L’infezione idolatrica si estende…

e ancora nella neo-chiesa un tempo cattolica


di Belvecchio





Albenga (IM), 30 novembre 2019,
il Vicario vescovile “benedice” un monumento alla
dea pagana “Mater Matuta”



Dopo l’inaugurazione dell’adozione dell’idolatria, realizzata in Vaticano da Jorge Mario Bergoglio, impunemente assiso sulla Cattedra di San Pietro, era inevitabile che questa nuova “moda” blasfema e apostatica incominciasse a diffondersi nelle diocesi.

Il 30 novembre 2019 si è svolta ad Albenga una curiosa iniziativa che, pensata e realizzata in ambito laico e massonico, è stata approvata e perfino benedetta dai chierici del luogo, vescovo in testa.

Su iniziativa dell’Associazione “Vecchia Albenga” e della sezione locale del Rotary Club – noto organismo paramassonico -, che ha offerto i finanziamenti, gli studenti di due classi del Liceo Artistico “Giordano Bruno” di Albenga hanno realizzato un monumento all’agricoltura locale, composto da dieci formelle che raffigurano differenti fasi della storia dell’agricoltura della piana albenganese: dalla bonifica della piana, fino alle nuove produzioni agricole; il monumento è stato collocato in piazza Azzurri d’Italia.




Il monumento




Il monumento e gli studenti che l'hanno realizzato


L’iniziativa ha voluto espressamente riferirsi alle origini pagane del culto agricolo, caratterizzato dalla venerazione di una delle tante “Grandi Madri”, in questo caso la «Mater Matuta», “Madre propizia”, che nella mitologia romana era la dea del Mattino o dell’Aurora e come tale protettrice della nascita degli uomini e delle cose.




Statua in terracotta della “Mater Matuta”
(Museo Provinciale Campano di Capua - CE)
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Roman_terracotta_mother_goddess_1.JPG


Stupisce che i promotori non siano andati più indietro nel tempo, quando il culto delle “Grandi Madri” era tutt’uno con il culto della natura; avrebbero potuto ritrovare i culti preistorici somiglianti ai culti amazzonici così cari a Jorge Mario Bergoglio: hanno mancato l’occasione di compiacere meglio il nuovo capo della neochiesa idolatrica.
E questo vale ancor di più per il vescovo di Albenga, Guglielmo Borghetti, che ha permesso al suo Vicario Generale, Don Ivo Raimondo, di benedire il nuovo monumento alla natura e alla Mater Matuta.





Appare chiaro che si vuole introdurre nel restante cattolicesimo l’uso dell’idolatria acattolica e intrinsecamente anticattolica, realizzando di fatto il blasfemo accostamento dell’idolatrica “Grande Madre” al culto alla Santissima Vergine Maria. E’ evidente che non si tratta neanche di sincretismo, ma di cosciente e voluta idolatria, con l’aggravante che la stessa si pensa di poterla “benedire” col segno della Croce, in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
E chi, se non il demonio in persona, potrebbe essere il suggeritore di tanta diavoleria?

Sarebbe necessario che uno o più sacerdoti della diocesi di Albenga-Imperia si recassero sul luogo per esorcizzarlo e, possibilmente con l’aiuto di un bravo esorcista, cacciare dal luogo il diavolo che vi si è stabilito.

Dal canto loro, i fedeli cattolici farebbero bene a recitare i quindici Misteri del Santo Rosario, sia sul luogo sia altrove, singolarmente e ancor meglio in gruppo, per riparare all’apostasia manifesta di altri sprovveduti cristiani e degli stessi chierici che pensano ancora, erroneamente, di essere cattolici.





dicembre 2019
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