L’ape, un simbolo della Chiesa


di Catherine Croisette


Pubblicato su Tradition in Action


Qualche tempo fa, avevo l’abitudine di assistere alla Messa privata in una cappella dove lo splendido tabernacolo e i candelabri dorati erano artisticamente disegnati con api dorate che si arrampicavano su e giù. Ignorantemente ho pensato che fosse strano avere degli insetti raffigurati su articoli benedetti per la Messa, così ho interrogato il prete a riguardo e mi è stato detto che le api sono un simbolo della Chiesa.

In seguito ho trovato un testo di San Giovanni Crisostomo in cui egli confermava in qualche modo questa spiegazione quando scriveva: “L’ape è più onorata degli altri animali, non perché lavora, ma perché lavora per gli altri” (XII Omelia).  Così, ho capito che le api, come il clero e i religiosi e le religiose della Chiesa, lavorano incessantemente per il bene comune dell’alveare e obbediscono senza discutere ai loro superiori, e soprattutto alla loro regina.




Nelle colonne dell’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro
si trovano le api tra le foglie e i fiori.


L’ape è anche un simbolo di saggezza, perché raccoglie il nettare da molti fiori e lo trasforma in miele nutriente e gustoso, che è l’“oro” delle api. Noi dovremmo fare lo stesso, prendere tutto ciò che possiamo e trasformarlo attraverso il nostro lavoro in un elemento superiore utile per noi e per il nostro prossimo.

Il simbolismo delle api significa anche il modo in cui la Chiesa genera i suoi frutti spirituali, perché le api sono vergini, non hanno alcun contatto sessuale (1). Come la Chiesa dà la grazia attraverso la purezza dei suoi divini sacramenti, così le api ci danno il miele e la cera con il lavoro dei loro corpi puri. Per questo la loro cera, considerata il frutto di un lavoro vergine, è degna di bruciare nelle candele dell’altare all’offerta del Santo Sacrificio.

Il miele, così gradevole al palato, è simbolo di dolcezza spirituale e di eloquenza religiosa. Per questo motivo, l’alveare è emblematico di Sant’Ambrogio e di San Bernardo di Chiaravalle, due Dottori che la Chiesa chiama mellifluus e mellificuus, cioè con un’eloquenza soave e “dolce come il miele”.

Come i cattolici caritatevoli, le api producono opere buone per il loro prossimo in ogni momento, impollinando le piante per il cibo, curando la bellezza e la qualità dell’aria, così necessarie per la sopravvivenza degli altri.

Il simbolismo continua per quanto riguarda la Chiesa. Infatti, le api lavorano senza sosta e danno la loro vita senza esitazione per il bene dell’alveare. Sono immediatamente e vigorosamente militanti contro i nemici dell’alveare. Non solo l’alveare, ma anche il miele, da cui dipende la loro vita, è vigorosamente protetto. Quando sono minacciate dal calore, si aggrappano all’esterno dell’alveare e battono le ali senza sosta per raffreddare l’alveare e impedire che il miele si sciolga. Molte api muoiono nel fare questo.

Questo è un meraviglioso e unico fenomeno naturale che trova riscontro in altri meravigliosi e unici fenomeni della Chiesa Cattolica: i suoi membri militanti, i suoi apologeti e i suoi martiri, che hanno dato la loro vita per il bene della Chiesa, e il loro sangue è diventato il seme per una grande crescita, come è successo molte volte nella Storia.

La sopravvivenza delle api dipende da una regina e dalla loro indiscussa obbedienza e fedeltà a lei, proprio come noi tutti siamo assolutamente dipendenti dalla Madonna, la Regina del Cielo, per la nostra salvezza eterna e la nostra protezione dal mondo, dalla carne e dal diavolo.

Le api osservano istintivamente una tale riverenza per la loro autorità che nessuna osa lasciare l’alveare per sciamare in altri pascoli a meno che la regina non sia uscita davanti a loro e abbia rivendicato per sé il primo rango di volo. Le api sempre vigili custodiscono la loro regina e il loro alveare - come noi dovremmo custodire la nostra Regina e la nostra Chiesa fino all’ultimo respiro -, e istintivamente considerano un dovere morire per loro.

Infine, forse avrete notato che l’alveare naturale ha una forma simile a quella di un tabernacolo tradizionale!







NOTA

1 - Le api che vediamo, le api operaie, non si riproducono. L’unica che ha contatti sessuali è la regina che si accoppia con uno o più fuchi e poi depone migliaia di uova. La regina diventa la madre di un’intera colonia di api.








aprile 2021

AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI