Gli occhi del sig. Bergoglio

Gesù si è fatto peccato? No: è venuto a toglierlo

di Francesco Lamendola

Pubblicato sul sito Accademia nuova Italia







Nel corso della cerimonia dell’Angelus, domenica 14 febbraio 2021, il signor Bergoglio,  affacciato al balcone di quel Palazzo Apostolico nel quale non ha mai osato abitare, o non gli è mai stato concesso di farlo, adattandosi a vivere in una camera d’albergo, come un qualsiasi turista o un qualsiasi pensionato del clero, ha fra l’altro affermato un concetto per lui non nuovo, che aveva già espresso a suo tempo e che non avremmo voluto udire mai più, e invece lo ha ribadito con la massima convinzione:

Dio è Colui che si “contamina” con la nostra umanità ferita e non ha paura di venire a contatto con le nostre piaghe. “Ma padre, cosa sta dicendo? Che Dio si contamina?”. Non lo dico io, lo ha detto San Paolo: si è fatto peccato (cfr 2 Cor 5,21). Lui che non è peccatore, che non può peccare, si è fatto peccato. Guarda come si è contaminato Dio per avvicinarsi a noi, per avere compassione e per far capire la sua tenerezza.


Questa stessa, orribile empietà, come abbiamo detto, il signore argentino l’aveva già pronunciata tempo addietro, anzi ne aveva pronunciata una simile, ma se possibile ancor più blasfema, ancor più raccapricciante. Infatti, nel corso della cosiddetta meditazione mattutina di Casa Santa Marta, il 4 aprile del 2017, aveva detto testualmente, a commento dell’episodio biblico del serpente di bronzo fatto innalzare da Mosè nel deserto per protegger egli ebrei dal morso dei serpenti velenosi che li minacciavano da ogni parte (cfr. Numeri, 21, 1-9):

«Il serpente è il simbolo del cattivo, è il simbolo del diavolo: era il più astuto degli animali nel paradiso terrestre». Perché «il serpente è quello che è capace di sedurre con le bugie», è «il padre della menzogna: questo è il mistero». Ma allora «dobbiamo guardare il diavolo per salvarci? Il serpente è il padre del peccato, quello che ha fatto peccare l’umanità». In realtà «Gesù dice: “Quando io sarò innalzato in alto, tutti verranno a me”. Ovviamente questo è il mistero della croce».

«Il serpente di bronzo guariva ma il serpente di bronzo era segno di due cose: del peccato fatto dal serpente, della seduzione del serpente, dell’astuzia del serpente; e anche era segnale della croce di Cristo, era una profezia». E «per questo il Signore dice loro: “Quando avrete innalzato il figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono”». Così possiamo dire, ha affermato il Papa, che «Gesù si è “fatto serpente”, Gesù si “è fatto peccato” e ha preso su di sé le sporcizie tutte dell’umanità, le sporcizie tutte del peccato. E si è “fatto peccato”, si è fatto innalzare perché tutta la gente lo guardasse, la gente ferita dal peccato, noi. Questo è il mistero della croce e lo dice Paolo: “Si è fatto peccato” e ha preso l’apparenza del padre del peccato, del serpente astuto».

«Chi non guardava il serpente di bronzo dopo essere ferito da un serpente nel deserto moriva nel peccato, il peccato di mormorazione contro Dio e contro Mosè». Allo stesso modo, «chi non riconosce in quell’uomo innalzato, come il serpente, la forza di Dio che si è fatto peccato per guarirci, morirà nel proprio peccato». Perché «la salvezza viene soltanto dalla croce, ma da questa croce che è Dio fatto carne: non c’è salvezza nelle idee, non c’è salvezza nella buona volontà, nella voglia di essere buoni». In realtà l’unica salvezza è in Cristo crocifisso, perché soltanto lui, come il serpente di bronzo significava, è stato capace di prendere tutto il veleno del peccato e ci ha guarito lì».




Gesù si è fatto peccato? No: è venuto a toglierlo !



