UN BIVIO INELUDIBILE

O con Cristo o con il mondo: è un bivio ineludibile
 

di Francesco Lamendola

Pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia







La Prima lettera di san Giovanni è un piccolo capolavoro teologico di chiarezza, semplicità e profondità. Si può essere profondi e al tempo stesi semplici, e questo è uno di tali casi: perché la verità è semplice, e chi non la sa esprimere con chiarezza vuol dire che ha le idee confuse, e quindi che non ha trovato la verità.
In quel testo si trova un compendio della sublime teologia del quarto Vangelo, espressa nello stesso stile affascinante, che va diritto alla mente e al cuore; per molti aspetti chiarisce e integra anche la teologia paolina, tanto che la si può considerare un’eccellente introduzione alle Lettere di San Paolo.
I due concetti chiave intorno ai quali ruota la riflessione sono la fede e l’amore: non c’è fede senza amore, perché l’amore è il cuore del messaggio di Gesù Cristo, come non c’è vero amore che non sia illuminato dalla fede, perché la fede in Gesù è l’amore verso Dio e verso gli uomini sono una cosa sola.
Inoltre nella Prima lettera di san Giovanni vi è una particolare atmosfera spirituale, caratterizzata ga un senso di urgenza e di chiamata imminente, di un nodo che sta per essere sciolto, di un mistero che sta per essere svelato: il mistero della lotta perenne fra il bene il male, tra i figli della luce e i figli delle tenebre.
Illuminati dalla fede e fortificati  dall’amore, i figli della luce sanno che con l’Incarnazione del Verbo i tempi della storia sono entrati nella fase finale, e che li attende una battaglia durissima, alla fine della quale però le tenebre saranno definitivamente sconfitte e la luce brillerà per sempre.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, con i figli delle tenebre che sembrano scatenati e invincibili, padroni praticamente ormai di quasi tutto il mondo, e con la Chiesa stessa che ha apostatato, e la gran parte del clero che ha tradito la sua missione e si è schierata con i lupi feroci contro le pecorelle, la lettura di questo testo sacro, così suggestivo e così attuale, è d’immenso conforto per le anime e aiuta il credente a non scoraggiarsi,  a non smarrirsi, a non rinunciare alla Speranza cristiana, perché il tempo del diavolo è contato e il Ritorno di Cristo ristabilirà la verità e la giustizia, a consolazione dei buoni e a supremo castigo dei malvagi.


Scrive san Giovanni nella prima epistola che porta il suo nome ( ,1, 1-10):
1 Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – 2 la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, 3 quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. 4 Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.

5 Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. 6 Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. 7 Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
 8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. 10 Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.




O con Cristo o con il mondo: è un bivio ineludibile!


I discepoli di Gesù hanno avuto un privilegio di valore inestimabile: hanno visto il Verbo incarnato, hanno udito le Sue parole, hanno camminato con Lui sulle strade del mondo.
Beati quelli che crederanno senza aver visto, dice Gesù a san Tommaso, dopo il famoso episodio della sua incredulità: ebbene, noi siano quelli dei quali parla il divino Maestro. Noi non abbiamo avuto quel sublime privilegio, eppure abbiamo creduto: abbiamo creduto perché quanto dicono la Scrittura e la Tradizione ci è parso ragionevole, giusto e veritiero, e abbiamo dato l’assenso della ragione e della volontà alla Rivelazione del Verbo incarnato. Perciò tutto quello che san Giovanni dice dei primi Apostoli, lo dice anche di noi, e per noi.  Anche noi camminiamo nella luce, se restiamo uniti al Padre e al suo Figlio, mediante il quale il Padre è stato rivelato. Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. (Gv 1,18).
E come il Figlio ha chiamato a Sé i primi Discepoli, così ora chiama anche noi: chiama ciascuno personalmente, perché la chiamata è individuale: è il Tu divino che invita presso di Sé il tu umano. E ciascuno è perfettamente libero, perché ciascuno può accogliere o rifiutare la chiamata, e in ciò consiste la suprema dignità dell’uomo: il quale è chiamato ad essere figlio e non servo di Dio, anzi perfino più che figlio, amico (che pensiero abissale: amici di Dio!), perché il servo non sa cosa faccia il suo padrone, mentre a noi ogni cosa necessaria alla salvezza è stata rivelata per mezzo di Gesù Cristo (cfr. Gv 15,14-15).

E ancora (1 Gv, 2,1-11):
1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2 È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

3 Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4 Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. 5 Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. 6 Chi dice di rimanere in lui, deve anch'egli comportarsi come lui si è comportato.
 7 Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. 8 Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera. 9 Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. 10 Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. 11 Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.




C’è un modo semplicissimo per esser certi di camminare nelle vie del Signore:
fare la sua santa volontà e osservare la sua Parola.



