Lo strano Giovedì Santo
de L’Osservatore Romano


di Giovanni Servodio





Quando il mio amico mi ha descritto quello che aveva pubblicato L’Osservatore Romano il 1 aprile 2021, Giovedì Santo, sono rimasto un po’ scosso e un po’ incredulo. Mi sono ricreduto quando sono andato a vedere la prima pagina del giornale, col suo titolo incredibile: Giuda e lo scandalo della misericordia.
Divenne evidente che il giornale del Vaticano, dimentico della ricorrenza del Triduo Pasquale, intendeva ricordare in grande stile colui che per trenta denari aveva consegnato Gesù ai suoi crocifissori e questo proprio lo stesso giorno in cui Giuda decise di tradire
 
Sotto il titolo, giganteggia un’immagine un po’ brutta sia nella fattura sia nel contenuto: si vede un personaggio nudo, in piedi, che accudisce un altro personaggio seminudo, sdraiato, con sullo sfondo un albero quasi secco.
Solo leggendo l’articolo si comprende che si tratterebbe, nientemeno, di Gesù risorto che accudisce Giuda appena impiccatosi.
L’articolo spiega che l’immagine è frutto di un improvvisato artista francese che ha avuto l’ispirazione da una meditazione di Papa Francesco raccolta nel libro Quando pregate dite Padre Nostro del 2018.
Queste meditazioni di Papa Francesco hanno per oggetto la misericordia di Dio che perdonerebbe unilateralmente le più incredibili malefatte, come qui nel caso di Giuda.
Ecco quindi spiegato il titolo dell’articolo.

Non contento di questa spiegazione, l’articolista fa sapere che l’opera dell’artista francese è ora dietro la scrivania del Papa, accompagnato dall’immagine di un capitello della chiesa di Vézelay, un paesino della Francia centrale.
Alla domanda se vi è un nesso tra il quadro con l’uomo nudo e il capitello della chiesa di Vézelay, pare che si debba rispondere sì: perché, sempre dalle meditazioni del Papa si viene a sapere che il capitello in questione conterrebbe l’immagine di Gesù che porta sulle spalle Giuda morto.

Ora, che l’improvvisato artista francese possa aver dipinto un obbrobrio partendo dalle meditazioni di Papa Francesco, passi, ma che l’immagine che si trova sul capitello della chiesa di Vézelay rappresenterebbe Gesù che porta sulle spalle Giuda morto, è cosa che attiene alla fantasia interessata di Papa Francesco, fatto salvo il fatto che il Papa possa aver letto di tale interpretazione in qualche improbabile autore anch’egli interessato.
Insomma, in un modo o nell’altro Cristo deve essere considerato talmente misericordioso da ridurre a niente le più abiette nefandezze. E’ come se tutto il Nuovo Testamento non valesse una cicca di fronte alle pretese di Papa Francesco e alle interpretazioni di autori interessati.
A sostegno di tutto questo, lo stesso numero de L’Osservatore Romano riporta a pagina 3 una predica di Don Primo Mazzolari in cui il poco fedele prete di Bozzolo (MN), sostiene la tesi della non colpevolezza di Giuda, della sua buona fede e della gratuita misericordia di Gesù.
Quindi il titolo di questo numero de L’osservatore Romano è ben giustificato dal fatto che dopo duemila anni i cattolici dovrebbero riconoscere che Giuda è stato un brav’uomo e che l’aver venduto Gesù per trenta denari sarebbe un atto meritevole della condivisione degli uomini e della misericordia di Dio, inevitabile.

