Francesco oltraggia Maria

di Alejandro Sosa Laprida




Francesco insegna che Maria, donna meticcia dei nostri popoli, non è Corredentrice


Il 12 dicembre, nell’omelia per la festa della Madonna di Guadalupe, Francesco ha negato la partecipazione di Maria all’opera della Redenzione, qualificando l’attributo di “Corredentrice” come una qualunque storia e come una chiacchiera.

Ecco le sue parole:
«Fedele al suo Maestro, che è suo Figlio, l’unico Redentore, non ha mai voluto prendere per sé qualcosa di suo Figlio. Non si è mai presentata come corredentrice. (…) Non ha mai rubato per sé nulla di suo Figlio (…) Maria donna, Maria madre, senza altro titolo essenziale. (…) E il terzo aggettivo, che le direi guardandola: si è voluta meticcia per noi, si è meticciata. (…) Si è meticciata per essere Madre di tutti, si è meticciata con l’umanità. Perché? Perché ha “meticciato” Dio. Ed questo è il grande mistero: Maria Madre “meticcia” Dio, vero Dio e vero uomo, nel suo Figlio. (…) Quando ci vengono a dire che bisognava dichiararla tale, o fare quest’altro dogma, non perdiamoci in chiacchiere: Maria è donna, (…) donna dei nostri popoli, ma che ha meticciato Dio.» (1).

Quello che dice Francesco, oltre che insultante è falso. Sebbene fino ad ora non si sia avuta una dichiarazione dogmatica del Magistero a riguardo di questo argomento, la corredenzione di Maria è parte della Rivelazione divina. Il suo fondamento nella Scrittura è innegabile; e consiste nel parallelo e nell’analogia esistente tra Eva e la Santissima Vergine. Parallelo e analogia che appaiono nel ruolo svolto da entrambe in relazione, da un lato, ad Adamo nella caduta nel peccato originale e, dall’altro, a Gesù Cristo nuovo Adamo (Rm. V, 14 – I Cor. XV, 22) che ripara la caduta.


Infatti, come Eva partecipò alla caduta di Adamo, per la sua mancanza di fede e la sua disobbedienza, Maria ha partecipato alla Redenzione con la sua fede e la sua obbedienza.
Col suo “fiat” e il suo assenso al Sacrificio salvifico di Gesù, Maria rese possibile la Redenzione, in parallelo con Eva che tentando Adamo con le suggestioni del Serpente, rese possibile la caduta nel peccato originale. E’ Adamo che lo commette, ma Eva è intimamente vincolata ad esso, non come artefice, ma come partecipante necessaria e come causa strumentale.
In maniera analoga, Maria, nuova Eva, partecipa all’atto redentore realizzato da Gesù Cristo, nuovo Adamo, non come artefice, ma come partecipante necessaria – come disposto da Dio nella Sua divina Provvidenza – e come causa strumentale – col suo “fiat” liberamente espresso, Maria ha provveduto alla “materia” del sacrificio redentore, cioè al corpo della vittima espiatoria -.

E’ in questo senso che dev’essere inteso il termine “corredenzione” applicato a Maria, come espressione della sua intima partecipazione all’opera redentrice compiuta dal suo divino Figlio – autore esclusivo di detta opera -, e non come se la Redenzione fosse stata realizzata da entrambi, con lo stesso intento e su un piano di parità, quasi fossero coautori del fatto. 

Al pari di Eva, che interviene in maniera decisiva nella caduta del genere umano causata dalla mancanza di Adamo, la Beata Vergine Maria, Eva della Nuova Alleanza, è strettamente coinvolta nella Redenzione operata dal nuovo Adamo, Gesù Cristo.

Vediamo cosa dice a riguardo Sant’Ireneo, Padre e Dottore della Chiesa, discepolo di San Policarpo, a sua volta discepolo di San Giovanni, nella sua opera “Contro le eresie” IV, n° 286:
«In modo corrispondente troviamo Maria Vergine obbediente, quando dice: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc. I, 38), a fronte di Eva che disobbedì quando era ancora vergine. … disobbedendo, lei divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano; mentre Maria, anche lei che aveva marito ed era ancora vergine, obbedendo, divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano (Ebr. V. 9) ... Così, il nodo della disobbedienza di Eva è stato sciolto dall’obbedienza di Maria. Ciò che Eva legò con la sua incredulità, la Vergine Maria lo sciolse con la sua fede».


