INVITO ALLA LETTURA

PADRE RODOLFO PLUS

“IN CRISTO GESU’”


di Don Curzio Nitoglia






Pagine 340 - costo 15 euro
Effedieffe - tel. 0763. 71. 00. 69
https://www.effedieffeshop.com/in-cristo-gesu/


Nel 1923 padre Rodolfo Plus pubblicò il libro In Cristo Gesù edito da Marietti, che in Italia ha avuto oltre 10 edizioni almeno sino al 1960. Ora l’Editore Effedieffe di Proceno (Viterbo) lo ristampa e lo offre alla meditazione dei lettori.
Il libro è semplice, chiaro, lineare e tratta un tema molto importante per la nostra vita spirituale: il mistero della grazia, ossia della nostra partecipazione reale (anche se limitata e finita) alla Vita divina, tramite i meriti di Gesù Cristo e il nostro innesto al Corpo Mistico di Cristo, affinché la possiamo vivere quotidianamente nelle nostre pratiche religiose e spirituali.

Qualunque anima in grazia di Dio è “figlia adottiva del Signore”. Infatti Dio creando l’uomo volle elevarlo all’ordine soprannaturale, che lo rende partecipe della Natura divina, anche se in maniera limitata e finita. Egli ha voluto, gratuitamente e per pura Sua bontà, venire ad abitare nell’uomo, che liberamente accetta il Suo dono poiché il Signore rispetta la nostra libertà e non ci impone neppure la grazia santificante perché vuole la nostra libera cooperazione: “Colui che ti ha creato senza di te non ti salverà senza di te” (S. AGOSTINO, Sermo 169, XI, PL tomo XXXVIII, colonna 923).

Dio vuole la nostra libera risposta affinché Gli confessiamo che riconosciamo che non siamo “simili a Dio” per le nostre forze e la nostra stessa natura, ma siamo “deificati” in maniera finita e limitata per puro dono di Dio. Possiamo essere deificati solo a condizione di riconoscere che non siamo simili a Dio per noi stessi: “Io sono il Signore Dio tuo, non avrai atro Dio all’infuori di Me”.

Il peccato originale fu esattamente il rifiuto da parte dell’ente finito di riconoscere la sua finitudine e creaturalità, pretendendo di essere simile a Dio e quindi infinito. Per questo motivo Adamo perse per sé e dunque non poté dare neppure a noi, che da lui discendiamo, il tesoro della grazia santificante, che Dio gli aveva regalato nell’Eden. Dopo il peccato da uomo, creato ma divinizzato per la grazia abituale, divenne uomo creato però senza più Dio, che poi riacquistò facendo penitenza e pentendosi del proprio peccato, sempre per pura misericordia e dono del Signore.

Purtroppo, se abbiamo la sventura di perdere la grazia col peccato mortale, non ce ne preoccupiamo. Dio, invece, che conosce bene il valore divino della grazia santificante se ne rattrista ed escogita tutti i piani per restituircela. L’Incarnazione del Verbo è il mezzo o il piano scelto dalla SS. Trinità per ridarci la grazia che Adamo aveva perso per sé e per noi.
Come è grande il valore della grazia, se Dio si fa uomo affinché l’uomo possa tornare ad essere divinizzato! 

Gesù, tramite la grazia, ci incorpora in Sé, ci rende membri vivi del Suo Corpo Mistico, di cui Egli è il Capo e noi le membra. “Come il corpo è uno ed ha molte membra, e come tutte le membra del corpo formano un solo corpo; così è di Gesù Cristo. Voi siete il Corpo (Mistico) di Cristo e membri di esso” (I Cor., XII, 12 ss.).

La SS. Trinità ci ha dato Gesù Cristo, ossia il Verbo Incarnato, come Capo o Testa della Chiesa, la quale è il Suo Corpo Mistico e il suo “compimento”.

Gesù Cristo non solo è morto in croce per riscattarci e redimerci, ma ha voluto far ancora di più, ossia incorporarci a Sé, innestarci in Sé, congiungerci con Sé, ci ha reso tralci vivi della vite divina (Rom., VI, 5 ss.), uniti alla Sua divinità tramite la grazia santificante. Questo è “il Cristo totale o completo / Christus totus” come lo chiama S. Agostino (De civitate Dei, lib. XX, cap. 5) oppure il “Plenarium Corpus Christi” (In Ps. CX), ossia Gesù più le sue membra vive, che sono gli uomini in grazia di Dio. Ecco abbozzato il mistero della nostra santificazione, che ci unisce realmente a Gesù anche se in maniera limitata e finita, restando noi pur sempre delle creature distinte da Lui, che tuttavia sono state “cristificate” dalla Redenzione di Gesù.

