e Redentore, non a colui che vuol farci suoi schiavi mediante il peccato, perché “chi fa il peccato è schiavo del peccato” (Giov., VIII, 34)» (S. AGOSTINO, Commento al Vangelo di San Giovanni, Roma, Città Nuova, 1965, vol. II, pp. 279-280).

LA SCOLASTICA:
S. TOMMASO D’AQUINO SU SAN GIOVANNI

L’Aquinate, il “Dottore Comune” della Chiesa – che riassume e sublima tutta la Patristica latina e greca – scrive: «Questo Principe, il diavolo, viene incontro a Gesù per perseguitare. Infatti entrò nel cuore di Giuda per indurlo a tradire Gesù; entrò nel cuore dei Giudei per indurli ad uccidere Gesù; ma – dice Gesù – “su di Me non ha nessun potere”. Egli ha un potere reale su di noi solo per il peccato, poiché “Chiunque fa il peccato è schiavo del peccato” (Giov., VIII, 34). Ora in Cristo non c’era nessun peccato» (SAN TOMMASO D’AQUINO, Commento al Vangelo di San Giovanni, Roma, Città Nuova, 1992, III vol. p. 148).

LA PATRISTICA GRECA:
SAN CIRILLO DI ALESSANDRIA SU SAN LUCA


Il Padre alessandrino – vissuto nella prima metà del V secolo – scrive: “L’ora VOSTRA” è “il breve tempo che Dio lascia, per un fine d’amore, all’odio di coloro che erano venuti a prendere Gesù: Capi dei Sacerdoti, Militi del Tempio e Anziani; affinché si compisse l’opera della Redenzione” (S. CIRILLO, Commento a San Luca, Omelia 148).

Il Commento a Luca di S. Cirillo d’Alessandria è molto bello e pertinente. Egli ci insegna, nella sua Omelia 148, che «coloro i quali son venuti a prendere Gesù sono semplici inviati  e ministri di Satana e che “l’ora VOSTRA” passata da Gesù nel Getsemani tra le mani dei Capi dei Giudei, degli Sgherri del Tempio e dei Savi di Sion è “l’ora di Satana e dei suoi ministri principali: i Giudei” (13), ossia “l’ora dell’Impero delle tenebre”, che per permesso divino può scaricare tutto il suo odio e livore contro Gesù» (S. CIRILLO D’ALESSANDRIA, cit., Omelia 148). San Cirillo aggiunge che «Satana ha “solo un’ora” contro Gesù, ossia “poco tempo”, che va dalla Sua morte in Croce (giovedì sera/venerdì Santo alle 15) sino alla Sua Risurrezione (Domenica di Pasqua). Inoltre “quest’ora” è anche il potere dato “per poco tempo”, dal permesso divino, alle Tenebre, ossia a Satana, il quale è totalmente notte e oscurità tenebrosa. In breve Dio ha voluto concedere a Satana, come fece per Giobbe, e ai Giudei in quanto ministri principali di Satana, il potere di insorgere e infierire contro Cristo per poco tempo. Tuttavia i Giudei si sono scavati la fossa da sé per la loro distruzione, che avverrà già su questa terra nel 70, quando i Romani scaveranno un fossato tutt’intorno a Gerusalemme e poi la raderanno al suolo ed infine dopo questa vita, quando saranno giudicati per quello che hanno fatto contro i Profeti, Gesù Cristo e i suoi Apostoli» (S. CIRILLO, Omelia 148). 

Anche Satana si scava la fossa poiché con la morte di Cristo ha finalmente luogo la Redenzione del genere umano. 

*

SECONDA PARTE: AI TEMPI NOSTRI

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“NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE”.
OGGI COME IERI: “ODIUM IRAMQUE JUDAEORUM”