Come è ormai sua abitudine, Bergoglio nasconde la sua perfida intenzione, quella di scandalizzare, confondere e scoraggiare i credenti, e in definitiva allontanarli da Gesù Cristo e dalla salvezza delle loro anime, dissimulandola dietro una cortina fumogena di parole ambigue, che possono avere più significati: non è intelligente e non è colto, ma in compenso è furbo, estremamente furbo, della furbizia del diavolo; fa in modo di non compromettersi mai del tutto, di tener sempre socchiusa una via di fuga; scaglia il sasso e subito dopo nasconde la mano, fingendo di passare di lì per puro caso.

E la furbizia in lui si accompagna a una sorta di atroce sfrontatezza, per cui pare godere nel dire le cose più sconvenienti, più eretiche, più offensive per la fede dei cattolici: basta osservare lo sguardo, carico di protervia e d’insolenza, con il quale fissa l’interlocutorio mentre le pronuncia, sovente accompagnandolo con un sorriso provocatorio di sfida, come a dire: «Sì, lo so cosa state pensando: che un papa non dovrebbe, che un papa non può dire queste cose; e invece le dico, e voglio intendere proprio quel che ora state pensando, ma appunto l’enormità della cosa vi inibisce ogni protesta, vi obbliga a mandare giù qualunque cosa esca dalla mia bocca, e vi obbliga anche a fingere che tutto vada bene, che tutto sia normale, e perciò vi costringe a trattare voi stessi da stupidi, a dirvi che vi state sbagliando, anche se in realtà sapete benissimo che non vi state sbagliando e che io sto volutamente bestemmiando: ma questo non solo non potete dirlo, non potete nemmeno pensarlo, perché la vostra educazione cattolica ve lo impedisce. E così, mentre voi siate schiavi, io sono libero di andare avanti per questa strada, e voi non ci potete fare niente, e la finzione proseguirà ogni nuovo giorno del mio pontificato: io seguiterò a insultare e demolire la dottrina cattolica, voi seguiterete a fare finta che non ci sia nulla di anomalo nelle mie parole, e umilierete la vostra intelligenza e la vostra stessa dignità di persone arrampicandovi sugli specchi, dentro di voi, per trovare a quel che dico e a quel che faccio un significato che non sia quello che voi intimamente sentite e sapete che hanno: un significato che sia accettabile dal punto di vista della vera dottrina e della vera fede».

E tutto questo non è umano, è diabolico, come appare anche dallo sguardo di quel signore. Lo avete mai osservato bene, quello sguardo? Si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima: ebbene, sinceramente, che cosa vi dicono gli occhi del signor Bergoglio? Che cosa vi potete leggere? C’è in essi una sia pur debole traccia di pietà e carità cristiana, di amore fraterno, secondo l'insegnamento di Gesù Cristo? O vi sono soltanto un folle orgoglio e una deliberata volontà maligna, tesa a procurare con ogni singola parola, con  ogni singolo gesto, il maggiore danno possibile al maggiore numero di fedeli, senza mai tralasciare una sola occasione?

Come quando ha disgiunto le mani unite nel gesto della preghiera devota a quel chierichetto, nelle Grotte Vaticane, deridendolo e dicendogli: «Ti si sono incollate le mani?». Paradossalmente, perfino quando dice cose moralmente giuste, costui lo fa in maniera tale da ferire inutilmente e crudelmente chi lo ascolta: come quando ha definito l’aborto volontario un omicidio per procura, e ha paragonato chi lo esegue a un sicario che uccide su mandato di qualcun altro.

Si osservi bene lo sguardo di quell’uomo, e si vedrà che è lo sguardo di un uomo la cui anima è interamente pervasa, e alla lettera posseduta, dalle forze del Male. Non c’è un barlume di luce in esso, non diciamo di spiritualità e benevolenza cristiana, ma di semplice umanità: è uno sguardo morto, pietrificato in una volontà perversa, che non ammette (salvo un miracolo) possibilità di resipiscenza, pentimento e redenzione.




Cosa dicono gli occhi del signor Bergoglio?


Ma torniamo alle parole da lui pronunciate a Casa Santa Marta. Sì, Gesù è stato innalzato sulla croce che il serpente di bronzo è stato innalzato nel deserto: e in entrambi i casi la vista di quel segno è stata strumento di salvezza.
Tutto bene, allora? Niente affatto: perché, con la sua astuzia infernale, Bergoglio ha mescolato le carte, giocando sul fatto che il serpente, nel linguaggio biblico, è il simbolo del male, e infatti è l’animale che ha indotto Eva in tentazione, e provocato il Peccato Originale: non il serpente, in effetti, ma il demonio che aveva assunto l’aspetto di un serpente, e che da quel momento Dio ha maledetto (Gn 3,15):
Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno.