Sorgono, però, alcuni interrogativi. Il primo è che nei Vangeli non c’è traccia di Gesù resuscitato che incontra, a qualunque titolo, Giuda morto suicida e impiccato. Chi ha maturato una convinzione del genere, quindi, non segue il racconto dei Vangeli, ma un’opinione personale che non tiene conto dei Vangeli e quindi non è cattolica.
Che Papa Francesco tenga dietro la sua scrivania il detto quadro un po’ brutto e un po’ blasfemo, è una questione che riguarda solo lui, che potrebbe tenere nel suo studio perfino una raffigurazione di Lucifero che porta la luce nel mondo introducendosi nella mente e nel cuore di uomini fedifraghi come Giuda.
Per Papa Francesco, Giuda non sarebbe un traditore, ma, come suggerisce Don Mazzolari, un poveruomo che solo alla fine si rende conto della nefandezza commessa e… si impicca!
Peccato su peccato!
Salta subito all’occhio che in questa fantasmagorica ricostruzione del racconto dei Vangeli, l’unico che ne esce bene sarebbe Giuda, per la sua coerenza e per il suo ignominioso suicidio. Gesù invece sarebbe un incoerente, perché andrebbe a consolare Giuda impiccato dopo avergli ricordato che sarebbe stato meglio per lui se non fosse mai nato (Cfr.  Matteo, 26, 20-25).
Questo particolare aspetto del problema diventa molto più grave se si legge nel racconto di San Giovanni (17, 12) la preghiera che Gesù rivolge al Padre: «Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura».
Gesù, dopo aver ricordato a Guida che sarebbe stato meglio per lui se non fosse mai nato, ricorda a tutti noi che Giuda è andato perduto perché “figlio della perdizione”.
Adesso, dopo le meditazioni di Papa Francesco e queste pagine de L’osservatore Romano, siamo costretti ad affermare che da questo “noi” occorre togliere Il Papa e i responsabili del giornale del Vaticano; non solo costoro non seguono il Vangelo, ma lo contraddicono e in tutti i modi lo falsificano: Gesù dice che Giuda è andato perduto, Bergoglio e compagni dicono che non è vero, che sarebbe stato salvato dalla misericordia di Dio, anche se non si è mai pentito e non ha mai espiato il suo peccato.





Il secondo interrogativo è relativo alla lettura attuale delle raffigurazioni contenute nel capitello della chiesa di Vézelay.
Su questo capitello si trovano due raffigurazioni: Giuda con la lingua di fuori perché morto impiccato, e un personaggio che porta sulle spalle un uomo morto.
I moderni lettori di queste immagini, come Papa Francesco, asseriscono che il personaggio con il morto sulle spalle sarebbe Gesù misericordioso che recupera la pecorella smarrita: Giuda; realizzando così un’immagine del Buon Pastore.
Tutto bene! Se non fosse che il detto personaggio ha tutte le fattezze del servo che porta un morto alla sepoltura, e nient’affatto le fattezze di Gesù Buon Pastore.
Il capitello della chiesa di Vézelay è del XII secolo e in quel periodo Gesù è sempre raffigurato con la barba: il personaggio in questione invece è sbarbato, quindi non potrebbe essere Gesù misericordioso nei panni del Buon Pastore. Per di più, il personaggio non è abbigliato da pastore e non esprime soddisfazione per il suo preteso gesto misericordioso, ma è abbigliato come un servo, è anche scalzo, ed esprime un certo disgusto, tipico del becchino costretto a fare il suo brutto lavoro.
Se si tiene conto dell’orientamento della chiesa e del capitello, si nota che il personaggio si muove col suo carico verso Occidente, luogo del buio. Gesù invece avrebbe portato il Suo carico verso Oriente, luogo della luce. Coerenza vuole che non può trattarsi di Gesù, ma si tratta proprio di un becchino che porta il morto suicida verso il buio della seconda morte, ogni altra lettura prima di essere una forzatura è falsa.    

Nell’articolo si dice che dietro la scrivania nello studio di Papa Francesco si troverebbe una riproduzione di questo capitello, per la sua convinzione errata che si tratterebbe di Gesù Misericordioso.
Come detto prima, Papa Francesco può scegliere di mettere nel suo studio una raffigurazione della seconda morte, invece di una raffigurazione della vera vita; ma questo non l’autorizza a dichiarare che la morte è la vita e viceversa.
L’osservatore Romano, quindi,  si è prestato a diffondere una falsità, e proprio il Giovedì Santo, primo giorno del Sacro Triduo e giorno dell’istituzione dell’Eucarestia, veicolo di vita eterna.

Perché tutto questo? Semplicemente perché, secondo noi, sia il Vaticano attuale, sia i responsabili de L’Osservatore Romano, sia Papa Francesco non camminano sulle strade di Gesù, Signore del Cielo e della terra, ma sulle strade di Lucifero, Signore  di questo mondo. Il marchio di Lucifero, infatti, è la menzogna, mentitore fin dall’inizio e padre della menzogna (Cfr. Gv. 8, 44-47).
Come impedirsi di pensare che questa supposta rivalutazione di Giuda sia propedeutica ad una prossima rivalutazione di Lucifero? In fondo, Lucifero è esattamente il lucis-fer, il portatore di luce, e possiamo pensare che per le menti deviate dei personaggi citati egli rimanga ancora tale, saltando a pie’ pari la sua ribellione contro Dio e la conseguente sua cacciata negli inferi ad opera dell’Arcangelo Michele. 
Se Giuda ci viene presentato come solo un pover’uomo in buona fede, ancor più Lucifero ci verrà presentato come un angelo che ha pensato solo di fare del bene.
Ma questo è satanismo!  - Non c’è bisogno di dirlo!










aprile 2021
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