La Chiesa è Cristo continuato nella storia. Ora oggi il mondo si trova dominato dall’odio e dall’ira dei Giudei, 1°) sia nel campo religioso, in cui la Massoneria giudaica chiamata Bené Berìt (“Figli dell’Alleanza”) (14) si è infiltrato negli uomini della Gerarchia ecclesiastica ed ha capovolto la dottrina cristiana sul Giudaismo postbiblico con Nostra aetate e tutti i Documenti postconciliari che ne sono seguiti da Paolo VI sino a Benedetto XVI/papa Francesco; 2°) sia nel campo geopolitico, in cui il Sionismo dopo aver incendiato il Medio Oriente (1948-2003), sta per incendiare letteralmente il mondo intero (2003-2019), col rischio di una Terza Guerra Mondiale nucleare, si pensi al Golfo di Hormuz; 3°) sia nel campo finanziario e governativo, in cui i Rothschild governano dall’Ottocento le banche di tutto il mondo e quindi i governi politici del mondo intero; 4°) sia nel campo etico/sociale, in cui le leggi permissive e trasgressive, progettate dalla Scuola di Francoforte, a partire dal 1968 stanno toccando il loro apice (matrimoni omosessuali, gender, pedofilia, eutanasia, libera droga, “Bibbiano/logìa”…), rendendo il mondo una immensa “Sodoma e Gomorra”.

Di fronte a un male tanto profondo e universalmente diffuso solo Dio Onnipotente può porvi un rimedio, le capacità umane sono limitate e ìmpari; però esso sarà doloroso: “A mali estremi, estremi rimedi”; un cancro non si cura con l’aspirina, ma con l’operazione chirurgica. La Storia Sacra ci viene in aiuto… si pensi al “Diluvio Universale”, avvenuto nei primordi dell’umanità sotto Noè non molto lontano da Adamo ed Eva (Gen., VI, 1-9; VIII, 14 ss.), in cui solo 8 persone si salvarono dalle acque; si ponga mente alla “Torre di Babele” (Gen., XI, 1-9), eretta non molto tempo dopo il Diluvio Universale, ma distrutta da Dio che confuse anche le lingue degli uomini; infine si tenga bene a mente la sorte di “Sodoma” – ai tempi di Abramo, 1900 a. C. circa –  totalmente incenerita, in cui si salvarono solo Lot, le sue due figlie, Abramo e parzialmente la moglie di Lot, che solo per il fatto di essersi voltata a guardare Sodoma venne trasformata da Dio in una “statua di sale” (Gen., XVIII, 16-29; XIX, 15-29) (15) … “Signore, pietà!”.


CONCLUSIONE

È chiaro, quindi, che la parola “VOSTRA” vada riferita (per il tempo di Gesù) ai Capi dei Giudei: i Sommi Sacerdoti Anna e Caifa, i Sacerdoti, le Guardie del Tempio e gli Anziani o i Savi di Sion di allora. Essi sono stati e continuano ad essere i ministri principali del diavolo nella persecuzione piena di odio contro Cristo e la Sua Chiesa.


“Extra shoahm nulla salus?”

Per il tempo nostro essa va riferita al Sionismo e al Giudaismo internazionale, la “contro-Chiesa” o “Sinagoga di Satana” (Apoc. II, 9; III, 9) che ha conquistato, quale “Primo Ministro” di Satana (servito soprattutto dal suo “Primo accolito goy” o “shabbat-goy” preferito: la Massoneria, “ancor oggi carissima a Satana”) il mondo intero, in tutte le sue componenti (religiosa, sociale, geografica, politica, finanziaria, governativa, morale, culturale…), servendosi come di una “clava” (SERGIO ROMANO, Lettera a un amico ebreo, Milano, Longanesi, 1997) della “shoah” (l’unico “super-dogma” che non può essere messo in questione e “fuori del quale” non v’è “salvezza temporale e civile”, venendo messi ai margini della Società civile, ecclesiale ed anche tradizionalista – sino al 2019, ora – con don Davide dopo 36 anni di Schmit&Berger & Fellay – non più Deo gratias – coloro che ne chiedono le prove ragionevoli: “Extra shoahm nulla salus”) per reprimere ogni obiezione, dissenso, protesta e resistenza al dominio mondiale d’Israele.

