Austria, diocesi di Graz-Seckau:

un prete benedice l’unione civile di due lesbiche.


di Francesca de Villasmundo


Pubblicato su Media Press Info





Le foto di questa «cerimonia» sacrilega, in cui un prete conciliare benedice in chiesa il «matrimonio» di due lesbiche, hanno fatto il giro di tutte le reti sociali. Numerosi siti catto-conciliari-conservatori ne hanno parlato giustamente inorriditi.
La cerimonia si è svolta nella parrocchia cattolica di St. Margarethen a Wolfsberg (Kärnten), appartenente alla diocesi di Graz-Seckau, Austria.

Il portavoce della diocesi, Thomas Stanzer, ha confermato che Don Michael Kopp ha organizzato un servizio per queste due donne sposate civilmente, le quali per l’occasione di sono vestite di bianco (!?):

«La questione fondamentale è sapere se gli omosessuali possono sentirsi a casa loro nella Chiesa», ha dichiarato lunedì scorso Thomas Stanzer al sito tedesco di informazione cattolica kath.net, «Don Michael Kopp, consigliere spirituale familiare, ha risposto “sì” a questa domanda».





Stanzer si è premurato di sottolineare che il servizio per l’“unione” delle due donne non è stato «una liturgia sacramentale», visto che attualmente i matrimoni fra persone dello stesso sesso sono vietati nella Chiesa. «Don Kopp» - ha precisato Stanzer - «ha celebrato una liturgia di azione di grazia con due donne (sic!) sposate civilmente che sono entrambe delle credenti e che sono riuscite ad uscire  da una crisi personale con l’aiuto della Chiesa cattolica».

Stanzer si è premurato di sottolineare che il servizio per l’“unione” delle due donne non è stato «una liturgia sacramentale», visto che attualmente i matrimoni fra persone dello stesso sesso sono vietati nella Chiesa. «Don Kopp» - ha precisato Stanzer - «ha celebrato una liturgia di azione di grazia con due donne (sic!) sposate civilmente che sono entrambe delle credenti e che sono riuscite ad uscire  da una crisi personale con l’aiuto della Chiesa cattolica».

Il portavoce della diocesi, allo scopo di appoggiare l’azione del parroco, ha citato la controversa enciclica di Papa Francesco Amoris Laetitia (n° 250):
«… ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare «ogni marchio di ingiusta discriminazione».
E si è preoccupato contemporaneamente di dichiarare che il reciproco legame tra due omosessuali non può essere considerato uguale al matrimonio (cfr. Amoris Laetitia n° 251); per concludere che «Don Michael Lopp ha seguito queste due cose».

Così va la Chiesa conciliare sotto il pontificato di Francesco: in uscita verso le periferie, inclusiva, aperta a tutte le correnti, a tutte le sensibilità, a tutte le dottrine.
Questa Chiesa conciliare dà un colpo a sinistra e un colpo a destra: benedizioni delle «unioni civili omosessuali» e «delega dell’Ordinario per i matrimoni» concessa alla congregazione tradizionale, la Fraternità San Pio X; ed è possibile che senza aspettare molto, si possa vedere – chissà – lo stesso parroco presiedere al mattino un “servizio” per l’unione degli invertiti, e la sera ricevere il consenso di due giovani fedeli della Fraternità San Pio X educati nella Tradizione.





Il mondo postmoderno, con il mondo del post-Concilio basato sul disordine del Vaticano II che ne è una componente essenziale, è il regno de «l’utopia in movimento, la cui forza motrice è la ostentata contraddizione, il disordine creatore del nonsenso comune», come lo ha magistralmente definito Hannibal nel settimanale Rivarol del 16 novembre scorso.
E Francesco è un alleato imprescindibile di questa rivoluzione del nonsenso comune, arcobaleno e sincretista, «l’incubo delle persone abusate» (Hannibal, in Rivarol del 16 novembre 2019).

Noi non facciamo parte di queste persone abusate…





novembre 2019

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