In hoc signo vinces

di Elia


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Amodo videbitis Filium hominis sedentem a dextris virtutis Dei et venientem in nubibus caeli (Mt 26, 64).

«D’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della potenza di Dio e venire sulle nubi del cielo».
La risposta di Gesù alla domanda di Caifa circa la Sua identità messianica va ben oltre le aspettative del secondo. Il sommo sacerdote sperava di udire da Lui la dichiarazione, perseguibile dall’autorità romana, di considerarsi il re dei giudei, per la quale poterlo deferire a Pilato (cf. Mt 27, 11). Il Maestro evitò invece di confermare la comoda accusa politica, che del resto era priva di ogni fondamento, e portò il dibattito su di un piano molto più alto, quello della propria destinazione, anche nella natura umana, alla maestà divina, in vista del ritorno glorioso per il Giudizio universale.
L’inattesa rivelazione, se da un lato non si prestava al complotto, dall’altro forniva però un capo d’imputazione ben più grave sul piano religioso, quello della bestemmia (cf. Mt 26, 65). Da attore qual era (ipocrita nel senso etimologico), Caifa si stracciò allora le vesti, ben felice di poter esigere la pena capitale da parte del sinedrio, pur riservandosi di presentare, di fronte al magistrato civile, l’accusa premeditata, la sola che fosse di competenza di quest’ultimo.

Il processo al Nazareno dimostra che fu Lui a dirigerne lo svolgimento provocando da Sé la propria condanna, sia per dimostrare che le autorità giudaiche si stavano opponendo a Dio stesso, sia per porre le condizioni volute dal Padre per la redenzione dell’umanità.
In tal modo Egli cominciò subito a esercitare la funzione di giudice supremo: d’ora innanzi. Infatti la Sua presenza di imputato, al centro del sinedrio ostile, dimostrava l’incredulità della maggior parte dei suoi membri e già li condannava, mentre assolveva quanti, da quel momento in poi, Lo avrebbero riconosciuto sovrano del cielo e della terra, piuttosto che del solo Israele.
Come profetizzato dal vecchio Simeone, Egli avrebbe causato la caduta e la risurrezione di molti (cf. Lc 2, 34), cosa che, a partire da quell’istante, continua a fare lungo tutta la vicenda umana: nella fede noi vediamo fin d’ora il Figlio dell’uomo seduto alla destra del Padre e venire sulle nubi come giudice, sebbene non sia ancora giunto il momento della Sua rivelazione finale davanti agli occhi di tutti.

Questa verità innegabile ha importanti conseguenze per il nostro tempo, che vede l’umanità esposta ad una minaccia assolutamente inedita: «Gesù Cristo è Signore della Storia, e chi vorrebbe bandire il Principe della Pace dal mondo che Egli ha creato e redento con il Suo preziosissimo Sangue non vuole accettare l’inesorabile sconfitta di Satana, l’eterno perdente.
Così, in un delirio che ha tutti i tratti dell’hybris, i suoi servi si muovono come se la vittoria del male fosse ormai certa, mentre in realtà è necessariamente effimera e momentanea» (Carlo Maria Viganò, 9 marzo 2021).
Gli eredi del sinedrio persistono nel vano quanto assurdo tentativo di estromettere dal mondo Colui che lo tiene tutto nella Sua mano, conservandolo nell’esistenza e dirigendolo verso il rinnovamento totale. Essi sono al servizio di qualcuno che ha perso da sempre, ancor prima della creazione visibile, e che dalla Croce redentrice è stato ulteriormente sconfitto perfino nel suo stesso campo, quello del peccato. Ciononostante, quei signori si sono illusi di aver la vittoria in pugno, accecati da un folle sentimento di onnipotenza che li ha fatti delirare di tracotante arroganza.

Ma «che sono le più terribili potenze di questo mondo di fronte al sovrano dominio dell’universo da parte di Colui che, quasi per gioco, ha creato tutti i mondi?» (M.M. Philipon, La Trinità nella mia vita, Roma s.d., 39). Fumo che si disperde con un colpo di vento, nebbia dissipata al primo raggio di sole, vapore su di un vetro alitato… Se poi pensiamo alla sorte che attende coloro che muoiono senza convertirsi, non possiamo non sentirci afferrati da un’immensa compassione, la stessa che prova il ministro di Dio all’udire un demonio supplicarlo di non ricacciarlo laggiù, nell’orrore delle tenebre eterne.
Il Figlio dell’uomo viene già sulle nubi del cielo per opera di coloro che degnamente Lo rappresentano sulla terra e ne esercitano l’autorità qui e ora, resi partecipi della Sua sovranità universale. Cercateli, dunque, e tenetevi ben stretti a loro come alla mano stessa del Signore, tesa a sollievo e sostegno di quanti credono in Lui e si sforzano, con l’aiuto della Sua grazia, di rimanergli fedeli nella prova, per dura che possa apparire o effettivamente rivelarsi.