La Bibbia, già nel Vecchio Testamento, annuncia “l’ora del potere delle tenebre” e del “Giudaismo infedele”. Infatti la S. Scrittura al Libro di Ezechiele ci dice che l’omonimo Profeta venne trasportato in spirito dal soffio di Dio nel Tempio di Gerusalemme: “Figlio dell’uomo alza i tuoi occhi e guarda”, disse il Signore al suo Profeta. Ed il Profeta guardò nel Santuario, la parte più santa del Tempio, e vi vide un idolo, l’idolo della Gelosia. Questo era Baal, la più infame di tutte le divinità fenicie, chiamata così da Dio stesso, ferito al cuore. E davanti a Baal chi stava dunque prostrato? 1°) Il Sacerdozio! sì, una parte del Sacerdozio, alcuni Sacerdoti divenuti apostati! Il Profeta rimase stupefatto. Ma già il soffio di Dio lo trascina in un’altra parte del Tempio: “Figliuolo dell’uomo, apri la muraglia”. Ed attraverso la breccia il Profeta scopre una stanza segreta; e sui muri all’intorno pitture di rettili e di animali dinanzi cui settanta uomini con turiboli in mano li adoravano. Le settanta persone erano 2°) settanta Seniori o Anziani, cioè la classe dirigente presso il popolo ebraico. E la classe dirigente era divenuta apostata. Il Profeta tremava, ma il soffio di Dio ancora lo trasportò in un’altra parte del Tempio: “Figliuolo dell’uomo, volgiti da questa parte e vedrai”. Ed il Profeta vide alcune donne assise per terra che piangevano; ma quello che esse piangevano era il ‘dio’ della voluttà che si diceva morto. Erano 3°) le Vergini Consacrate ad avere apostatato. Ma il soffio di Dio trasportò per la quarta volta il profeta all’ingresso del Tempio: “Figlio dell’uomo hai visto; ma se ti volgerai anche altro vedrai!” E il Profeta, guardando, vide altri 25 uomini vicini al vestibolo che voltavano la schiena al Tempio del Signore ed adoravano il sole. Ora questi venticinque uomini appartenevano al 4°) Popolo d’Israele e così anch’esso voltava la schiena al Tempio del Signore (cfr. Ezechiele, VIII, 3 ss.). Quindi già nel 600 a. C. il Sacerdozio, gli Anziani, le Consacrate e il popolo d’Israele erano lo “strumento di Satana” ed avevano apostatato da Dio. La medesima scena la si rivisse al Getsemani più tardi, ma per di più essa portò al Deicidio da parte del Sommo Sacerdote, dei semplici Sacerdoti, degli Anziani, delle Guardie del Tempio e del popolo d’Israele. 

Come conciliare ciò che ci dice la S. Scrittura, la Tradizione e la Scolastica con quanto farfuglia Nostra aetate? Impossibile. Infatti: 1°) Nostra aetate & Company insegna che a) “l’Antica Alleanza non è stata mai revocata”; b) che il Giudaismo deicida è “ancor oggi carissimo a Dio”; che c) l’Ebraismo talmudico è “fratello maggiore del Cristianesimo nella fede di Abramo”; che d) gli Ebrei non hanno bisogno di Gesù (il Redentore Unico e Universale) per salvarsi.

Invece 2°) il Vangelo secondo San Giovanni (XIV, 30 – XVIII, 3) e secondo San Luca (XXII, 52-53) ci dicono che a) l’Antica Alleanza con Israele è stata revocata poiché esso ha crocifisso il Signore; che b) il Giudaismo postbiblico infedele a Cristo-Dio non può piacere a Dio, il quale “abbandona se prima viene abbandonato / deserit si prius deseratur”; che c) il Giudaismo, in quanto persecutore di Cristo e della Sua Chiesa, è teologicamente il “fratello peggiore dei Cristiani”, come Caino lo fu di Abele; infine che d) anche gli Ebrei hanno bisogno della Redenzione del Signore Gesù per salvarsi, essendo Gesù l’Unico e Universale Redentore (S. TOMMASO D’AQUINO, S. Th., III, qq. 48-49; Concilio di Trento, sessione 5 e 6; DB, 787 ss.). 


Riassumendo

In sole sei brevi frasi, San Paolo, riassume mirabilmente il tutto, rivelando, divinamente ispirato e assistito: “I Giudei 1°) hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i Profeti [del Vecchio Testamento, ndr] e 2°) hanno perseguitato anche noi [Apostoli del Nuovo Testamento, ndr]; 3°) essi non piacciono a Dio e 4°) sono nemici di tutti gli uomini, impedendo a noi di predicare ai Pagani perché possano essere salvati. In tal modo 5°) essi colmano la misura dei loro peccati! Ma 6°) oramai l’ira di Dio è arrivata sul loro capo al colmo” (I Tess., II, 15).

Attenzione la frase succitata è la divina Rivelazione in San Paolo divinamente ispirato e assistito, non sono i “Protocolli dei Savi di Sion”…


Nolite timere pusillus grex: Ego vici Mundum!