Citiamo adesso il gran Dottore mariano San Luigi Grignon de Montfort, dal suo “Trattato della vera devozione a Maria”:
«Ciò che Lucifero perdette per orgoglio, Maria lo guadagnò con l’umiltà. Quello che Eva commise e perdette per disobbedienza, Maria lo salvò con l’obbedienza. Eva, obbedendo al serpente, si fece causa di perdizione per sé e per tutti i suoi figli, consegnandoli a Satana; Maria, rimanendo perfettamente fedele a Dio, si fece causa di salvezza per sé e per tutti i suoi figli e servitori, consacrandoli al Signore» (n° 53)
(…) «Quello che dico in termini assoluti di Gesù Cristo, lo dico proporzionalmente della Santissima Vergine. Gesù Cristo, avendola scelta come compagna inseparabile della sua vita, morte, gloria e potere nei cieli e sulla terra, Egli le ha concesso liberamente - nel rispetto della Sua Maestà - tutti i diritti e i privilegi che Egli possiede per natura. “Tutto quello che attiene a Dio per natura, attiene a Maria per grazia”, dicono i Santi» (n° 74).

Cito adesso due interventi di Pio XII, il primo dalla sua allocuzione ai pellegrini provenienti da Genova, del 22 aprile 1940:
«Non sono forse Gesù e Maria i due sublimi amori del popolo cristiano? Non sono essi il novello Adamo e la novella Eva, che l’albero della croce riunisce nel dolore e nell’amore per riparare la colpa dei nostri progenitori dell’Eden?»

Il secondo tratto dalla Bolla dogmatica Munificentissimus Deus, con la quale definì solennemente il dogma dell’Assunzione di Maria in Cielo, corpo e anima:
«Ma in particolare va ricordato che, fin dal secolo II, Maria Vergine viene presentata dai santi padri come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta, in quella lotta contro il nemico infernale, che, com’è stato preannunziato dal protovangelo (Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, sempre congiunti negli scritti dell’apostolo delle genti (cf. Rm cc. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26.54-57). Per la qual cosa, come la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la lotta che ha in comune col Figlio suo si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale (n° 39 – Maria è la nuova Eva)» (2)

Trascrivo adesso altre citazioni pontificie sull’argomento:

Leone XIII:
«Quando, infatti, si offrì a Dio, come ancella al compito di madre, o si offerse insieme con il Figlio nel tempio, fin da allora, come si evince dai due episodi, prese parte con lui al travagliato riscatto del genere umano. Se ne può anche dedurre che Ella, senz’ombra di dubbio, partecipò con intimo dolore agli acerbissimi tormenti e alle angosce del Figlio. Del resto quel sacrificio divino, la cui vittima era stata da lei nutrita con amore, doveva compiersi alla sua presenza e sotto i suoi occhi. Lo si contempla nell’ultimo e più lacrimevole dei misteri: “presso la croce di Gesù stava Maria, sua Madre”, che, mossa da un sentimento di infinita carità verso di noi, allo scopo di accettarci come figli, offrì addirittura il Figlio suo alla giustizia divina, morendo nel cuore con lui, trafitta dalla spada del dolore». Enciclica Iucunda semper Expectatione, 8 settembre 1894 (3).

San Pio X:
«Ma la Vergine non ha soltanto la lode di aver fornito «la materia della Sua carne al Figlio unico di Dio che doveva nascere con membra umane» e di aver così preparato una vittima per la salvezza degli uomini; Ella dovette anche custodirla, quella vittima, nutrirla e presentarla nel giorno stabilito all'altare. Così vi fu tra Maria e Gesù una continua comunione di vita e di sofferenza, di modo che si può applicare tanto all'uno che all'altra la sentenza del profeta: «La mia vita si è consumata nel dolore, i miei anni sono trascorsi nei lamenti». Enciclica Ad diem illum, 2 febbraio 1904 (4).

Benedetto XV:
«Il fatto che fosse con il suo Figlio crocifisso e morente, era secondo il piano divino. A tal punto che concesse i suoi diritti materni sul Figlio per la salvezza dell’uomo, e lo immolò - per quanto possibile - per calmare la giustizia di Dio, che a ragione si può dire che abbia redento il genere umano insieme a Cristo». Lettera Apostolica Inter sodalicia, 22 maggio 1918 (5).

Pio XI:
«O madre di pietà e di misericordia, che fosti vicino al tuo figlio dolcissimo, mentre Egli consumava la Redenzione del genere umano sull’altare della croce, partecipando dei suoi dolori e come Corredentrice... conservaci, ti chiediamo, ed accresci nel corso dei giorni i frutti preziosi della Redenzione e della Tua compassione». Radiomessaggio per la chiusura dell’Anno Santo, 28 aprile 1935 (6).

