Chi è il padrone del virus ?

di Giovanni Servodio





L’anno Domini 2020 è un anno bisestile, il cui titolo contiene due particolarità che è il caso di segnalare. Prima di tutto è un anno che replica il numero 2 e poi la replica del numero 20 equivale alla replica del prodotto di 5x4.
Questi due elementi ribadiscono la prevalenza del numero 2 accompagnato dal numero 5. Si nota chiaramente l’assenza del numero 1 e del numero 3, ragion per cui si evince che ogni richiamo simbolico rimanda alla prevalenza della Dualità (2) e all’assenza dell’Unità (1) e della Trinità (3). E laddove si riscontra la presenza del numero 5 si nota che esso sia accompagnato dal numero 4.
Ora, il numero 5 è il numero dell’uomo e il numero 4 è il numero della terra, e questo in ragione del fatto che 5 è il numero centrale della decade (1…5…10), mentre il numero 4 è il numero del quadrato (quattro dimensioni del piano, quattro punti cardinali). Il numero 1, invece, è il simbolo dell’Unità che trascende ogni cosa esistente, a partire dalla terra e dall’uomo, ed esso si esprime in funzione umana e terrena col numero 3, che è il simbolo della Trinità e che è costituito dalla triplice ripetizione dell’Unità.

Queste brevi considerazioni numerologiche, seppure non usuali nella terminologia cattolica, aiutano a far capire che da esse si possono trarre delle considerazioni importanti, in questo periodo così particolare per la vita religiosa, contrassegnato da una perniciosa e sospetta onnipresenza e prevalenza del cosiddetto “virus”.

La prima considerazione è che comunque ci giriamo vediamo che il mondo che ci circonda ha occhi solo per la terra e per l’uomo: invano il sole splende nel cielo ed è dal cielo che viene la luce, senza la quale non ci sarebbe neanche la vita… l’uomo di oggi sembra essere cieco, e i suoi occhi non riescono a staccarsi dalla terra e da se stesso: e così la sua cecità aumenta.

A partire da questa prima considerazione, possiamo guardare a quello che accade nella giornata di oggi, Domenica 5 aprile 2020, che corrisponde alla Domenica delle Palme e che in questo 2020 sembra essere stata formalmente abolita a causa del “virus” – o in omaggio ad esso?!

Ogni anno, per chi scrive e per tante famiglie cattoliche, la Domenica delle Palme apriva formalmente, ritualmente e praticamente la Settimana Santa, che si conclude col trionfo di Cristo glorioso, vincitore della morte e Risorto dopo tre giorni dalla morte.
Anche se si era in viaggio, magari per ritornare a casa per la Pasqua, ci si fermava per via, in un paese, per partecipare alla Messa e alla processione con i rami benedetti: non si poteva proseguire il viaggio senza prima avere accompagnato il nostro Salvatore nel Suo ingresso nella città santa, ove si sarebbe immolato al Padre per il riscatto dei nostri peccati e la salvezza delle nostre anime.
La partecipazione alla processione dei rami benedetti, permetteva di portarne a casa alcuni, per conservarli opportunamente perché servissero da protezione e da guida per tutto l’anno a venire.
C’è chi ancora ricorda che anche nelle case i vecchi rami venivano bruciati per conservarne le ceneri che sarebbero servite all’inizio della Quaresima dell’anno successivo. Una continuità mantenuta per migliaia di anni in nome della imperitura presenza del nostro Salvatore, e che ha accomunato tutte le generazioni di cattolici.

Ma ecco che quest’anno, quasi due volte bisestile, la Domenica delle Palme e la relativa processione sono venute a mancare, per far posto ad un nuovo rito: il ritiro e l’isolamento in casa in ossequio ad un ente non ben decifrato, ma prepotentemente presente e rispettato, il “virus”. E’ come se l’imperitura presenza del nostro Salvatore fosse stata oscurata dalla provvisoria sopraggiunta di qualcosa che si nasconde e che tuttavia è mosso da chi sta dietro di esso in modo da richiamare su di sé l’attenzione di ogni uomo.
C’è il “virus”, Cristo che va a compiere l’opera di redenzione e di salvezza, si faccia da parte!

E a quest’ordine quasi imperioso e solo malamente camuffato da decisione governativa, i primi che hanno risposto “sissignore” sono stati i preti, quei famosi “ministri di Dio” che non hanno esitato a manifestarsi quali ministri del “virus”: ed ecco la preghiera in solitario del Papa regnante e le successive “indicazioni pastorali” dei vescovi.
Niente Domenica delle Palme, niente Settimana Santa, e, per Pasqua, una celebrazione semiclandestina a cui i fedeli sono invitati ad unirsi ognuno a casa propria.