Non scoraggiamoci, dunque, “l’ora” è breve (60 minuti). Gesù volle essere tormentato durante questa “brutta ora tenebrosa”. Oggi tocca a noi; ma presto passerà come passò in tre giorni la Passione di Gesù per dar luogo alla Sua Risurrezione e alla Sua Glorificazione eterna. “Un breve soffrire per un eterno gioire” (I Petr., V, 10; Rom., VIII, 18), “passa svelta la scena di questo mondo” (I Cor., VII, 31).

Siamo un “piccolo gregge” (Lc., XII, 13), inviati in questo mondo come “agnelli in mezzo  ai lupi” (Mt., X, 16), il tempo che stiamo vivendo è “l’ora del Giudaismo talmudico e del Potere delle Tenebre”: il male trionfa e Satana regna, ma “non dobbiamo avere paura” (Lc., XII, 13) Gesù ha vinto il diavolo, il Mondo e il Giudaismo trionfando dal legno della Croce: “Regnavit a Ligno Deus!”. “Stat Beata Crux dum volvitur Orbis”, mentre il Mondo passa, la Croce di Cristo permane e Dio ha voluto trionfare proprio sul legno della Croce. 


NOTE

1 - Lc., XXII, 47-48.
2 -  I “Capi-Sacerdoti o Prìncipi dei Sacerdoti, che alcune volte son chiamati semplicemente “Sacerdoti / Pontifices” (Giov., XVIII, 3) oppure “Sacerdoti leviti o figli di Levi” (Deut., IX, 18; XXI, 51; XXIV, 8; XXVII, 9; Is., LXVI, 21; Ier., XXXIII, 18; Ez., XLIII, 19; Esdr., X, 5), erano distinti dal “Sommo Sacerdote”, che era stato scelto inizialmente da Mosè nella persona di suo fratello Aronne per ordine di Dio stesso (Exod., XXVII, 21). Tra i Leviti, Jaweh, scelse la “famiglia d’Aronne” (Num., III, 10), cui assegnò il “Sommo Sacerdozio” ereditario, che passava al solo primogenito, mentre il “Sacerdozio semplice”, anch’esso ereditario, passava agli altri, ossia ai secondogeniti.  Il “Sommo Sacerdozio” sarebbe passato, dunque, al primogenito dei discendenti di Aronne. Il Sommo Sacerdote era il Sacerdote per eccellenza, consacrato e unto con olio. I figli secondogeniti di Aronne e i loro discendenti erano solo “semplici Sacerdoti, Capo-Sacerdoti o Prìncipi dei Sacerdoti. Aspersi semplicemente e benedetti, senza una speciale consacrazione o ordinazione con unzione di olio” (F. SPADAFORA, Dizionario biblico, Roma, Studium, III ed., 1963, pp. 531-533, voce “Sacerdozio del Vecchio Testamento”, a cura di ANTONINO ROMEO). Padre MARCO SALES nel Commento al Vangelo secondo San Giovanni (XXXVI, 3) aggiunge: “I Prìncipi dei Sacerdoti erano i Capi delle 24 famiglie sacerdotali”; Torino, Berruti, 1911; ristampa Proceno – Viterbo, Effedieffe, 2105, p. 133, nota n. 3). L’Abate GIUSEPPE RICCIOTTI specifica che “i Sacerdoti erano raggruppati in 24 classi o famiglie sacerdotali e i Prìncipi dei Sacerdoti erano i Capi di queste 24 famiglie o classi. Infatti ogni famiglia aveva a Capo un Sacerdote da cui prendeva nome; queste famiglie si avvicendavano ogni settimana al servizio del Tempio” (Vita di Gesù Cristo, Milano, Mondadori, V ed., 1974, I vol., p. 59; ristampa, Proceno – Viterbo, Effedieffe, 2018). La medesima spiegazione è data anche da padre SEVERIANO DEL PÀRAMO, Commento al Vangelo secondo Matteo, XXVI, 3 (Roma, Città Nuova, 1970, pp. 369-370, nota 3), il quale tuttavia aggiunge che “secondo altri Autori venivano chiamati Prìncipi dei Sacerdoti anche coloro che erano stati Sommi Sacerdoti in passato”. Cfr. anche GIUSEPPE CACCIATORE diretta da, “Enciclopedia del Sacerdozio”, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1953, Parte II, Capitolo II, Articoli 1-7, voce “Il Sacerdozio di Israele, Vecchio Testamento”, pp. 393-498, a cura di ANTONINO ROMEO; JOSEPH BONSIRVEN, Il Giudaismo palestinese al tempo di Gesù Cristo, Torino, Marietti, 1950, Cap. VI, pp. 84-99.
