Ribellione aperta in Germania contro la Congregazione per la Dottrina della Fede



Articolo pubblicato sul sito informazioni della Fraternità San pio X







Il responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) che afferma che non è possibile benedire le unioni omosessuali continua a far rumore oltre il Reno. Più di 200 universitari e più di 2000 «pastori d’anime» si rifiutano di ottemperarvi.

La protesta universitaria è centralizzata nell’Università di Münster.
Il testo, completo di 212 firme, critica fortemente il documento romano.

Una condanna della teologia in nome delle scienze sociali

Il testo della CDF, composto dal responsum accompagnato da una «nota esplicativa» e da un «commento» è accusato da questi docenti di mancare «di profondità teologica, di comprensione ermeneutica e di rigore argomentativo».

La critica aggiunge che «se le scoperte scientifiche sono ignorate e non recepite, come è il caso di questo documento, il Magistero mina la sua autorità».

Il che significa che poiché oggi le scienze sociali affermano la «normalità» dell’omosessualità, e quindi che essa appartiene alla natura umana come una variante della sessualità, bisogna integrarla nell’insegnamento della Chiesa. Cosa che comporta la possibilità di benedire le unioni omosessuali.

Ne deriva che il criterio della Fede non è più la Rivelazione di Nostro Signore Gesù Cristo, ma la «scienza umana». Ecco come far uscire dalla finestra l’affermazione rivelata e non equivocabile: «Crescete e moltiplicatevi» (Genesi 1, 28). Poiché per moltiplicarsi occorrono un uomo e una donna.

La critica sostiene anche che il testo romano «è caratterizzato da un’attitudine paternalistica di superiorità e discrimina le persone omosessuali e i loro progetti di vita»; ed aggiunge questa frase che si lascia giudicare dal giudizio di ognuno: «noi partiamo dal principio che la vita e l’amore delle coppie omosessuali non hanno meno valore davanti a Dio della vita e dell’amore di tutte le altre coppie».

Infine, questi universitari ribelli affermano che «molti gruppi di fedeli, preti, diaconi e altri operatori pastorali riconoscono le persone omosessuali, offrono anche celebrazioni di benedizione per coppie dello stesso sesso e riflettono su forme liturgiche appropriate per tali celebrazioni».

Ecco che le cose sono chiare e provano indiscutibilmente la necessità imperiosa di intervento della CDF.

Un rifiuto di ottemperare, dichiarato e rivendicato

Parallelamente a questa contestazione dell’intellighenzia «cattolica», hanno manifestato il loro rifiuto numerosi «pastori». Per pastori bisogna intendere: preti, diaconi, ministri delle parrocchie e della pastorale, insegnanti e professori di religione.

Il movimento si è rapidamente costituito in Austria, attraverso le reti sociali. Un gruppo ha lanciato un «Appello alla disobbedienza 2.0», il quale ha riunito quasi 400 membri.

In Germania, l’iniziativa è venuta da due preti. Uno dei due ha invitato le persone interessate a fare il loro coming-out, atto compiuto da lui stesso due anni fa.

Adesso ci sono più di 2000 «pastori» che si rifiutano di obbedire e che sollecitano la gerarchia tedesca, specialmente il Presidente della Conferenza Episcopale, Mons. Georg Bätzing, a sostenerli. Essi chiedono che l’argomento sia discusso chiaramente nel corso del cammino sinodale.

Qualcuno parla di scisma?




marzo 2021
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