Vinta dalla paura della pandemia,

la Chiesa si è trasformata in una Ong


di Nicola Bux e Ettore Gotti Tedeschi


Pubblicato sul quotidiano La Verità del 19 maggio 2020, p. 11

I neretti sono nostri






La paura di perdere la vita a causa della pandemia e l’isolamento forzato per evitare contagi avrebbero potuto essere due grandi opportunità per la nostra amata Chiesa, per far riflettere sul valore e sul senso della vita e sul valore della libertà.
Questo è un compito primario della Chiesa, come peraltro la prima enciclica di questo pontificato, Lumen Fidei, chiaramente indica. La Chiesa dovrebbe infatti imitare Cristo: «Io sto in mezzo a voi, come colui che serve» (Lc. 22, 27).

Avendolo forse fatto così discretamente, e con tale «rispetto umano» che pochi se ne sono accorti, la nostra Chiesa ha perso una grande opportunità di confortare spiritualmente chi ne aveva bisogno, rischiando anche di perdere credibilità riguardo alla sua missione soprannaturale.
L’autorità morale, in questo periodo, sembrerebbe voler comunicare all’esterno una tiepida «neutralità morale». Non è stata colta una forte ed eroica proposta di voler essere utile alla sofferenza spirituale, riaffermando in ogni modo ed occasione la verità. Non è stata notata una eroica volontà di voler cogliere questa occasione per proporre efficacemente la ricerca della conversione personale e il desiderio di Dio. Non è stato notato un grande e opportuno sforzo eroico per cercare di spiegare in queste circostanze cosa è moralmente vero o falso, moralmente giusto o ingiusto, bene o male.

In compenso si sono lasciati intendere tentativi di banalizzazione della scienza e della ragione, quando si è tentato di spiegare le cause dell’epidemia.
Certo per nostra scarsa diligenza o pregiudizi non abbiamo ben percepito indicazioni spirituali per beneficiare di questi momenti di paura e isolamento. Sono stati invece intesi auspici per una misteriosa «fratellanza» umana (senza riferimenti a Dio che la giustifichi) e sollecitazioni per un non definito dialogo interreligioso, con vaghe indicazioni di un Dio unico per tutte le religioni, accompagnato da una altrettanto vaga preghiera universale.
Ma attenzione! Questi sono i concetti fondanti di sincretismo religioso fra fedi prima inconciliabili, miranti a forme di unità religiosa al di là di dogmi di fede.

Abbiamo anche inteso l’annuncio di una proposta di «nuovo umanesimo». Nuovo perché si pensa di considerare superato l’antico umanesimo cristiano fondato sulla natura umana fatta di anima, corpo, intelletto, ferita dal peccato originale e redenta da Dio incarnato? Come si può pensare di umanizzare qualcuno o qualcosa se prima non si riconosce chi è il Creatore di ciò che è umano?
Ma c’è un fatto più misterioso che va compreso. Se la Chiesa ormai si presenta e propone come istituzione operante nel sociale, e nei fatti lascia intuire che la santa Messa, anziché «santo Sacrificio divino», è solo una «assemblea», e come tale deve essere regolata dalle disposizioni del Governo per le riunioni pubbliche. Perché lamentarsene allora?
Per queste ragioni temiamo che il maggior cambiamento post Covid possa riguardare proprio l’autorità morale.

Essa rischia infatti di essere disintermediata, non solo da ragioni pragmatiche, ma persino dal filantropismo. Il filantropismo (o carità senza verità) vorrebbe essere proprio il competitore laico della carità cristiana. Grazie alle lusinghe e all’influenza del filantropismo, l’autorità morale rischia di convertirsi in alfiere della religione universale, l’ambientalismo, destinato ad accomunare tutte le culture verso un unico valore universale.
A volte la Chiesa sembra essere stata profetica per il post Covid, avendo persino anticipato il riconoscimento di un ruolo dominante allo Stato, cercando appoggi geopolitici fuori da quelli tradizionali occidentali, lasciando immaginare fusioni fra religioni (come fossero imprese), permettendo fossero sviliti gli ostacoli a questa trasformazione (dogmi, famiglia, sovranità, tradizione …).

Fino a qualche tempo fa la Chiesa non doveva occuparsi di economia, scienze e politica, doveva limitarsi a pensare solo alle coscienze. Oggi viene imposto alla Chiesa di occuparsi di economia, scienze, politica, ma non di coscienze. E lei sembra aver accettato. E’ ineluttabile la sua disintermediazione conseguente.
Oggi, in questa situazione, la Chiesa dovrebbe ingegnarsi nel proporre e spiegare il «mistero trascendente» di quanto è accaduto e potrà accadere, non proporre soluzioni che prescindono da Cristo e illudono e basta.

La Chiesa oggi deve riaccendere e dare speranza a tutti e lo può fare dialogando, ma dialogando per fare trovare Cristo, evangelizzando, perché oggi la vera fame e sete è anzitutto di Dio. Così soltanto «andrà tutto bene», in questo mondo e nell’altro.






maggio 2020
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