Madonna di Guadalupe:

l’anti “Pachamama”



Articolo pubblicato il 12 dicembre 2019
sul sito della Fraternità San Pio X






Ogni 12 dicembre, la Chiesa commemora le apparizioni della Vergine Maria a Guadalupe, a cui i fedeli si rivolgono dal 1531 per implorarne il soccorso materno sulla collina di Tepeyac vicino a Città del Messico, salutando in Lei la stella per l’evangelizzazione delle famiglie e dei popoli amerindi.

Tutto ebbe inizio il 9 dicembre 1531, su una collina un po’ a nord di Città del Messico, denominata Tepeyac. Una giovane meticcia con addosso un abito brillante cole il sole, appare ad un indigeno di nome Juan Diego, appena battezzato.

Ella gli si presentò come la Vergine Maria e lo incaricò  di chiedere al vescovo di Città del Messico di far costruire una chiesa sul posto. Mons. Zumarraga si dimostrò molto scettico e chiese un segno che permettesse di attestare il carattere soprannaturale dell’avvenimento riferitogli da Juan Diego.

Il 12 dicembre seguente – data mantenuta dalla Chiesa per festeggiare la Madonna di Guadalupe - la Vergine si mostra per l’ultima volta a Juan Diego; lo manda a raccogliere dei fiori sulla cima arida e gelata di Tepeyac. Egli riempie la sua “tilma” – tunica di fibre vegetali – con i più bei fiori che avesse mai visto.

Ritornato dal vescovo per offrirgliela, Juan Diego apre la sua “tilma”: sulla tunica appare progressivamente, al cospetto del vescovo e di tutti i presenti, una straordinaria immagine della Vergine. Il miracolo è incontestabile.

Il 26 dicembre 1531, si produce un altro fenomeno: nel corso della processione che porta l’immagine nella nuova cappella di Tepeyac, un Indios viene ucciso accidentalmente da una freccia: deposto ai piedi della “tilma”, egli resuscita.

L’immagine della Vergine di Guadalupe, che porta i simboli propri della cultura indigena, può essere intesa da tutti gli Indios come l’antitesi di «Pachamama», la dea madre-terra secondo la lingua quechua, quella che riassume tutte credenze pagane amerinde e che fu scandalosamente onorata in Vaticano in occasione del recente Sinodo sull’Amazzonia.

La Pachamama, nuda e incinta, il viso rivolto verso il sole, rappresenta la fertilità e l’abbondanza viste in maniera puramente terrena, senza alcun riferimento al fine soprannaturale dell’uomo.
Al contrario, la Vergine di Guadalupe, adornata con grazia di abiti colorati, avvolta dal sole, la luna sotto i suoi piedi, porta i tratti di una giovane meticcia incinta, e si presenta come la Madre dell’unico Redentore, venuta  tra gli Indios per apportare loro la grazia della salvezza e l’abbondanza dei beni soprannaturali.






dicembre 2019
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