Pio XII:
«Ella fu che, immune da ogni macchia, sia personale sia ereditaria, e sempre strettissimamente unita col Figlio suo, Lo offrì all’eterno Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del suo materno amore, come novella Eva, per tutti i figli di Adamo contaminati dalla miseranda prevaricazione del progenitore. Per tal modo, Colei che quanto al corpo era la madre del nostro Capo, poté divenire, quanto allo spirito, madre di tutte le sue membra, con nuovo titolo di dolore e di gloria». Enciclica Mystici Corporis Christi, 29 giugno 1943 (7).

Non posso fare a meno di collegare questa sventurata dichiarazione bergogliana con quella che ho riferito un anno fa, il 21 dicembre 2018, in occasione del discorso natalizio rivolto al personale del Vaticano, quando impugnò subdolamente l’Immacolata Concezione di Maria:
«Allora, chi è felice nel presepe? La Madonna e San Giuseppe sono pieni di gioia: guardano il Bambino Gesù e sono felici perché, dopo mille preoccupazioni, hanno accolto questo Regalo di Dio, con tanta fede e tanto amore. Sono “straripanti” di santità e quindi di gioia. E voi mi direte: per forza! Sono la Madonna e San Giuseppe! Sì, ma non pensiamo che per loro sia stato facile: santi non si nasce, si diventa, e questo vale anche per loro» (8).

Così, secondo Francesco, Maria sarebbe essenzialmente caratterizzata come “donna-madre-meticcia-discepola” - tutti attributi di un ordine puramente naturale che potrebbero corrispondere ad un’infinità di persone – senza che le si possa attribuire il titolo di Immacolata - preservata da ogni vincolo con la colpa originaria - né il titolo di Corredentrice - cooperatrice nella riparazione di quella colpa -, titoli che secondo Francesco meriterebbero la  qualifica di mere “storie” o “chiacchiere”.

Tutto questo senza che possiamo soffermarci, come sarebbe opportuno, sull’uso grottesco del verbo “meticciare”, applicato a Maria in riferimento all’Incarnazione. Diciamo semplicemente che, oltre ad essere una novità assoluta in materia teologica, la nozione di “meticciato” è del tutto inappropriata, poiché implica una mescolanza o confusione di elementi, cosa che non avviene in Gesù Cristo, le cui due nature, divina e umana, rimasero perfettamente distinte, unite nella persona del Verbo, unità che la teologia chiama “ipostatica”.

Oltre ad essere un termine che, implicando la dimensione generativa, è scioccante in relazione alla Beata Vergine, c’è da notare che non va dimenticato che è sul piano politico e ideologico che si ritrova tale termine; basti pensare al “mondialismo” o “globalismo”, sistematicamente sostenuto dall’ONU - con il chiaro consenso del Vaticano -, di cui una delle caratteristiche principali è l’“immigrazione”, con il conseguente “meticciato” e il dissolvimento dell’identità culturale e religiosa delle nazioni occidentali, il famoso “multiculturalismo”.

Per concludere, aggiungo qui di seguito un’appendice con un repertorio di citazioni tratte da vecchi articoli, per cercare di analizzare le assurdità di Bergoglio in relazione alla Santissima Vergine, le quali dimostrano, non solo una grave eterodossia dottrinale, ma soprattutto una tendenza molto inquietante a oltraggiare la Madre di Dio.

Appendice

1. Maria e la Chiesa sono difettose

Durante l’udienza generale dell’11 settembre 2013, Francesco disse che Maria e la Chiesa «hanno difetti», che noi dobbiamo «comprendere», «coprire» ed «amare».
Queste le sue parole:
«La Chiesa e la Vergine Maria sono mamme, ambedue; quello che si dice della Chiesa si può dire anche della Madonna e quello che si dice della Madonna si può dire anche della Chiesa! […] Amiamo la Chiesa come si ama la propria mamma, sapendo anche comprendere i suoi difetti? Tutte le mamme hanno difetti, tutti abbiamo difetti, ma quando si parla dei difetti della mamma noi li copriamo, li amiamo così. E la Chiesa ha pure i suoi difetti: la amiamo così come la mamma, la aiutiamo ad essere più bella, più autentica, più secondo il Signore?» (9).

2. Maria, ai piedi della Croce si sentì ingannata

Durante l’omelia pronunciata venerdì 20 dicembre 2013 nella cappella di Casa Santa Marta, in Vaticano, Francesco diede ad intendere che la Santissima Vergine Maria nutrì sentimenti di ribellione ai piedi della Croce, colpita all’improvviso dalla Passione del suo divino Figlio, credendo che le promesse fatte dall’Arcangelo Gabriele il giorno dell’Annunciazione fossero solo bugie e che quindi fosse stata ingannata.
Cito il passo:
«Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! “Tu, quel giorno – questo è quello che abbiamo letto – mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo qui!”. La Madonna era umana! E forse aveva la voglia di dire: “Bugie! Sono stata ingannata!”» (10).

