Quando Satana sogna ad occhi aperti



Articolo pubblicato nella rivista francese Le Sel de la Terre n° 92



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Nonostante la sua data, questo articolo è di una edificante attualità




Il «famoso» sogno massonico (1934)

Nel settimo volume della sua serie Les Hommes de bonne volonté, il romanziere Jules Romains si sofferma sulla massoneria – con un evidente compiacimento. L’opera è intitolata A la recherche d’une église [Alla ricerca di una chiesa] (1).

Per disinnescare le critiche, inizialmente la massoneria è presentata in maniera satirica: uno dei personaggi del romanzo, vecchio massone, mette in ridicolo i riti della sua loggia. Dopo segue una presentazione positiva: un vero massone, molto simpatico, svela il suo ideale: la costruzione del tempio, cioè di una nuova umanità finalmente riunita nella giustizia, nella pace e nella fraternità.

A questa costruzione è chiamata a collaborare la stessa Chiesa cattolica, basti che anche per poco abbandoni la sua feroce intransigenza. E il pontiere massone enuncia il «famoso» sogno della sua setta:
- Bisognerà che una volta o l’altra si regoli la questione fra la Chiesa e noi… Io non dispero in un’alleanza, presto e tardi… alleanza più o meno occulta. … Perché il loro Dio non potrebbe tollerare il nostro giovane architetto? Basta che lui lasci questo mondo e conservi per sé l’altro mondo, non vi sembra?
- Ciò che gli offrite è una situazione di Dio in esilio?
- Forse, ma con grandi onori […] In breve, noi vedremo, voi lo sapete, il famoso sogno di un papa che un giorno sarà uno dei nostri.
L’alto iniziato conclude gioiosamente: «Noi abbiamo già dei vescovi massoni».
(pp 303-304).

Versione ebraica (1951)

Questo sogno massonico ha anche una versione ebraica. Nel 1951, un romanziere ebreo (Abraham Moses Klein) ha descritto i diversi ideali che hanno successivamente entusiasmato i suoi correligionari nella prima metà del XX secolo.
L’eroe del romanzo, Melech Davidson, passa dallo studio assiduo del Talmud all’entusiasmo comunista, prima di diventare un militante sionista.
Entro poco tempo, egli è attratto dal cristianesimo. Resiste alla tentazione; ma suo nipote, che l’ignora, è pieno d’angoscia all’idea di questa conversione: «Mio zio ha già fatto il passo impensabile?». Per vincere la sua paura egli si abbandona ad un sogno: mio zio Melech è diventato, non solo cristiano, ma papa, ed impiega la sua autorità per trasformare la Chiesa: unificando il giudaismo, il cristianesimo e l’islam in una nuova «trinità».
«Vidi allora Sua Santità Melech assiso sul trono papale. Lo vidi compiere un intero ciclo annuale di cerimonie religiose e, regnando su tutti i regni spirituali, esercita la sua influenza e dà il suo avallo agli affari temporali. […] Adesso, investito dei pieni poteri della sua infallibilità, zio Melech proclama all’umanità l’abolizione di tutti i dogmi, ad eccezione del comandamento divino della fede; la riunione delle religioni: il cristianesimo, il giudaismo e il maomettanesimo, trinità fatta una. Mentre i passi latini dell’enciclica si presentavano alla mia immaginazione, il mondo sembrava ricreato a nuovo, e la sua fatica, come quella della creazione iniziale, si addolciva nell’armonia dell’universo, nel sabato della pace universale (2).

I precedenti

Versione carbonara (1824) – Niente di nuovo diranno i lettori di Le Sel de la Terre. La «rivoluzione in tiara a cappa» e il «papa secondo i nostri bisogni» erano stati auspicati fin dal 1820 dall’Alta Vendita dei Carbonari.
I documenti trovati dalla polizia vaticana di Gregorio XVI (e pubblicati nel 1859 per ordine di Pio IX) erano molto chiari. In particolare in una lettera scritta il 3 aprile 1824 da uno dei capi dell’organizzazione segreta:
«Noi dobbiamo realizzare l’educazione immorale della Chiesa e arrivare, con piccoli mezzi ben graduati ma ben definiti, al trionfo dell’idea rivoluzionaria ad opera di un papa. In questo progetto, che mi è sempre sembrato di un calcolo sovrumano, noi proseguiamo ancora a tentoni […] (3).

Versione occultista (1862) - Eliphas Levi (pseudonimo del diacono apostata Alphonse-Louis Constant, 1810-1875), inventore del termine “occultismo” e autore di un Rituale di Alta Magia (che praticava assiduamente), scriveva in una lettera del 21 gennaio 1862:
«Verrà un giorno che un papa ispirato dello Spirito Santo dichiarerà che tutte le scomuniche sono tolte, che tutti gli anatemi sono ritirati, che tutti i cristiani sono uniti alla Chiesa, che i giudei e i musulmani sono benedetti e da essa ricordati; che, pur conservando l’unità e l’inviolabilità del suo dogma, permette a tutti i culti di avvicinarsi gradualmente ad essa, abbracciando tutti gli uomini nella comunione del suo amore e delle sue preghiere. Allora, non potranno più esistere dei protestanti, contro chi protesterebbero? (4).