Il Cristo totale è Gesù più gli uomini in grazia santificante. Tuttavia l’uomo non ha diritto alla grazia e all’ordine soprannaturale, che è un dono gratuito di Dio, il quale sorpassa ogni natura creata anche quella angelica.

Noi se viviamo in grazia di Dio possiamo agire con Gesù, in Gesù per Gesù. Infatti Egli ci ha incorporati in Lui. Tutto ciò che ogni Cristiano fa di soprannaturalmente meritorio non lo fa lui solo ma Gesù lo fa con lui ed in lui. Cristo come Causa prima e principale, il cristiano come causa seconda, subordinata e strumentale. Cristo e i Cristiani in grazia di Dio non sono separati, ma sono uniti e vanno assieme l’Uno con gli altri. Se preghiamo in grazia di Dio, Gesù prega in noi e con noi perché il Corpo e la Testa del Cristo totale formano una sola Unità di modo che le parti non possono essere separate le une dalle altre (S. AGOSTINO, In Psalmum XL). Solo una Persona è capace di lodare in questo mondo convenientemente la SS. Trinità, è Gesù Cristo, ma sotto questa unica parola bisogna intendere il Cristo totale: il Capo più le membra vive. Gesù ci contiene tutti in Sé, in noi Egli continua a vivere sino alla fine del mondo, se perseveriamo nella Sua grazia.

In Gesù bisogna considerare due aspetti: la sua Persona divina in cui sussistono due nature infinitamente distanti (umanità e divinità) e Cristo come Capo dell’umanità redenta, ossia il Cristo totale. Gesù sale al Cielo nell’Ascensione, ma resta in terra con l’Eucarestia; muore da solo sulla Croce, ma resta in terra con la Messa.

Sant’Agostino scrive che “Cristo ci ha incorporati a Sé, ci ha fatto suoi membri. In Lui siamo cristificati. In eo Christi sumus” (In Psalm. XXVI). Il Verbo si è voluto unire all’umanità affinché alla nostra umanità sia resa la vita divina che aveva persa nella colpa del primo uomo. Il Verbo Incarnato ci ha voluto associare a Sé con i vincoli di una vita misteriosa, ma reale, la quale da Lui scende sino a noi. Perciò uniti tramite la grazia alla Natura divina di Cristo possiamo formare una sola cosa con Lui.

Se in teoria ogni cristiano in grazia è “deiformato” nella pratica e nei fatti quanto poco lo siamo. Perciò dobbiamo ogni giorno e più volte al giorno rinnovare la nostra incorporazione e trasformazione in Cristo Gesù affinché Egli operi in noi una sorta di “transustanziazione” venendo a vivere sotto le nostre apparenze o  spoglie mortali.
Dobbiamo tendere a diventare Lui sotto le apparenze di noi.
Purtroppo nella pratica sotto le nostre apparenze siamo rimasti quasi totalmente “noi” e quasi per nulla “Lui”. Il mezzo che ci può aiutare a operare questa trasformazione del nostro povero essere di fango nella sublime realtà di membro vivente di Gesù Cristo è l’Eucarestia, il Sacramento della transustanziazione, ma mentre all’altare la trasformazione di una sostanza in un’altra si opera in un istante, quando il Sacerdote ha terminato di recitare la forma della consacrazione, nella nostra vita e nel nostro essere la nostra conversione in vero membro vivente di Gesù, in cui vive Gesù, avviene lentamente.
Per aiutarci ad ottenere questo cambiamento il Signore ci offre l’aiuto della Madonna, Mediatrice di ogni grazia, la quale ci aiuta a vuotarci del nostro cattivo fondo, infettato dal peccato originale e a riempirci di Gesù in modo da poter dire con San Paolo: “Vivo, però non sono più io a vivere, ma Gesù Cristo vive in me”.
Rinnoviamo la nostra consacrazione di schiavi di Gesù in Maria, secondo l’insegnamento di San Luigi Grignion de Montfort e la Madonna ci aiuterà ad arrivare a questa sublime trasformazione in Cristo Gesù Nostro Signore.

Non si tratta di offrire solo noi stessi a Dio, ma di offrire noi con Gesù, ossia il Cristo totale. Infatti solo Gesù può glorificare la SS. Trinità in maniera adeguata, ossia infinita. Egli è consustanziale al Padre e allo Spirito Santo, ma essendosi fatto uomo può offrire la Sua umanità, che sussiste nella Persona divina del Verbo, come Ostia gradita a Dio onnipotente.

L’unico vero culto divino dopo l’Incarnazione consiste nell’offrire alla Trinità Gesù Cristo e noi assieme e unitamente a Lui e per poter far ciò occorrono due cose: 1°) offrire abitualmente Gesù alla Trinità; 2°) offrire noi stessi assieme a Lui, uniti a Lui tramite la grazia.
Insomma la devozione al Corpo Mistico di Gesù va vissuta come se fosse un’azione sacerdotale di offerta del Santo Sacrificio di Gesù, fatto alla Trinità per adorazione, ringraziamento, propiziazione/soddisfazione e impetrazione. In questa pratica offriamo il Cristo totale, (ossia noi uniti a Cristo) alla SS. Trinità con le stesse intenzioni con e quali Gesù si offrì al Padre morendo sulla Croce. 