Queste parole sono semplicemente scandalose. Mai la tradizione ha attribuito a Maria sentimenti di rivolta, di fronte alle sofferenze. La sua disposizione invariata in ogni circostanza fu quella da Lei espressa il giorno dell’Annunciazione: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc. I, 38).
La Chiesa venera Maria come Regina dei Martiri, cosa impossibile se Lei non avesse acconsentito a compiere l’infinito sacrificio che Dio le chiedeva: consegnare la vita del suo divino Figlio al fine di salvare l’umanità decaduta; e di questo Lei era pienamente cosciente fin dalla profezia espressale da Simeone il giorno della presentazione del Bambino Gesù al Tempio: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc. II, 34-35).

Come spiega San’Alfonso Maria de’ Liguori, Dottore della Chiesa, nella sua opera Le glorie di Maria:
«Più amava Gesù, più cresceva la sua sofferenza, considerando che doveva perderlo a causa di una morte così crudele. Più il tempo della Passione del Figlio si avvicinava, più il cuore della madre era straziato dalla spada del dolore predetto da Simeone» (Seconda parte, Primo dolore).
E anche:
«(.....) Maria, che per amor nostro acconsentì a vederlo immolato alla giustizia divina per la barbarie degli uomini. I terribili tormenti che Maria patì, tormenti che hanno significato più di mille morti (…). Contempliamo per un momento l’amarezza di questo dolore, che ha fatto della divina Madre la Regina dei Martiri, poiché il suo martirio supera quello di tutti i martiri (....) Come la Passione di Gesù è iniziata alla nascita, secondo San Bernardo, così Maria, simile in tutto al suo divino Figlio, ha sofferto il martirio per tutta la sua vita» (Seconda parte, Discorso XI).


Non c’è mai stato alcun segno di ribellione o ignoranza in Maria, ma una completa sottomissione alla volontà divina e una coscienza totale, nel suo libero e volontario atto di assenso all’immolazione del suo Figlio divino per la salvezza degli uomini. Come Eva fu intimamente associata alla colpa di Adamo, così Maria, la Nuova Eva, fu strettamente associata al sacrificio redentore di Gesù, il nuovo Adamo, sull’altare della Croce.
Questa è la dottrina tradizionale della Santa Chiesa di Dio, conforme alla Rivelazione divina, e agli antipodi dei detti empi e delle bestemmie pronunciate da Francesco.

3. Francesco accetta i crocifissi marxisti dal comunista Evo Morales

Francesco ha ricevuto dalle mani del Presidente boliviano Evo Morales un crocifisso a forma di falce e martello, come pure la decorazione Padre Luis Espinal, insegna onoraria offerta dal Congresso boliviano, su cui figura ugualmente il crocifisso blasfemo concepito dal gesuita sostenitore della rivoluzione marxista; sulla cui tomba si è recato Francesco per rendergli omaggio come ad un martire e per ricordarlo come
«un nostro fratello, vittima di interessi che non volevano che si lottasse per la libertà della Bolivia. Padre Espinal ha predicato il Vangelo e quel Vangelo dava fastidio, e perciò lo hanno eliminato. […] Che il Signore abbia in gloria Padre Luis Espinal che ha predicato il Vangelo, quel Vangelo che ci porta la libertà, che ci rende liberi» (11).

Sul crocifisso comunista di Espinal, il Direttore della Sala Stampa vaticana, Padre Lombardi, affermò:
«Se uno mi viene a dire Espinal a suo tempo ha fatto questo io non ho particolari difficoltà a pensare che in quel contesto lui volesse esprimere il dialogo con le diverse componenti che si impegnavano per la giustizia anche in forme al di là del confine della Chiesa» (12).

Francesco disse che il regalo non lo aveva scioccato e spiegò:
«Espinal è un entusiasta di questa analisi della realtà marxista, ma anche della teologia, usando il marxismo. Da questo è venuta quell’opera. Anche le poesie di Espinal sono di quel genere di protesta: era la sua vita, era il suo pensiero, era un uomo speciale, con tanta genialità umana, e che lottava in buona fede. Facendo un’ermeneutica del genere io capisco quest’opera. Per me non è stata un’offesa» (13).

In altre parole, Francesco giustificò la posizione ideologica di Espinal, al pari della sua opera sacrilega qualificata “arte protestataria”, e accettò la “critica del cristianesimo che si allea con l’imperialismo”; vietandosi di chiamare l’opera col suo vero nome di “arte blasfema”, e lodando Espinal come “teologo della liberazione” e “martire” della rivoluzione comunista, che avrebbe combattuto “in buona fede” e avrebbe “predicato il Vangelo”, così che la sua scultura sarebbe espressione del “genio umano”.