Versione noachita (1884) – Un sogno analogo lo ritroviamo nel rabbino kabbalista Elia Benamozegh (1882-1900), che descrive il piano «noachita» nella sua opera principale Israele e l’umanità (1884, ripubblicata con una prefazione del prete spogliato modernista Hyacinthe Loyson). Secondo il piano Benamozegh il cattolicesimo non deve essere distrutto, ma «metamorfizzato», trasformato dall’interno in religione umanitaria (5). 

Versione satanista (1889) – Del pari, il canonico apostata Roca (1830-1893), scomunicato per il suo insegnamento apertamente satanista, nel 1889 annunciava una «nuova chiesa» che non conserverà più niente dell’antica, ma che «riceverà da Roma l’ordinazione e la giurisdizione canoniche». Essa sarà costituita da un papa che «consacrerà la civiltà moderna, e la proclamerà figlia del Vangelo».  In seguito, a questo pontefice rimarrà solo dissolvere il papato:
«Pronunciando la propria decadenza, il papato romano dichiarerà urbi et orbi che avendo ultimata la sua missione e il suo ruolo primaziale, abbandona liberamente la sua vecchia forma, per lasciare campo libero alle operazioni superiori del nuovo pontificato della nuova chiesa e del nuovo sacerdozio che esso istituirà canonicamente prima di esalare l’ultimo respiro» (6).

Versione modernista (1907) – Questa attesa di un papa rivoluzionario che aprirà finalmente al mondo moderno e rinuncerà definitivamente a condannare gli errori, anima anche la corrente modernista ai primi del XX secolo.
Nel suo romanzo Il Santo, Fogazzaro presenta le riunioni segrete di un gruppo di ecclesiastici e di laici che si preparano a «riformare» la Chiesa alla loro maniera. «La dottrina cattolica è un vecchio manto logorato e destinato a sparire», dichiara uno dei congiurati, Don Clemente; e aggiunge «L’abito vecchio sarà dismesso dalla stessa autorità ecclesiastica».
In effetti, l’eroe del romanzo, Pietro Maironi (soprannominato “Benedetto») arriva fino a papa ed espone il suo piano di riforma: bisogna guarire la Chiesa dallo spirito di menzogna, di dominazione, d’avarizia (in cauda venenum!), dallo spirito di immobilità! Il dogma deve evolversi con il secolo.
Poco dopo, un opuscolo inglese pubblicato a Londra nel maggio 1908, Pope Pacificus, presenta lo stesso programma. Esso annuncia un papa che finalmente comprenderà che il cristianesimo è azione e vita, prima di essere dogma. Egli aprirà a tutti quelli che si richiamano a Cristo, e imporrà la tolleranza di tutte le opinioni e la collaborazione fraterna di tutti quelli che vogliono migliorare la società. Allora, sotto la sua guida, si realizzerà la promessa di Cristo: vi sarà un solo pastore e un solo gregge, la Chiesa della carità.

La condanna di Pio IX (1864)

Niente di nuovo, come si vede. Il piano del demonio non cambia. Ma i romanzi di Jules Romains e di Abraham Moses Klein hanno il merito di sottolineare la notorietà del progetto. E’ un sogno «famoso»: celebre, rinomato, ben conosciuto dal gran pubblico liberale a cui si rivolge Jules Romains. Un sogno talmente rappresentativo del mondo moderno che anche quelli che non lo conoscono esplicitamente vi si riconoscono immediatamente.

Un papa che infine assimilerà la Chiesa al suo secolo! Sogno talmente famoso che si credette realizzato già nel 1846: appena eletto, il Papa Pio IX ( 1846-1878) venne acclamato da tutta la massoneria europea. In Italia fu un delirio (7). Ovazioni pubbliche, concerti di lode, salve di applausi: nulla venne risparmiato per indicare al nuovo Papa la strada che doveva seguire. Una strada cosparsa di fiori e discendente dolcemente e progressivamente verso il mondo moderno. Ma ben presto arrivò la delusione, il Papa non si lasciava condurre.
Nel 1864, il Papa immortala il suo rifiuto pubblicando Il Sillabo. Il documento si chiudeva fieramente con la condanna della seguente proposizione:
«Il sommo Pontefice può e deve riconciliarsi col progresso, col liberalismo e col mondo moderno
Dietro questi tre pseudonimi non era difficile riconoscere la setta massonica

1864-1964

Un secolo più tardi, però, un nuovo papa afferrò la mano tesa della massoneria. Nel 1964 il barone massone, Yves Marsaudon, testimoniò in un’intervista su Giovanni XXIII:
Domanda: Ha conosciuto bene Papa Giovanni?
Marsaudon: io ero molto legato a Mons. Roncalli (futuro Giovanni XXIII), nunzio apostolico a Parigi. Egli mi ha ricevuto molte volte in nunziatura e in diverse occasioni è venuto a casa mia a Belleuve nella Seine-et-Oise. Quando fui nominato ministro dell’Ordine di Malta, manifestai al nunzio le mie perplessità a causa della mia appartenenza alla massoneria. Mons. Roncalli mi incoraggiò formalmente a rimanere in massoneria.
Domanda: l’avete rivisto dopo la sua elezione a Papa?
Marsaudon: Sì, mi ha ricevuto a Castel Gandolfo nella mia qualità di ministro emerito dell’Ordine di Malta, mi ha dato la sua benedizione e mi ha rinnovato il suo incoraggiamento per il mio lavoro di riavvicinamento nella Chiesa e per il riavvicinamento fra la Chiesa e la massoneria di tradizione (8).

