Bergoglio: abuso di potere?

di A. Nonim





Ho letto un trafiletto di Avvenire del 4.12.2020 intitolato Tamponi e vaccini inviati da Krajeski [l’elemosiniere del Papa] e sono rimasto allibito: l’ho letto e riletto, per essere sicuro di aver capito bene. Quei tamponi e vaccini sono stati inviati a una Parrocchia di Torvaianica sul lido romano, il cui Parroco dichiara: «Un altro bellissimo gesto di vicinanza nei confronti di persone che si trovano ancora più in difficoltà in questa emergenza di pandemia». E sapete chi sono queste persone? Sono nientemeno che i transessuali sudamericani! Infatti – si legge nel trafiletto - «questi mesi di pandemia sociale hanno colpito anche chi vive prostituendosi», aggiungendo poi che si è trattato di «un nuovo gesto di vicinanza a chi è più emarginato».

In pratica si dice chiaramente questo: a causa del lockdown, a queste persone transessuali, venendo meno i loro clienti, è venuta a mancare la loro fonte di guadagno. Poverini! Ma stiano tranquilli, perché c’è sempre il Papa che va loro incontro. Tant’è che gli scrivono e trovano ascolto, e adesso – conclude il trafiletto di Avvenire – «gli stanno inviando delle commoventi lettere di ringraziamento». A questo punto perché non inviare aiuti a tutte le prostitute rimaste senza clienti? Mi si dica, di grazia, se questa non è una approvazione piena della transessualità e della prostituzione. Qualcuno mi risponderà che non c’è tanto da meravigliarsi, date le telefonate e le udienze con baci e abbracci fatte e concesse da Papa Francesco a qualche esponente transessuale; è vero, ma questo è veramente il colmo! E’ proprio il Papa in persona a stravolgere la morale cattolica! Egli è arrivato a dire a queste persone, non ricordo purtroppo in questo momento in quale documento e circostanza, di stare tranquille, perché è Dio ad averle volute così. Ma è inaudito!

Ora io mi domando se questo non è da parte di Bergoglio un abuso di potere. Infatti Egli stravolge la morale cattolica con il peso influente della sua posizione su temi così gravi e delicati, proprio Lui forte assertore della sinodalità, senza previa consultazione dei Vescovi, chiamati a coadiuvare il Pontefice nell’esercizio del suo Primato. Che Bergoglio si faccia forte della sua posizione per portare avanti idee personali, lo confessa Lui stesso, quando recentemente, affermando che le coppie omosessuali hanno il diritto di vivere in una famiglia, conclude dicendo di aver pensato sempre così. In questo modo Egli semina sconcerto, smarrimento e confusione tra i fedeli e i Pastori. E lo dico con cognizione di causa, perché più di una volta mi son sentito dire in confessionale da qualche penitente, di sentirsi a disagio per certe parole e gesti di Papa Francesco. Al popolo di Dio non interessano le idee personali di Bergoglio, ma  la dottrina ufficiale della Chiesa, che si esprime in formali Documenti pontifici, o testi di catechesi, che riportano i pronunciamenti del Papa con i Vescovi uniti con Lui. Non ci interessano le uscite estemporanee di Bergoglio nelle interviste “aeree” o nei suoi colloqui salottieri con un ateo laicista e riportati su un quotidiano altrettanto laicista e a suo tempo anche visceralmente antiecclesiale e anticlericale, né le sue telefonate ed altri suoi gesti stravaganti: se Egli vuole esercitare il suo munus docendi, si deve sedere sulla cattedra di Pietro, altrimenti, e lo dico con tranquilla coscienza e grande serenità, il suo modo di procedere non si discosta molto da quello di un dittatore che impone le sue idee. Infatti non c’è più ormai da meravigliarsi: dal famigerato «Chi sono io, per giudicare un gay che cerca il Signore?» sparato da Papa Francesco in una intervista aerea, al favore da lui espresso per le unioni civili omosessuali, si arriverà prima o poi alla messa in soffitta dell’intera morale sessuale cattolica. E il plauso del mondo verso papa Francesco è davvero preoccupante. Ne ho avuto una riprova quando in uno dei giorni scorsi su Radio1 della Rai, ho sentito l’elogio degli aiuti inviati da Papa Francesco alla suddetta comunità di transessuali, parlando di crollo  di millenari pregiudizi, con tanto di intervista al Parroco [che per questo suo gesto c’è da aspettarsi che sarà presto fatto cardinale] che esalta la carità di Bergoglio. La stessa cosa è avvenuta oggi (21.12.20) sul canale televisivo RAI 1  con l’intervista al Parroco e ai suoi protetti in una profluvie di sdolcinati e commossi elogi al Papa che è andato incontro a quei poveri transessuali, che venivano mostrati radunati in chiesa con tutte le loro fogge, insieme al compiaciuto parroco. Quanta gente, sentendo e vedendo tutto ciò, sarà rimasta sconcertata? Bergoglio mostra tanto amore e comprensione per uomini vestiti e truccati da donne che si prostituiscono e poi pronuncia mordaci e sprezzanti parole per i sacerdoti, specie se giovani, che amano vestirsi da sacerdoti, indossando la talare, quand’anche lo facessero indossando qualche altro orpello di troppo. E non sono un orpello di troppo anche i jeans attillati indossati da certi preti, che vengono invece addirittura ammessi a intervistarlo così conciati? E’ inaccettabile!

Se c’è una teologia e una regolazione canonica dell’esercizio del primato petrino, nessun Papa è libero di farne lettera morta, comprese anche certe formalità, come l’indossare le insegne pontificie, che Egli invece mostra di non tenere in alcun conto, se non di disprezzare, con grave offesa di tante sensibilità pur ben meritevoli di rispetto. Fa tanto male vedere Bergoglio schivare la stola pontificale, manco fosse una serpe velenosa, come quando nella benedizione Urbi et Orbi, vestito irritualmente con la sola talare bianca, la indossa con malcelata rassegnazione solo al momento della benedizione, per liberarsene subito dopo, davanti a tutto il mondo, come fosse un corpo estraneo. Non è giusto e Bergoglio non ha il diritto di farlo, perché il papato non è un suo feudo personale.






dicembre 2020

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