4. E li offre alla Vergine di Copacabana!

Francesco si recò in visita al santuario di Nostro Signora di Copacabana, la Santa Patrona della Bolivia, per offrirle le onorificenze ricevute dal Presidente Morales.
Riportiamo le parole pronunciate da Francesco a giustificazione della sua offerta a Maria, comprendente la medaglia col famoso crocifisso comunista di Padre Espinal:
«Il Signor Presidente della Nazione, in un gesto di cordialità, ha avuto la delicatezza di offrirmi due onorificenze a nome del popolo boliviano. Ringrazio per l’affetto del popolo boliviano e ringrazio per questa finezza, questa delicatezza del Signor Presidente, e vorrei lasciare queste due onorificenze alla Patrona della Bolivia, Madre di questa nobile Nazione, affinché Ella si ricordi sempre del suo popolo e dalla Bolivia, dal suo Santuario, dove vorrei che rimanessero»
E aggiunse una preghiera:
«Ricevi come ossequio del cuore della Bolivia e del mio affetto filiale i simboli dell’amore e della vicinanza che — a nome del Popolo boliviano — mi ha consegnato con affetto cordiale e generoso il Signor Presidente Evo Morales Ayma, in occasione di questo Viaggio Apostolico, che ho affidato alla tua sollecita intercessione.
Ti prego affinché queste onorificenze, che lascio qui in Bolivia ai tuoi piedi, e che ricordano la nobiltà del volo del Condor nei cieli delle Ande e il commemorato sacrificio di Padre Luis Espinal, S.I., siano emblemi dell’amore perenne e della perseverante gratitudine del Popolo boliviano alla tua sollecita e forte tenerezza». (14).

Ricapitolando: Francesco accettò un dono ed una onorificenza in cui il Santo Corpo di Gesù era profanato in modo sacrilego e blasfemo, ringraziò il comunista Evo Morales che glielo aveva donato, giustificò l’“arte protestataria” dell’apostata gesuita Espinal, «artista» del quale fece un’accorata lode, definendolo “martire del Vangelo”. Infine, come ciliegina sulla torta, decise di offrire l’abominevole medaglia alla Madre di Cristo, come emblema dell’“amore che il popolo boliviano ha per Lei”.
Quanto al crocifisso marxista, che disse che non lo aveva affatto scandalizzato, Francesco spiegò ai giornalisti che lo avrebbe conservato, portandolo con sé a Roma.

5. Maria, ribelle a causa della sofferenza

A seguito di quanto detto al n° 2, per cui secondo Francesco la Madonna si sarebbe sentita “ingannata” al momento della sofferenza ai piedi della Croce,  lo stesso Francesco ha lasciato intendere che questa attitudine di Maria sarebbe dovuta al fatto che non c’è risposta alla sofferenza:
«Tante volte io penso alla Madonna, quando le hanno dato il corpo morto di suo Figlio, tutto ferito, sputato, insanguinato, sporco. E cosa ha fatto la Madonna? “Portatelo via?”. No, lo ha abbracciato, lo ha accarezzato. Anche la Madonna non capiva. Perché lei, in quel momento, ha ricordato quello che l’Angelo le aveva detto: “Egli sarà Re, sarà grande, sarà profeta…”; e dentro di sé, sicuramente, con quel corpo così ferito tra le braccia, con tanta sofferenza prima di morire, dentro di sé sicuramente avrebbe avuto voglia di dire all’Angelo: “Bugiardo! Io sono stata ingannata”. Anche lei non aveva risposte» (15).

Questa idea non è solamente falsa, contraria alla Rivelazione divina, ma è anche palesemente blasfema, poiché è di fede che Maria ha acconsentito al sacrificio redentore del suo Figlio, il nuovo Adamo, fin dal momento dell’Annunciazione. Ella non ignorava le sofferenze che il suo libero e lucido consenso all’opera redentrice di Gesù le avrebbe comportato: sofferenze che le erano state annunciate al momento della presentazione del Bambino Gesù al Tempio:
«Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc. II, 34-35).

E Francesco, in questo stesso discorso, sviluppò questo pensiero totalmente estraneo al cristianesimo:
«C’è anche una domanda la cui spiegazione non si impara nelle catechesi. È la domanda che tante volte io mi faccio, e tanti di voi, tanta gente si fa: “Perché soffrono i bambini?”. E non ci sono spiegazioni. […] Non so cosa dire di più, davvero, perché queste cose mi colpiscono tanto. Anche io non ho risposte. “Ma Lei è Papa, deve sapere tutto!”. No, su queste cose non ci sono risposte…».

