Dio, Patria e Famiglia

La Costituzione più bella del mondo è quella di Putin

di Alessandro Gnocchi



Pubblicato il 4 marzo 2020 sul sito
Ricognizioni


 






Mi limito a riportare il succo della notizia e penso che ciascuno sarà in grado di commentare da sé.
Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha da poco inviato al Parlamento gli emendamenti che intende inserire nella carta costituzionale. La bozza andrà ora in seconda lettura, poi in terza lettura, quindi inviata alla Camera alta e proclamata dal presidente stesso.

I princìpi costituzionali voluti da Putin, e pienamente condivisi dalla maggioranza del Parlamento, dovrebbero far riflettere i cosiddetti politici più o meno cristiani di casa nostra.

DIO
Come auspicato dal patriarca della Chiesa Ortodossa russa, il testo letto in aula dal presidente della Camera bassa Vyacheslav Volodin prevede un esplicito riferimento alla fede cristiana del popolo russo.
Se nell’inno nazionale ci possono stare le parole “la Terra Patria da Dio custodita” - aveva detto il patriarca Kirill - perché non si può dire la stessa cosa nella Costituzione?
E così il nuovo testo sosterrà esplicitamente che la Russia, unita da una storia millenaria, conserva il ricordo degli antenati che “ci hanno trasmesso gli ideali e la fede in Dio”.
D’altra parte, il presidente russo ha sempre fatto affidamento sulla Chiesa Ortodossa come custode dell’identità nazionale, senza mancare di rispetto nei confronti delle minoranze religiose, alle quali pare che il riferimento a Dio nella Costituzione non dispiaccia affatto.

PATRIA
L’emendamento sull’etnia sottolinea il ruolo cruciale del popolo russo nel “forgiare” il Paese e definisce la lingua russa quale idioma ufficiale della federazione. Viene fatto espresso divieto di cedere parti di territorio della Federazione, con evidente riferimento alla Crimea riconquistata nel 2014 dopo che era stata assegnata all’Ucraina, e alle isole Curili contese dal Giappone. Oltre a questo, qualsiasi candidato alla presidenza dovrà aver vissuto in Russia per almeno 25 anni (anziché 10 finora previsti), e i politici di alto livello non dovranno avere cittadinanza o residenza straniere.

FAMIGLIA
Il vicepresidente della Camera bassa, Pyotr Tolstoj ha dichiarato: “Per me è questo l’emendamento più importante, quello che fissa la natura uomo-donna della famiglia, e sono felice che porti la firma del presidente”.
D’altra parte, Putin aveva chiarito in precedenza che, fino a quando lui sarà presidente della Federazione Russa, non verranno utilizzati i concetti “genitore 1” e “genitore 2”, e aveva ribadito la sua posizione sulla famiglia tradizionale e sul matrimonio fondato sull’unione tra un uomo e una donna.

Da non trascurare, inoltre, la piena affermazione del concetto di sovranità ribadita dal presidente russo il 15 gennaio nel suo discorso all’Assemblea Federale. Allora aveva affermato che la Costituzione della Federazione Russa dovrebbe avere la precedenza sul diritto internazionale, sottolineando la necessità di consolidare lo status e il ruolo del Consiglio di Stato.

BREVE CONLUSIONE

Come dicevo, non servono troppi commenti. Mi limito a riportare un’altra dichiarazione del vicepresidente della Duma Tolstoj: “L’ultimo giorno dell’adozione di emendamenti alla Costituzione e il primo giorno della Grande Quaresima, il presidente Vladimir Putin ha presentato le sue proposte alla Duma (…). Per me, la cosa più importante è la proposta di sancire nella Legge Fondamentale il concetto di matrimonio come unione di un uomo e una donna”.
Vorrei soltanto sottolineare la finezza cristiana di legare il giorno di presentazione degli emendamenti con quello di inizio della Quaresima. Gli uomini politici che hanno veramente fede ci sono ancora. Ma non da noi.





marzo 2020
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