Forti di queste certezze, non lasciatevi assolutamente impressionare dalla propaganda menzognera, ma continuate ad opporvi con serena fermezza agli abusi e alle vessazioni della dittatura sanitaria. Nessuno può obbligarvi a vaccinarvi, o meglio – per esser più precisi – a farvi inoculare un intruglio altamente nocivo alla salute, prodotto usando feti umani abortiti a pagamento e vivisezionati senza anestesia.
Nessuno può nemmeno esigere da voi che vi sottoponiate al tampone, il quale – repetita iuvant – non è affatto attendibile, non essendo uno strumento diagnostico e fornendo una percentuale considerevole di falsi positivi, quando non è infetto; se è proprio indispensabile, presentate piuttosto il referto dell’esame sierologico.
Nessuno può proibirvi di uscire di casa, di recarvi al lavoro o di visitare i parenti; i decreti governativi – amministrativi o legislativi che siano – sono del tutto illegali, come riconosciuto dal tribunale di Reggio Emilia. Se un agente delle forze dell’ordine, dopo esserne stato informato, vi multa lo stesso, richiedetegli nome, cognome e numero di matricola, non pagate e fate ricorso per abuso di potere.

Portate fuori i vostri bambini a correre e giocare all’aria aperta. Riappropriatevi della vostra libertà e della vostra vita. Con l’aiuto della preghiera, ricuperate la serenità e il buon umore.
Spegnete – lo ripeto ancora – il televisore e tappatevi le orecchie alle lampanti falsità dell’informazione ufficiale, che ha fatto il lavaggio del cervello a gente inebetita da un incantesimo perverso.
Gridate la verità ai quattro venti, senza farvi intimidire dalla violenza verbale di chi non ha argomenti plausibili, ma sa solo ripetere sciocchezze come un pappagallo. Non temete le ritorsioni di questo sistema iniquo che ha le ore contate, come dimostra la fretta malcelata di portare a termine il piano maledetto con cui han provato a ridurre in schiavitù l’umanità intera. Il tentativo è fallito e ne sono ben coscienti; ora stanno cercando di ritirarsi dalla farsa nel modo meno vergognoso possibile, senza però rinunciare agli enormi profitti derivanti dall’impostura dell’inesistente pandemia; è per questo che continuano, nonostante tutto, a far acquistare ai governi milioni di dosi del loro veleno.

Utique est Deus iudicans eos in terra (Sal 57, 12): c’è senz’altro un Dio che li giudica sulla terra! Noi che crediamo in Lui abbiamo a nostra disposizione il Suo potere infinito, purché ci sforziamo di raggiungere la santità.
Perciò – non sarà mai superfluo ribadirlo – è più urgente e importante curare la vita spirituale che tenersi aggiornati o promuovere azioni esterne, pur senza trascurare queste così opportune attività a beneficio proprio e altrui. Prima di tutto, però, dobbiamo insistere nella supplica e nell’esercizio della carità, in modo che il Signore si degni di servirsi di noi per esercitare la Sua sovranità.
Ogni battezzato in stato di grazia, pur non agendo in persona Christi come il sacerdote, ha facoltà di influire sulle potenze del mondo, fosse solo con il segno della Croce. I Santi che non erano ordinati hanno anch’essi operato miracoli grandiosi; la fede viva sposta davvero le montagne. Segnate i vostri figli, i vostri ammalati, i vostri anziani, specie quelli che, cedendo alle pressioni dell’ambiente, si sono fatti vaccinare; anche se non è un’unzione sacramentale, segnateli con l’olio benedetto accompagnato da fervente preghiera.

Da parte mia, non mi stancherò mai di benedirvi da vicino e da lontano, invocando per voi lo Spirito Santo, ricordandovi nella Messa e nel Rosario, deponendovi ciascuno tra le braccia e nei cuori della Madre celeste e di san Giuseppe.
Quanti vi siete consacrati a Lui, invocatelo d’ora innanzi con tutto il fervore di cui siete capaci, sapendo che le vostre richieste Lo trovano, adesso, più che mai pronto e disposto ad esaudirvi. Coloro che non sono riusciti a seguire il percorso di preparazione potranno ricominciarlo lunedì 29 marzo, in vista della consacrazione del 1° maggio. Tutti, però, si impegnino nella Crociata di preghiera con la quale, mirando all’avvento del regno di Maria, stiamo chiedendo al Patrono della Chiesa militante di rovesciare il regime abusivo instauratosi a livello sia politico che religioso e di donarci santi Pastori e saggi governanti, soprattutto ai livelli più alti. Nella Grande Settimana che inizia domani chiediamo al Cielo, per il Preziosissimo Sangue del nostro Salvatore, niente di meno che la vittoria. In hoc signo vinces!



marzo 2021

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