Questo vero ritornello dell’“insegnamento” bergogliano lo ritroviamo in altri esempii, questa volta mentre si rivolge a dei bambini che lo interrogano sul senso della sofferenza:
«Questa domanda è una delle più difficili a cui rispondere. Non c’è risposta! C’è stato un grande scrittore russo, Dostoevskij, che aveva fatto la stessa domanda: perché soffrono i bambini? Si può soltanto alzare gli occhi al Cielo e aspettare risposte che non si trovano. Non ci sono risposte per questo, Rafael» (16).

«La donna sa fare domande che noi uomini non riusciamo a capire. Fate attenzione: lei [indica Jun] oggi ha fatto l’unica domanda che non ha risposta. […] La grande domanda per tutti: perché i bambini soffrono?» (17).

«Lei è stata l’unica a fare quella domanda alla quale non si può rispondere: “perché soffrono i bambini?”» (18).

Dire a dei bambini che non c’è risposta alla loro sofferenza e quindi che il male è assurdo e gratuito, equivale a dire loro che Dio è complice della loro angoscia malgrado la Sua onnipotenza, e che Egli non fa niente per impedirla. Il messaggio implicito è chiarissimo: Dio è reso responsabile del loro dolore, poiché Egli si rifiuta di venire in loro aiuto.
In definitiva, Dio sarebbe indifferente alla sofferenza umana, cosa che lo rende odioso, crudele e malvagio.
Le parole di Francesco sono la tacita negazione dell’amorosa opera salvatrice di Nostro Signore, come della missione da Lui assegnata alla Chiesa, Suo Corpo Mistico, di proseguire la Sua opera redentrice nell’attesa della Sua seconda venuta.

Un tale messaggio, che per colmo viene da colui che si suppone sia il Vicario di Gesù Cristo in terra, è molto semplicemente inconcepibile. Criminale. E per dirla senza reticenze, è puramente e semplicemente diabolico…

6. Gesù chiede perdono a Maria e Giuseppe

Secondo Francesco, Gesù dovette chiedere perdono ai suoi genitori per la sua “scappatella” (19) nel Tempio di Gerusalemme. E i suoi genitori, naturalmente, espressero la loro disapprovazione. Francesco ha chiaramente il senso dell’opportunità, avendo avuto la delicatezza di fare questo “complimento” a Gesù, Maria e Giuseppe in occasione dell’omelia nella festa della Sacra Famiglia, il 27 dicembre 2015, nella Basilica di San Pietro.
Mi si scusi la lunga citazione, ma essa è necessaria per cogliere appieno la gravità delle parole del formidabile bestemmiatore argentino:
«Al termine di quel pellegrinaggio, Gesù tornò a Nazareth ed era sottomesso ai suoi genitori (cfr Lc 2,51). Anche questa immagine contiene un bell’insegnamento per le nostre famiglie. Il pellegrinaggio, infatti, non finisce quando si è raggiunta la meta del santuario, ma quando si torna a casa e si riprende la vita di tutti i giorni, mettendo in atto i frutti spirituali dell’esperienza vissuta. Conosciamo che cosa Gesù aveva fatto quella volta. Invece di tornare a casa con i suoi, si era fermato a Gerusalemme nel Tempio, provocando una grande pena a Maria e Giuseppe che non lo trovavano più. Per questa sua “scappatella”, probabilmente anche Gesù dovette chiedere scusa ai suoi genitori. Il Vangelo non lo dice, ma credo che possiamo supporlo. La domanda di Maria, d’altronde, manifesta un certo rimprovero, rendendo evidente la preoccupazione e l’angoscia sua e di Giuseppe. Tornando a casa, Gesù si è stretto certamente a loro, per dimostrare tutto il suo affetto e la sua obbedienza. Fanno parte del pellegrinaggio della famiglia anche questi momenti che con il Signore si trasformano in opportunità di crescita, in occasione di chiedere perdono e di riceverlo, di dimostrare l’amore e l’obbedienza» (20).

Ci troviamo al cospetto di una versione distorta dello smarrimento e del ritrovamento del giovane Gesù nel Tempio. Infatti, sappiamo bene che la risposta di Nostro Signore alla Vergine e a San Giuseppe è stata molto diversa e che, lungi dall’essere necessario che Egli si scusasse, ricordò loro il Suo dovere di occuparsi delle cose del Padre suo: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc. II, 49). Sappiamo anche che la Vergine “serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc. II, 51).
Questa idea bergogliana, senza precedenti negli annali cristiani, di presentare Gesù come se fosse stato un “ragazzaccio”, è un’empietà tale da far gelare il sangue?

