Chiesa conciliare, Papa Francesco e unioni omosessuali, una gran confusione

di Francesca de Villasmundo

Pubblicato su Media presse info







Anche un papa progressista come Francesco si è ricordato della Bibbia: «Il Signore ha fatto piovere dal Cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco», leggiamo nel primo libro del Libro dei libri.

E il Papa gesuita, quantunque affabile col mondo arcobaleno, ma probabilmente un po’ spaventato per i troppo rapidi passi avanti della Chiesa teutonica, d’oltre Reno, nel dominio dei costumi, ha detto no, non ai sodomiti e alle benedizioni: semplicemente gli invertiti non possono essere benedetti.

Questo è scritto nero su bianco su un documento della Congregazione per la Dottrina per la Fede, firmato dal Prefetto della Congregazione: il cardinale spagnolo Ladaria Ferrer, e controfirmato dal Santo Padre nel corso di una udienza speciale:
«non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio … come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso».

Il testo del Cardinale Ladaria Ferrer risponde ad un dubium avanzato da pastori e da fedeli riguardo alle unioni omosessuali: “La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?”-
La risposta del dicastero diretto dal gesuita spagnolo Luis Francisco Ladaria è chiara: «No».
Il Vaticano spera così di mettere fine, almeno momentaneamente visto che tutto evolve, ad una lunga e controversa discussione sulle unioni omosessuali e la possibilità che possano essere benedette al pari dei matrimoni tra un uomo e una donna.

Tenuto conto del percorso di apertura e benevolenza verso la comunità LGBT dopo i due Sinodi sulla famiglia voluti da Bergoglio, con il famoso, e famigerato, bergogliano “chi sono io per giudicare un gay?”, e dopo che lo stesso Papa Francesco si è espresso pubblicamente sulla necessità di una legislazione ad hoc per le unioni civili in modo che le coppie omosessuali possano avere una copertura legale, la delusione di coloro che dall’estate del 2013 hanno coltivato la speranza di una rapida e completa autodemolizione della morale cattolica su questo tema, è palese.
E questo al di fuori ed anche all’interno della Chiesa.

Che il cantante degenerato Elton John esprima la sua insoddisfazione non è né sorprendente né importante. Ma il fatto che dei vescovi esprimano pubblicamente la loro disapprovazione di questo testo testimonia lo stato del mondo conciliare e la macedonia dottrinale che vi regna, nonché la notevole infiltrazione dell’omosessualismo, infiltrazione di cui il Papa attuale è in parte responsabile con la sua prassi, ma di cui il Concilio Vaticano II e la sua dottrina evolutiva, aperta al mondo, è la causa prima. 

I vescovi tedeschi, in testa al fronte neo-protestante progressista e infatuati della cultura post-moderna della scelta - ogni individuo deve essere l’unico padrone delle proprie scelte in ogni campo senza alcun limite biologico, naturale, legale, spirituale o religioso -, hanno appena reagito attraverso il loro presidente, monsignor Bätzing, con una nota contorta e losca in cui parla di “opinioni della Congregazione”.

In Italia, l’ineffabile Cardinale di Bologna, Sua Eminenza bergogliana Matteo Maria Zuppi, definito da gay.it come «gay-friendly» li segue su questa strada.

In Belgio, il vescovo di Anversa, Johan Bonny, in una tribuna pubblicata mercoledì sul giornale De Standaard si è scusato con gli omosessuali: «Sono molto imbarazzato per la mia Chiesa», ha dichiarato sottolineando che simpatizzava con le coppie omosessuali fedeli, che sono deluse.
«Ci tengo a scusarmi con tutti coloro per i quali questo responsum è doloroso e incomprensibile: coppie omosessuali fedeli e cattoliche impegnate, genitori e nonni di coppie omosessuali e dei loro figli, personale pastorale e consulenti di coppie omosessuali. Il loro dolore per la Chiesa è oggi il mio dolore».

D’altronde, egli non fa che esprimere la posizione della Conferenza Episcopale del Belgio, che ha precisato:
«I vescovi del Belgio sono coscienti che questo è sentito in maniera particolarmente dolorosa dalle numerose coppie omosessuali credenti e dalle loro famiglie, dai loro genitori e dai loro nonni, dai loro vicini e dai loro amici. Da numerosi anni, la Chiesa cattolica del nostro paese, a tutti i livelli (vescovi, preti e collaborati pastorali, teologi, scienziati, politici e operatori sociali) lavora con altri attori sociali per creare un clima di rispetto, di riconoscimento e di integrazione.  Molti di loro sono anche coinvolti a livello ecclesiale o nelle istituzioni cristiane. I Vescovi incoraggiano i loro collaboratori a continuare su questa strada».

Pertanto questo documento non pone fine allo smantellamento della morale cattolica che va avanti a partire dal Vaticano II, esso impone solo un ritmo più lento di quello desiderato da questi prelati apostati. Quando si legge il documento nella sua interezza, si percepisce il tentativo non solo di non ferire troppo il mondo arcobaleno ma anche di addolcire la pillola per loro: in particolare, il testo approvato da Papa Francesco non esclude la presenza, «in queste relazioni di elementi positivi, che di per sé devono essere apprezzati e valorizzati» (sic!).

Tutto questo è in flagrante opposizione col testo della Bibbia, Levitico 20, 13: «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro» Un versetto che la Chiesa conciliare ha dimenticato….

In una Chiesa ufficiale normale, sana e santa, rispettosa della legge divina e del deposito della Fede, attaccata alla sua bimillenaria Tradizione, la questione di una qualunque benedizione delle coppie di invertiti non si sarebbe neanche posta, poiché sarebbe stata del tutto incongrua.

Ma nella Chiesa conciliare, quella che Mons. Lefebvre chiamava «una contraffazione della Chiesa», che «non è la Chiesa cattolica», che ha alla sua testa dei chierici che «non insegnano più la fede cattolica», che «non hanno più la stessa fede, né la stessa dottrina, né la stessa morale dei loro predecessori», in questa «pseudo Chiesa in costruzione che è sempre più in contraddizione con la vera Chiesa, l’unica Chiesa di Cristo, per le più strane innovazioni sia nella costituzione gerarchica sia nell’insegnamento e nei costumi» - profetizzava Padre Calmel O.P. nel 1971, nella rivista Itinéraires n° 149; in questa Chiesa evolutiva post-Vaticano II, che cambia a seconda dei costumi dei tempi, che naviga sulle onde di un progressismo in movimento, della rivoluzione morale arcobaleno, segno dei nostri tempi apostati, ha preso le mosse, logicamente, della rivoluzione dottrinale promossa dal Vaticano II. Quest’ultimo infatti ha generato naturalmente la prima: dalla corruzione dell’idea di Dio nasce l’omosessualismo militante; con una dottrina sovvertita e una morale pervertita.





marzo 2021
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