3 - I “Capitani delle Guardie del Tempio” di Gerusalemme, sono le “Guardie del Tempio” con i loro Capi, Prefetti o Magistrati (cfr. Giov., XVIII, 3), esse erano ben numerose e venivano scelte tra i discendenti di Levi, facenti parte della omonima Tribù ed erano incaricate di fungere da “Polizia”, vegliando sulla pubblica sicurezza e sull’ordine pubblico nel Tempio e, se necessario, anche in Gerusalemme.
4 -   Gli “Anziani”, che rappresentavano l’aristocrazia laica, sono i Savi o i Sapienti di Sion. Una volta l’anzianità era sinonimo di saggezza ed esperienza, ora non più. Infatti – in ambiente politico – si parla di “rottamazione”, di “dolce morte”, ossia di… eutanasia o “suicidio assistito”; mentre – in ambiente ecclesiale – si parla in latino (usato per le materie scabrose) più “elegantemente” di “ingravescentem aetatem / età avanzata, peggiorata, divenuta pesante” (PAOLO VI, Motuproprio Ecclesiae sanctae del 6. VII. 1966), che per i Vescovi inizia a 75 anni, per i Cardinali a 80, per papa Benedetto XVI a 87 anni e si va in pensione, senza arrivare all’eutanasia, “per età… avanzata e pesante”, ritenendo, quindi, implicitamente che l’età avanzata sia mancanza di saggezza.
5 - Il “Sommo Sacerdozio” stava alla vetta della Gerarchia sacerdotale. Il “Sommo Sacerdote” era unto col sacro olio (Exod., XXIX, 29), mentre i semplici Sacerdoti o i Capo-Sacerdoti erano soltanto aspersi e benedetti. Il Sommo Sacerdote aveva la direzione suprema di tutto il personale e del culto del Tempio di Gerusalemme: Sacerdoti, Leviti e Guardie del Tempio (F. SPADAFORA, Dizionario biblico, cit., pp. 574-575, voce “Sommo Sacerdozio” a cura di ANTONINO ROMEO); cfr. anche GIUSEPPE CACCIATORE, “Enciclopedia del Sacerdozio”, Firenze, LEF, 1953, pp. 484-497, voce “Il Sommo Sacerdote” a cura di ANTONINO ROMEO.
6 -  Il “Sinedrio” era il supremo consiglio giudaico per l’amministrazione della giustizia e per le decisioni di carattere politico/religioso. Esso contava 70 membri, oltre e sotto il Sommo Sacerdote, che erano raggruppati in 3 categorie: 1°) il “Sommo Sacerdote” in carica, quelli eventualmente deposti e anche i membri maschi delle loro famiglie; 2°) gli “Anziani”, che rappresentavano l’aristocrazia laica; 3°) gli “Scribi”, che grazie alla loro scienza giuridico/religiosa avrebbero dovuto essere le guide spirituali del popolo fedele. Gli Scribi erano gli studiosi, i maestri e gli interpreti della Legge. Alcuni di essi provenivano dalle classi aristocratiche e soprattutto sacerdotali, ma ve ne erano – anche se pochi – provenienti pure dal laicato e non forzatamente dall’aristocrazia. Essi dovevano possedere necessariamente una profonda inclinazione allo studio per divenire Scribi. A 40 anni, dopo aver terminato gli studi, ricevevano una specie di “ordinazione” tramite una “imposizione” delle mani, ma non tramite la consacrazione con olio e neppure con l’aspersione. Solo allora potevano essere chiamati Saggi ed avevano diritto al titolo di “Rab”, “Rav”, “Rabbi”, ossia “mio Maestro”; normalmente gli Scribi erano Farisei, mentre i Sacerdoti erano Sadducei (F. SPADAFORA, Dizionario biblico, Roma, Studium, III ed., 1963, pp. 569-570, voce “Sinedrio” a cura di ANGELO PENNA; ID., cit., pp. 552-553, voce “Scribi”, a cura di ANGELO PENNA).
7 - San Luca (XXII, 52) e San Giovanni (XVIII, 3) ci parlano – il primo – delle “Guardie del Tempio” e – il secondo – “di “una Coorte con il Tribuno”.
