L’aureola delle vergini restituita alle peccatrici penitenti


di Marian T. Horvat, Ph.D.


Pubblicato sul sito  Tradition in Action



Può Dio ripristinare lo stato di verginità e permettere ad una donna caduta di cantare nel coro delle vergini che accompagnano la Madonna in cielo?
La mia amica Jan mi ha fatto questa domanda.

Lei ricorda di aver letto di una Santa che aveva ricevuto questo favore, ma non riesce a ricordare i dettagli. Quando chiese ad un sacerdote di parlarne, lui le disse che era impossibile, si trattava solo di una vecchia storia di donne.




La Madonna e le vergini sante in Cielo


Infatti, non è impossibile per una donna sposata o caduta ricevere l’aureola di vergine. Questo dono è stato concesso da Dio alle donne solo in alcuni pochi casi.
Si deve tenere presente che: questo dono straordinario di Dio è concesso come una rara eccezione, non come la regola.


Dai casi che ho trovato nelle mie ricerche, quello di Santa Maria Maddalena è il più noto, la contrizione e lo zelo della peccatrice convertita è così grande che, per così dire, si guadagna la simpatia di Dio che nella sua bontà le dà il dono.

Di seguito cito il caso di diverse Sante meritevoli che hanno ricevuto questo onore.


Santa Maria Maddalena, la grande penitente

Nostro Signore disse  a Santa Brigida di Svezia, “Tre santi mi sono stati più graditi di tutti gli altri: Maria mia Madre, Giovanni Battista e Maria Maddalena”.




Maria Maddalena ritratta con la palma della vittoria della vergine in un’illustrazione medievale


Una tradizione della Chiesa dei primi tempi insegna ai fedeli che per la sua grande contrizione e amore, Dio ha dato a questa figlia prediletta l’aureola della verginità in Cielo. Così Santa Maria Maddalena si trova in un posto d’onore a capo delle Vergini nelle Litanie dei Santi, la più antica delle litanie approvate che si dice abbia avuto origine nel VI secolo.

Tra i primi dottori della Chiesa, San Pietro Crisologo predicava: “Vedete questa donna? Quando venne ai piedi di Gesù, era una peccatrice, impura, maledetta da Dio e dagli uomini. Quando se ne andò, era pura, santa, raggiante della gloria delle vergini. I suoi crimini e i suoi scandali l’avevano resa una creatura disonorata e spregevole. Il suo vivo pentimento e il suo amore fecero in lei un tale cambiamento che meritò di portare il nome stesso della più pura delle vergini, quello di Maria. ...
Così, molti peccati le sono stati perdonati perché ha amato molto (1). 

Nel Medioevo, era comune la predicazione che, poiché Maria Maddalena aveva fatto una penitenza perfetta, aveva riacquistato la verginità insieme alla sua corona. Aveva guadagnato una ricompensa centuplicata a causa delle sue lacrime penitenziali.

Altri Santi con una speciale devozione a Maria Maddalena ebbero anche una comprensione privilegiata del suo posto in Cielo, non solo tra le vergini, ma alla loro testa. San Francesco di Roma, che chiamava la grande Santa Penitente la sua “avvocata”, in una visione vide Maria Maddalena a capo di un coro di vergini, come loro portabandiera (2).

Quando Santa Margherita da Cortona chiese a Nostro Signore se avesse posto Maria Maddalena nella gloria celeste tra le Vergini, Nostro Signore rispose: “Ad eccezione della Vergine Maria e della Martire Caterina [di Alessandria], nessuna nel coro delle Vergini è più grande della Maddalena.” (3)





Santa Margherita da Cortona: la sua estrema penitenza le valse molti favori dal Cielo


Santa Margherita da Cortona (1247-1297)

Nella sua introduzione al suo libro La vita di Santa Margherita da Cortona, il canonico Antonio Francesco Giovagnolli affronta esattamente questa questione dei peccatori penitenti che aspirano a recuperare lo splendore verginale della loro purezza incontaminata.

Egli afferma che la vita di Santa Margherita da Cortona offre a queste penitenti una consolazione e una speranza: “A loro diciamo: Prendete e leggete. Ecco una penitente la cui intera vita è una solenne protesta contro il dubbio che vi turba e vi arresta, una prova che la verginità può essere restaurata davanti a Dio, che essa è suscettibile di una riparazione indicibile”.

Egli cita Jean-Félix-Onésime Luquet, vescovo di Esbo [Giordania], che fece parte della sua missione per far conoscere meglio Santa Margherita da Cortona in Francia. Sebbene lei avesse iniziato la sua giovinezza nella dissolutezza, l’improvviso assassinio del suo amante di lunga data la fece rinchiudere in se stessa e si pentì della sua vita malvagia. Aiutata dalla grazia intraprese una vita penitente nel Terzo Ordine di San Francesco e prese Santa Maria Maddalena come sua speciale patrona. La sua contrizione fu così angosciante e intensa che divenne davvero un modello di dolore.