Come la terra potrebbe offrire a Dio un omaggio degno di Lui? Grazie al Verbo che, incarnandosi, è venuto ad abitare in mezzo a noi su questa terra, ci ha uniti a Sé con il dono della grazia santificante e ci rende partecipi della Sua vita divina, innestandosi nel Suo Corpo Mistico. Così noi assieme a Gesù possiamo offrirci a Dio in un Sacrificio di valore infinito a Lui accetto.

Gesù è venuto su questa terra per darsi al Padre, riparare il peccato originale, unirsi a noi e fare in modo che noi uniti a Lui possiamo offrirci in Sacrificio alla SS. Trinità.
Pur essendo noi estremamente poveri e caduchi, possiamo grazie alla Comunione dei Santi e al Corpo Mistico offrire un dono infinito a Dio. Non dimentichiamoci di Maria, che stava in piedi sotto la Croce di Gesù e Lo offriva e si offriva alla Trinità.

Non dobbiamo illuderci di glorificare Dio tramite soprattutto i nostri soli meriti. Cerchiamo di dimenticarci per un po’ e di pensare al Cristo totale grazie al quale ci possiamo unire a Gesù e offrirci a Dio in un Sacrificio di valore infinito. L’abitudine di offrire Gesù al Padre, per le mani di Maria, dovrebbe diventare la nostra principale occupazione, così anche noi possiamo glorificare Dio in Christo Jesu Domino Nostro.

Il Corpo Mistico non è il solo Gesù, ma per Sua stessa volontà è il Cristo totale, Lui e noi come membra vive per la grazia santificante. Capo e membra sono il Cristo completo, che si offre a Dio. Gesù ha voluto così assieme al Padre e allo Spirito Santo.
San Gregorio Magno diceva: “Crux Christi sine tua non sufficit / la Croce di Cristo senza la tua non basta” (In lib. I Reg, lib. IV), non perché la morte di Gesù sia insufficiente, ma perché la Trinità ha decretato  che la Redenzione avvenisse tramite il Sacrificio del Capo e delle membra.

L’atto costantemente abituale di Gesù di fronte al Padre è di offrirSi ed offrirci: il nostro atto deve essere perciò quello di OffrirLo e di offrirci assieme a Lui.

La vita cristiana è un movimento dell’anima verso Dio 1°) per adorarLo; 2°) ringraziarLo; 3°) ottenere il perdono delle nostre colpe e la remissione della pena dovuta ad esse; 4°) chiedere tutte le grazie spirituali e materiali di cui abbiamo bisogno.

Dobbiamo perciò partecipare alla Messa in spirito di Sacrificio, offrendoci unitamente a Gesù al Padre. La devozione alla santa Messa deve essere vissuta e rinnovata ad ogni momento della nostra vita spirituale. Intesa così la Messa è veramente il centro e il culmine del dogma e dell’ascetica cristiana.

Anche la Comunione eucaristica deve essere vissuta in questo spirito di scambio e di Sacrificio, ricevere Gesù per darci assieme a Lui alla SS. Trinità, non dobbiamo pensare solo a ricevere Gesù, ma anche ad unirci a Lui ed offrirci con Lui.

Il fine di tutte queste devozioni deve essere la Gloria del Cielo, la sofferenza, il Sacrificio sono un mezzo per farci arrivare a questo fine. Sant’Agostino ci avverte: “Jam sumus in coelo, quatenus sumus in Christo / siamo già in cielo in quanto siamo con Cristo” (Enarr. II in Ps. XXVI, 11). Abiteremo così in cielo presso Dio e Dio abita in noi su questa terra. Noi non abitiamo ancora nella Gloria del Cielo, ma Dio già vive nelle anime in stato di grazia. Tuttavia abbiamo la speranza (non l’assoluta certezza) di entrare un giorno nel Regno dei Cieli. La grazia, infatti, è il germe della Gloria, qui il seme in cielo il fiore, quaggiù il viaggio, lassù l’arrivo e il riposo eterno.

Infine questa dottrina del Corpo Mistico ci aiuterà anche a vedere Cristo che vive nei nostri fratelli in grazia di Dio. Perciò nei nostri rapporti con il prossimo non dobbiamo fermarci alle apparenze, ma scendere nella profondità e pensare a Gesù che vive nascosto sotto le apparenze (spesso non affascinanti) di ogni uomo che vive in grazia di Dio.

Buona lettura!



maggio 2020
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