Quando l’indifferenza è cattiva volontà

Articolo redazionale


Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo una segnalazione del Prof. Tamborini di Venezia, circa la mancata commemorazione del ricordo della tragedia degli Italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, avvenuta durante la fine della Seconda Guerra Mondiale e il decennio successivo. Si calcola che i comunisti che presero il potere in quelle zone costrinsero ad abbandonare le loro case e i loro averi un numero enorme di persone calcolato tra 250.000 e 450.000; mentre rimasero vittime delle uccisioni e delle repressioni da 5.000 a 11.000 Italiani, gettati anche vivi nelle cavità carsiche dette “foibe”.

Gli esuli vennero raccolti in circa 109 centri di raccolta dislocati in varie regioni italiane, allora spesso vessati invece che confortati e aiutati. Uno dei posti che accolse gli esuli fu il Convitto Nazionale “Marco Foscarini” di Venezia, il quale ricorda l’avvenimento con un’apposita targa commemorativa posta nell’androne del Convitto stesso.




Convitto Nazionale “Marco Foscarini” - Cannaregio 4941, 30121 VENEZIA

Tel. 0415221970 - Fax: 0415239698

posta elettronica: vevc010004@istruzione.it









Ciò nonostante, quest’anno 2020 i responsabili del Convitto hanno dimenticato di ricordare l’avvenimento, perfino il giorno 10 febbraio che vi è dedicato ufficialmente.

Scrive il Prof. Tamborini:

VENEZIA: L’INDIFFERENZA DEL CONVITTO FOSCARINI CHE IGNORA IL GIORNO DEL RICORDO.

Spiace rilevare che in un luogo educativo che si eleva a “prestigioso convitto nazionale”, via sia la consueta e deplorevole dimenticanza di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le VITTIME DELLE FOIBE, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra, storicamente accolti proprio al Foscarini.

Non una iniziativa didattica a ricordare uomini e donne trucidati, non un fiore sulla lapide posta nell’androne principale, SOLO INDIFFERENZA.
Il RETTORE NON PROVA VERGOGNA?
Proprio per i suoi compiti ed uffici, e soprattutto per la specificità storica dei fatti che proprio nel Convitto si svolsero, si auspica che, congiuntamente al collegio docenti,
concorra egli a promuovere e celebrare il “GIORNO DEL RICORDO” che rammento, è solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno ed istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92. e che lo stesso Ministero dell’Istruzione (MIUR) invita a solennizzare.

Ogni “tragedia” è dunque da celebrarsi, perché non devono più sussistere ricorrenze più o meno importanti solo perché ideologizzate e politicizzate, così come non esistono morti di serie A e B.
Proprio per la specificità storica degli eventi occorsi, il Convitto sarebbe luogo propizio per invitare le massime Autorità Istituzionali, regionali e comunali al doveroso omaggio e ricordo della ricorrenza del “Giorno del Ricordo”.

Ha ragione il Signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a dichiarare oggi 10 febbraio 2020: “Le Foibe, tragedia sottovalutata e dimenticata. Il vero nemico da battere oggi è l'indifferenza”.

Esecrabili OBLIO e INDIFFERENZA che al Foscarini neppure una grande lapide riesce a scalfire.

Alessandro prof. dr. Tamborini
Plenipotenziario, docente di Scienze Religiose, Storia e Simbolismo dell’Arte Antica e Medievale.
San Marco, Venezia.


Da parte nostra facciamo notare che questa tragedia locale, che rientra nella più ampia tragedia nazionale causata dalle vicende belliche, finora non è stata oggetto di studii ufficiali, a differenza di tragedie simili accadute nello stesso periodo storico; e questo perché è ormai noto che in questo mondo affaccendato a inseguire il benessere e i miti della “Madre Terra”, i morti non sono tutti uguali: ci sono i morti e i trucidati di serie A, con in testa gli Ebrei (chissà perché!); e i morti e i trucidati di serie B, con in testa i non ebrei italiani, tedeschi e giapponesi.

Un mondo che non è strabico, ma affetto da cattiva coscienza, per aver abbandonato la pietà e la carità cristiane a favore del rifiuto di Dio e delle Sue leggi pur iscritte nelle coscienze degli uomini. E stupisce che gli stessi uomini di Chiesa dimostrino di essere affetti dallo stesso morbo, almeno al primo impatto, poiché a ben riflettere lo stupore lascia clamorosamente il posto alla constatazione che non più di uomini di Chiesa si tratti, ma di uomini del mondo, figli di una Chiesa che non è più cattolica, ma è una neochiesa asservita al Principe di questo mondo.
Senza questa constatazione non si comprenderebbe lo stato di depravazione a cui siamo ormai giunti, dove a farla da padrone è il brutto e il male invece del bello e del bene.

Tocca a chi intende resistere saldo nella Fede tenere accesa la fiaccola della Verità e trasmetterla ai nostri figli, nell’attesa dell’immancabile intervento divino che rimetterà al giusto posto ogni cosa, sia pure a costo di un immenso castigo.

Segnaliamo a questo proposito l’articolo apparso su “Ricognizioni” e scritto da Alessandro Gnocchi all’insegna «della radicale esigenza di “vivere senza menzogna”»:
Perché i martiri delle foibe continuano a imbarazzare. Onoriamoli noi”.




febbraio 2020
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