Cristo è risorto per tutti ed è venuto dalle tenebre alla luce mostrandosi ai fedeli col Suo Corpo glorioso: i preti oggi lo hanno allontanato dalla vista dei fedeli e lo hanno come respinto nella tomba … nonostante nessuno al mondo, neanche loro, potranno mai fare realmente una cosa del genere. Ma i preti hanno fatto l’unica cosa che potevano fare nella loro intrinseca impotenza: mentre Cristo ritorna ciclicamente a mostrare la Sua imperitura presenza, essi si sono nascosti.





Tutto è cominciato il 27 marzo scorso, quando colui che dovrebbe essere il successore di San Pietro e il Vicario di Cristo in terra, si è nascosto a Roma in una piazza volutamente e spettralmente vuota, per di più mostrando platealmente la sua miseria e la sua impotenza, facendosi teatralmente riprendere dalle telecamere dei mass media mentre pregava la Madonna, rigorosamente eretto, e mentre pregava il Crocifisso, sempre impunemente eretto, e mentre pregava il Santissimo, rigorosamente seduto in poltrona.






Qualcuno si è detto ammirato da questo triplice gesto blasfemo e ha elogiato l’uomo che celebrava se stesso al centro di quella piazza vuota che è a sua volta il centro della Cristianità.
Nella travagliata vita bi-millenaria della Chiesa, mai si era visto un tale spettacolo di esaltazione dell’uomo, volutamente mostrato urbi et orbi, offerto in sostituzione della celebrazione del Figlio di Dio.

Un momento storico! E’ stato notato. Sì, un momento storico che non segna un nuovo corso della Chiesa cattolica, ma sancisce l’inversione di rotta della neochiesa non più cattolica: da Dio all’uomo.
Al posto di “Christus Heri Hodie Semper”, quella triste sera a Roma, si è assistito all’“homo hic et nunc”, segno tangibile che il Vicario di Cristo ha lasciato il posto al vicario dell’Anticristo.





E da quella triste sera è nato un nuovo giorno oscuro: l’abolizione della Messa e l’abolizione della Pasqua; non come fatto intrinsecamente reale, impossibile in realtà, ma come dato estrinsecamente indicativo di una volontà luciferina: Lucifero che si mette al posto di Cristo… Bergoglio consenziente.

Ed è per espressa e segnalata volontà di Bergoglio che i vescovi italiani hanno diffuso un “decreto” contenente le indicazioni per celebrare la Settimana Santa: tutto abolito, è stato “decretato”; in nome e per conto dell’imperio del “virus”, con la copertura delle disposizioni governative che, si è dichiarato tacitamente, hanno soppiantato le disposizioni divine.
Fedeli di Cristo, hanno detto i vescovi, dobbiamo obbedire agli uomini, e all’uomo vestito di bianco, piuttosto che a Dio. …
E San Pietro è stato così mandato a farsi benedire!

E allora, chi è il padrone del virus?
La risposta è compresa nella domanda: è il virus stesso; non tanto quale mezzo che potrebbe anche essere di stimolo all’uomo per disporsi alla conversione a Dio, quanto come strumento manovrato da chi ci sta dietro e mira a diventare il fine ultimo dell’intera vita dell’uomo attuale.

Io sono colui del quale non potete fare a meno - dice il demonio - non l’impostore che si fa chiamare Gesù Cristo e che non è capace neanche di mutare una pietra in una mascherina o in un flacone di amuchina!
Non avete visto come il suo vicario si è mostrato solo e perduto in una piazza vuota da cui erano fuggiti preti, vescovi e cardinali e in cui non ha osato presentarsi neanche un cosiddetto suo fedele?
Io solo sono rimasto a regnare! Seppure nella solitudine, ma in possesso di tutti i mezzi per costringere tutti gli uomini ad inchinarsi al mio volere: sono io il vero onnipotente!

Sta proprio in questo l’insanabile impotenza del demonio, nonostante momentaneamente sia in grado di imporre coercitivamente agli uomini ogni cappio, ogni vessazione ed ogni legame… usando strumentalmente il potere umano dei potenti del mondo … suoi servitori ed esecutori.

Meditiamo, cari amici, meditiamo! E chiediamo a Dio di colmare con la Sua grazia sovrabbondante l’abisso delle nostre debolezze, così che il demonio non abbia appigli a cui attaccarsi.

Al mondo non c’è notte che non venga seguita dal giorno illuminato dal Sole sempre nascente: Gesù Cristo, Signore e Salvatore nostro.

Veni, Dómine, et noli tardare, relaxa facínora plebis tuae et revoca dispersos in terram suam.

Vieni, o Signore, non tardare, allenta i legami del Tuo popolo e richiama i dispersi nella loro terra.








aprile 2020
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