I NORMALISTI

Normalisti: proliferazione inarrestabile

di Corrado Ruini

Pubblicato su Accademia Nuova Italia




(Alice nel paese delle meraviglie)



In questa epoca, sembra che appartenere ad una categoria numericamente molto ridotta di persone liberamente pensanti, sia una grave colpa. Qualcosa di cui vergognarsi, soprattutto per l’etichetta e la categorizzazione violentemente negativa che viene data a tutti costoro tra cui mi ascrivo fieramente e liberamente d’ufficio.

Negazionisti, complottisti, no mask, no vax, globalmente definiti come cattivi, molto cattivi in un linguaggio parlato da schifare del tutto e quindi da schivare.

Sembra aumentare di giorno in giorno il livello di disapprovazione sociale complessivo di massa verso chi non osserva le regole leggi del pensiero unico. Nelle frequenti riflessioni su come tutto ciò è reale, spesso penso ad un uomo che purtroppo ci ha lasciato da oltre 7 anni.

Mario Palmaro un uomo pensante, ottimo scrittore e giornalista, un filosofo del diritto esperto di bioetica, negli ultimi mesi della sua vita terrena, conclusa nel mese di Marzo del 2014, ebbe il merito di coniare una definizione azzeccatissima nei confronti di chi considerava assolutamente normali e quindi ingiustificatamente criticate da tante posizioni, visioni, idee che invece di normale avevano davvero poco.

I normalisti.

Oggi questa felice definizione potrebbe essere perfettamente calzante a tutti coloro che in questo surreale ed allucinante momento storico, per molti motivi adottano questo tipo di approccio. Il normalismo.

Proviamo a cercare di capire in quante potenziali possibili tribù si possono suddividere i normalisti di oggi.
Al vertice della piramide occorre assolutamente mettere quel gruppo di persone alle quali questo tipo di situazione, o meglio per chiamare le cose col loro nome questa clamorosa colossale truffa, ha apportato ampi abbondanti e numerosi benefici.

Persone che hanno beneficiato di bonus di natura strettamente materiale: potere, fama, denaro e quindi in un unico concetto il successo. In epoca attuale mediatica, moderna ex cristiana, dove pensiero fluido liquido, nichilista, individualista dettano legge assoluta, significa delirio di onnipotenza, o secondo una felice intuizione “fare il mestiere di Dio”.

Non faccio i nomi ma sono coloro che senza alcun merito o pregio sono schizzati improvvisamente alla ribalta mediatica mediante un presenzialismo catodico straripante.

Secondo aggregato largamente diffuso tra coloro che una volta si definiva ceto medio ovvero al di sopra della soglia di povertà e con una scolarità media, normalizzatori preminentemente spinti dallo schema mentale gregario di chi segue il gregge e non vuole rischi avendo a noia l’assunzione di posizioni che potrebbero suscitare il discredito del pensiero dominante.

Terzo aggregato i buonisamaritanisottosopra. Tutto il vasto popolo de “lo faccio per gli altri”. Animati da un’animosa sindrome da crocerossina, peccato che soccorrono il bandito e non la vittima. Ovviamente in perfetta tranquillità di coscienza data dalla rassicurante compagnia del gregge che li esalta come civilmente virtuosi. Sì, lo faccio per gli altri non per me guarda che persona generosa che sono.

Quarto gruppo. Ma vuoi dire che tutto il mondo fa così e tu e pochi scappati da casa protestate… quindi tutti sbagliano e solo pochi ci prendono ?

Costoro hanno un metronomo quantitativo che dirige la propria coscienza sempre solo secondo la quantità e non la qualità. Qui il fattore dominante è la pigrizia mentale. Uno sforzo inumano disquisire se sia giusto o sbagliato molto più facile e comodo seguire il branco a cervello spento. Troppe domande mi fan venire il mal di testa. Poi mica posso leggere tutti quei libri. Questi sono super-forniti di slogan e frasi fatte. Li potremo chiamare i normalisti del pulcino nell’orecchio.

Quinta squadra i “normalisti gervasi”;  Manzoni nei Promessi Sposi ci descrive una delle figure più immortali Gervaso “cui non pareva piccola gloria l’aver avuto una gran paura”. Qui ci stanno tutti quelli che sono fieri di essere della commedia. Tutti coloro che si sentono qualcuno se esaltano e confermano il bue-pensiero dominante. Poco importa se tracimante di menzogne, assurdità contraddizioni o paradossi. Il Gervaso non vuole faticare e trova piacere e appagamento nel sentirsi dentro lo spettacolo itinerante.

La scuola pubblica oggi è spesso più o meno inconsapevolmente la maggiore produttrice seriale di normalismo. Vivamente consigliata la scuola parentale a coloro che desiderano non entrare in nessuna di queste squadre, in inarrestabile e costante crescita.






giugno 2021
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