Quando la terra di Gesù passò

dalla padella turca alla brace sionista




Pubblicato dal Centro Studi Federici




Gerusalemme, 9 dicembre 1917. Un frate francescano legge, davanti alle truppe schierate, il proclama della liberazione della città dai Turchi.



La liberazione di Gerusalemme da parte delle truppe britanniche (9 dicembre 1917) fu paragonata da molti cristiani alla vittoria dei crociati avvenuta mille anni prima: con la caduta dell’impero turco, la terra di Gesù ritornava sotto il controllo dei cristiani.

La Chiesa Cattolica in particolare rivendica i maggiori diritti sulla Città Santa e sull’intera Palestina e, in questo senso, fu accolta con viva soddisfazione la scelta, da parte del comando inglese, di far leggere il proclama di liberazione della città a un frate francescano davanti alle truppe schierate (illustrazione in alto).

Sull’argomento segnaliamo un articolo pubblicato nel 1922 sul primo numero de “L’Almanacco di Terra Santa”, pubblicazione voluta strenuamente da padre Ferdinando Diotallevi, Guardiano della Custodia di Terra Santa (che vantava l’amicizia di diversi cardinali, tra cui Gaetano De Lai), per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ed europea sulle vicende palestinesi. L’articolo (non firmato, ma probabilmente redatto dallo stesso p. Diotallevi) è un atto di accusa molto violento nei confronti dell’ebraismo: lo pubblichiamo a titolo di documentazione storica.

I timori dell’articolista non furono infondati e, se non vennero distrutti i monumenti cristiani (con i pellegrinaggi dei cristiani il ministero del turismo israeliano fa affari d’oro), avvenne invece, come già detto, la decimazione della presenza cristiana, che colpì in maggior modo la borghesia con la conseguente estromissione dei cristiani dalla classe dirigente del paese.

Lo stato ebraico, che per tanti anni fu denunciato dalla Chiesa Cattolica come un attentato alla sovranità cristiana, oggi è difeso anche da molti cattolici (persino tradizionalisti, sovranisti, ecc.). Queste persone (a cui fa difetto la conoscenza dei fatti e/o l’onestà intellettuale) difendono e persino esaltano uno stato anticristiano, che basa la sua esistenza sulla negazione della Divinità di Cristo. Difendono ed esaltano uno stato che ha impedito che la Terra Santa ritornasse nel pieno possesso del Cristianesimo.

Nei secoli passati fu il maomettano, istigato dal giudeo, a colpire il Cattolicesimo. Oggi sono questi cattolici d’avanspettacolo, istigati dai medesimi tentatori (in affari con i paesi islamici), a negare i diritti di Cristo sulla terra da Lui santificata.


I Luoghi Santi dopo l’entrata delle truppe cristiane

Il 9 Dicembre 1917 le truppe inglesi con la scorta d’onore dei rappresentanti delle alleate Italia e Francia entravano facilmente nella città santa, Gerusalemme. I popoli cristiani ne fecero feste ovunque, e si abbandonarono a lirismi, che ai più preveggenti parvero esagerati. Il re d’Inghilterra si felicitava col comandante in capo dell’esercito britannico, Generale Allemby che nel prendere la città aveva risparmiato da ruine il Sepolcro di Gesù Cristo.

L’universale ebbrezza, i festeggiamenti dimostravano la gioia come pel trionfo di una nuova Crociata, che avesse liberato per sempre dalle mani degl’infedeli quanto vi è di più prezioso per il cuore cristiano, i Luoghi santi, i Santuari della nostra redenzione.
Si credeva allora da taluni che i Luoghi santi, liberati da un governo infedele, sarebbero stati restituiti al Cattolicismo, che su di loro ha dei diritti inalienabili e che non possono contrastarsi e neppure mettersi in discussione da qualunque società, si chiami pure delle nazioni.

Ma purtroppo tante rosee speranze, tanti desideri s’infransero nel vuoto creando nei cuori un sentimento d’infinita tristezza, perché la Palestina tolta di mano al governo turco, che aveva la massima deferenza verso le confessioni cristiane, è stata data virtualmente mano agli ebrei, che tentano di rimettere nel paese di Gesù il loro seggio e dal quale vorrebbero avviare l’attuazione del loro sogno perenne, cioè il dominio di tutto il mondo.

A questo scopo si è coalizzata l’alta finanza giudaica d’Europa e di America, che unita al largo concorso finanziario e morale del protestantesimo, ha messo in opera tutte sue tristi ingerenze nella vita politica, letteraria, artistica, giornalistica per formare l’opinione pubblica, che fortunatamente incomincia a comprendere la triste realtà delle cose, cioè che della Palestina, del paese di Gesù se ne vuol fare un dominio giudaico, che ben presto arriverebbe a distruggere i monumenti più cari al nostro cuore, i Luoghi santi e l’influenza religiosa e civile che ha costato sangue a tante generazioni di popoli occidentali.

Quindi i cattolici specialmente in Palestina vengo allontanati dai pubblici uffici per dargli per darli ad ebrei; leggi restrittive sono emanate per le scuole e per le manifestazioni religiose, facendosi di tutto per convertire quella Terra santa in luogo di diporto, divertimento, di malcostume (oggi Tel Aviv è una delle capitale del turismo omosessuale, ndr).

I Luoghi santi anziché essere liberati, si trovano nella condizione forse peggiore prima, perché con pretesti mendicati e puerili si proibisce ancora di riedificare ricordi ove prima esistevano, da far dire ad un mussulmano in un circolo di cristiani: stavate meglio, quando stavate peggio.

Tratto da: L’Almanacco di Terra Santa pel 1922, Tipografia dei PP. Francescani, Gerusalemme, pagg.35-36.





gennaio 2021

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