8 -  Lucifero può essere detto una specie di Caporione di una perversa “contro-Chiesa”, che l’Apocalisse (II, 9; III, 9) chiama “Sinagoga di Satana”. Monsignor Pier Carlo Landucci nel suo Commento all’Apocalisse  scrive: «Avendo respinto il Messia, […] i Giudei increduli avevano perduto tutte le promesse [fatte loro da Dio nell’Antico Testamento, ndr], e la loro eredità era passata all’Israele di Dio (Gal., VI, 16), ossia al Vero popolo di Dio che è la Cristianità […] venendo ad essere “figli del diavolo” (Gv., VIII, 44), così da costituire la “Sinagoga di Satana” (Apoc., II, 9; III, 9). Apparisce, dunque, netta la contrapposizione tra la “Sinagoga” rabbinico/talmudica postbiblica, come espressione del Giudaismo nemico di Cristo, e la “Chiesa”, come espressione del Cristianesimo fedele a Cristo […]. Alla “Sinagoga di Satana” si contrappone la “Chiesa”, ossia il Popolo di Dio che è la Cristianità» (P. C. LANDUCCI, Commento all’Apocalisse, Milano, Fabbri, 1967, p. 26). La “Sinagoga di Satana”, perciò, non è soltanto relativa al 90 d. C. circa, quando S. Giovanni scriveva l’Apocalisse e la inviava alle “sette chiese” del suo tempo, ma è la contro-Chiesa demoniaca che combatte – a partire dal peccato originale – il genere umano e la vera Chiesa di Dio sino alla fine del mondo (Gen., III, 15; Apoc., XX-XXII).
9 -   Il vero Sommo Pontefice in carica di quell’anno era Caifa, ma Anna era suo suocero e lo aveva fatto eleggere, mantenendo quindi un certo potere pratico nell’esercizio del Sommo Sacerdozio, essendo una specie di “Sommo Pontefice emerito”. Dunque Gesù è condotto prima da Anna e poi dal genero Caifa. San Giovanni Crisostomo chiosa: “Gli sgherri, i Sacerdoti e gli Anziani Lo conducono là dove Lo aspettavano i Sommi Capi del complotto, per fare ogni cosa con l’accordo del Sommo Pontefice realmente regnante” (S. GIOVANNI CRISOSTOMO, Commento al Vangelo di San Luca, XXII, 52).
10 -  Per essere più esatti nel Vangelo un po’ più in là (Giov., XVIII, 3) si legge che “Giuda ricevette dal Procuratore romano la Coorte, comandata da un Tribuno romano (XVIII, 12-a) e alcune Guardie ebree dai Sacerdoti e dai Farisei”. Ora la Coorte era composta da soldati Romani e risiedeva nella Fortezza Antonia, all’angolo Nord Ovest del Tempio; tuttavia gli Esegeti ritengono non verosimile che Giuda avesse ottenuto  l’intera Coorte (che contava 600 soldati) per aiutare le Guardie dei Giudei ad arrestare Gesù, ma è più probabile che Pilato avesse concesso al Sinedrio e questo a Giuda un piccolo distaccamento della Coorte dei soldati Romani – padre FERDINANDO PRAT nella sua opera Gesù Cristo (Firenze, LEF, 1945, vol. II, p. 336, nota 22) scrive che esso non raggiungeva neppure la somma di un intero “manipolo”, ossia di 100 uomini – sotto il comando del Tribuno per aiutare, in caso di necessità, i Leviti, ossia la Guardie del Tempio (appartenenti alla Tribù di Levi) ad arrestare Gesù senza problemi. Poi San Giovanni Evangelista spiega che “la Coorte con il Tribuno e le Guardie dei Giudei afferrarono Gesù e lo legarono” (XVIII, 12-b). Quindi i Romani parteciparono con i Giudei all’arresto di Gesù, ma secondariamente e come controllori; perciò non ebbero la parte principale in essa (proprio come Pilato agì – nella condanna a morte di Gesù –secondariamente al Sinedrio, subendone le imposizioni e non come attore principale; cfr. F. SPADAFORA, Pilato, Rovigo, Istituto Padano Arti Grafiche, 1973). Dunque secondo GIUSEPPE RICCIOTTI (Vita di Gesù Cristo, Milano, Mondadori, V ed. 1974, II