Un secolo esatto da Il Sillabo, un concilio atipico – primo del genere e unico fino ad allora – inaugura una nuova pastorale: rimpiazzando la condanna dell’errore col dialogo; secondo l’espressione del cardinale Ratzingen, si è voluto un concilio che fosse un contro-Sillabo. Il che significa chiaramente un contro-magistero.

Più che un secolo di avvertimenti

Se l’impresa massonica fosse riuscita un secolo prima che fossimo muniti del Sillabo di Pio IX, dell’Humanus Genus di Leone XIII e della Pascendi di San Pio X, si potrebbe pensare che le porte dell’Inferno abbiano prevalso sulla Chiesa. Ma non è così. I papi hanno fornito loro stessi, con un secolo di anticipo, tutti i lumi necessarii per attraversare il tunnel. Pio IX ha voluto che i cattolici fossero messi in guardia contro il sogno carbonaro di una «rivoluzione in tiara a cappa», e ne ha condannato solennemente il progetto col suo Sillabo (1864).
Alla vigilia della sua morte, cinquant’anni dopo (1914), Pio X ha messo in guardia contro le «società segrete» dei modernisti installatisi ormai all’interno stesso della Chiesa (9). Allorché, cinquant’anni dopo, il Vaticano II si espesse contro il Sillabo, tutto avrebbe dovuto essere chiaro: il vecchio sogno massonico è troppo «famoso» per essere negato; la sua realizzazione è fin troppo evidente per non saltare agli occhi, e risulta evidente la sua condanna di un intero secolo di magistero.
Per chi ha voglia di guardare bene, la luce splende nelle tenebre.


NOTE

1 - Jules ROMAINS (1885-1972), A la Recherche d’une église, Paris, Flammarion, 1934. Si noti la minuscola della parola «chiesa», che indica la sua desacralizzazione. Per l’autore, ogni società dotata di un ideale, anche ateo, è una «chiesa». Il socialismo di Jaurès è una «chiesa». Il comunismo è una «chiesa». E anche la massoneria.
2 - Abraham Moses KLEIN (1909-1972), The Second Scroll, 1951 – Le Second rotulea [il secondo rotolo], traduzione di Charlotte e Robert Melançon, Montréal, Boréal, 1990, p. 65.
3 Le istruzioni dell’Alta Vendita, pubblicate nel 1859 da Crétineau-Joly (con un “breve” di approvazione di Pio IX) sono riprodotte da Mons. Delassus come appendice della sua Conjuration antichrétienne [L’americanismo e la congiura anticristiana, Ed. Effedieffe, Proceno di Viterbo, 2° ed. 2015. — Molti passi sono citati da Mons. Tissier de Mallerais in Le Sel de la Terre n° 85, pp. 7 e 9.
4 - Éliphas LÉVI, Cours de philosophie occulte, Lettres au baron Spédalieri, de la Kabbale et de la science des nombres, Guy Trédaniel, éd. de la Maisnie, 1988, p. 49-50. Si veda un estratto più lungo pubblicato ne Le Sel de la terre n° 34, p. 263.
5 – Si veda «Le plan Benamozegh» in Le Sel de la terre n° 46, p. 54-76.
6 - ROCA, Glorieux centenaire, Monde nouveau, nouveaux cieux, nouvelle terre, Paris, A. Ghio, 1889, p. 466. — Si veda un estratto più lungo su Le Sel de la terre n° 23, p. 202-203.
7 – Il gesuita A. BRESCIANI ha ricostruito molto bene questo periodo nei suoi romanzi storici, in particolare in L’Ebreo di Verona.
8 - Intervista di Yves MARSAUDON pubblicata ne Le Juvénal, il 25 settembre 1964. Citata da Carlo Alberto Agnoli in La massoneria alla conquista della Chiesa, http://antimassoneria.altervista.org/wp-content/uploads/2016/02/massoneriaechiesa.pdf
Il barone MARSAUDON è autore de L’OEcuménisme vu par un franc-maçon de tradition, Paris, Vitiano, 1964. Sui rapporti di Giovanni XIII con la massoneria si veda Le Sel de la terre n° 34, p. 233-237.
9 - L’espressione «società segrete » (clandestinum foedus) è dello stesso papa. Tre anni dopo la condanna del modernismo (Pascendi, 1907), San Pio X spiegava, il 1 settembre 1910, con un motu proprio, che i modernisti «continuano a cercare e a raggruppare in una società segreta dei nuovi adepti».







gennaio 2020
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