Perciò dire che «Gesù si è “fatto serpente”, Gesù si “è fatto peccato”, e sia pure adottando la misera astuzia, come ha fatto il sito ufficiale vaticano, di porre queste parole fra virgolette (ma chi le ha udite dalla viva voce di Bergoglio non ha potuto cogliere il senso di quelle virgolette, messe a posteriori per coprire la bestemmia) è portato deliberatamente a cadere in una falsa interpretazione della Scrittura, ingiuriosa e blasfema per Colui che è senza peccato: vale a dire che Gesù si è fatto peccato Egli stesso, Lui che è venuto a togliere i peccato del mondo, e che si è fatto serpente,  come dire che si è fatto diavolo.

Ed ecco l’inversione della dottrina e della fede, cui mira questo infernale personaggio: dire che Gesù si è fatto diavolo è come dire che il male è diventato bene, e quindi che il bene è diventato male. Tutto questo è diabolico: è letteralmente l’opera del diavolo, che non punta a negare o rifiutare il Vangelo, ma a stravolgerlo e a capovolgerlo, perché il diavolo è la scimmia di Dio.
E come il satanismo è un capovolgimento del cristianesimo, e la messa nera è un capovolgimento della santa Messa cattolica, e l’orrido sacrificio umano che vi si perpetra è il capovolgimento del Sacrificio Eucaristico, nel quale Gesù si offre in sacrificio per la remissione dei nostri peccati, così tutto il “magistero” del signore argentino mira costantemente ad avvelenare, sovvertire e capovolgere l’autentico Magistero della vera Chiesa.
Peraltro nel suo discorso a viva voce Bergoglio aveva anche affermato che Gesù si è fatto diavolo e serpente (cfr. ad esempio: https://www.antoniosocci.com/bergoglio-arriva-ad-affermare-chiesa-
gesu-si-diavolo-tutti-fanno-finta-nulla-la-sua-strategia/), mentre nel testo scritto poi pubblicato scompare l’espressione più atroce, si è fatto diavolo, mentre restano le similari espressioni Gesù si è “fatto serpente”, Gesù si “è fatto peccato”, virgolettate come abbiamo detto.

Ecco invece come si deve intendere la relazione fra Gesù Redentore e il peccato presente nel mondo, alla luce della vera dottrina cattolica, così come essa viene espressa nella Sacra Scrittura, per mezzo dell’Apostolo san Giovanni (1 Gv 3,1-13):

1 Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 2 Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.

3 Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.  4 Chiunque commette il peccato, commette anche l'iniquità, perché il peccato è l'iniquità. 5 Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. 6 Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto. 7 Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto come egli è giusto. 8 Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. 9 Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. 10 In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello. 11Poiché questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. 12 Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo ‘'uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste. 13 Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia…





Bergoglio? Come egli nasconde la sua perfida intenzione di scandalizzare e confondere i credenti
e in definitiva allontanarli da Gesù Cristo!


Certo: il cristiano sa che non deve meravigliarsi se il mondo lo odia. Ma il signor Bergoglio è odiato dal mondo a motivo della sua testimonianza del Vangelo? È odiato dai finanzieri usurai che succhiano il sangue dei popoli, come George Soros? È odiato dai Rotschild, coi quali ha recentemente stretto il patto per il capitalismo inclusivo? È odiato dal massone Eugenio Scalfari, dall’abortista irriducibile Emma Bonino? È odiato dai nemici di Cristo e della Chiesa? È odiato dagli ebrei che non si sono mai pentiti, né scusati, per la condanna a morte di Gesù, e che entrano ed escono dalle sue stanze come fossero a casa propria, centinaia di volte, mentre lui non ha tempo di ricevere il cardinale Zen, venuto apposta dalla Cina a scongiurarlo di non firmare lo scellerato accordo col governo di Pechino, né di rispondere ai dubia dei quattro cardinali su Amoris laetitia? Dice la Bibbia (Gc 4,4): Non sapete che essere amici di questo mondo significa esser nemici di Dio?






febbraio 2021
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