vol., p. 637), i Romani erano stati concessi al sinedrio dal Procuratore di Roma, ossia Ponzio Pilato; essi erano una “minima parte” di una Coorte intera. I Romani agirono solo come garanti della buona riuscita dell’operazione condotta dalle Guardie giudee, che temevano un’insurrezione popolare, data la fama di Gesù, il quale prima della Passione era benvoluto dalla maggior parte del popolo di Gerusalemme. Fu così che Roma dette un valido contributo alla riuscita della “eroica” azione bellica ordinata dal Sinedrio: arrestare in piena notte, lontani dalla città, un solo uomo totalmente inoffensivo; tuttavia – palesemente – la notorietà di Gesù, prima del suo arresto, faceva ancora paura. Invece, continua il RICCIOTTI: “Coloro che eseguirono l’arresto dovettero essere le Guardie del Tempio, giacché un servo del Sommo sacerdote (di nome Malco) ne risentì per primo le conseguenze, e Gesù appena arrestato fu condotto davanti al Sommo Sacerdote e non all’autorità di Roma; al contrario i soldati della Coorte romana, rimasero da parte, pronti a intervenire solo nel caso che fosse successo qualche tafferuglio grave” (cit., p. 639). Padre MARCO SALES aggiunge che la Coorte era stata inviata “dal Governatore (Pilato), che in quei giorni si era recato a Gerusalemme per le Feste di Pasqua” (Commento al Vangelo secondo Matteo, Torno, Berruti, 1911; ristampa, Proceno – Viterbo, Effedieffe, 2015, p. 139, nota n. 46). Padre FERDINANDO PRAT (Gesù Cristo. La sua vita, la sua dottrina, l’opera sua, Firenze, LEF, 1945, II vol., p. 335) aggiunge: “Il Sommo Pontefice disponeva di un numeroso personale di Guardie del Tempio, ma supposto che nascesse un disordine o una rissa, con spargimento di sangue, egli sarebbe incorso in una grave responsabilità verso i Romani, mentre il consenso del Governatore lo avrebbe messo al riparo. Quindi chiese a Pilato una pattuglia di soldati romani”.
11 -   Cfr. C. NITOGLIA, Per padre il diavolo. Introduzione al Problema ebraico, Proceno – Viterbo, Effedieffe, II ed., 2016.
12 - I Padri della Chiesa sono soliti dire che la vita dell’uomo è uno “spatium Misericordiae/ un breve tempo di Misericordia” accordato da Dio all’uomo per operare la sua salvezza eterna. Facendo un parallelismo con “l’ora” accordata dal Signore ai Giudei, istigati da Satana, si può dire che essa è uno “spatium irae et odii / un breve tempo d’ira e d’odio” concesso alla “Sinagoga di Satana” (Apoc., II, 9; III, 9) per torturare ed uccidere Gesù; analogamente il “tempo del Vaticano II e del postconcilio” è uno “spazio di odio e di ira” concesso a Satana e ai suoi primi e secondi accoliti (Giudaismo e Massoneria) per tentare i Cristiani che vivono tra il  1958 e il 2019…
13 - Sulla Massoneria come strumento principale del Giudaismo e, quindi, strumento secondario di Satana cfr. LEONE XIII, Enciclica Humanum genus, 20 aprile 1884 e LÉON MEURIN, La Frammassoneria Sinagoga di Satana, Siena, Ufficio della biblioteca del clero, 1895; ristampa Proceno – Viterbo, Effedieffe, 2019; cfr. anche PAOLO SIANO, Un Manuale per conoscere la Massoneria, Frigento – Avellino, Casa Mariana Editrice, 2012.
14 - Cfr. E. RATIER, Misteri e segreti del B’nai B’rith, Verrua Savoia – Torino, CLS, 1996.
15 - Cfr. F. SPADAFORA diretto da, Dizionario biblico, Roma, Studium, III ed., 1963, voci “Diluvio universale”, pp. 166-167, a cura di A. PENNA; “Babele Torre di”, p. 71, a cura di F. SPADAFORA; “Sodoma/Pentapoli”, p. 465, a cura di A. ROMEO.


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