Mons. Luquet continua:
“Nostro Signore si degnò di favorirla con la sua conversazione privata, e all’inizio non le diede altro nome che poverella. Felice all’inizio, alla fine si rattristò di non ricevere altro nome dal suo Amato, e se ne lamentò umilmente. ...

“Finalmente si sentì chiamare figlia e la sua gioia fu grande. Non molto tempo dopo Nostro Signore la chiamò con un titolo ancora più caro: sposa. I suoi desideri erano ormai coronati, non c’era più nulla da desiderare.




Gli Angeli del coro delle vergini

“Ma Nostro Signore, che è infinito, volle consolarla al di là di ogni speranza, ed Egli, che è la verità stessa, chiamò Margherita la povera compagna delle sue vergini, quindi la sua vergine. Lei non poteva crederci, era allarmata, pensando senza dubbio che il diavolo volesse ingannarla.

“Egli, che è la resurrezione e la vita, la rassicurò e le confermò il suo titolo, promettendo di collocarla nel suo regno nel rango delle vergini, perché tutto è possibile all’amore.” (4)

Infatti, Nostro Signore era così soddisfatto della sua profonda penitenza e della sua raffinata umiltà, che una volta le disse: “Sei diventata così pura che ti considero tra le Vergini, e nel loro Coro ti preparo un trono di gloria uguale a quello della Maddalena” (5).

Avvertita da Dio del giorno e dell’ora della sua morte, morì il 22 febbraio 1297, dopo aver trascorso 29 anni compiendo atti di penitenza.





Santa Taide: tre anni murata in una cella con i suoi peccati sempre davanti agli occhi.


Santa Taide: una cortigiana pentita del IV secolo

Nelle vite dei Padri del Deserto, troviamo un incidente che corrobora meravigliosamente la possibilità di una verginità restaurata. È la storia di Santa Taide, una donna ricca e bella di Alessandria che divenne una cortigiana.

Pentita della sua vita passata grazie all’influenza di San Pafnuzio, chiese di essere murata in una cella per fare estrema penitenza per la sua dissoluta vita passata.

Alla fine dei tre anni, San Pafnuzio consultò Sant’Antonio per sapere se Dio avesse perdonato i suoi peccati. Il Santo chiamò i suoi monaci e ordinò loro di vegliare e pregare la notte seguente per conoscere la risposta a questa domanda.

Mentre tutti erano in preghiera, Paolo, il più grande dei discepoli di Sant’Antonio, vide in cielo un letto ornato di tende e ornamenti preziosi, custodito da quattro vergini. Allora gli fu fatto capire che quel letto era per Taide la peccatrice, che si era completamente pentita agli occhi del suo Sposo celeste.

Taide fu liberata dalla sua cella di penitenza e morì in pace 15 giorni dopo.

La storia di Santa Taide, con il suo messaggio che nessun peccatore è fuori dalla portata della compassione di Dio, ha goduto di una grande popolarità durante tutto il Medioevo.




Alla Ven. Elisabetta Mora fu detto che sarebbe entrata nel coro delle vergini guidato da Maria Maddalena, linea inferiore in rosso


Venerabile Elisabetta Canori Mora (1774-1825)

Nel libro Vita della Venerabile Elisabetta Canori Mora, tradotto dall’italiano da Lady Herbert (Londra 1878), l’autore scrive:
“C’è una particolarità nella sua vita che merita anche di essere messa in chiara luce. Dio permise che lei [la Ven. Elisabetta Canori Mora] da bambina facesse voto di verginità, per poi dimenticarlo e abbracciare lo stato matrimoniale.

“Eppure, per mostrare che la Sua misericordia può superare ogni ostacolo, Egli si compiacque di permetterle alla fine di ricevere l’aureola delle Vergini, in modo che potesse “seguire l’Agnello dovunque egli andasse”.

“Questo grande privilegio fu concesso in maniera simile anche a Santa Maria Maddalena, a Santa Margherita da Cortona e a molte altre Sante, esso fu considerato da Elisabetta come il più importante favore che Nostro Signore le avesse concesso.” (6)

Queste Sante illustrano bene come, attraverso la formidabile combinazione di amore divino e penitenza esemplare, Nostro Signore si degna di rifare “di  un vaso rovinato, un vaso di sfrontatezza, in un vaso di gloria” (Cfr. Rm 9, 21-23).


NOTE

1.    Dimissa sunt ei peccata multa quia dilexit multum.
2. Katherine Katherine L. Jansen, “Come una Vergine: il significato della Maddalena per le donne penitenti dell’Italia tardo-medievale”. Memorie dell’Accademia Americana di Roma, 45, 2000, p. 148.V
3. FIozzelli, Legends, IV, 15, 231-232, in Ibid, p. 131.
4. Philadelphia: P.G. Cunningham & Son, 1888, pp. 9-10; il libro riporta l’approvazione di St. John Neumann, Vescovo di Filadelfia.
5. Ibid., p. 78
6. R. Washbourne, 1878, p. 17.






aprile 2021

AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI