Bergoglio e il dio-Mandrake

di Alessandro Gnocchi



Pubblicato il 7 febbraio 2020 sul sito
Ricognizioni


 






Poche e sentite righe di commento a una notizia lanciata dall’Ansa in cui Bergoglio, profondo conoscitore della “Summa Marvel dei Supereroi”, discetta sulla perfezione di Dio.
Devo riconoscere che è una quisquilia, una pinzillacchera, rispetto a tomi e tomi di Amoris laetitia e Laudato si’, di sedute e sedute di sinodi sull’Amazzonia, di ore e ore di magistero aereo, ma è sempre il dettaglio che uccide.
Inoltre, avevo promesso a me stesso di non occuparmi più del Circo Romano e godermi un po’ di pace. Però il compiacimento bergogliesco nel rendere infima l’idea del Creatore, per quanto quisquilioso, mi dà così fastidio che, prima di tacere per sempre sul tema, vorrei togliermelo dallo stomaco con una breve considerazione.
Ecco dunque il lancio Ansa:

Alle volte ci vengono teorie che ci fanno presentare un Dio astratto, un Dio ideologico… Un’idea, perfetto; e che ti provano l’esistenza di Dio come fosse una matematica”, invece “i santi… Hanno capito cosa è credere in un Dio che è Padre e non in un dio-Mandrake, con la bacchetta magica”. Lo ha detto Papa Francesco in un’intervista a Tv2000 che andrà in onda nel programma ‘Io credo’, in onda dal 17 febbraio, e della quale è stata diffusa una anticipazione. A intervistare il pontefice è don Marco Pozza, il cappellano del carcere di Padova.

Si apprende così che a Bergoglio ripugna l’idea di un Dio perfetto. Lo vede così poco adatto a tenere a bada il creato da considerarlo meno efficiente del mago Mandrake e non gli garba che qualcuno possa dimostrargli che Dio esiste veramente.
Non ho i talenti di Eugenio Scalfari e dunque non sono dotato dell’acribìa ermeneutica necessaria a capire se questo atto di magistero a fumetti si riferisca al Mandrache alla romana della “Febbre di cavallo” o all’Uomo Drago all’americana inventato da Lee Falk.
Mi pare comunque di capire che il Vicario riservi esclusivamente a se stesso gli interventi miracolosi nei destini umani esautorando in via definitiva il Titolare dal vedere e provvedere: altrimenti che Vicario sarebbe?

Tutto secondo copione, anche se all’interprete va riconosciuto un certo genio nello sberleffo per le cose divine che riesce sempre a colpire. Ma è l’ultima volta che ci casco.
Prima di calare il sipario, vorrei solo segnalare un particolare che non torna: l’Ansa spiega che questa perla teologica è stata gettata al popolo in un’intervista a Tv2000 che andrà in onda nel programma “Io credo”. Ecco, nel titolo c’è qualcosa che non va.

 



febbraio 2020
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