Il Cristo ha preso su di Sé i nostri peccati e si è offerto in sacrificio per la nostra salvezza: Lui ha sofferto la pena che abbiamo meritato noi; tutto quel che ci chiede, ora, è di rimanere uniti al suo amore, mettendo in pratica il suo comandamento.
Da ciò si riconosce il cristiano: dall’amore per i suoi fratelli. Perciò domandiamoci: è amore verso i fratelli raccomandar loro di vaccinarsi con dei vaccini che non sono vaccini, che non danno immunità, che non sono stati testati, che hanno una quantità di effetti collaterali negativi, e soprattutto che sono stati fabbricati con il mostruoso commercio dei feti umani? È amore per i fratelli cacciare fuori dalla Chiesa quelli che non accettano le inique disposizioni di un clero asservito al potere, che non accettano lo stravolgimento della vera dottrina, e che, ad esempio, non accettano, né mai accetteranno, l’idea che le coppie omosessuali possano chiedere e ottenere la benedizione sull’altare?
Se questo è amore, dai frutti lo si riconosce; e i frutti sono questi: la Chiesa in dissoluzione, i fedeli colpiti e dispersi (si pensi alla trista vicenda dei Francescani dell’Immacolata), un falso clero che spadroneggia e un falso papa che bestemmia continuamente e adora gli idoli nella prima basilica della cristianità, costruita sul luogo dove san Pietro sparse il suo sangue per gettare in Roma il seme della vera fede.
No, non c’è amore in questi falsi misericordiosi che hanno sempre in bocca l’accoglienza, l’inclusione e il dialogo con tutti, tranne che coi loro fratelli fedeli al magistero perenne. Essi parlano di amore e affermano di aver compreso il vero significato del Vangelo, ma nelle loro azioni, perfino nei loro sguardi - si osservi lo sguardo di Bergoglio, si osservi lo sguardo di Enzo Bianchi – ci sono un’immensa cattiveria, una fredda malvagità. E da un’altra cosa li si riconosce per quel che sono: non parlano mai del peccato, e addirittura dichiarano che il peccato non è peccato, che il male è bene. Proprio a loro si riferisce san Giovanni allorché scrive: se diciamo di non aver peccato, facciamo di Dio un bugiardo.


E infine (1 Gv, 3,19-24; e 4,7-21):
19 In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, 20 qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 21 Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, 22 e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.

23 Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. 24 Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato. (…)

7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9 In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. 10 In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
 11 Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12 Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. 13 In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. 14 E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. 15 Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. 16 E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

17 In questo l'amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. 18 Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore.

19 Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. 20 Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. 21 E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello.




Non c’è fede senza amore, perché l’amore è il cuore del messaggio di Gesù.
La Prima lettera di san Giovanni piccolo capolavoro teologico di chiarezza, semplicità e profondità!


C’è un modo semplicissimo per esser certi di camminare nelle vie del Signore: fare la sua santa volontà e osservare la sua Parola. Osserva la Parola divina colui che la prende sul serio, senza trucchi e giochi di prestigio.
Che cosa dice Gesù Cristo del matrimonio fra uomo e donna? L’uomo non separi ciò che Dio ha unito; e chi guarda una donna con desiderio, ha già commesso adulterio nel suo cuore.
E che dice Amoris laetitia? Che l’adulterio e il concubinato a un certo punto vengono perdonati da Dio, il quale apprezza la nostra “sincerità” consistente nel rifiuto di fare la Sua volontà.
E cosa dice Gesù della passione contro natura? Che Sodoma e Gomorra, nel giorno del Giudizio, saranno trattate meno severamente delle città della Galilea che hanno visto e udito il Figlio dell’uomo, ma non l’hanno accolto: il che significa, se la logica non è un’opinione, che i sodomiti saranno comunque puniti anch’essi, e con molta severità.
E cosa dice Gesù di chi dà scandalo ai piccoli? Che dovrebbero legargli una macina al collo e precipitarlo nel mare.
Ma che dice Bergoglio della pratica di fare soldi fabbricando “vaccini” coi feti umani espiantati e smembrati? Di prendere quei vaccini, e ricatta la gente affermando che chi non lo fa viene meno a un dovere morale e civile. 
Viviamo nel tempo in cui le cose nascoste diventano chiare, e le cose segrete sono rivelate. Cadono le maschere, gli uomini si mostrano per ciò che sono. E appare evidente che esistono solo due tipi di uomini: i figli delle tenebre e i figli della luce.
Ora i figli delle tenebre stanno celebrando il loro trionfo, fuori e dentro la Chiesa. Non importa: noi sappiamo che il loro tempo è contato. Sappiamo che il Signore viene a ristabilire verità e giustizia. Guai allora a chi ha per padre il diavolo e fa le opere sue; ma pace a chi sarà rimasto unito al Buon Pastore, senza lasciarsi allettare né intimorire. Questo è il mio comandamento, afferma Gesù Cristo (Gv 15,12-13): che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.



maggio 2021
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