7. Maria disobbedisce e inganna San Pietro

Il 15 agosto del 2013, Francesco andò in visita nel monastero delle Clarisse di Albano, e lì, con fare scherzoso, spiegò alle religiose che Maria si era ribellata a San Pietro, gli aveva disobbedito e furtivamente, nella notte, quando nessuno poteva vederla, aveva fatto sì che tutti si salvassero.
Radio Vaticana riportò l’accaduto e intervistò la Madre abbadessa, Maria Assunta Fuoco, e la Madre vicaria, suor Maria Concetta Sfregola (21). Quest’ultima raccontò che il Santo Padre «era tranquillo, disteso come se non avesse alcun pensiero o nulla da fare. Ci ha parlato - in un modo che ci ha colpito tanto - di Maria, in questa Solennità dell’Assunta. La donna consacrata è un po’ come Maria. Ha raccontato una cosa simpatica, bella che ha fatto sorridere tutti, lui compreso: Maria sta all’interno della porta del Paradiso; San Pietro non sempre apre la porta quando arrivano i peccatori e allora Maria soffre un po’, però rimane lì. E la notte, quando si chiudono le porte del Paradiso, quando nessuno vede e nessuno sente, Maria apre la porta del Paradiso e fa entrare tutti».

Chiaramente Francesco si compiace e gioisce nell’insultare la Madre di Dio. Per lui, la Madonna si sarebbe arrogato il ruolo di una sorta di “corte d'appello” nei confronti delle sentenze divine. Si tratta di un’altra bestemmia inaudita, maliziosamente coperta con l’umorismo, che ha causato enormi danni alle anime delle religiose, come dimostra il commento della Madre vicaria.

8. Maria dà del mentitore a Dio

Francesco ha ribadito in diverse occasioni quanto affermato il 20 dicembre 2013 (vedi il n° 2), dove sostiene che Maria si sarebbe sentita ingannata da Dio. La sua ossessione blasfematoria non si ferma qui. E perché dovrebbe? Visto che nessuno lo contrasta e che lui stesso è privo di ogni timore di Dio?
In effetti, secondo la sua particolare esegesi biblica, non sarebbe stata solo la Santissima Vergine Maria a bestemmiare Dio, ma anche il suo divino Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo.
Ecco le sue parole pronunciate nel corso dell’omelia del 30 settembre 2015 a Santa Marta:
«Gesù, quando si lamenta – ‘Padre, perché mi ha abbandonato!’ - bestemmia? Il mistero è questo. Tante volte io ho sentito persone che stanno vivendo situazioni difficili, dolorose, che hanno perso tanto o si sentono sole e abbandonate e vengono a lamentarsi e fanno queste domande: perché? Perché? Si ribellano contro Dio. E io dico: ‘Continua a pregare così, perché anche questa è una preghiera’. Era una preghiera quando Gesù ha detto a suo Padre: ‘Perché mi ha abbandonato!’» (22).

Così, secondo Francesco, Gesù e Maria si sarebbero sollevati contro Dio e nella loro impotenza avrebbero bestemmiato; ma, dice Francesco, anche questo loro agire sarebbe  una vera e propria preghiera, da non mettere in dubbio. In questo modo Francesco incoraggia le persone afflitte dalla sofferenza a seguire il supposto esempio di Gesù e di Maria, a sollevarsi anche loro contro Dio, a bestemmiare anche loro contro Dio, contro quest’essere malvagio e crudele che si disinteressa della sofferenza umana, la quale, ovviamente, sarebbe assolutamente gratuita e incomprensibile.

In questo modo, Francesco ci spiega che nel preciso momento in cui il nostro divino Salvatore realizzava la redenzione del genero umano attraverso il sacrificio volontario della Sua vita sull’altare della Croce,  avrebbe bestemmiato Suo Padre ribellandosi al Suo disegno di salvezza. E al tempo stesso, la Madonna, invece di associarsi in maniera cosciente e libera al sacrificio redentore del Figlio, avrebbe anche Lei bestemmiato contro la volontà di Dio, ritenendosi ingannata dalla promessa che l’Arcangelo Gabriele le aveva fatto al momento dell’Annunciazione circa la missione di Gesù.

Il momento cruciale della storia della salvezza diventa così, secondo la inaudita ricostruzione di Francesco, un blasfemo atto di ribellione contro Dio, tale che il nuovo Adamo e la nuova Eva, sul Calvario, non si sarebbero comportati meglio dei nostri progenitori, i quali, sotto l’influenza del demonio, commisero nel Paradiso terrestre il peccato originale.
Sembra incredibile, ma, secondo la ricostruzione di Francesco, la salvezza non sarebbe stata diversa dalla caduta: essendo la rivolta contro la volontà divina il comune denominatore, tale che Satana sarebbe stato presente in entrambi i momenti decisivi della storia dell’umanità.

Questa è la dottrina che Francesco propone ai credenti: luciferismo allo stato puro.
Qualcuno potrebbe pensare che questo appellativo sia eccessivo, ma, tenuto conto delle incessanti eresie e delle spaventose bestemmie espresse da Francesco, mi sembra che non se ne possa trovare un altro.
Tutto ciò non dovrebbe sorprendere troppo, perché nel Suo discorso escatologico Nostro Signore ci ha già avvertito che prima della Sua seconda venuta, il potere d’inganno di cui disporranno i falsi profeti sarebbe stato tale da ingannare, se possibile, anche gli eletti. (23).


NOTE


1http://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2019/
documents/papa-francesco_20191212_omelia-guadalupe.html
.
2http://www.vatican.va/content/pius-xii/it/apost_constitutions/documents/hf_p-xii_
apc_19501101_munificentissimus-deus.html
3 - http://w2.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_l-xiii_
enc_08091894_iucunda-semper-expectatione.html
hf_l-xiii_enc_08091894_iucunda-semper-expectatione.html

4 - http://www.vatican.va/content/pius-x/it/encyclicals/documents/
hf_p-x_enc_02021904_ad-diem-illum-laetissimum.html
5 - AAS 10 (1918), 182
6 - Osservatore Romano, 29-30 aprile 1935, p. 1
7 - http://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_
p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi.html
8 - http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/december/documents/
papa-francesco_20181221_dipendenti-vaticani.html
9 - http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2013/
documents/papa-francesco_20130911_udienza-generale.html
10 - https://www.cercoiltuovolto.it/audio-cattolici/papa-francesco-
omelia-del-20-dicembre-2013-a-casa-santa-marta/
11 - http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/july/documents/
papa-francesco_20150708_bolivia-espinal.html
12 - https://it.zenit.org/articles/la-precisazione-di-padre-
lombardi-sulla-croce-donata-da-morales-al-papa/
13 - http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/july/documents/
papa-francesco_20150712_paraguay-conferenza-stampa.html
14 - http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/july/
documents/papa-francesco_20150710_bolivia-virgen-de-copacabana.html
15 - Incontro del Santo Padre Francesco con alcuni bambini malati e i loro familiari - 29 maggio 2015 - http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/may/
documents/papa-francesco_20150529_bambini-malati-santa-marta.html
16 - Incontro del Santo Padre Francesco con bambini e ragazzi alla manifestazione promossa da “La fabbrica della pace” - 11 maggio 2015 - https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/may/
documents/papa-francesco_20150511_bambini-la-fabbrica-della-pace.html
17 - Discorso del Santo Padre Francesco all'incontro con i giovani a Manila - 18 gennaio 2015 -
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/january/

documents/papa-francesco_20150118_srilanka-filippine-incontro-giovani.html
18 - Conferenza stampa del Santo Padre durante il volo di ritorno dalle Filippine - 19 gennaio 2015 -
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/january/documents/papa-francesco
_20150119_srilanka-filippine-conferenza-stampa.html
19 - Il termine “scappatella” sta ad indicare una “trasgressione temporanea e non grave di principi comunemente accettati; un’azione compiuta con leggerezza e sventatezza” (Dizionario internazionale De Mauro: https://dizionario.internazionale.it/parola/scappatella
Inutile dire che applicare tali nozioni al comportamento di Nostro Signore è del tutto inaccettabile e oltraggioso. E che lo faccia per giunta il presunto Vicario di Gesù Cristo in terra e Successore di San Pietro, è semplicemente inconcepibile e manifestamente diabolico.
20 - http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2015/documents/
papa-francesco_20151227_omelia-santa-famiglia.html
21 - http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV584_
Servodio_Bergoglio_barzellette_eterodossie.html
22 - http://www.archivioradiovaticana.va/storico/2014/09/30/il_papa_evitare_
lamentele_da_teatro,_pregare_per_chi_soffre/it-1107560
23  - Per maggiori informazioni sulle innumerevoli eresie e bestemmie di Francesco, si possono consultare i due libri di Miles Christi:
L’impostura bergogliana: I – Cronache di un empio
http://saint-remi.fr/es/anti-liberalisme/1464-limpostura-bergogliana-i-cronache-di-un-empio.html
L’impostura bergogliana: II – La misura è colma
http://saint-remi.fr/es/anti-liberalisme/1495-limpostura-bergogliana-ii-la-misura-e-colma-.html

          


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dicembre 2019
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